Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato IV° (Gennaio 2012 - Dicembre 2012)

Nein Marco
Le scelte industriali sono quelle di INNOVARE, RICERCARE e consolidare le posizioni nell'aree di mercato acquisite.
Ti faccio un esempio, oggi parte il CERSAIE a BO, il salone della Ceramica, un settore che è stato uno dei primi a risentire della crisi.
Il comparto ha ristrutturato (pesantemente) innovando, cercando produzioni di alto contenuto sia di qualità che di design, ha investito e cercato di limitare al MASSIMO il taglio del personale specializzato con Cassa e forte uso dei contratti di solidarietà.
Ti riporto i dati presentati ...
"...il primo trimestre 2012 si è aperto con un forte aumento dell'export per le aziende produttrici di piastrelle.
Nonostante l'aggravarsi della crisi immobiliare ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con numeri da record sul fronte delle esportazioni: +45% la crescita nell'area del Golfo, +16,76% in Russia, +10,7% negli Stati Uniti, +7,77% in Asia..."
"...Prometeia inoltre stima che di qui ai prossimi anni la domanda di prodotti ceramici a livello mondiale aumenterà del 5%, dunque le prospettive sono buone..."
"...È il polo modenese a tenere alto il tricolore nel mondo e a fare del nostro Paese un leader indiscusso nonostante il forte avanzamento dei cinesi. È l'alto valore aggiunto dei prodotti a rappresentare il nostro fiore all'occhiello: il polo ceramico modenese è stato in grado di dare vita a soluzioni nuove, a partire dalle piastrelle ultrasottili passando per quelle autopulenti e fotovoltaiche..."
"..innovazione anche in termini di design e soluzioni personalizzabili. prodotti su cui inserire strie di materiali come il cuoio, il legno, il metallo e il vetro...incisione laser sui listelli in legno e cuoio con una definizione di texture, fino a oggi mai ottenuta su un materiale naturale. Infiniti decori e disegni personalizzabili possono infatti essere
creati con questa tecnica..."

Sono i Distretti che hanno fatto economia in Italia ...non la "G"rande industria sovvenzionata da MammaStato come ricorda Baro.

:up::up:
 
Certo che sono scelte industriali e le rispetto...l'importante è che queste scelte ricadano esclusivamente sull'azienda senza chiedere un'euro di contributi pubblici perchè sai bene qual'è il potere ricattatorio delle grandi aziende in tema di produzione e welfare. Se alla Fiat va bene aver perso interi segmenti medio alti va bene anche a me, infatti io ho sempre avuto BMW, l'importante che Fiat non si lamenti continuamente con il Governo per avere agevolazioni.

Bravissimo pienamente d'accordo, ma non si è lamentata la FIAT per avere agevolazioni.:)
 
Che sta per "BaroMultiWagon ;) per trasporto figli, moglie, deputati, passiti, geometri di taggia...:D
Ma fatti un Toyota e "rampa" su per le strade dei Castelli ;) ...:lol:

PS ..bhe? ma si và o ...hai MP
Scusami Paolo, oggi giornata intensa, niente pranzo, giro per fornitori, arrivate le lampadine e mi scoccia molto magazzinarle, ricerca per figlio sulla pallavolo, stasera consiglio comunale, ieri telefono rovente per le primarie di noto partito ...in un'altra vita cercherò di fregarmene di molte cose...scusa ancora Paolo, ora ti rispondo in MP.
 
Nein Marco
Le scelte industriali sono quelle di INNOVARE, RICERCARE e consolidare le posizioni nell'aree di mercato acquisite.
Ti faccio un esempio, oggi parte il CERSAIE a BO, il salone della Ceramica, un settore che è stato uno dei primi a risentire della crisi.
Il comparto ha ristrutturato (pesantemente) innovando, cercando produzioni di alto contenuto sia di qualità che di design, ha investito e cercato di limitare al MASSIMO il taglio del personale specializzato con Cassa e forte uso dei contratti di solidarietà.
Ti riporto i dati presentati ...
"...il primo trimestre 2012 si è aperto con un forte aumento dell'export per le aziende produttrici di piastrelle.
Nonostante l'aggravarsi della crisi immobiliare ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con numeri da record sul fronte delle esportazioni: +45% la crescita nell'area del Golfo, +16,76% in Russia, +10,7% negli Stati Uniti, +7,77% in Asia..."
"...Prometeia inoltre stima che di qui ai prossimi anni la domanda di prodotti ceramici a livello mondiale aumenterà del 5%, dunque le prospettive sono buone..."
"...È il polo modenese a tenere alto il tricolore nel mondo e a fare del nostro Paese un leader indiscusso nonostante il forte avanzamento dei cinesi. È l'alto valore aggiunto dei prodotti a rappresentare il nostro fiore all'occhiello: il polo ceramico modenese è stato in grado di dare vita a soluzioni nuove, a partire dalle piastrelle ultrasottili passando per quelle autopulenti e fotovoltaiche..."
"..innovazione anche in termini di design e soluzioni personalizzabili. prodotti su cui inserire strie di materiali come il cuoio, il legno, il metallo e il vetro...incisione laser sui listelli in legno e cuoio con una definizione di texture, fino a oggi mai ottenuta su un materiale naturale. Infiniti decori e disegni personalizzabili possono infatti essere
creati con questa tecnica..."

