A questo punto definirla magistratura politicizzata è persino riduttivo.
La sentenza con la quale il Tribunale civile di Roma, sezione diritti della persona e immigrazione,
non ha convalidato i trasferimenti di migranti nei centri in Albania
in base al recente protocollo di intesa tra i governi di Roma e Tirana, è tecnicamente eversiva.
A tal punto, infatti,
viene estesa e distorta l’interpretazione del diritto all’asilo e alla protezione internazionale,
da calpestare praticamente tutti i principi coinvolti che godono di altrettanta tutela costituzionale,
dalla sicurezza dello Stato
alla difesa dei confini,
ma anche l’equilibrio di bilancio,
la tenuta dei diritti sociali ed economici,
che un’accoglienza indiscriminata metterebbe sicuramente in pericolo.
Non è infatti una sentenza contro i centri in Albania,
è una sentenza contro tutti i CPR (Centro permanenza rimpatrio),
pure quelli situati in territorio italiano,
perché praticamente più nessuno può essere rimpatriato:
non solo dal CPR in Albania, ma pure da un CPR a Ladispoli.