Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Mannaggia Wasabi ... ed io che avevo messo il link della canzone di Cenerentola per intenerirti un po' ... senza pieta' ... sei proprio un cattivone ... eheheheheheheheh

:lol: Le illusioni sono pericolose, meglio la dura realtà........soprattutto quando parliamo di soldi!!!

Per tutto il resto sono il primo dei sognatori.......
 
Trafiletto di Milano Finanza del 28/01/16 a pag. 8


Di paradisi fiscali ne e' rimasto solo uno: gli Stati Uniti

Svizzera addio, meglio gli Stati Uniti. Perche' i paradisi fiscali, contro cui Washington ha mosso una guerra vittoriosa, esistono ancora. E stanno, guarda caso, proprio negli Stati Uniti. Rothschild & Co. per esempio ha da poco aperto una societa' fiduciaria nel Nevada, a Reno, una sorta di parente povera di Las Vegas, dove i ricchi stanno spostando i loro depositi perche' esenti dagli obblighi di comunicazione a cui sono ora soggetti antichi paradisi fiscali come Bermuda o le Isole Vergini britanniche. Adesso sono sulla cresta dell'onda Nevada, Wyoming e South Dakota. In quest'ultimo Stato e' pronto ad aprire i suoi uffici Cisa, un trust con sede a Ginevra, la cui clientela proviene in gran parte dall'America Latina. Una mossa gia' fatta lo scorso dicembre da Trident Trust, che ha spostato dozzine di ricchi conti dalla Svizzera e dalle Cayman a Sioux Falls. Qui l'anonimato e' grantito, ma qualcosa inevitabilmente trapela. Una ricca famiglia turca, per esempio, sta usando il trust di Rothschild per spostare i suoi asset dalle Bahamas al Nevada e lo stesso sta facendo una facoltatissima famiglia asiatica., che prima usava come paradiso fiscale Bermuda. Molti clienti sono famiglie i cui figli studiano neglia Stati Uniti. Data la fuga di capitali in corso da tempo in Cina, viene il sospetto che buona parte di queste ricchezze abbia trovato rifugio nella prima economia mondiale. I nuovi standard dell'Ocse sulla trasparenza sono stati firmati, volenti o nolenti, da tutti gli ex paradisi fiscali, ad eccezione del Bahrain e di due minuscole isole del Pacifico, Nauru e Vanuatu. A questo terzetto si accompagna una presenza ingombrante: gli Stati Uniti. Qualcuno potrebbe accusarli di ipocrisia. Ma sembra che la cosa non preoccupi nessuno a Washington.


P.S.
Che dire ... gli LMA sono solo una pallida emanazione dell'autentico spirito americano. Predicano bene e razzolano molto male !!! Non a caso fin dalla loro infanzia le prime colonie americane hanno beneficiato dell'afflusso massiccio di capitali esteri ... nella fattispecie dei proventi grondandi di sangue della pirateria caraibica (non a caso Barbanera e' quasi considerato un eroe nazionale in Usa). Diciamo che certe cose ... non cambiano mai !!!
 
Il Crudo mi sembra che tentenni sui 34$, che mi sembra un livello di una certa inversione, ma le ultime 2 barre daily mi sembrano di ribasso. Sul weekly ha sparato un hammer scorsa settimana e sul montlhy pure...Eppure mi aspetto una affondo a 25$....Che dici Gilles? Weekly e Montlhy sembrano voler reagire
A sx weekly a dx montlhy

qui c'è un articolo interessante
Crude Oil Implications for the Stock Market - munKNEE dot.com

per come lo vedo io il minimo deve ancora farlo

vedo un MACD monthly ancora orientato south
 

Allegati

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    Crude Oil(Chaque Mois)20160130205705.png
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Banche: Boom di sofferenze, +93% in quattro anni

