Vaccino

Una bella notizia per alcuni.... soprattutto per chi ama gli animali (nel mio caso molto spesso più degli umanoidi)


Una notizia avvilente per chi da anni si è prestato in totale devozione alla SCIENZAH, sacrificando le proprie carni ed anima per il bene della comunità, per preservare il diritto sacrosanto dell'aperitivo e delle cena settimanale al ristorante, alcuni hanno preferito il panino in omaggio o la bottiglia da 500 ml d'olio, piuttosto che preservare la propria salute.

Ora li chiamano organoidi, ammasso di organi ambulanti (personale definizione) non più persone.
La sperimentazione, afferma FDA non è più necessaria sugli animali.

Una nuova sottospecie animale è stata creata; esemplari attivi sono presenti in questo sito, si riconoscono dai contenuti a specchio: copiano post di altri utenti e deformano i contenuti rendendoli INUTILI come loro stessi. :D
 
Una bella notizia per alcuni.... soprattutto per chi ama gli animali (nel mio caso molto spesso più degli umanoidi)


Una notizia avvilente per chi da anni si è prestato in totale devozione alla SCIENZAH, sacrificando le proprie carni ed anima per il bene della comunità, per preservare il diritto sacrosanto dell'aperitivo e delle cena settimanale al ristorante, alcuni hanno preferito il panino in omaggio o la bottiglia da 500 ml d'olio, piuttosto che preservare la propria salute.

Ora li chiamano organoidi, ammasso di organi ambulanti (personale definizione) non più persone.
La sperimentazione, afferma FDA non è più necessaria sugli animali.

Una nuova sottospecie animale è stata creata; esemplari attivi sono presenti in questo sito, si riconoscono dai contenuti a specchio: copiano post di altri utenti e deformano i contenuti rendendoli INUTILI come loro stessi. :D
Anche perché da 4 anni li hanno resi pure immangiabili, preserviamo latte, uova, carni...
 
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Miopericarditi post-"vaccino"

Un articolo di scienziati americani torna sui rischi di miocardite sgombrando il campo da equivoci e falsità


La miocardite, che si manifesta tipicamente come miopericardite, è tra le gravi conseguenze cardiache osservate nel corso della pandemia di COVID-19. Gli autori hanno eseguito una ricerca bibliografica completa e basata sulle prove degli studi clinici, sorveglianza post-marketing, ampi studi osservazionali e altre diverse fonti di ricerca che contribuiscono a far luce sul fenomeno della miocardite post-infezione da SARS-CoV-2 rispetto alla miocardite indotta dal "vaccino" contro il COVID-19.

L'articolo confuta diverse affermazioni precedentemente avanzate da agenzie di sanità pubblica, associazioni professionali e “virostar”, che avevano minimizzato il problema per difendere i prodotti inoculati a tappeto nella popolazione. Le conclusioni a sorpresa dello studio chiariscono specificamente tre importanti aspetti:

1) I VACCINI CAUSANO PIÙ PROBLEMI CARDIACI DEL VIRUS: contrariamente alle rassicurazioni secondo cui le infezioni da COVID-19 rappresentavano un rischio maggiore, lo studio dimostra che i vaccini a mRNA come Pfizer e Moderna possono scatenare più casi del virus stesso, anche durante le ondate di Omicron.

2) I RISCHI CARDIACI NON SONO "LIEVI" O "RARI": le autorità sanitarie e i mass-media hanno definito la miocardite correlata ai vaccini lieve, di breve durata e rara. Lo studio ribatte che questi casi possono essere gravi, di lunga durata e più frequenti, con il potenziale di causare danni cardiaci permanenti e persino la morte per aritmia cardiaca in alcuni pazienti.

3) I RISCHI SUPERANO I BENEFICI: le agenzie sanitarie hanno insistito sul fatto che i benefici dei vaccini superano di gran lunga gli eventuali svantaggi. I ricercatori sostengono il contrario, indicando un bilancio di danni correlati ai vaccini superiore alle aspettative, che mette seriamente in discussione l'attuale spinta verso le vaccinazioni biogenetiche a mRNA.

Ciascuno di questi equivoci è spiegato applicando prospettive epidemiologiche, cliniche e immunologiche, documentando precisamente il rischio di danno miocardico, che è più elevato per i maschi più giovani (<40 anni). Il rischio di miopericardite va da un minimo di 14 a un massimo di 242 casi ogni 100.000 dosi, secondo le età, le dosi e i diversi prodotti (peggio con Moderna rispetto a Pfizer). Ovviamente, si tratta solo di quelle diagnosticate, perché molti casi avvengono in modo asintomatico o comunque sfuggono alla diagnosi. Estrapolando i dati all’Italia, assumendo che siano state somministrate 100 milioni di dosi, si può stimare che si siano verificati da 14.000 a 242.000 casi di miocardite.

