dalla suizzera

Maggiori controlli sui padroncini
Anche gli Stati approvano all'unanimità la mozione di Ignazio Cassis sull'IVA

BERNA - Il problema dei "padroncini" e lavoratori distaccati che operano nelle zone di confine, Ticino in particolare, è reale. Ne è cosciente il Parlamento: dopo il Consiglio nazionale, anche gli Stati hanno approvato oggi all'unanimità una mozione sull'IVA depositata da Ignazio Cassis (PLR). Col suo testo il consigliere nazionale ticinese ha voluto rendere attenti i colleghi e il governo su una distorsione della concorrenza. L'artigiano estero è infatti esentato dal pagamento dell'IVA fino ad un importo massimo di 10.000 franchi. Oltre questa cifra, non spetta pagare l'IVA al lavoratore estero bensì a chi riceve la prestazione (il cliente). Tale norma vale per quegli artigiani che non sono iscritti al registro IVA. Il problema, per Cassis, è che la popolazione non è al corrente del fatto che deve pagare l'IVA su questi lavori. Per questo motivo il ticinese chiede, con la sua mozione, che l'Amministrazione federale delle contribuzioni possa ricevere le notifiche di lavoro che gli artigiani esteri sono obbligati a compilare in modo da avvisare i clienti per iscritto.

Grazie a questa misura si potrà alleviare la pressione che grava sugli artigiani svizzeri.
La consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha riconosciuto che la situazione è problematica, ma ha messo in dubbio l'efficacia del metodo proposto da Cassis. I dati presenti sulle notifiche non sempre permettono di identificare il destinatario della prestazione, ha spiegato la ministra delle finanze. Il testo è ora pronto per le votazioni finali.
 
Quel sito per razzisti che uccide
Stormfront.org è stato definito ""la capitale degli omicidi su internet" dall'Huffington Post

WASHINGTON - Circa cento persone sono state uccise negli ultimi anni dai frequentatori di un sito web amato dai suprematisti bianchi, Stormfront.org (vd link). Tanto che Huffington Post lo definisce "la capitale degli omicidi su internet". È la denuncia choc del Southern Poverty Law Center, una celebre organizzazione anti-razzista americana.

I forum di questo sito che promuovono "la lotta per la sopravvivenza della minoranza bianca" nel corso degli anni sono stati cliccati da tantissimi filo-nazisti. Ma hanno avuto un boom a partire dal 2008, l'anno in cui è stato eletto Barack Obama, primo presidente afro-americano nella storia degli Stati Uniti.

Tra loro c'era Anders Behring Breivik, che nel 2011 prima fece saltare in aria un edificio pubblico e poi uccise a sangue freddo 69 ragazzi socialdemocratici nell'isola norvegese di Utoia. Altro frequentatore di Stormfront era Wade Michael Page, autore della strage nel 2012 al tempio Sikh nel Wisconsin, quando massacrò sei fedeli.

"È abbastanza chiaro - spiega l'autrice del rapporto, Heidi Beirich - che siti come Stormfront sono terreno fertile per soggetti che provano già dell'odio e della rabbia per la loro situazione. È lì che questa gente trova le ragioni per spiegare come mai le loro vite non stanno andando come avrebbero sperato. Stormfront aiuta loro a individuare un nemico, un responsabile che ai loro occhi infrange i loro sogni di felicita, che si tratti di ebrei, afroamericani, immigrati e così via".

"Purtroppo - aggiunge Beirich - non sorprende che persone che vivono in questo contesto intriso di razzismo violento, alla fine prendano una pistola e agiscano secondo le loro convinzioni".
 
