dalla suizzera

Putin schiera i suoi missili

Mosca ne avrebbe dispiegato un numero importante alla frontiera con l'Europa
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MOSCA - Vladimir Putin lo aveva detto chiaro e tondo nel suo discorso alla nazione di qualche giorno fa: "Non aspiriamo allo status di superpotenza come pretesto egemonico" ma "nessuno dovrebbe illudersi sulla possibilità di ottenere una superiorità militare sulla Russia, risponderemo a ogni sfida, politicamente e tecnologicamente".
Secondo le rivelazioni in esclusiva del quotidiano tedesco Bild, che cita non meglio precisate "fonti di sicurezza", Mosca avrebbe già risposto allo scudo antimissilistico Usa in Europa dispiegando "negli ultimi 12 mesi" un "numero a due cifre" di batterie di missili a corto raggio alla frontiera con la Ue: nell'enclave russa di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania, e lungo il confine con i Paesi Baltici.
"Putin schiera missili per testate atomiche" è il titolo del giornale. "Ritorna la guerra fredda?", si chiede il sottotitolo. Una mossa documentata da "immagini satellitari riservate", di cui non è precisata né la provenienza né la data. Si tratterebbe degli Iskander M (gli SS-26 Stone, nel codice Nato), missili dotabili sia di cariche convenzionali che nucleari, con una gittata massima di circa 500 km, sufficiente quindi a colpire Berlino (la distanza in linea d'aria è di 527 km).
 
Italia, giovani sempre più in crisi

Secondo i dati Istat, 3,7 milioni di under 35 non studiano né lavorano
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ROMA - In Italia, oltre il 27% dei giovani tra i 15 e i 34 anni non studia, non lavora e non è in un percorso di formazione. Lo rileva l'Istituto nazionale di statistica italiano (Istat) in una tabella sui cosiddetti Neet ampliata alla fascia dei 30-34 anni, secondo la quale gli under 35 in questa condizione nel terzo trimestre sono 3,75 milioni. Al Sud la percentuale è del 36,2%, pari ad oltre 2 milioni di persone.
I neet (not in education, employment or training) tra i 15 e i 34 anni sono aumentati di oltre 300.000 unità rispetto al terzo trimestre del 2012 passando da 3,43 milioni a 3,75 milioni toccando la quota record del 28,5% (era 25,8% nel terzo trimestre 2012).
Finora l'Istat aveva diffuso le rilevazioni sui neet fino ai 29 anni (27,4% nel terzo trimestre 2013 a fronte del 24,9% nello stesso periodo del 2012), fascia di età nella quale coloro che non studiano né lavorano sono 2,564 milioni contro i 2,344 del terzo trimestre 2012. Nella media 2012 i neet under 35 in Italia erano il 25% del totale dei giovani (17,3% la media nell'area euro), percentuale inferiore solo alla Bulgaria e alla Grecia.
Oltre la metà dei neet (2.010.000 su 3.755.000) sono al Sud con una percentuale che sfiora il 40% (il 39,6% degli under 35 contro il 36,9 del terzo trimestre 2012). Se si guarda agli under 29 nel Mezzogiorno sono fuori dal percorso lavorativo, formativo e di istruzione il 36,2% dei giovani a fronte del 34,7% del terzo trimestre 2012 (1,344 milioni su 2,564 milioni di neet under 29).
Nel complesso ci sono quasi 1,2 milioni di neet tra i 30 e i 34 anni di cui 666.000 al Sud. Su 3,755 milioni di neet under 35 complessivi ci sono oltre 1,5 milioni di giovani con bassissima scolarità (fino alla licenza media) mentre 1,8 milioni hanno il diploma di maturità e 437.000 hanno nel cassetto una laurea o un titolo post laurea. Le donne neet sono 2.112.000 mentre gli uomini sono 1.643.000.
 
