TRA VENT'ANNI NON SARETE DELUSI DELLE COSE CHE AVETE FATTo ...

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Roma, 4 gen. (TMNews) - A dicembre 2011 l'inflazione in Italia è rimasta stabile al 3,3%, mentre è aumentata dello 0,4% rispetto a novembre. Lo comunica l'Istat che ha diffuso le stime preliminari dei prezzi al consumo di dicembre. (segue)

ci continuano a prendere per il kulo senza pietà .. :wall::wall: :(
 
io farei cosi' dany, visto che diomede pare abbia capito tutto e abbia prospettato i prossimi movimenti di unidebt e relativi diritti:eek: ......dai l'intero portafoglio in gestione a lui...e tu te ne vai in bici tranquilla senza stare qui davanti a smadonnare sui sali e scendi di questa discarica mobiliare :D:D

....dammi anche i tuoi ...:D:D
 
È uno dei nodi: retribuzioni così alte, grazie a meccanismi favorevolissimi di calcolo, si riflettono in pensioni non meno spettacolari. Basti ricordare che gli assunti prima del '98 possono ancora ritirarsi dal lavoro (con penalizzazioni tutto sommato accettabili) a 53 anni. Esempio? Un consigliere parlamentare di quell'età assunto a 27 anni e forte del riscatto di 4 anni di laurea ha accumulato un'anzianità contributiva teorica di 38 anni. Di conseguenza può andare in pensione con 300 mila euro lordi l'anno, pari all'85% dell'ultima retribuzione. Se poi decide di tirare avanti fino all'età di Matusalemme (che qui sono 60 anni) allora può portare a casa addirittura il 90%: più di 370 mila euro sul massimo di 417 mila.

Funziona più o meno così anche per i gradi inferiori. A 53 anni un commesso è in grado di ritirarsi dal lavoro con un assegno previdenziale di 113 mila euro l'anno che, se resta fino al 60º compleanno, può superare i 140 mila. Con un risultato paradossale: il vitalizio di un senatore che abbia accumulato il massimo dei contributi non potrà raggiungere quei livelli mai. E tutto ciò succede ancora oggi, mentre il decreto salva Italia fa lievitare l'età pensionabile dei cittadini normali e restringere parallelamente gli assegni col passaggio al contributivo «pro rata» per tutti. Intendiamoci: sarebbe ingiusto dire che le Camere non abbiano fatto nulla. A dicembre il consiglio di presidenza del Senato, ad esempio, ha deciso che anche per i dipendenti in servizio si dovrà applicare il sistema del contributivo «pro rata». Ma come spiega Franco, è una decisione che per diventare operativa dovrà superare lo scoglio di una trattativa fra l'amministrazione e le sigle sindacali, che a palazzo Madama sono, per meno di mille dipendenti, addirittura una decina. Il confronto non si annuncia facile. Anche nel 2008, dopo mesi di polemiche sui costi, pareva essere passato un giro di vite, sostenuto dal questore Gianni Nieddu. Ma appena cambiò la maggioranza, quella nuova non se la sentì di andare allo scontro.
 
....dammi anche i tuoi ...:D:D

non ho unidebt, altrimenti a occhi chiusi te li davo :D sarebbe stato un pensiero in meno :-o

x dany : lunedi' prossimo parte l'adc.....quello che ti ha descritto diomede è quello che avviene di solito .....ma....siccome ..il titolo è stato sacrificato oltre l umana immaginazione ....titolo e diritto potrebbero spiccare il volo proprio da lunedi' con recuperi eclatanti fregando proprio coloro (lamassa) che pensa ad una routine dell'adc......da lunedi insomma niente bici ,solo appiccicata ai monitor :-o:D
 
Il consigliere parlamentare «X» ha lasciato il Senato a luglio del 2010 a 58 anni. Da allora, finché non è entrato in vigore il contributo triennale di solidarietà per i maxi assegni previdenziali, palazzo Madama gli ha pagato una pensione di 25.500 euro lordi al mese: venticinquemilacinquecento.
 
Da umiliare perfino l'ex parlamentare Giuseppe Vegas, oggi presidente della Consob, che da ex funzionario del Senato, sarebbe in pensione con 20 mila. Neppure il commesso «Y», assunto a suo tempo con la terza media, si può lamentare: ritiratosi nello stesso luglio 2010, sempre a 58 anni, ha diritto (salvo tagli tremontiani) a 9.300 euro lordi al mese. Per quindici. Vale a dire che porta a casa complessivamente oltre 20mila euro in più dello stipendio massimo dei 21 collaboratori più stretti di Barak Obama.
 
Queste sono le disparità. Uno con le palle, direbbe.

Crisi. Bene si taglia. Pensione massima mensile Euro 5.000 netti. (sono circa 7000 lordi). E niente trattative sindacali. Così è e così sarà. ( ma sono già troppi, farei anche 5000 lordi)......
 
Sono cifre che la dicono lunga su dove si annidino i privilegi di un sistema impazzito sul quale sarebbe stato doveroso intervenire «prima» (prima!) di toccare le buste paga dei pensionati Inps. I bilanci di Camera e Senato del resto parlano chiaro. Nel 2010 la retribuzione media dei 1.737 dipendenti di Montecitorio, dall'ultimo dei commessi al segretario generale, era di 131.585 euro: 3,6 volte la paga media di uno statale (36.135 euro) e 3,4 volte quella di un collega (38.952 euro) della britannica House of Commons.
 

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