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Netflix offre a Mel Gibson 100 milioni di dollari per lavorare con Robert De Niro.
Gibson si rifiuta dicendo: "Tenete quel pagliaccio woke lontano da me".
Grande Mel, siamo tutti con te 👇



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Loro, semplicemente loro…sempre loro…quelli svegli…seduti a guardare l’infinito sulla riva del fiume…ma sempre sulla riva sbagliata :d:

Infatti sono stati sempre loro a chiedere la censura anche su questo forum, perché loro sono così, non ci arrivano e quindi chiamano la maestra se qualcosa non gli garba o non lo capiscono, perché di questo si tratta: non capiscono, gli serve tempo :d:


 
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Il premier del Canada Justin Trudeau si è dimesso da leader di partito e primo ministro, la foto del G7 in Puglia va aggiornata. Dei capi di governo e di Stato di quell’istantanea ne rimangono in piedi solo due: Emmanuel Macron (che non sta tanto bene) e Giorgia Meloni. L’Italia che diventa un esempio di stabilità di governo è un sottosopra, un segno profondo del cambio di stagione: i progressisti sono in crisi nera, la deriva ideologica “woke” li ha allontanati dagli elettori, fino ad annientarli. Hanno fatto tutto da soli, accecati da un estremismo travestito da perbenismo che forse apre le porte dei ristoranti stellati, ma di certo chiude quelle della cucina del popolo.

Perfino nel Regno Unito, dove la faida dei Conservatori ha consegnato loro una facile vittoria, i laburisti sono nei guai. È un’ondata storica che sta travolgendo i progressisti, le loro idee, i totem e tabù che hanno dominato la cultura fino a scatenare una reazione di rigetto. Attendiamo il voto in Germania il 23 febbraio e l’esito dell’agonia della legislatura in Francia, ma il punto chiave è messo a fuoco da tempo, è la sinistra in declino, non la democrazia come metodo del «prima conoscere, poi discutere, poi deliberare» (Luigi Einaudi).

I progressisti quando perdono le elezioni o falliscono la prova del governo vanno a caccia di un colpevole esterno, una manina invisibile, il destino cinico e baro. Non avendo capito il mondo che cambia, hanno deciso che il problema ora è la «tecnodestra», che in fondo è la solita minestra cucinata dai nipotini di Lenin: il Capitale, il denaro, l’informazione, declinati in maniera diversa ma sempre uguale. Sfuggita con un capolavoro trasformista al crollo del Muro di Berlino, la sinistra ha sostituito il comunismo con il politicamente corretto, l’ecologismo insostenibile, la “cancel culture” e la liquidazione dei sessi, ma minacciando il portafoglio, l’educazione e la sfera intima, si sono scavati la fossa. In Italia il declino è accompagnato da un fenomeno di rimozione e riesumazione: rimozione della vittoria di Giorgia Meloni, riesumazione del fascismo. Così la sinistra non riconosce l’uomo della strada e abita nella fiction: in America con le parole d’ordine woke alla cerimonia dei Golden Globes, in Italia con la serie su Mussolini su Sky. Loro riscrivono cronaca e realtà, gli elettori cambiano i governi, le figurine nelle foto.
 
Sardegna
La Sardegna potrebbe tornare nuovamente alle urne tra un anno. È questa una delle ipotesi che emerge dalla complessa vicenda legata alla possibile decadenza della presidente della Regione, Alessandra Todde. Un intricato percorso amministrativo e giudiziario che potrebbe protrarsi per mesi, con esiti incerti e che ha preso il via dall’ordinanza del collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari, che ha trasmesso gli atti al Consiglio regionale, indicando la necessità di deliberare sulla decadenza.

Questa settimana prenderanno il via incontri preliminari tra il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, e la Giunta delle elezioni, presieduta da Giuseppe Frau. L’organismo ha il compito di condurre un’istruttoria dettagliata, esaminando documenti e pareri legali, e ascoltando tutti i soggetti coinvolti, compresa la stessa Todde. La Giunta ha 90 giorni di tempo per concludere il lavoro e presentare le proprie conclusioni all’Aula, che dovrà votare sul parere espresso.





Solo i rappresentanti menzionati. Todde, il Pd si sgretola in Sardegna: una surreale nota ufficiale

"Solo i rappresentanti menzionati". Todde, il Pd si sgretola in Sardegna: una surreale "nota ufficiale"





Tuttavia, la procedura apre scenari inediti. Mentre alcuni giuristi sostengono che l’assemblea legislativa abbia il semplice compito di ratificare quanto disposto dal Collegio elettorale, altri ipotizzano che il Consiglio possa decidere autonomamente. In caso di decisioni contrastanti, non si esclude un intervento del Governo nazionale, che potrebbe ulteriormente complicare il quadro. Parallelamente, Alessandra Todde è pronta a presentare ricorso al tribunale ordinario, come previsto dalla normativa vigente. Anche qui, però, il percorso è oggetto di interpretazioni discordanti: alcuni esperti ritengono che la presidente possa rivolgersi anche al tribunale amministrativo. Il ricorso, che potrebbe prevedere tre gradi di giudizio fino alla Corte di Cassazione, potrebbe prolungare l’incertezza per mesi, se non anni. Nel frattempo, la Giunta delle elezioni sarebbe obbligata a sospendere la sua istruttoria fino alla conclusione del primo grado di giudizio.
 