Questa rivelazione giunge in un momento in cui gli americani si confrontano con la crescente sfiducia nelle istituzioni, dal governo alle grandi aziende farmaceutiche, comprese le rivelazioni secondo cui personale di alto livello del CDC potrebbe aver cancellato dati critici sui danni da mRNA.

Lo studio chiede un esame immediato delle politiche vaccinali, di ritirare dal mercato i prodotti a base di mRNA per il COVID-19 e una rinnovata attenzione alla scelta individuale nelle decisioni sanitarie.

Con buona pace di SOICILO e dei cod@rdi vari
 
Altro flop: la “vaccinazione” Covid riduce la funzione immunitaria innata

Un articolo irlandese, pubblicato il 25 marzo (BNT162b2 mRNA vaccination attenuates innate immune function in humans - PubMed) ha valutato le funzioni dei monociti umani (cellule responsabili della immunità “innata”, quella che ci difende dalle infezioni a prescindere dall’immunizzazione precedente) stimolati con endotossine batteriche, Mycobacterium tuberculosis o Candida albicans, dimostrando che le loro risposte (produzione di citochine) sono ridotte al 14° giorno dopo la vaccinazione con mRNA (Pfizer).

I risultati concordano con altri lavori (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1521661623005259 e BNT162b2 COVID-19 vaccination in children alters cytokine responses to heterologous pathogens and Toll-like receptor agonists - PubMed) sul fatto che la “vaccinazione” Covid riduce le difese verso altri microbi e con le prove che i bambini di età < ai 5 anni inoculati con mRNA per proteina spike presentano un rischio aumentato di infezioni respiratorie rispetto ai non vaccinati (Overall Health Effects of mRNA COVID-19 Vaccines in Children and Adolescents A Systematic Review and Meta-Analysis ).
 
Pillole anti-Lorenzin: Granulomi vaccinali persistenti e intensamente pruriginosi indotti dai vaccini

L’insorgenza di noduli sottocutanei di lunga durata e intensamente pruriginosi nel sito di iniezione di vaccini adsorbiti su alluminio (granulomi vaccinali) riguarda quasi un bambino su 100 (How common are long-lasting, intensely itching vaccination granulomas and contact allergy to aluminium induced by currently used pediatric vaccines? A prospective cohort study - PubMed). Si tratta dei comuni vaccini per l’infanzia come il vaccino (Infanrix) combinato per difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus influenzae di tipo b (in Italia nell’esavalente c’è anche l’epatite B reso obbligatorio da De Lorenzo grazie ai 600 milioni della Glaxo) o quello pneumococcico (Prevenar).

I granulomi sono dovuti all’allergia ad alluminio, usato come “adiuvante” e iniettato in nanoparticelle difficilmente solubili e possono durare fino a oltre due anni (media 22 mesi). Si tratta quindi di un disturbo grave e persistente, più frequente di quanto normalmente si sappia e di quanto risulti dalla farmacovigilanza (l’ultimo rapporto AIFA nemmeno menziona questa complicazione). 1 bambino su 100 significa che stiamo parlando di circa 4000 bambini italiani colpiti da tale patologia, ogni anno (oltre alle altre reazioni avverse).

Uno studio di coorte basato sulla popolazione di bambini nati in Danimarca dal 2009 al 2018, vaccinati con un vaccino adsorbito con alluminio durante il primo anno di vita, seguiti fino al 31 dicembre 2020 (Risk factors for granulomas in children following immunization with aluminium-adsorbed vaccines: A Danish population-based cohort study - PubMed) ha identificato i fattori di rischio per la comparsa di granulomi: la rivaccinazione (terzo appuntamento vaccinale vs. primo: la terza dose ha un rischio doppio della prima), l'adiuvante specifico utilizzato (idrossido di alluminio vs. fosfato di alluminio), il dosaggio (>/=1,0 mg vs. <1,0 mg), il sesso femminile e la prematurità sono maggiormente associati al rischio di granulomi. Naturalmente il rischio aumenta se si iniettano assieme esavalente e pneumococcico. Anche la presenza di fratelli/sorelle che hanno già avuto granulomi da vaccino sono fattori altamente predittivi di un rischio di tale malattia.

La riduzione della dose di alluminio o la sostituzione dell'idrossido di alluminio con fosfato di alluminio e meglio ancora con altri adiuvanti (fosfato di calcio) potrebbe ridurre il rischio di granulomi, ma ciò contrasta con gli interessi delle case farmaceutiche che dovrebbero sperimentare e investire su vaccini migliori. Cosa che ovviamente non sono intenzionate di fare, grazie al fatto che la vaccinazione obbligatoria (raggiunta con la corruzione dei decisori politici e dei mezzi di informazione e con la tacita acquiescenza dei pediatri inoculatori) garantisce loro redditi di posizione sicuri. A scapito della salute dei nostri bambini.

Possibile che le Società che si chiamano “scientifiche” non vedano, non sentano e non parlino? O hanno paura di perdere gli sponsor?
 

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