tstudent, tu sei sicuramente molto sveglio, ma non puoi consigliare qualcosa di cui evidentemente non hai padronanza. Consigliare robertino di giocarsela su trading e pragmatica con Imar è come consigliare Goofy di giocarsela a scacchi con Mickey.
Un pragmatico del trading capirebbe all'istante che il vix non può avere valore predittivo sull'spx, e non perderebbe neanche un secondo a discuterne, se non per motivi personali; visto che se dovesse star dietro a tutte le illusioni che si leggono su questi forum ci perderebbe la testa.
Questo intervento consideralo il premio per aver superato il livello 1 col minimo dei voti
Al mio primo post in questo thread (quello che ha scatenato l'inferno!!!
):
P.S. Chiedo scusa a y2k per l'ennesima intrusione. Non voglio convincere nessuno: è che tengo a tstudent!
Grazie Giulia, sei sempre molto carina nei miei confronti.
Ero ben lontano dall'attribuire valore previsionale al vix, ho un'idea molto precisa in merito. Dicevo solo che Ernesto tra i tanti tagli che poteva dare al dibattito ha scelto quello in cui, in relative, era piu' facilmente attaccabile.
Ti ringrazio anche per lo 'sveglio'. Non so se lo sono ne' mi pongo il problema. Essendo estremamente critico in primis nei miei confronti mi concentro sempre e solo su chi e' piu' sveglio di me.
Mi incuriosisce pero' capire qualcosa in piu' di te. Questo tuo scagliarti con appassionato ardore nei confronti di Ernesto (e mi par di capire anche tanti altri in questo forum) deriva da una tua impostazione negazionista sulla possibilita' di trarre valore dal timing o a quest'ultimo concedi una chance?
Dai comunque non mi piace giocare al tenente Colombo. Mi sembra corretto dare qualche informazione in piu' su di me, senza esagerare per ovvie ragioni. Diciamo che diatribe come quelle di questo thread rappresentano esattamente il mio lavoro ;-)
Per questo mi faceva sorridere l'idea dell'esame superato con il minimo dei voti. In realta', negli ultimi anni, questi "esami" mi e' capitato piu' di farne che riceverne. Esattamente cosi', avendo la responsabilita' su un non trascurabile (tutto e' relativo) quantitativo di AUM (rimango sul generico ma do' un'ordine di grandezza solo per escludere l'ipotesi semi-retail: svariate centinaia di milioni di euro) sono oggetto di interesse di gestori e aspiranti tali. Detto in altri termini, oltre a cio' che faccio io in prima persona, ho ascoltato un sacco di persone. Penso di poter affermare che subito dopo l'allenatore di calcio l'attivita' preferita dagli italiani e' quella di gestore di fondi e/o grandi ricchezze piu' o meno individuali. Tutti sono convinti di saper fare meglio (ex-post) di quei pochi che pero' poi le cose le devono fare sul serio.
E non sempre c'e' mala-fede (o forse meglio dire interesse personale vista la posta in gioco...e' un settore con delle barriere all'entrata cosi' alte che gia' solo avere la possibilita' di sedersi e giocare al gioco e' un privilegio). Ma spesso il ritenere la propria operativita' migliore di quella di altri e' frutto di un reale convincimento, al di la' di ogni ragionevole dubbio. Insomma spesso il bias verso se stessi e' talmente elevato da non consentire di vedere al di la' del proprio naso. Ho visto porre in essere azioni contrarie al proprio tornaconto personale (masochismo allo stato puro) in nome di queste alterazioni cognitive. E stiamo anche parlando di persone con un certo curriculum scolastico e non solo. Io stesso, soprattutto agli inizi, mi sono sorpreso in qualche circostanza nell'esserne vittima. Per fortuna, almeno fino ad ora, una buona dose di consapevolezza mi ha sempre riportato alla realta' facendomi intravedere la strada piu' consona al mio utile personale.
Questo e' un mondo pieno di insidie di diversa natura e non sempre e' semplice mantenere la lucidita' e consapevolezza per individuarle. L'unico faro che puo' darci una notevole mano e' l'analisi oggettiva dei fatti concreti. Li' fuori contano solo quelli. E la cosa e' tanto piu' vera quanto piu' si sale in alto nella gerarchia sociale e professionale. Questa per me e' la piu' grossa differenza che appare lampante quando parlo con un professionista ultra-affermato e una persona "comune". L'orientamento al risultato che emerge in ogni singola parola del discorso.