Sono i Distretti che hanno fatto economia in Italia ...non la "G"rande industria sovvenzionata da MammaStato come ricorda Baro.

Questi sono due settori proprio un pò diversi...........................
Fare un automobile è un insieme di pezzi e un insieme di innovazioni.

Ma ditemi voi che innovazioni ci sono sulle auto negli ultimi 10 anni, prendiamo VW.
E' quella che ha dato alla Seat pure gli stampi dei lamierati per fare la Exeo che è la A4 modello vecchio e che la vendono con il 35% di sconto così da far sentire fessi chi ha preso la A4 :-?
Oppure sulla serie 3 SW di Roberto c'è qualche innovazione che sulla mia 159 non c'è?
Oppure è perchè la BMW è da 10 anni che ha fatto il prototipo dell'auto a idrogeno, ma ad oggi la strada sembra non proseguibile?
ditemi voi le innovazioni sulle auto tedesche degli ultimi 15 anni. :)
 
Questi sono due settori proprio un pò diversi...........................
Fare un automobile è un insieme di pezzi e un insieme di innovazioni.

Ma ditemi voi che innovazioni ci sono sulle auto negli ultimi 10 anni, prendiamo VW.
E' quella che ha dato alla Seat pure gli stampi dei lamierati per fare la Exeo che è la A4 modello vecchio e che la vendono con il 35% di sconto così da far sentire fessi chi ha preso la A4 :-?
Oppure sulla serie 3 SW di Roberto c'è qualche innovazione che sulla mia 159 non c'è?
Oppure è perchè la BMW è da 10 anni che ha fatto il prototipo dell'auto a idrogeno, ma ad oggi la strada sembra non proseguibile?
ditemi voi le innovazioni sulle auto tedesche degli ultimi 15 anni. :)

Non ho la competenza per risponderti.
Pero' i numeri parlano chiaro. Prodotto che si vende, prodotto che non si vende.
I tedeschi hanno ragione.
 
Bravissimo pienamente d'accordo, ma non si è lamentata la FIAT per avere agevolazioni.:)
Marco non sono d'accordo :

La nuova scommessa di Marchionne
e la tentazione dei sussidi


La deroga alla Cig potrebbe non essere compatibile con gli interventi in materia del ministro del Welfare. Il nodo degli interventi dopo la riforma Fornero

L'analisi - I silenzi sul progetto Volkswagen per l'Alfa Romeo e le cifre sui fondi già spesi
La nuova scommessa di Marchionne
e la tentazione dei sussidi
La deroga alla Cig potrebbe non essere compatibile con gli interventi in materia del ministro del Welfare. Il nodo degli interventi dopo la riforma Fornero
L'incontro di ieri tra la Fiat e il governo ha avuto un pregio: è durato a lungo. Vuol dire che ciascuno ha detto e spiegato la sua. La seconda nota positiva è l'impegno a costituire un gruppo di lavoro misto presso il ministero per lo Sviluppo economico per rafforzare le strategie di esportazione nel settore dell'automotive. Le indiscrezioni dicono che il mercato di sbocco salvifico dovrebbe essere l'America dove la capacità produttiva della Chrysler sarebbe quasi saturata. Ma qui si fermano le note positive. Che all'orecchio degli oltre ventimila dipendenti della Fiat Auto in Italia e degli 80 mila dell'indotto suonano ancor più generiche e vaghe dei discorsi dei partiti politici sulle riforma elettorale.

