Anche Intesa Sanpaolo si unisce alla tornata bond di settembre, con un titolo di tipo subordinato lower tier II a 10 anni da 1,5 miliardi di euro. In due ore il book dell’emissione ha raccolto ordini per 5,6 miliardi e il rendimento è stato fissato a 155 punti base sopra il tasso midswap, contro indicazioni iniziali per un rendimento di 160-165 punti base. La cedola è stata fissata al 5 per cento. Tenuto conto del prezzo sotto la pari, il rendimento totale per l’investitore calcolato alla data di scadenza è pari a 5,111 per cento. A guida dell’operazione Barclays Capital, Bnp Paribas, Deutsche Bank e Banca Imi. L’emissione, decisa dall’istituito «nell’ambito dell’ordinaria attività di ottimizzazione del patrimonio di vigilanza complessivo valido per il calcolo del coefficiente patrimoniale totale, coglie - spiega una nota - l’opportunità offerta da condizioni di mercato favorevoli, anche in considerazione delle emissioni della specie in scadenza nei prossimi mesi». Inoltre lascia invariati, secondo gli analisti, i principali ratio patrimoniali del gruppo, vale a dire Tier 1 e Core Tier 1. Si tratta, dunque, di un’operazione che non esclude il ricorso ai Tremonti bond, ma che risulta invece complementare. A proposito dei T-bond, Corrado Passera, amministratore delegato del gruppo bancario, ha detto nei giorni scorsi che tutte le opzioni sono aperte, compresa quella di «un’emissione inferiore ai 4 miliardi ipotizzati inizialmente, nonché quella di non dare seguito al programma». Intesa si è presentata al mercato con rating Aa3 per Moody’s e A+ per S&P’s e Fitch. Ieri il titolo Intesa ha chiuso la seduta a Piazza Affari in leggero rialzo: +0,93% a 2,97 euro.