Il premier del Canada Justin Trudeau si è dimesso da leader di partito e primo ministro, la foto del G7 in Puglia va aggiornata. Dei capi di governo e di Stato di quell’istantanea ne rimangono in piedi solo due: Emmanuel Macron (che non sta tanto bene) e Giorgia Meloni. L’Italia che diventa un esempio di stabilità di governo è un sottosopra, un segno profondo del cambio di stagione: i progressisti sono in crisi nera, la deriva ideologica “woke” li ha allontanati dagli elettori, fino ad annientarli. Hanno fatto tutto da soli, accecati da un estremismo travestito da perbenismo che forse apre le porte dei ristoranti stellati, ma di certo chiude quelle della cucina del popolo.

Perfino nel Regno Unito, dove la faida dei Conservatori ha consegnato loro una facile vittoria, i laburisti sono nei guai. È un’ondata storica che sta travolgendo i progressisti, le loro idee, i totem e tabù che hanno dominato la cultura fino a scatenare una reazione di rigetto. Attendiamo il voto in Germania il 23 febbraio e l’esito dell’agonia della legislatura in Francia, ma il punto chiave è messo a fuoco da tempo, è la sinistra in declino, non la democrazia come metodo del «prima conoscere, poi discutere, poi deliberare» (Luigi Einaudi).

I progressisti quando perdono le elezioni o falliscono la prova del governo vanno a caccia di un colpevole esterno, una manina invisibile, il destino cinico e baro. Non avendo capito il mondo che cambia, hanno deciso che il problema ora è la «tecnodestra», che in fondo è la solita minestra cucinata dai nipotini di Lenin: il Capitale, il denaro, l’informazione, declinati in maniera diversa ma sempre uguale. Sfuggita con un capolavoro trasformista al crollo del Muro di Berlino, la sinistra ha sostituito il comunismo con il politicamente corretto, l’ecologismo insostenibile, la “cancel culture” e la liquidazione dei sessi, ma minacciando il portafoglio, l’educazione e la sfera intima, si sono scavati la fossa. In Italia il declino è accompagnato da un fenomeno di rimozione e riesumazione: rimozione della vittoria di Giorgia Meloni, riesumazione del fascismo. Così la sinistra non riconosce l’uomo della strada e abita nella fiction: in America con le parole d’ordine woke alla cerimonia dei Golden Globes, in Italia con la serie su Mussolini su Sky. Loro riscrivono cronaca e realtà, gli elettori cambiano i governi, le figurine nelle foto.

Non sono d'accordo con questa visione e considerazione dei fatti. A mio parere i finti governi instaurati negli ultimi anni, Trudeau, Macron, Draghi, Meloni, Zelensky, Biden,Starmer ecc hanno avuto tutti un compito imposto da un potere extra politico ma di origine finanziario che veglia ancora molto bene su tutti gli Stati coinvolti nel cambiamento da loro pianificato. Lo scopo finale è instaurare un governo "semi-mondiale" ovviamente escludendo Russia e BRICS, ed imporre una sistema di controllo totale attraverso AI e sistemi sanitari invasivi.
Non ha più importanza destra o sinistra, che ritengo concetti ormai superati, il problema è che nel mentre si litigava se la responsabilità è della mano destra o la sinistra, si è creato una "VOLONTA'" costituita dai poteri economici mondiali che decidono come e quando usare la mano dx e sx.

Questa "volontà", è ancora ben solida e non da segni di indebolimento, anzi avanza sempre più nello sgretolare, democrazia, sistemi economici, sistemi energetici, sociali, sanitari, scolastici, religiosi. Non per distruggerli ma per cambiarli in base ai propri concetti di dominio.

Hanno acquisito talmente tanto potere che possono decidere di distruggere le nazioni che non vogliono (vedesi Palestina) o servirsi di altre come Ucraina, di fatto distruggendole dall'interno, per i propri scopi.

Noi siamo gli italianucci, abili lecca culo del governo americano, abbiamo già da decenni mani e piedi legati, la nostra caratteristica più risaputa è che incassiamo ogni genere di privazione facendoci sopra satira e comiche, fino a quando c'è la possibilità di stare sul proprio divano va tutto bene.
 

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