Via libera alla Grosse Koalition

Germania: base della Spd pronta a governare con i cristiano-democratici
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BERLINO -
BERLINO - La Germania avrà la sua terza grande coalizione del dopoguerra: a tre mesi dalle elezioni, martedì prossimo Angela Merkel sarà rieletta al Bundestag per un terzo mandato alla cancelleria e il governo di larghe intese giurerà. La 'benedizione' finale è arrivata oggi con il sì della base Spd all'intesa con i cristiano-democratici di Cdu e Csu, vincitori alle urne a settembre. Se avessero vinto i 'no', sarebbe stato lo stallo per il gigante europeo.
Ma, nel rispetto delle previsioni, il referendum fra gli iscritti socialdemocratici ha decretato il successo a valanga dei 'sì'. E adesso, per la prima potenza del continente, la strada verso un governo stabile per i prossimi quattro anni è spianata. La lista dei ministri è pronta e sarà ufficialmente resa nota domani, ma già la si conosce in gran parte.
Il numero dei dicasteri resta 14: 6 alla Spd, 5 (più la cancelleria) alla Cdu, 3 alla Csu bavarese. Merkel al comando e Sigmar Gabriel, leader Spd, vice cancelliere e superministro dell'Economia e Energia; Wolfgang Schauble sarà confermato alle Finanze in veste di custode del rigore dei conti. Lunedì, il giorno prima del giuramento, sarà ufficialmente firmato l'accordo di coalizione.
Dopo cinque settimane di difficili trattative e un lavoro a tappeto di persuasione della base, Gabriel ha messo a segno un trionfo politico niente affatto scontato: dei 475.000 iscritti Spd chiamati a dire sì o no al governo con la Merkel, hanno votato in quasi 370mila. Di questi il 78% ha dato disco verde e solo il 23,5 ha sbarrato il 'nò. "Lavoreremo per convincere nei prossimi quattro anni questo 23,5% che quel 78% ha avuto ragione", ha commentato Gabriel, definendo "storico" questo giorno per la democrazia in Germania.
La Merkel si è congratulata con l'ex capo dell'opposizione, ormai suo alleato. Lei e Gabriel già si conoscono del resto fin dalla grande coalizione del 2005-2009. Lui di lei ha detto pubblicamente di apprezzare l'istinto di potere e l'ironia. Oggi è stata intanto una rincorsa al toto-ministri. I sei Spd appaiono certi e saranno, oltre a Gabriel, Franz-Walter Steinmeier (attuale capogruppo Spd) agli Esteri, Andrea Nahles (segretaria generale) al Lavoro, Heiko Maas alla Giustizia, Barbara Hendricks all'Ambiente e Manuela Schwesig alla Famiglia.
Per la Cdu, oltre alla conferma di Schaeuble sulla poltrona chiave delle Finanze, spiccano i nomi del segretario generale Hermann Groehe, che andrebbe alla Sanità, e di Ursula von der Leyen (Lavoro), destinata a fare un salto spettacolare alla Difesa, prima donna in questo dicastero in Germania. L'attuale titolare della Difesa, Thomas de Maiziere, passerebbe invece agli Interni al posto di Hans-Peter Friedrich (Csu), che andrebbe allo Sviluppo. Johanna Wanka resterebbe all'Istruzione e il segretario generale del Csu, Alexander Dobrindt, andrebbe ai Trasporti al posto di Peter Ramsauer, che uscirebbe di scena.
Altra nomina strategica nell'organigramma Merkel è il capo di gabinetto della cancelleria: il fedelissimo Ronald Pofalla ha chiesto per "ragioni private" di lasciare ed è stato accontentato: al suo posto arriverebbe Peter Altmeier, finora ministro dell'Ambiente.
Nel nuovo Parlamento, il 18esimo della Bundesrepublik, i partiti di governo avranno una maggioranza schiacciante (503 seggi su 630), già stigmatizzata come "grande ammucchiata" dall'esigua opposizione di Linke e Verdi (127 seggi appena). Al suo terzo mandato, e con questa maggioranza, per la Merkel - secondo i commentatori - sembra d'altronde venuta l'ora di uscire definitivamente allo scoperto. E pensare magari a mettere la firma del suo cancellierato su riforme capaci di lasciare il segno.
 
Occhali anti laser a Basilea

Li indosserà la Polizia cantonale: è una prima svizzera
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BASILEA - I poliziotti della città di Basilea saranno equipaggiati di occhiali di protezione contro gli attacchi al laser, si tratta di una prima in Svizzera. Anche i pompieri e dei servizi di pronto soccorso saranno dotati di questi strumenti protettivi, ha annunciato oggi il comandante della polizia basilese Gerhard Lips davanti ai media. Le aggressioni con il laser, che possono avere conseguenze a lungo termine per gli occhi, sono in aumento. Una cinquantina di agenti è stata attaccata negli ultimi mesi.
 