Nel privato salario di 6.118 franchi

È quello mediano dell'economia svizzera: metà sono inferiori, metà superano questa cifra
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BERNA - Il salario mediano nell'economia privata in Svizzera è pari a 6.118 franchi lordi. La metà delle retribuzioni, in altri termini, sono inferiori a questa cifra e l'altra metà la superano. Il dato si riferisce al 2012, indica oggi l'Ufficio federale di statistica (UST), precisando che sull'arco di dieci anni i salari sono aumentati del 13,4% (nominale), mentre rispetto al 2010 la progressione è stata del 3,2%. La fascia del 10% che rappresenta i peggio retribuiti guadagna meno di 3886 franchi, mentre il 10% che si trova sul fronte opposto si porta a casa 11'512 franchi.
I salari variano, e di molto, a dipendenza dei rami economici e superano nettamente il valore mediano in segmenti ad alto valore aggiunto quali la ricerca e lo sviluppo (8'905 franchi), la lavorazione del tabacco (8'939), l'amministrazione e la consulenza per le imprese (9'032), l'industria farmaceutica (9'775) e il settore bancario (9'823).
Vicino al valore mediano si situano i salari nei comparti della lavorazione dei metalli (5'766 franchi), dell'edilizia (6'024) e della sanità (6'186). La vendita al dettaglio (4'691), la produzione di articoli di pelle (4'442), la gastronomia (4'272), gli alberghi (4'230) e le prestazioni personali di servizi (3'887) si trovano invece nella parte bassa della scala salariale.
L'UST spiega inoltre che nella fascia del 10% dei meglio retribuiti la busta paga, dal 2002 al 2012, è aumentata del 22,5%. Nella fascia media la progressione è stata del 13,2% e in quella bassa del 9,5%. Il divario della piramide salariale si è così accentuato, passando dal fattore 2,6 del 2012 al fattore 3,0 del 2012.
Il divario salariale tra donne e uomini è cresciuto nello stesso lasso di tempo di mezzo punto: dal 18,4% al 18,9%.
 
BSI: perdita di 722 milioni nel 2013

Sul risultato netto della banca ticinese hanno fortemente pesato fattori straordinari
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LUGANO - Il 2013 si è chiuso per BSI con un perdita netta di 722 milioni di franchi, contro l'utile di 71 milioni dell'anno prima. Positivo per contro il risultato lordo consolidato, che è ammontato a 196,6 milioni di franchi, praticamente stabile rispetto all'anno prima (-0,2%). I patrimoni amministrati hanno raggiunto 89,4 miliardi (+3,6%), con afflussi netti di denaro pari a 2,2 miliardi (7,5 miliardi nel 2012). Sul risultato netto hanno fortemente pesato fattori straordinari, spiega la banca ticinese in un comunicato odierno. In particolare è stato completamente ammortizzato il goodwill in relazione all'acquisizione della Banca del Gottardo, un'operazione effettuata sull'arco di cinque anni invece dei 20 inizialmente previsti. Vi sono state inoltre rettifiche di valore e accantonamenti, fra l'altro legati alla partecipazione al programma di risoluzione del contenzioso fiscale con gli Usa.
A fine dicembre il totale di bilancio era di 24,9 miliardi, contro i 24,3 miliardi di dodici mesi prima. La BSI rimane solida e ben capitalizzata, con un profilo di liquidità adeguato e una propensione al rischio moderata, si legge nella nota.
Il 2013 è stato caratterizzato dal proseguimento della crescita in America Latina, in Europa centrale ed orientale, nonché in Asia. Con l'apertura - nel febbraio di quest'anno - di un istituto a Panama BSI è ben posizionata per rafforzare l'espansione in America Latina.
La banca controllata dal gruppo assicurativo Generali - che cerca da tempo un acquirente per l'istituto - intende inoltre continuare a concentrarsi sui mercati tradizionali, traendo profitto dalla sua solida posizione in Svizzera e in Italia. A questo proposito a Milano è diventata pienamente operativa la filiale aperta l'anno scorso
 
l "Böögg" esplode dopo 7 minuti

Bruciato sotto la pioggia zurighese il fantoccio gigante che simboleggia l'inverno
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ZURIGO - Il "Böögg", il fantoccio gigante che alla "Sechseläuten", la tradizionale festa delle corporazioni di Zurigo, simboleggia l'inverno, ha impiegato 7 minuti e 23 secondi per esplodere. Quest'anno dovrebbe quindi esserci un'estate favolosa. Alle 18 in punto è stato dato fuoco alla catasta di legna su cui era stato piazzato il "Böögg". Circa 350 membri a cavallo delle corporazioni vi hanno girato attorno mentre il fantoccio alto 3.40 bruciava. L'evento si è svolto - sotto la pioggia - sulla nuova "piazza della Sechseläuten", inaugurata martedì scorso. Negli ultimi due anni l'ex prato, uno spiazzo di 16'000 metri quadri fra il "Bellevue" e l'"Opernhaus", è stato completamente ristrutturato e ricoperto di blocchi di quarzite di Vals (GR).
Per evitare che i cavalli scivolassero, è stato necessario coprire la piazza con uno spesso strato di sabbia e di un granulato speciale, mentre per proteggerlo dal caldo delle fiamme il pavimento sotto la catasta è stato rivestito di vetroschiuma, che ha un effetto isolante. Alle 15 è partito il corteo delle corporazioni: i circa 3.500 membri in costume storico a piedi, a cavallo o su carri decorati con fiori erano accompagnati da centinaia di musicisti e ospiti, tra cui il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, il capo dell'esercito André Blattmann, il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan e quello di economiesuisse Heinz Karrer, nonché autorità obvaldesi - il cantone ospite d'onore di questa edizione - per un totale di circa 5.000 persone.
 
