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«Finché a uscire sono i migranti va bene, ma un mafioso scaltro e pericoloso come Corona anche no»,
commenta un giudice siciliano che conosce bene la situazione della Corte d’Appello di Palermo,
che definisce «disastrosa» tanto che «chi ha potuto è scappato».

Pochi giorni fa la stessa sorte era toccata a 11 boss
vicini all’ex superlatitante Matteo Messina Denaro.


Un boss pericoloso a spasso
- proprio mentre le indagini sulle stragi di mafia sfiorano alcuni magistrati in prima linea contro Cosa nostra -
sono un pessimo biglietto da visita per la magistratura,
che fino a ieri ha mostrato i denti all’esecutivo rispetto alle accuse mosse,
sia al procuratore di Cassazione Marco Patarnello che in una mail all’Anm ha definito «pericolosa» Giorgia Meloni perché non è indagata,
sia ai giudici che con «12 sentenze fotocopia» (come dice il Guardasigilli Carlo Nordio in aula alla Camera)
hanno svuotato il Cpr di Gjader in Albania mettendo in imbarazzo il governo.

E' il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro a strigliare l’Anm invocando provvedimentiimmediati dal Csm:

I più scatenati sono i meloniani («uno sfregio alle vittime di mafia») anche Forza Italia
e la deputazione leghista in commissione Giustizia lanciano strali contro il sindacato delle toghe:
«Auspichiamo che l’Anm, tra le sue tante dichiarazioni,
trovi anche il tempo per fermarsi a riflettere ed evitare scandali del genere».


Peraltro, come ricorda un pm,
lo stesso tribunale di Palermo qualche giorno fa aveva liberato cinque tunisini con motivazioni simili al’Albania.
 
Tra errori e cavilli sono davvero tanti i boss importanti,
a spasso per le vie di Palermo.

Senza dimenticare, ...........usciti nel 2021 perché il giudice era già stato loro gip.


«Qualcosa sta avvenendo nel silenzio generale,
la contestuale scarcerazione di boss al 41 bis
per i quali ci sono voluti anni di indagini.
È inaccettabile».
 
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Non ce la fanno, non ce la fanno.​

In provincia di Ravenna, durante la notte​

si è aperta una falla lungo l'argine del fiume Lamone a Traversara.​

La falla si è aperta proprio nello stesso punto dell'ultima volta​

avvenuta a causa dell'alluvione del 19 settembre scorso.​

 
Mi permetto di dire.....a ciascuno il suo mestiere........

“Le alluvioni stanno colpendo queste terre con una frequenza e una intensità che non conoscevamo.
Conseguenza evidente di mutamenti climatici..............."

Ahahahahahahahah
 
La disinformacija a base di voci e pettegolezzi su Giuli prosegue,
il verosimile si mescola al percepito
e chissenefrega se è tutto vero o no.

Per usare la frase che Plutarco attribuisce de relato ad Alessandro Magno
alla fine menèi ulè diabolès, la cicatrice della calunnia resterà.


Voci, dicerie, annunci, gossip scandalistico e un po' voyeur che però «tira».
Lo sa bene Dagospia, il sito di Roberto D'Agostino più compulsato da giornalisti e «addetti ai livori»
che da molto tempo è in guerra con il governo visto che ogni giorno dedica alla vicenda svariati pezzi.

Mercoledì ultimo lancio alle 19.52, appena prima dei tiggì.

Il rotocalco di ieri è impressionante:

8.38 pezzo sul Domani e i soldi al Maxxi;
9.28 ritratto di Carnabuci, alias mr Spano;
9.39 ripresa di Repubblica che parla di dimissioni;
10.43 pizzino alla sorella di Giuli Antonella, giornalista dell'ufficio stampa della Camera;
13.02 rassegna stampa sullo scazzo;
13.28 il discorso sul «liquido amniotico» di Giuli;
13.33 pezzo sulla frase «l'apparenza inganna»;
14.00 altra supercazzola sul «liquido amniotico»;
14.49 ripresa dell'intervento di Ranucci alla radio Rai;
15.04 pezzo su Ranucci e il presunto flop di Giuli al Maxxi;
15.29 immancabile Dagoreport secondo cui «le notizie arrivano da Fdi»;
17.16 retroscena sul presunto diktat di Mantovano e Fazzolari;
17.54 ripresa del Foglio che «avverte la Ducetta»;
19.13 quello di Mantovano diventa un ultimatum;
20.10 riepilogo delle mascariate.
 
:clap::clapclap::banana::ola::DD:

Ha partecipato qualche giorno fa all'accoltellamento di un marocchino, ma per il resto si è comportato bene.
Non solo: è seguito dalla Caritas.

Dunque, per il giudice di pace non c'è motivo di rinchiuderlo nel cpr di Ponte Galeria a Roma.

E l'espulsione resta un pezzo di carta.


Come per l'ecuadoregno G.A., classe 1989, condannato per una sfilza di reati e considerato «socialmente pericoloso».

G.A. ha un curriculum di tutto rispetto: produzione e traffico di stupefacenti, rapina, lesioni.

Ma anche lui è libero.

Il motivo?
Il giudice di pace della capitale vuole vederci chiaro su una norma del testo unico dell'immigrazione
che riguarda la detenzione amministrativa nei cpr.

Questa norma potrebbe essere in contrasto con la Costituzione.

Anche se è lì dal 1998. Ventisei anni fa.


E così la toga fa a pezzi il provvedimento di trattenimento disposto dalla questura di Perugia.
 
... siamo andati oltre all'antitesi del buon senso .!!

Saranno forse i cambiamenti climatici ?

Le polveri sottili ?

..mah!!

Certa magistratura decida apertamente e pubblicamente da che parte schierarsi,
fondino un partito e si candidino alle elezioni.
 

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