Occhali anti laser a Basilea

Li indosserà la Polizia cantonale: è una prima svizzera
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BASILEA - I poliziotti della città di Basilea saranno equipaggiati di occhiali di protezione contro gli attacchi al laser, si tratta di una prima in Svizzera. Anche i pompieri e dei servizi di pronto soccorso saranno dotati di questi strumenti protettivi, ha annunciato oggi il comandante della polizia basilese Gerhard Lips davanti ai media. Le aggressioni con il laser, che possono avere conseguenze a lungo termine per gli occhi, sono in aumento. Una cinquantina di agenti è stata attaccata negli ultimi mesi.

Giusto. :up:

Nella rete c'è un noto video in cui si dimostra che un laser ha distrutto una riga di fotodiodi, danneggiando in modo irreversibile il sensore di una Canon 5D Mark II.

Laser light Kills Canon 5D Mark II - YouTube
 
Imprenditori UDC: limiti ai migranti

"I contingenti per i lavoratori non impedirebbero di assumere stranieri"
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BERNA - L'adozione di contingenti non impedirebbe alle imprese di ingaggiare lavoratori stranieri, né isolerebbe la Svizzera dal mercato europeo. Ne è convinto un comitato di imprenditori UDC che invita popolo e cantoni a votare il prossimo 9 febbraio a favore dell'iniziativa democentrista contro l'immigrazione di massa.
Stando al comitato interpartitico, ma in realtà composto di democentristi cui si aggiunge il "senatore" Thomas Minder, indipendente, ma membro del gruppo UDC alle Camere - l'iniziativa gioverà a tutta la popolazione. Con questa sua proposta, l'UDC vorrebbe introdurre contingenti per i lavoratori, validi anche per i frontalieri e i richiedenti l'asilo. Tale provvedimento è necessario, secondo il comitato - di cui fa parte tra l'altro il consigliere nazionale ed ex ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher - per porre fine all'immigrazione incontrollata attuale.
Ogni anno, circa 80 mila persone provenienti dall'Europa si stabiliscono in Svizzera, con conseguenze nefaste per gli Svizzeri, come penuria di alloggi, affitti più cari, trasporti pubblici al collasso. A tale catalogo di effetti negativi, il comitato aggiunge la pressione sui salari e sulle assicurazioni sociali, come l'assicurazione disoccupazione, e fenomeni di sostituzione della manodopera locale.
Stando al consigliere nazionale Adrian Amstutz (BE), gli avversari dell'iniziativa non offrono soluzioni concrete, ma solo proposte "assurde" come l'idea di concentrare la popolazione nei centri urbani, oppure intasare ancora di più i trasporti pubblici, per fare spazio agli immigrati dal Sud Europa.
Secondo gli imprenditori democentristi, i contingenti rappresentano la soluzione perfetta. Le aziende possono ingaggiare il personale di cui hanno bisogno, per poi rimandarlo a casa non appena tale necessità non è più data.
 
"Inevitabile la riforma delle imprese"

