NoWay
It's time to play the game
COME I BO’ IN MEZZO AL SOTURCO (ovvero: diamoci una mano tutti) C’è un difetto iniziale in questa vicenda: riguarda la comunicazione. È un’epidemia destinata a sterminarci tutti oppure una forma virale molto contagiosa che rischia di mandare in tilt il nostro servizio sanitario? Lo scrive meglio di me Pier Aldo Rovatti. Nelle emergenze sanitarie ci sono quattro protagonisti che devono andare d’accordo: la Scienza, la Politica, l’Economia e l’Informazione. La Scienza deve fornire la conoscenza del problema, la Politica deve prendere le decisioni a tutela di tutti, l’Economia deve valutarne le conseguenze e predisporre le contromisure, l’Informazione deve descrivere con misura e precisione la situazione. Se, come in questo caso, ognuno va per conto proprio il risultato sarà che ognuno pensa di saperla più lunga degli altri. E dunque il politico diventa scienziato, il medico fa il giornalista, l’industriale fa il politico, il cronista fa il politico. Una sarabanda. Nel Veneto diciamo: come i bò in mezo al soturco... La priorità del Paese in questo momento dev’essere quella di arginare il contagio per non mettere in crisi la rete sanitaria: tutte le limitazioni che ci sono state imposte riguardano la compressione del contagio. E dunque scuole, chiese, uffici, negozi e locali pubblici. Meno gente c’è in giro, meno gente si ammala, meno gente va in ospedale. Se perdiamo il controllo di questo, non riusciremo a gestire l’impatto sanitario delle nostre terapie intensive (5000 posti in Italia, 500 nel Veneto: ne serviranno presto il doppio). E se non riusciamo a gestire gli ospedali non riusciamo ad assicurare le cure agli ammalati. A tutti gli ammalati. E qualcuno dovrebbe essere costretto a scegliere il destino degli altri: tu sì, tu no... Per questo davvero dobbiamo - tutti - darci una mano: smetterla con le polemiche, con l’esasperazione, la drammatizzazione, con le chat della minchia, con gli allarmi untoriali, con gli avvisi di fallimento dell’Italia. Primo: fermiamo il contagio e aiutiamo la rete sanitaria a reggere. Poi, tutti insieme, rilanceremo l’Italia come hanno fatto i nostri nonni dopo la guerra. Da questa epidemia rinasceremo più forti e, forse, più saggi. Ecco, se tutto questo fosse stato spiegato bene all’inizio non saremmo a questo punto.
A livello teorico tutto corretto, però non si dice come si potrà ripartire e, quindi, si sta considerando solo un aspetto del problema...