Il comunicato congiunto governo-Fiat, che in questi casi è ciò che vale perché impegna i firmatari, non prende alcun impegno. Il progetto Fabbrica Italia non viene più menzionato. Nemmeno per celebrarne le esequie, visto che era stato annunciato in pompa magna nell'aprile del 2010 proprio a palazzo Chigi, con Silvio Berlusconi in sella. Ma nell'era di Facebook, dove ogni informazione si consuma in una chiacchiera in diretta, la memoria è un lusso per pochi o un approccio troppo pedante al reale. La nota non spiega se ci sarà una deroga alle norme sulla cassa integrazione così da poter offrire copertura ai dipendenti se il lavoro continuerà a mancare come ormai appare, purtroppo, molto probabile. Ma se ci fosse, bisognerebbe poi spiegare all'Italia come si giustifichi la deroga rispetto alla riforma del mercato del lavoro firmata dal ministro Fornero. Certo, l'idea di due Italie, una protetta da eventuali accordi Fiat e un'altra allo sbaraglio, non andrebbe bene. Ma sarebbe un problema della gente Fiat o farebbe emergere un limite della riforma?
In ogni caso, la nota congiunta prende atto dell'orientamento dell'azienda a investire in Italia al momento idoneo. Il che può essere un'ovvietà (quando mai si investe nel momento sbagliato) oppure un avvertimento (adesso non si investe altrimenti sarebbero tutti felici di dire che il momento idoneo è questo). L'azienda dichiara anche una cifra, 5 miliardi, per quantificare gli investimenti fatti nel nostro Paese negli ultimi tre anni. Certi numeri ricordano i 20 miliardi di Fabbrica Italia che non si sono mai visti.

Ora, le Fiat sono due: la Fiat Industrial, che fa camion e trattori, e la Fiat Spa, che fa le automobili. Quei 5 miliardi come si suddividono tra le due? Quanto è investimento vero, quanti sono costi capitalizzati e quanto è spesa per ricerca e sviluppo? Ma se anche fosse, 5 miliardi in tre anni equivalgono a 8 e mezzo in cinque anni. Non avevamo detto che erano 20 nel quinquennio? Non facciamo questi conteggi per spirito polemico. Ma perché dobbiamo tutti essere credibili in momenti come questi. I numeroni possono essere spacciati nei talk show televisivi, ma troppo spesso la realtà è un'altra. Ed è dolorosa.
Con il governo di che cosa si parla? La Fiat ha escluso che esista un'offerta Volkswagen per l'Alfa Romeo e uno stabilimento. Questo filtra. Ma è la Fiat, parte in causa, che deve dirlo o è il governo che, con i suoi strumenti, deve accertare alla fonte come stanno le cose? Non bisogna essere dei germanisti per capire che a Wolfsburg si attendono un approccio che tenga conto di che cosa sono oggi la Volkswagen, la Fiat e l'Alfa. In altre parole, per Marchionne non è come quando trattava, con coraggio e intelligenza, la Chrysler con Obama.

Il caso Fiat sta mettendo a dura prova la premiership di Monti. Il contrasto sullo spread va bene, i licenziamenti a macchia di leopardo fanno soffrire, ma si vedono poco. La Fiat, invece, fa rumore. Sia perché la Fiat era stata presentata come l'alfiere della modernità quando invece è un gruppo in crisi e gli alfieri della modernità sono le multinazionali tascabili del Quarto Capitalismo, sia perché a rischio è ormai un intero, storico settore industriale come quello dell'auto.

La risposta dell'amministratore delegato, Sergio Marchionne, al ministro Corrado Passera deve far pensare. Se la Fiat va bene in Brasile perché là riceve cospicui aiuti di Stato e non può andar bene in Italia e in Europa perché questi aiuti sono proibiti dalle regole antitrust, dovremmo tutti aprire una riflessione.
Marchionne è un realista. Probabilmente lo è troppo. E, come tutti quelli che peccano di eccesso di realismo, rischia di risparmiare qualcosa oggi e di perdere molto domani. O forse sta duramente trattando, da quel grande scommettitore che è, una nuova tornata di sussidi da parte del governo. Certo è che si fatica a capire come possa essere possibile esportare 3-400 mila auto negli Usa per salvare le nostre fabbriche quando l'Italia è già oggi importatrice netta di marchi Fiat.
Massimo Mucchetti

Massimo Mucchetti23 settembre 2012 | 8:34
 
Marco non sono d'accordo :

La nuova scommessa di Marchionne
e la tentazione dei sussidi


La deroga alla Cig potrebbe non essere compatibile con gli interventi in materia del ministro del Welfare. Il nodo degli interventi dopo la riforma Fornero