Widmer-Schlumpf presenta il rapporto finale: "Altrimenti rischiamo ritorsioni"
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BERNA - Anche se non sarà indolore, la riforma III delle imprese (RIE III) è ineludibile. Lo ha dichiarato oggi la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, presentando il rapporto finale elaborato dall'amministrazione e dai cantoni, secondo cui il mantenimento di certi regimi fiscali privilegiati per determinate società a livello cantonale rischia di sottoporci a ritorsioni e che molte multinazionali lascino il Paese.
Stando al documento, la RIE III potrebbe generare perdite fiscali per le collettività pubbliche, più o meno "pesanti" (da 1 a 3 miliardi di franchi) a seconda dei modelli d'imposizione scelti. La Confederazione dovrebbe assumersi parte dei costi della riforma, mentre non si escludono nemmeno interventi a livello di entrate fiscali, come la tassazione degli utili da partecipazioni.
Ciò che si propone la RIE III è la classica quadratura del cerchio: adeguarsi agli standard internazionali in materia di tassazione di determinate società, mantenendo nel contempo l'attrattiva della piazza finanziaria ed economica elvetica e limitando al massimo le ripercussioni sui bilanci dei cantoni e della Confederazione.
Un concetto, quest'ultimo, ribadito anche dalla ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, che non ha nascosto la complessità di RIE III per le ripercussioni tanto a livello internazionale, che all'interno del Paese sulle finanze di Confederazione, cantoni e comuni e sui rapporti tra questi tre livelli (leggi perequazione finanziaria, concorrenza fiscale).
Nonostante la gravosità del compito, la ministra spera di poter preparare un messaggio per il principio del 2015. Nel frattempo, il documento verrà inviato ai cantoni, nella speranza di poter avviare una procedure di consultazione quest'estate.
La RIE III è la risposta della Confederazione alle pressioni esercitate dall'Ue e dall'OCSE affinché Berna corregga le distorsioni alla concorrenza derivanti dal trattamento fiscale privilegiato di cui godono in Svizzera determinate società (holding, società miste e di domicilio che realizzano gran parte del fatturato all'estero).
Statu quo non è alternativa
"I cantoni sono ormai consapevoli che lo statu quo non è una via percorribile", ha spiegato la ministra spalleggiata dal presidente della Conferenza cantonale dei direttori delle finanze Peter Hegglin (consigliere di stato PPD di Zugo) .
L'incertezza del diritto e le pressioni esterne potrebbero indurre molte società a lasciare la Svizzera, con perdita del substrato fiscale. "La metà degli 8 miliardi di entrate della Confederazione sugli utili da capitale proviene da società con tassazione speciale", ha sottolineato Widmer-Schlumpf, spiegando che queste imprese non godono a livello federale di alcun privilegio diversamente dai cantoni.
Per far fronte alla forte concorrenza internazionale - molto intensa per quanto riguarda questo tipo di società - all'abolizione di determinati privilegi fiscali si deve rispondere mediante tutta una serie di provvedimenti fiscali.
Per Hegglin, i vantaggi a lungo termine della RIE III compenseranno le previste perdite fiscali. A tale proposito, Widmer-Schlumpf ha sottolineato che gli 1-3 miliardi di franchi di minori introiti riguardano i tre livelli - Confederazione, cantoni e comuni -, ma che tale cifra va presa con cautela, dal momento che molto dipenderà dal modello di imposizione fiscale scelto.
"Licence Box" o taglio aliquota tassazione utili
Il documento, un'ottantina di pagine, presenta vari scenari e le possibili ripercussioni. Tra le proposte, già note nelle loro grandi linee, figura l'introduzione dei cosiddetti "licence box" - ampiamente diffusi in altri Stati Ue e OCSE -. Si tratta di strumenti che consentono un'imposizione privilegiata, ossia più bassa, dei redditi da beni immateriali come i brevetti, i marchi, fino ai procedimenti produttivi segreti.
Simili strumenti, a seconda di come vengono elaborati, possono compensare in parte l'abolizione dei regimi fiscali privilegiati attualmente in vigore in determinati cantoni per multinazionali o altre società, ha detto Hegglin.
In alternativa, il documento consiglia di studiare la possibilità di introdurre, sia a livello federale che cantonale, un modello di imposta sugli utili corretti degli interessi. Gli interessi teorici del capitale proprio potrebbero essere dedotti per il calcolo dell'imposta. Tale soluzione metterebbe sullo stesso piano il capitale proprio e il capitale estero di un'impresa.
In quest'ultimo caso, a seconda del modello di tassazione proposto, le perdite fiscali per l'imposta federale diretta ammonterebbe a 1 miliardo di franchi per la Confederazione e a 1,1 miliardi per cantoni e comuni. Un altro modello prevede mancate entrate oscillanti tra 300-500 milioni per la Confederazione e 330-550 milioni per i cantoni.
Sempre nell'ottica della competitività, il rapporto evoca anche la possibilità che i cantoni intervengano sull'aliquota applicata sugli utili societari (attualmente i tassi oscillano tra il 12% e il 24%). Un'altra raccomandazione include la soppressione del diritto di bollo sul capitale proprio.
Misure di compensazione
L'abbandono di un regime fiscale privilegiato per un nuovo sistema avrà ripercussioni a tutti i livelli istituzionali, specie per i cantoni, alcuni dei quali dipendono fortemente dalle entrate fiscali di società a statuto particolare (oltre 20 mila nel 2003 secondo economiesuisse che cita dati del Consiglio federale).
La Confederazione è pronta a fare la sua parte per venire incontro ai cantoni. I provvedimenti concreti saranno presentati non appena i cantoni si saranno decisi sul modello che intenderanno applicare (licenze box, taglio aliquote sugli utili societari, ecc.).
Una cosa è tuttavia certa: la concorrenza fiscale tra cantoni va mantenuta, così come la perequazione finanziaria. La Confederazione potrebbe concedere ai cantoni alleggerimenti fiscali, oppure aumentare la quota dei cantoni all'imposta federale diretta.
 
