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La Road Map ' prendere o lasciare' di Merkel all' Eurozona
Se il Consiglio dei Capi di Stato e di governo della Ue si concludera' con una dichiarazione finale di massima genericita', come molti prevedono, a maggior ragione i mercati dovranno prendere debita nota dell' importante discorso pronunciato stamattina davanti al suo parlamento dal cancelliere tedesco Angela Merkel.
A poche ore dalla videoconferenza Ue, e' stata infatti Merkel a comunicare l'agenda d' ingresso che sara' verosimilmente anche la road map dell'Eurozona (cuore della Ue) nella 'fase 2' dell' emergenza coronavirus.
Per la precisione, sara' il masterplan politico-finanziario 'prendere o lasciare' dei Paesi che sottoscriveranno i punti chiave fissati a Berlino dalla cancelliera tedesca, per la quale alcuni osservatori non escludono piu' un quinto mandato dopo il voto 2021, o piu' verosimilmente un incarico forte nella governance Ue.
Il primo punto dell' ' agenda Merkel' , implicito fino a un certo punto, e' infatti questo: la Ue non e' piu' un club di eguali. E non stupisce che la cancelliera affermi i 'doveri di solidarieta' della Germania' in una crisi di cui nessuno ha colpa', nel momento in cui Berlino pone sul tavolo senza piu' reticenze la sua leadership.
Nel merito, Merkel ha annunciato pressoche' come fatto compiuto che il pacchetto d' emergenza della Ue nell' immediato ammonta a 500 miliardi e che sara' orientativamente disponibile per l' 1 giugno.
Pacchetto al cui interno sono ricompresi il progetto Sure (ammortizzatore anti-disoccupazione per 100 miliardi), il piano di investimenti straordinari in cantiere presso la Bei (per 200 miliardi) e l' accesso al Mes da parte dei Paesi che ne faranno richiesta per spese sanitarie straordinarie (senza condizionalita' e nel limite del 2% del Pil).
Il secondo punto del programma e' stato fatto filtrare da Bruxelles, dove ora al vertice della commissione c' e' Ursula von der Leyen, ex ministra della colazione Merkel.
Ed il Recovery Fund proposto dalla Francia (e sostenuto anche da Italia e Spagna) avra' da domani in poi la dignita' di ' ipotesi di lavoro' in sede Ue (non ancora in Germania). Ma avra' dimensione orientativa di 320 miliardi (due terzi dei 500 prospettati dal ministro dell' Economia francese Bruno Le Maire) e non sara' operativo prima del 2021.
Soprattutto: il meccanismo di finanziamento dovrebbe far leva sul bilancio Ue (Merkel ha garantito un ' maggior appoggio' dalla Germania) e quindi formalmente senza il ricorso a veri e propri ' eurobond' . E questo vale anche per quelli eventualmente co-emessi da un pool limitato di paesi membri.
Questo e' tutto. Al netto, naturalmente, del sostegno sostanziale dato dalla Bce al debito pubblico italiano, soprattutto se il giudizio di Stadar & Poor' s, atteso per domani, dovesse ulteriormente indebolirli sui mercati.
A caldo, e sul piano strettamente finanziario, con l' agenda Merkel viene offerta all' Italia una solidarieta' non trascurabile, anche se certamente non sufficiente.
Questo soprattutto se si tiene conto che il dispositivo finale dell' ultimo Eurogruppo prospetta chiaramente per la fine dell' emergenza (18-24 mesi) una verifica strutturale ' di ripartenza' dello stato di salute economico-finanziario per l' appartenenza al club euro.
Nei fatti, all' Italia vengono concessi due anni di ampio sforamento dei parametri di deficit e debito, ma con il vincolo di provvedere da se' al rilancio accelerato del Pil e di prepararsi, a medio termine, a una ristrutturazione finanziaria piu' o meno impegnativa.
Da oggi, in ogni caso, appare meno improbabile il lancio di ' prestiti nazionali' o ' BTp speciali' . L' Italia puo' quindi pensare di mobilitare per la propria recovery il suo risparmio privato, una delle poche risorse strutturali dell' Azienda-Paese assieme alla propria imprenditorialita'.
E' poi doverosa una osservazione a margine poiche' nell' agenda Merkel c' e' un' altra clausola non scritta, ma resa inequivocabile a voce due giorni fa, all' unisono con un' intervista rilasciata dal presidente francese Emmanuel Macron: dopo la pandemia i rapporti fra Europa e Cina entreranno quanto meno in fase di verifica come lascino intendere frasi quali ' La Cina deve spiegazioni al mondo' pronunciata da Merkel e Macron. Una clausola di non poco conto per il governo italiano in carica.