L'analisi - I silenzi sul progetto Volkswagen per l'Alfa Romeo e le cifre sui fondi già spesi
La nuova scommessa di Marchionne
e la tentazione dei sussidi
La deroga alla Cig potrebbe non essere compatibile con gli interventi in materia del ministro del Welfare. Il nodo degli interventi dopo la riforma Fornero
L'incontro di ieri tra la Fiat e il governo ha avuto un pregio: è durato a lungo. Vuol dire che ciascuno ha detto e spiegato la sua. La seconda nota positiva è l'impegno a costituire un gruppo di lavoro misto presso il ministero per lo Sviluppo economico per rafforzare le strategie di esportazione nel settore dell'automotive. Le indiscrezioni dicono che il mercato di sbocco salvifico dovrebbe essere l'America dove la capacità produttiva della Chrysler sarebbe quasi saturata. Ma qui si fermano le note positive. Che all'orecchio degli oltre ventimila dipendenti della Fiat Auto in Italia e degli 80 mila dell'indotto suonano ancor più generiche e vaghe dei discorsi dei partiti politici sulle riforma elettorale.

Il comunicato congiunto governo-Fiat, che in questi casi è ciò che vale perché impegna i firmatari, non prende alcun impegno. Il progetto Fabbrica Italia non viene più menzionato. Nemmeno per celebrarne le esequie, visto che era stato annunciato in pompa magna nell'aprile del 2010 proprio a palazzo Chigi, con Silvio Berlusconi in sella. Ma nell'era di Facebook, dove ogni informazione si consuma in una chiacchiera in diretta, la memoria è un lusso per pochi o un approccio troppo pedante al reale. La nota non spiega se ci sarà una deroga alle norme sulla cassa integrazione così da poter offrire copertura ai dipendenti se il lavoro continuerà a mancare come ormai appare, purtroppo, molto probabile. Ma se ci fosse, bisognerebbe poi spiegare all'Italia come si giustifichi la deroga rispetto alla riforma del mercato del lavoro firmata dal ministro Fornero. Certo, l'idea di due Italie, una protetta da eventuali accordi Fiat e un'altra allo sbaraglio, non andrebbe bene. Ma sarebbe un problema della gente Fiat o farebbe emergere un limite della riforma?
In ogni caso, la nota congiunta prende atto dell'orientamento dell'azienda a investire in Italia al momento idoneo. Il che può essere un'ovvietà (quando mai si investe nel momento sbagliato) oppure un avvertimento (adesso non si investe altrimenti sarebbero tutti felici di dire che il momento idoneo è questo). L'azienda dichiara anche una cifra, 5 miliardi, per quantificare gli investimenti fatti nel nostro Paese negli ultimi tre anni. Certi numeri ricordano i 20 miliardi di Fabbrica Italia che non si sono mai visti.

Ora, le Fiat sono due: la Fiat Industrial, che fa camion e trattori, e la Fiat Spa, che fa le automobili. Quei 5 miliardi come si suddividono tra le due? Quanto è investimento vero, quanti sono costi capitalizzati e quanto è spesa per ricerca e sviluppo? Ma se anche fosse, 5 miliardi in tre anni equivalgono a 8 e mezzo in cinque anni. Non avevamo detto che erano 20 nel quinquennio? Non facciamo questi conteggi per spirito polemico. Ma perché dobbiamo tutti essere credibili in momenti come questi. I numeroni possono essere spacciati nei talk show televisivi, ma troppo spesso la realtà è un'altra. Ed è dolorosa.
Con il governo di che cosa si parla? La Fiat ha escluso che esista un'offerta Volkswagen per l'Alfa Romeo e uno stabilimento. Questo filtra. Ma è la Fiat, parte in causa, che deve dirlo o è il governo che, con i suoi strumenti, deve accertare alla fonte come stanno le cose? Non bisogna essere dei germanisti per capire che a Wolfsburg si attendono un approccio che tenga conto di che cosa sono oggi la Volkswagen, la Fiat e l'Alfa. In altre parole, per Marchionne non è come quando trattava, con coraggio e intelligenza, la Chrysler con Obama.

Il caso Fiat sta mettendo a dura prova la premiership di Monti. Il contrasto sullo spread va bene, i licenziamenti a macchia di leopardo fanno soffrire, ma si vedono poco. La Fiat, invece, fa rumore. Sia perché la Fiat era stata presentata come l'alfiere della modernità quando invece è un gruppo in crisi e gli alfieri della modernità sono le multinazionali tascabili del Quarto Capitalismo, sia perché a rischio è ormai un intero, storico settore industriale come quello dell'auto.

