dalla suizzera

Anche gli svizzeri invadono l'Italia

Nella vicina Penisola il 16% delle proprietà agricole appartengono ad elvetici
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FIRENZE - I terreni agricoli "della penisola sono praticamente diventati la "banca" degli svizzeri che con il 16% del totale delle proprietà agricole sono la nazionalità più rappresentata tra gli imprenditori agricoli stranieri presenti in Italia, proprio mentre gli italiani sono tentati dall'esportare i propri capitali per metterli in sicurezza".
Sono i dati diffusi oggi da Coldiretti, sulla base dell'analisi del rapporto dell'Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea-Infocamere), in occasione dell'incontro organizzato da Donne Impresa Toscana su "L'agricoltura delle Pari Opportunità" in corso a Palazzo Vecchio per celebrare l'8 marzo.
In Toscana poi, sottolinea l'associazione, si può parlare di un vero e proprio assalto: gli imprenditori agricoli stranieri sono il 15,1% in più rispetto al 2006. Complessivamente sono 2.392 gli imprenditori agricoli, tra comunitari ed extracomunitari, che operano in Toscana, il 13,8% degli oltre 17 mila imprenditori stranieri che in Italia hanno deciso di vivere e investire.
Sul podio degli investitori stranieri in Italia - continua Coldiretti - ci sono a seguire i tedeschi (15%) ed i francesi (8%).
In Toscana, il fenomeno coinvolge tutte le province, con Siena e Firenze al top: da Sting, a Figline Valdarno, il più celebre dei contadini vip, all'ex chief executive della Time Warner Richard Parsons impegnato nella produzione di Brunello di Montalcino, fino ai più recenti investimenti di imprenditori sudafricani alla conquista del Chiantishire.
 
Il canone tv? Sarà per tutti

Al Nazionale inizia la discussione: 400 franchi per ogni economia domestica
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BERNA - Può iniziare al Nazionale la discussione della revisione della Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV), che prevede l'obbligo per praticamente tutte le economie domestiche di pagare il canone il cui ammontare dovrebbe passare da 462,40 franchi a 400 franchi. Le proposte di non entrata in materia e di rinvio del progetto al Consiglio federale sono state infatti bocciate.
I favorevoli alla sospensione dell'esame della riforma sostenevano che con il nuovo sistema il canone si trasforma da tassa a imposta e che come tale necessita di una base legale oggi inesistente. Questa posizione è stata sostenuta in particolare da Natalie Rickli (UDC/ZH), conosciuta per essersi più volte battuta per una radicale diminuzione dell'ammontare del canone.
La consigliera federale Doris Leuthard ha però replicato affermando che "esiste una perizia, realizzata oltretutto da un giurista di destra, che dimostra come anche con il nuovo sistema il canone rimanga una tassa". La ministra delle comunicazioni ha poi ricordato che alla popolazione non interessa come venga incassato il canone, ma quanto si deve pagare.
 
Palazzo federale: degustazione d'insetti

Singolare iniziativa della consigliera nazionale Isabelle Chevalley
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BERNA - Singolare iniziativa questa sera nei corridoi di Palazzo federale: per attirare l'attenzione sul problema della carenza di risorse alimentari a livello mondiale, la consigliera nazionale Isabelle Chevalley (Verdi liberali/VD), ha invitato i colleghi a una degustazione di pietanze a base di insetti. Il ricco buffet proponeva hamburger di camole, vol-au-vent con ripieno di grilli, cakes e biscotti prodotti con larve di vario tipo.
"Non c'è nessuna differenza con un normale hamburger", ha constatato il consigliere agli Stati Robert Cramer (Verdi/GE) dopo aver assaggiato, tranne per il fatto che in Svizzera la vendita di insetti a scopi alimentari è proibita.
Isabelle Chevalley, che per l'occasione ha ottenuto un'apposita autorizzazione, ha sottolineato l'assurdità, dal suo punto di vista, del divieto elvetico, visto che nel mondo oltre due miliardi di persone si cibano di insetti. Oltretutto, ha aggiunto Cramer sostenendo l'iniziativa, gli insetti hanno un alto valore nutritivo e il loro consumo ha senso anche dal punto di vista ecologico.
 