Turchia: "tangentopoli" si allarga

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ANKARA - Sedici persone sono state arrestate oggi in Turchia, compresi i figli di due ministri e il direttore generale della banca pubblica Halkbank, con l'accusa di corruzione. Lo hanno reso noto le tv turche.
La "tangentopoli" turca, che sta mettendo a dura prova il governo del primo ministro Recep Tayyip Erdogan, ha già portato nei giorni scorsi a decine di altri arresti.
 
Mondo | Politica - 13 dic 2013 19:53
"Disumane le deportazioni degli armeni"

Ankara inizia a fare qualche ammissione "diplomatica" sul genocidio del 1915-17
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ANKARA - Dopo le tensioni e le crisi a ripetizione degli ultimi due anni con i vicini immediati, Iraq, Iran, Russia, a causa del conflitto siriano, la Turchia tenta ora la strada di una politica estera regionale più tranquilla e lancia segnali di disgelo anche verso l'Armenia.
Il capo della diplomazia di Ankara Ahmet Davutoglu, ieri a Erevan per la prima volta dal 2009, quando i due Paesi fecero un primo tentativo di normalizzazione, poi fallito, ha fatto un primo gesto significativo sulla questione scottante del genocidio armeno del 1915-17. Il ministro turco ha ammesso che le deportazioni di centinaia di migliaia di armeni nella Turchia di allora, negli ultimi anni dell'impero ottomano, furono un "atto disumano", oltre che "molto sbagliate".
Parole ancora ad anni luce da quanto chiede l'Armenia, e tutta la diaspora armena: che cioè Ankara riconosca finalmente che lo sterminio 90 anni fa di circa un milione e mezzo di cristiani armeni sotto il governo nazionalista dei Giovani Turchi - per molti storici una prova generale dell'Olocausto messo in atto 20 anni dopo dai nazisti - è stato di fatto "un genocidio". Diversi Stati occidentali hanno ufficialmente dichiarato che quello degli armeni è stato un "genocidio", facendo regolarmente infuriare Ankara. Una legge recente in Francia ne punisce la negazione con il carcere.
Ma ora forse qualcosa si sta muovendo. Giovedì per la prima volta dal 2009 Davutoglu ha visto il collega armeno Eduard Nalbandian a Ierevan. Secondo alcuni analisti, il premier islamico turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe fare un gesto significativo in questo senso entro il 2015, primo centenario della strage degli armeni.
 
Grigioni, stagione di caccia positiva

Piani di abbattimento rispettati - Stabilizzata la situazione della selvaggina
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COIRA - Durante quest'ultima stagione di caccia nei Grigioni sono stati uccisi 4'465 cervi - il secondo numero più alto di abbattimenti mai raggiunto - e 2'618 caprioli. Si è giunti così a una situazione stabile nel numero della selvaggina, ha comunicato oggi l'Ufficio per la caccia e la pesca retico.
Le differenti necessità regionali hanno potuto essere soddisfatte grazie a una seconda fase di caccia a livello regionale nel tardo autunno, alla quale hanno partecipato 1'554 cacciatori, un record. In questo modo sono stati risolti anche i problemi legati ai cervi che migrano dal Parco nazionale svizzero, dal Vorarlberg o dal Ticino.
Il piano di abbattimento dei cervi è stato quindi soddisfatto quasi completamente e la ripartizione tra i sessi è stato piuttosto equilibrata (2'203 maschi e 2'262 femmine), favorendo così la capacità riproduttiva dell'anno prossimo.
 

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