e intanto BPM non e' riuscita a piazzare la sua cartaccia
POP.MILANO Flop del bond-trappola ad alto rischio
Websim - 08/07/2009 17:05:09
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dopo lo scandalo su derivati e strumenti finanziari di difficile valutazione venduti dalle banche al pubblico retail, Banca Popolare di Milano (PMI.MI) ci riprova, ma fa un buco nell'acqua. La prima fase dell'offerta del bond convertibile targato BPM rivolta solo ai soci si è conclusa con adesioni al di sotto del 32%. Banca Popolare di Milano è riuscita a collocare solo 2 milioni di bond raccogliendo 219,6 milioni di euro.
Un risultato deludente. La banca guidata da Massimo Ponzellini puntava a raccogliere 700 milioni di euro. L'obiettivo era racimolare le risorse necessarie per ripagare quanto prima gli onerosi Tremonti bond. Nei giorni scorsi Popolare Milano ha annunciato che chiederà 500 milioni di euro obbligazioni garantite dal Tesoro.
Il gruppo è corso subito ai ripari è ha annunciato che ci sarà una nuova offerta al pubblico valida fino al 31 dicembre 2009 delle obbligazioni non sottoscritte: circa 480 milioni di euro. Ma il rischio di un altro flop è alto. Il motivo è semplice. Quello che la PopMilano offre ai suoi soci è uno strumento particolarmente complicato, difficile da valutare anche per gli investitori professionali, e viene offerto al pubblico retail, o meglio a tutti i soci del gruppo a prezzi non vantaggiosi.
Ci facciamo spiegare i dettagli tecnici da un analista che però non vuole comparire con il nome: "Agli azionisti e ai possessori delle obbligazioni convertibili 2009 (quest'ultime in mano solo al socio francese CIC n.d.r.) vengono offerti dei bond che alla scadenza, nel 2013, saranno convertiti obbligatoriamente in azioni della banca a un prezzo tra i 6 e i 7 euro. Le obbligazioni daranno un rendimento del 6,75% annuo. Per rendere più allettante l'offerta, chi deciderà di sottoscrivere i bond si troverà in portafoglio anche dei warrant gratuiti per aderire a un futuro aumento di capitale di PopMilano da 50 milioni di euro, pagando le nuove azioni 8 euro".
In pratica, sottoscrivere questi bond, significa scommettere che fra quattro anni le azioni della Banca Popolare di Milano varranno circa il doppio di oggi. Una scommessa che dal punto di vista della difficoltà della valutazione non ha nulla da invidiare ai derivati di ultima generazione.
Dice l'analista:"Per valutare un bond a conversione obbligatoria bisogna confrontarlo con il valore delle opzioni put e call di pari caratteristiche. Il risultato è che costruire un'operazione simile con delle opzioni è più conveniente", spiega l'analista, che aggiunge: "Sono valutazioni davvero complesse da proporre solo a clienti altamente qualificati".
Dopo il cattivo risultato, la situazione per Banca Popolare di Milano si fa più complessa. L'emissione dei convertibili risponde infatti a una chiara strategia messa a punto da diverse banche italiane con l'obiettivo di ripagare quanto prima i Tremonti bond.
Il motivo è semplice: a fronte di un considerevole miglioramento degli indici di solidità patrimoniale (Banca Popolare Milano porterà il core Tier 1 al 7,8% dal 6,6% attuale), i Tremonti bond sono molto costosi, richiedono un interesse passivo dell'8,5% non deducibile fiscalmente.
Al contrario i bond convertibili emessi dalla Popolare di Milano sono nettamente più convenienti, gli interessi impliciti sono del 4,9%(pari a unacedola del 6,75% a cui va sottratta il risparmio fiscale dell'1,8%). Le obbligazioni convertibili però non migliorano il Core Tier1.
"Per molti istituti la strada è obbligata", spiega un analista che svela la strategia adottata da diverse banche italiane: "L'obiettivo è migliorare il Core Tier 1 evitando un aumento di capitale impresentabile in questa fase di mercato". Emettendo i Tremonti bond che vengono sottoscritti dallo Stato, le banche ottengono di migliorare subito gli indici patrimoniali, il famoso Core Tier1.Contemporaneamente, per procurarsi il denaro con cui rimborserà lo Stato, la banca colloca al pubblico obbligazioni convertibili che alla scadenzaverranno trasformate in azioni.
Ricapitolando: i Tremonti bond portano soldi e aumentano il Core Tier1, ma costano cari. Un'altra strada per aumentare il Core Tier1 sarebbe l'aumento di capitale, ma in questa fase non è proponibile. La soluzione è il bond convertibile, ovvero un aumento di capitale con gli effetti rinviati nel tempo. "E' come fare un aumento di capitale posticipato pagando per questo un conto salato allo Stato", spiega l'analista.
L'obiettivo è chiudere la partita entro il 2013, anno in cui le cedole dei Tremonti bond inizieranno ad aumentare rendendo sempre meno conveniente lo strumento. "Ma Banca Popolare di Milano, se non riuscirà a piazzare i suoi bond convertibili, rischia di dover ricorrere comunque ad un aumento di capitale prima del 2013", conclude l'analista.
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