Lingua italiana ancora discriminata

Dal Ticino 7 interpellanze relative a bandi "parziali" per il settore pubblico
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BERNA - Ci sono ancora bandi di concorso pubblicati dalla Confederazione per mansioni all'interno dell'amministrazione che rispettano solo in parte, o per nulla, la legge federale sulle lingue o le istruzioni concernenti il plurilinguismo. È quanto si evince dalle ben 7 interpellanze inoltrate da membri della deputazione ticinese alle Camere federali cui il Consiglio federale ha risposto oggi.
In particolare, i deputati - che passano al setaccio con occhio vigile i posti messi a concorso dal Governo - rimproverano all'amministrazione l'uso considerato discriminatorio della locuzione "lingua madre", "bilingue tedesco/francese", oppure di formulazioni nelle quali vengono chiaramente indicati gli idiomi richiesti (tedesco e francese, senza utilizzare l'espressione più neutra di "lingua ufficiale"), senza menzionare l'italiano, talvolta sostituito dall'inglese.
Nelle sue risposte il Governo ammette in alcuni casi di non aver rispettato appieno le prescrizioni sulle lingue, dando così l'impressione che i potenziali candidati italofoni fossero tagliati fuori.
L'Esecutivo ricorda, inoltre, che la menzione dell'inglese è sovente legata alla particolare funzione richieste, ossia quando sono frequenti contatti con l'estero o organizzazioni internazionali. La sensibilità sul tema varia anche a seconda della presenza o meno di un delegato o responsabile al plurilinguismo.
 
Ticino: affitti in febbraio meno cari

Su base annua, i prezzi sono tuttavia aumentati di 3,14 punti percentuali
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ZURIGO - Nel mese di febbraio, i canoni d'affitto in Svizzera sono aumentati dello 0,18 percento. Rispetto allo scorso anno risulta un aumento del 2,29 percento. L'indice "Svizzera" di homegate.ch si attesta a 111,7 punti. Il Canton Ticino ha fatto registrare una flessione nei canoni pari allo 0,18 percento. Su base annua, i prezzi sono aumentati del 3,14 percento attestandosi a 108,3 punti.
 
Disposta a valutare misure più forti

Deputazione ticinese fiduciosa dopo l'incontro a Berna con la Widmer-Schlumpf
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BERNA - Quello con la consigliera federale Widmer-Schlumpf è stato un incontro positivo per la Deputazione ticinese alle Camere. Prima dell’inizio della sessione di oggi a Berna è stato fatto un giro di orizzonte sui dossier più sensibili che interessano il nostro cantone. Trattative fiscali con l’Italia in primis. In assenza del presidente Lorenzo Quadri, rientrato in Ticino per partecipare alla riunione del municipio di Lugano, è stato Fabio Regazzi a riassumerci il contenuto dell’incontro.
Il dato positivo è che la consigliera federale «inizia a comprendere i nostri problemi». Al centro dei colloqui vi sono state come detto le trattative con l’Italia sulla convenzione di doppia imposizione, che «sono riprese in modo serrato». L’obiettivo è di giungere a un accordo entro maggio, in occasione della visita a Berna del presidente italiano Giorgio Napolitano. La Delegazione ha comunque fatto «un discorso molto chiaro: il Ticino non deve essere sacrificato sull’altare della Svizzera!». Insomma, il nuovo accordo dovrà essere «soddisfacente», altrimenti bisognerà pensare a «scenari alternativi», tra cui, per la Deputazione vi è anche la già prospettata disdetta dell’accordo sui frontalieri.
Eveline Widmer-Schlumpf in proposito si è detta disposta «a valutare misure più forti» (sulla proposta di indennizzare il Ticino ha fatto notare che al momento manca la base legale), ma anche reso attenti tutti sulle possibili conseguenze: «Se si disdice l’accordo è certo che l’Italia disdirà tutta la convenzione. Cadrà allora lo statuto dei globalisti», ciò che provocherà una perdita nel gettito fiscale cantonale di circa 50 milioni l’anno. Senza dimenticare che le aziende svizzere che operano in Italia «verranno massacrate». Appunto per evitare questa escalation e «aiutare le trattative», Regazzi ha invitato tutti in Ticino ad «abbassare i toni».
 
