PUNTO 2- Bernanke difende Fed da critiche, punta dito verso Cina
Reuters - 19/11/2010 15:42:52
(aggiunge dettagli)
WASHINGTON, 19 novembre (Reuters) - Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, respinge al mittente le critiche, interne ed esterne, che hanno investito la banca centrale Usa per la decisione di tornare ad acquistare titoli del Tesoro sui mercati, politica che peraltro finora si è rivelata inefficace a comprimere i tassi.
Per Bernanke difendere il valore del dollaro significa sostenerne i fondamentali economici con politiche che rianimino la crescita.
"La maniera migliore di continuare a garantire i solidi fondamentali economici che sostengono il valore del dollaro, così come di alimentare la ripresa globale, è attraverso politiche che portino a far ripartire una crescita robusta in un contesto di stabilità dei prezzi", ha detto Bernanke nel testo di un discorso preparato per una conferenza tenutasi oggi a Francoforte presso la Banca centrale europea.
A inizio novembre la Fed ha deciso di comprare altri 600 miliardi di dollari in titoli del Tesoro Usa, scelta che si è scontrata con un fuoco di fila di critiche sia interne, da parte di chi la ritiene inefficace, sia internazionali, da parte dei Paesi preoccupati dalle ripercussioni globali in termini di flussi di capitale e impatto sul dollaro.
"Seguendo l'attuale traiettoria economica, gli Stati Uniti corrono il rischio di vedere milioni di lavoratori disoccupati o sottoccupati per molti anni. Per la nostra società questo dovrebbe essere inaccettabile", ha detto Bernanke.
Sul tema dei cambi Bernanke ha attribuito la recente debolezza del dollaro a un ritracciamento dei guadagni che il biglietto verde ha messo a segno nei mesi scorsi a causa della crisi del debito della zona euro in primavera. Il presidente della Fed ha poi portato il discorso sul mancato apprezzamento delle divise di alcuni paesi emergenti con ampi avanzi commerciali.
"La sottovalutazione delle divise di paesi in avanzo sta impedendo i necessari aggiustamenti internazionali e creando effetti di contagio che non esisterebbero se i tassi di cambio riflettessero in maniera più adeguata i fondamentali di mercato".
"Per paesi grandi, importanti dal punto di vista sistemico, e con avanzi commerciali persistentemente elevati, il perseguimento di una crescita guidata dall'export non può avere successo fino in fondo se non si tiene conto delle implicazioni di questa strategia per la crescita globale e la stabilità".