Negli ultimi 4 anni le sofferenze nel sistema bancario italiano sono quasi raddoppiate. Lo afferma la CGIA di Mestre.
Secondo l’Ufficio studi dell’associazione degli artigiani e delle piccole imprese le sofferenze bancarie sono cresciute di quasi il 93% passando da 104,3 miliardi di euro di fine novembre 2011 a 201,0 miliardi di euro (fine novembre 2015).
Se a livello nazionale il peso delle sofferenze sugli impieghi ha raggiunto l’11%, l’analisi territoriale indica come la quota maggiore dei crediti deteriorati sia preponderante nel Sud del paese, dove ha toccato il 16,1% del totale impieghi. I livelli più elevati si verificano in Molise (20,7%) e Basilicata (19,9%) ma anche alcune regioni del Centro Italia soffrono: per Marche e Umbria le quote delle sofferenze sugli impieghi si attestano rispettivamente al 19,1% e al 16,5%, incidenze di gran lunga superiori alla media della loro ripartizione geografica, il Centro Italia, che presenta un livello inferiore al 10% (per l’esattezza il 9,3%).
“L’incidenza del livello delle sofferenze – esordisce il Coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – dipende ovviamente dagli effetti della crisi economica che ha colpito maggiormente le regioni del Mezzogiorno ma anche alcune realtà produttive del Centro Italia come Marche, Umbria e Toscana. L’analisi territoriale evidenzia come le regioni che hanno risentito di meno della spinta delle sofferenze siano state quelle più legate all’economia dei servizi e al turismo: il Trentino Alto Adige presenta un livello di incidenza al di sotto degli 8 punti percentuali; Valle d’Aosta e Lazio addirittura meno del 7%”.
A livello provinciale il record delle sofferenze è detenuto dalla provincia di Isernia (28,5% la quota raggiunta sul totale degli impieghi); a seguire, più staccate, completano il podio Olbia-Tempio (23,2%) e Matera (23,1%). Nei primi 10 posti di questo rank negativo tra le province più in difficoltà si inseriscono anche due realtà del Centro: Arezzo è quinta con il 22,0% e Pesaro-Urbino è nona con il 19,7%. In fondo alla classifica, al di sotto della soglia del 7%, si contano solamente quattro province: Aosta (6,9%), Sondrio (6,0%), Roma (5,6%), Bolzano (5,3%) e Trieste (4,7%) che risulta la realtà con la quota di sofferenze più bassa d’Italia.
In termini assoluti, su un totale di 201 miliardi di € di sofferenze (di cui 159 miliardi in capo alle imprese), le regioni con il più alto numero di sofferenze bancarie sono la Lombardia (41,4 miliardi), il Lazio (24,2) e il Veneto (20). Nel Nord Est si registra la maggior crescita delle sofferenze che dal 2011 al 2015 sono più che raddoppiate (+102,2%); l’area mantiene tuttavia un livello di incidenza sugli impieghi (11,8%) di poco superiore al dato medio nazionale (11%).


Redazione Borsainside
 
Wall Street: L'agenda della prossima settimana (1 - 5 febbraio)

La prossima settimana prevede molti appuntamenti di rilievo per gli investitori. Sul fronte macroeconomico sono in programma, tra l’altro, i dati sulle spese per consumi, l’indice ISM manifatturiero ed il rapporto sull’occupazione.
Sul fronte societario è attesa una nuova ondata di trimestrali. Tra le molte compagnie che annunceranno i loro risultati segnaliamo: Alphabet (Google), Mattel, Exxon Mobil, UPS, Pfizer, Yahoo, Dow Chemical General Motors, Comcast, Merck, LinkedIn e News Corp.


Lunedì 1 febbraio
Macroeconomia
Spese per consumi - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 0,2%
Reddito personale - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 0,2%
PCE core - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 0,1%
Indice PMI manifatturiero di Markit - gennaio (ore 15:45)
Indice ISM manifatturiero – gennaio (ore 16:00) - Previsioni: 48,3 punti
Spese per costruzioni - dicembre (ore 16:00) - Previsioni: 0,5%
Discorso di Stanley Fischer, vicepresidente della Fed - (ore 19:00)
Trimestrali
Alphabet (Google), Aetna, Anadarko Petroleum, Cardinal Health, Mattel, Aflac, Cabot, Hain Celestial