20 mar 2014 10:41 Il dopo 9 febbraio: resta l'incertezza

Vivace dibattito al Nazionale sullo stop all'immigrazione UE - Il caso ticinese
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BERNA - Il Consiglio nazionale ha affrontato oggi il dibattito urgente sulle conseguenze del "sì" all'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa. Complice forse la diretta televisiva sul canale svizzerotedesco SRF, la discussione è stata intensa e a tratti appassionata, sebbene alla fine non sia stata presa alcuna decisione concreta sull'applicazione del testo approvato da popolo e cantoni il 9 di febbraio. L'Unione democratica di centro ha subito "aperto il fuoco" contro il Consiglio federale: "il governo non ha voluto includere esponenti democentristi nel gruppo di esperti istituito per l'attuazione dell'iniziativa, contrariamente a tutti gli altri ambienti che si sono opposti al testo", si è indignato il presidente dell'UDC Toni Brunner. Il democentrista sangallese ha accusato la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga di essere "un po' cocciuta". Per il Consiglio federale non è necessario legiferare nell'urgenza per applicare l'iniziativa: "è vero che ha tre anni di tempo per proporre una soluzione che rispetti la volontà popolare, ma misure immediate si impongono, poiché l'immigrazione continuerà ad aumentare massicciamente nei prossimi tre anni", ha aggiunto uno stizzito Toni Brunner. Il presidente dell'UDC ha pure invitato il governo a dar prova di maggiore coraggio, fiducia e sicurezza nei confronti dell'Unione europea.
Nessuna discriminazione
Bombardato da domande da un po' tutti gli altri partiti, Toni Brunner ha auspicato un ritorno al vecchio sistema dei contingenti. Secondo il PS, è invece importante lottare contro ogni discriminazione di gruppi di cittadini europei. "È escluso che un banchiere possa continuare a stabilirsi in Svizzera con la sua famiglia, e non concedere questa possibilità a un operaio agricolo o a un sommelier", ha spiegato il capogruppo socialista Andy Tschümperlin (SZ).
Contrariamente a quanto hanno preteso gli autori dell'iniziativa, tutto l'edificio dei bilaterali è in pericolo. Il PS esige pertanto riforme durevoli in materia di alloggio, pianificazione del territorio, formazione e impiego. I socialisti hanno depositato una mozione, affinché un'eventuale denuncia degli accordi bilaterali venga preceduta da una votazione, e un postulato, che riproponga anche l'opzione di un'adesione all'UE, ha aggiunto Roger Nordmann (VD/PS).
Contro "la politica del peggio"
Secondo il capogruppo dei Verdi Balthasar Glättli, occorre ora trovare la migliore soluzione possibile e non praticare "la politica del peggio", applicando l'iniziativa alla lettera. L'ecologista zurighese ha invitato pertanto il governo a firmare l'accordo di estensione della libera circolazione alla Croazia per sbloccare le trattative con l'UE. Anche i Verdi liberali si attendono una soluzione che non discrimini i cittadini croati, ha sostenuto la capogruppo Tiana Moser (ZH). Secondo il suo collega Roland Fischer (PVL/LU), anche le preoccupazioni della forte minoranza che si è opposta all'iniziativa devono essere prese sul serio. Per il gruppo PPD-PEV, occorre da un lato rispettare la volontà popolare applicando l'iniziativa e dall'altro salvare gli accordi bilaterali. Per risolvere i problemi legati alla possibile mancanza di manodopera, occorre formare più personale in Svizzera e trovare un sistema che sia il meno burocratico possibile, ha sottolineato Ruth Humbel (PPD/AG). "Se l'UDC vuole isolarci e il PS aderire all'UE, il centro vuole mantenere gli accordi bilaterali", ha aggiunto. Anche per il presidente del PBD, Martin Landolt (GL), occorre continuare con la via bilaterale e accrescere la manodopera indigena. A suo avviso, v'è un potenziale di riduzione dell'immigrazione dall'UE in materia di raggruppamento famigliare, ha rilevato il glaronese.
"Popolo ingannato"
"Il popolo è stato ingannato, poiché i cittadini volevano sì limitare l'immigrazione abusiva ma non interrompere gli accordi bilaterali", ha sottolineato invece Jacques Neyrinck (PPD/VD). Dal canto suo, il vicepresidente dell'UDC Christoph Blocher gli ha risposto che il popolo ha semplicemente voluto dire "no" alla libera circolazione.
Secondo il consigliere nazionale zurighese, l'Unione europea non ha alcuna intenzione di far cadere tutti gli accordi bilaterali. Nell'applicare l'iniziativa, il Consiglio federale deve semplicemente ritornare al sistema dei contingenti in vigore tra il 1970 e il 2002.
Il popolo ha detto di "sì" a un giro di vite nella politica migratoria, ha dichiarato da parte sua la capogruppo del PLR, Gabi Huber. I liberali-radicali raccomandano quindi al Consiglio federale di prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione, senza però dimenticare le inquietudini degli ambienti economici, ha aggiunto la Huber.
"I partiti si mettono in mostra"
Per la vicepresidente del PLR Isabelle Moret, occorre ora sostenere il governo per uscire rapidamente dalla tempesta. "Questo dibattito urgente serve soltanto ai partiti per mettersi in mostra", ha aggiunto la liberale-radicale vodese, suscitando il malumore di alcuni deputati.
Isabelle Moret, come altri oratori del resto, ha inoltre sottolineato la situazione particolare del Ticino e invitato il Consiglio federale a rispettare la volontà dei ticinesi di rivedere l'accordo con l'Italia sul ristorno dei frontalieri, come chiede un'iniziativa della sezione cantonale del PLR.
"Grazie per il vivace dibattito"
Alla fine ha preso la parola anche la consigliera federale Simonetta Sommaruga, che ha ringraziato la Camera del popolo per il "vivace dibattito" a cui ha assistito. La ministra socialista ha poi ribadito che un piano di attuazione del testo sarà elaborato entro fine giugno e che un progetto di legge sarà messo in consultazione entro fine anno. La situazione è complessa: per questo il governo sta cercando una soluzione che rispetti le richieste dell'iniziativa, senza per questo bruciare le tappe che si è prefissato, ha concluso.
 