La risposta dell'amministratore delegato, Sergio Marchionne, al ministro Corrado Passera deve far pensare. Se la Fiat va bene in Brasile perché là riceve cospicui aiuti di Stato e non può andar bene in Italia e in Europa perché questi aiuti sono proibiti dalle regole antitrust, dovremmo tutti aprire una riflessione.
Marchionne è un realista. Probabilmente lo è troppo. E, come tutti quelli che peccano di eccesso di realismo, rischia di risparmiare qualcosa oggi e di perdere molto domani. O forse sta duramente trattando, da quel grande scommettitore che è, una nuova tornata di sussidi da parte del governo. Certo è che si fatica a capire come possa essere possibile esportare 3-400 mila auto negli Usa per salvare le nostre fabbriche quando l'Italia è già oggi importatrice netta di marchi Fiat.
Massimo Mucchetti

Massimo Mucchetti23 settembre 2012 | 8:34

Detto tutto e detto niente, articolo ben impostato, ma tendezioso.
Nell'intervista strappata ieri ha detto a chi gli chiedeva se avessere chiesti aiuti, che il governo dovrebbe aiutare tutte le imprese togliendo dei vincoli che franano la produttività, e io concordo al 100%.
Poi se avesse chiesto soldi a Monti, questo non lo so, e se fossi in monti non sgancerei un euro per questa FIAT, ma questo è un altro discorso.
 
Questi sono due settori proprio un pò diversi...........................
Fare un automobile è un insieme di pezzi e un insieme di innovazioni.

Ma ditemi voi che innovazioni ci sono sulle auto negli ultimi 10 anni, prendiamo VW.
E' quella che ha dato alla Seat pure gli stampi dei lamierati per fare la Exeo che è la A4 modello vecchio e che la vendono con il 35% di sconto così da far sentire fessi chi ha preso la A4 :-?
Oppure sulla serie 3 SW di Roberto c'è qualche innovazione che sulla mia 159 non c'è?
Oppure è perchè la BMW è da 10 anni che ha fatto il prototipo dell'auto a idrogeno, ma ad oggi la strada sembra non proseguibile?
ditemi voi le innovazioni sulle auto tedesche degli ultimi 15 anni. :)
Marco tu vedi la questione sotto un angolatura diversa dalla mia, tu molto tecnico io più marchendisee...Sull'evoluzione tecnica hai ragione, il common rail ecc, anzi ti dirò che probabilmente avrai più accessori tu sulla 159 che io sulla Bmw. Però il sentiment che ti dicevo dell'acquirente si forma NON sull'analisi dell'innovazione tecnologica o meccanica, ma si basa come dicevo prima su analisi estetica di design e brand : l'industrialotto benestante NON comprerà mai la Croma come auto di rappresentanza ma comprerà Audi/Mercedes/Bmw, chiamalo pure status simbol ma è così, come diceva Blackmac i risultati sono questi, vuoi mettere il frontale di una Bmw o Audi con il frontale di una Croma o Thesis? Non c'è paragone, siamo nella società dell'apparire, il cuore pulsante dell'auto viene dopo su questi modelli...
 
Questi sono due settori proprio un pò diversi...........................
Fare un automobile è un insieme di pezzi e un insieme di innovazioni.

Ma ditemi voi che innovazioni ci sono sulle auto negli ultimi 10 anni, prendiamo VW.
E' quella che ha dato alla Seat pure gli stampi dei lamierati per fare la Exeo che è la A4 modello vecchio e che la vendono con il 35% di sconto così da far sentire fessi chi ha preso la A4 :-?
Oppure sulla serie 3 SW di Roberto c'è qualche innovazione che sulla mia 159 non c'è?
Oppure è perchè la BMW è da 10 anni che ha fatto il prototipo dell'auto a idrogeno, ma ad oggi la strada sembra non proseguibile?
ditemi voi le innovazioni sulle auto tedesche degli ultimi 15 anni. :)


Chi compra VW penso lo faccia per la qualità del prodotto e non per le innovazioni...
Chi crede di comprare una Seat Exeo e pensa di avere una Audi A4 è fuori strada parecchio... Che poi oltre alla qualità si pagano salati anche i 4 anelli sul cofano che danno immagine è un altro discorso (infatti io ho comprato il Tiguan e non il Q3 Audi che avrei pagato 10k in più..)
L'auto a idrogeno era una bella trovata ma troppo complicata da gestire; vedremo però dove metteranno tutte le batterie delle elettriche tra qualche anno...

p.s. chi prova la qualità VW non torna più indietro, e ve lo dice chi ha avuto Fiat, Ford e Opel.
 

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