Martedì 2 febbraio
Macroeconomia
Discorso di Esther George, presidente della Fed di Kansas City - (ore 19:00)
Vendite di automobili e camion - gennaio (ore 20:00)
Trimestrali
Exxon Mobil, UPS, Pfizer, Chipotle, Gilead Sciences, Archer Daniels Midland, Yahoo, Royal Carribbean, Michael Kors, Dow Chemical, IAC/Interactive, Sirius XM


Mercoledì 3 febbraio
Macroeconomia
Indice MBA sulle richieste di mutui - settimana terminata il 30.01 (ore 13:00)
Occupati ADP – gennaio (ore 14:15) - Previsioni: 190.000
Indice PMI non manifatturiero di Markit - gennaio (ore 15:45)
Indice ISM non-manifatturiero – gennaio (ore 16:00) - Previsioni: 55 punti
Scorte di petrolio - settimana terminata il 30.01 (ore 16:30)
Trimestrali
General Motors, Comcast, Merck, Mondelez, Yum Brands, GoPro, MetLife, Marathon Petroleum, Humana, Southern Co, International Paper, Take Two Interactive, Suncor, Boston Properties


Giovedì 4 febbraio
Macroeconomia
Produttività - quarto trimestre (ore 14:30) - Previsioni: -1,7%
Costo unitario del lavoro - quarto trimestre (ore 14:30) - Previsioni: 3,8%
Richieste di sussidi alla disoccupazione - settimana terminata il 30.01 (ore 14:30) - Previsioni: 275.000
Ordinativi all'industria - dicembre (ore 16:00) - Previsioni: -2,6%
Scorte di gas naturale - settimana terminata il 30.01 (ore 16:30)
Discorso di Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland - (ore 23:00)
Trimestrali
ConocoPhillips, Occidental Petroleum, Clorox, Cummins, Delphi Automotive, Ralph Lauren, Cigna, LinkedIn, Dunkin Brands, NY Times, News Corp, Lions Gate


Venerdì 5 febbraio
Macroeconomia
Salariati settore non agricolo - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 188.000
Tasso di disoccupazione - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 5,0%
Salario orario medio - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 0,3%
Bilancia commerciale - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: -$43,5 miliardi
Crediti al consumo - dicembre (ore 21:00) - Previsioni: $16,5 miliardi
Trimestrali
Estee Lauder, Tyson Foods, Moody's, Weyerhaeuser, CME Group


Redazione Borsainside
 
Cina: Il settore manifatturiero si contrae per il sesto mese di fila

Il settore manifatturiero cinese ha registrato per il sesto mese di fila una contrazione. L'indice PMI della CFLP (China Federation of Logistics and Purchasing) si è attestato a gennaio a 49,4 punti, in calo dai 49,7 punti di dicembre. Si tratta del più basso livello dall’agosto del 2012. Gli economisti avevano previsto 49,6 punti.
Ricordiamo che un valore inferiore a questo livello segnala una contrazione dell'attività manifatturiera mentre un valore superiore indica una crescita.
Il sottoindice relativo ai nuovi ordini è sceso da 50,2 a 49,5 punti, quello relativo agli ordini per esportazioni è da 47,5 a 46,9 punti e quello relativo alla produzione da 52,2 a 51,4 punti.
Sempre oggi Markit ha comunicato che l'indice Caixin PMI per la Cina è salito a gennaio, rispetto a dicembre, da 48,2 a 48,4 punti. Gli economisti avevano previsto un calo a 48 punti.
Da notare è che mentre l'indice PMI della CFLP si concentra sulle grandi fabbriche, l'indice Caixin misura soprattutto l'attività delle imprese di piccole e medie dimensioni.

Redazione Borsainside
 
Borse Asia-Pacifico: Shanghai chiude in rosso dopo dati manifattura

Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi miste.Lo Shanghai Composite ha perso l’1,8% a 2.688,85 punti. L'indice PMI della CFLP relativo al settore manifatturiero cinese è sceso a gennaio ai minimi dall’agosto del 2012. La notizia ha fatto riaumentare i timori legati al rallentamento della seconda economia mondiale.


Estratto da Borsainside
 
Stato
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