A Lugano il computer dei record

Quello del CSCS è il più veloce d'Europa e il sesto della "top 500" mondiale
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DENVER - Il supercomputer più veloce d'Europa si trova al Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS) a Lugano: è al sesto posto della classifica mondiale "Top 500" pubblicata due volte all'anno dalla Conferenza internazionale dei supercomputer. La Cina si è confermata al primo posto assoluto con il calcolatore "Tiahne-2".
"Piz Daint", il supercomputer in operazione al CSCS da aprile, è una nuova entrata in classifica e con una prestazione di calcolo di 6,27 petaflops (ossia 6.270 miliardi di operazioni eseguibili al secondo da un processore) ha ottenuto il sesto posto.
Il primo classificato, il cinese "Tiahne-2" che si trova alla National University of Defense Technology (NUDT) di Canton, raggiunge una prestazione di 33,86 petaflops e riesce a calcolare quasi ad una velocità doppia rispetto al secondo classificato, l'americano "Titan" della Oak Ridge National Laboratory. Gli USA dominano la classifica con in totale cinque supercomputer nei primi dieci.
Il decimo posto è occupato dall'installazione SuperMUC del centro di calcolo di Lipsia che, grazie ad un sistema di raffreddamento sviluppato in Svizzera, riesce ad utilizzare il 40% di energia in meno rispetto agli standard.
Grazie alla loro capacità di elaborare in poco tempo un'enorme quantità di dati, i supercomputer vengono oggi utilizzati sia per scopi militari che per usi civili come lo studio del clima, della geologia (per la predizione dei terremoti) o per la ricerca medica e biologica.


21 mar 2014 15:50
Inaugurato il supercomputer al CSCS

"Piz Daint" è attualmente l'elaboratore elettronico più potente d'Europa - FOTO
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LUGANO - Venerdì mattina è stato inaugurato a Lugano - al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico - il supercomputer "Piz Daint", attualmente il computer più potente d'Europa e il fiore all’occhiello del supercalcolo in Svizzera.
Erano presenti il Presidente del Consiglio dei PF Fritz Schiesser, il presidente dell’ETH Zurigo Ralph Eichler e diverse altre personalità del mondo scientifico e politico, tra cui il presidente del Consiglio di Stato ticinese Paolo Beltraminelli.
 
Troppi ungulati, danni insostenibili

Le associazioni che gestiscono e coltivano il territorio rilanciano l'allarme
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BELLINZONA - Le maggiori associazioni attive nella gestione e nella coltivazione del territorio ticinese hanno lanciato ieri a Giubiasco un forte grido di allarme: i danni causati dagli ungulati sono ormai insostenibili. Nel mirino ci sono in particolare cinghiali, cervi e camosci.


Il volume di danni è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, così come i risarcimenti erogati dal Cantone. Ma gli operatori preferiscono godere dei frutti del loro lavoro piuttosto che ricevere denaro dallo Stato. A quest’ultimo chiedono di intervenire a difesa di tutto il territorio, in primis applicando fino in fondo le leggi esistenti e riducendo gli effettivi degli ungulati. Perché altrimenti si rischia pure il graduale abbandono da parte degli agricoltori che decidono di gettare la spugna.

«Noi segnaliamo un problema estremamente grave, sottovalutato dalla popolazione, con conseguenze negative non solo per chi gestisce il territorio ma anche per l’intera comunità. Basti pensare ai danni causati ai boschi che generano erosione, frane e massi pericolanti» ha detto Tiziano Zanetti per l’ALPA.
 
Stop turco a Twitter sarà rimosso

Lo ha detto il presidente Abdullah Gul, dopo la decisione del premier Erdogan
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ANKARA - Il presidente turco Abdullah Gul ha annunciato che il blocco di Twitter, che ha sollevato tante critiche nel Paese e all'estero, sarà presto eliminato. "È una cosa spiacevole per un paese sviluppato come la Turchia, un importante attore regionale, anche perché siamo impegnati nei negoziati con l'Ue", ha notato Gul, riferendosi alla decisione del premier Erdogan.
 

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