Sequestrati più di 300 Kalashnikov

In un porto franco svizzero, le armi provenivano dal Baden-Württemberg
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BERNA/STOCCARDA - All'inizio dell'anno sono state trovate in un porto franco svizzero 861 armi o componenti di armi, fra cui 329 fucili Kalashnikov AK-47. Le autorità elvetiche hanno chiesto assistenza giudiziaria al Ministero pubblico di Stoccarda, in Germania, paese dal quale proverrebbe il materiale bellico. Claudia Krauth, portavoce e procuratrice al Ministero pubblico della capitale del Baden-Württemberg, ha confermato una notizia in tal senso pubblicata ieri dal domenicale "Zentralschweiz am Sonntag". Krauth ha precisato che ad essere sotto inchiesta è un imprenditore tedesco, che avrebbe trasferito le armi dalla Germania alla Svizzera.


L'uomo è sospettato di aver violato sia la legge sul commercio estero che quella sul controllo delle armi da guerra. Avrebbe inoltre fornito false informazioni alle autorità e introdotto in Svizzera senza autorizzazione il materiale bellico. Krauth non ha voluto indicare in quale porto franco si trovassero le armi sequestrate.
 
Scambio automatico: o tutti o niente

Il presidente del CdA della BSI Gysi parla dei negoziati con l'Italia e delle "black list" di Roma
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LUGANO - Alfredo Gysi è presidente del Consiglio di Amministrazione della BSI e presidente dell'Associazione banche estere in Svizzera. In occasione dei risultati 2013 gli abbiamo posto alcune domande sulla banca che presiede e sulle prospettive della piazza finanziaria.

Ci sono ancora allarmi sul futuro della piazza finanziaria ticinese, quali sono le prospettive a suo avviso?
«Siamo in una fase di profondo cambiamento che tocca la piazza finanziaria svizzera e anche quella ticinese. Si tratta di un cambiamento determinato prevalentemente dall'evoluzione del contesto internazionale. Sul Ticino ha inoltre una profonda influenza l'incertezza che deriva dall'evoluzione delle relazioni tra Svizzera e Italia, con una situazione di stallo che dura da molto tempo e che certamente non aiuta. L'allarme sul futuro della piazza ticinese potrà rientrare solo quando le condizioni quadro saranno note e le reali conseguenze valutabili».
 
Valentina Item getta la spugna

La magistrata: "Cedo non per avere commesso reati ma per salvare me e la mia famiglia"
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LUGANO - La procuratrice pubblica Valentina Item getta la spugna. La magistrata ha deciso di rinunciare alla carica dopo le recenti polemiche legate al caso della colf filippina che aveva lavorato in nero a casa sua. Item ha sempre negato di essere stata a conoscenza della situazione di illegalità della propria collaboratrice domestica dichiarando che l'impiego della donna era stato deciso da suo marito (VD SUGGERITI). In particolare, in un comunicato, Item afferma che "l'aggressione mediatica nei confronti miei e della mia famiglia, in corso ormai da una decina di giorni, ha raggiunto livelli non più tollerabili. Stamattina un ignoto si è appostato dinanzi a casa mia con un apparecchio fotografico. La stessa intimità della mia famiglia è stata violata e tutto ciò non sembra destinato a finire". In conclusione: "Cedo non per aver commesso reati ma per salvare me e la mia famiglia da un vero e proprio linciaggio mediatico".
La Giustizia fa il suo corso
In una nota, intanto, la Polizia cantonale e il Ministero Pubblico segnalano che "oggi si è proceduto a una nuova audizione della stessa Valentina Item nell'ambito di un procedimento penale per violazione della Legge federale sugli stranieri." Inoltre, si specifica che "Valentina Item ha confermato le sue precedenti dichiarazioni e contestato ogni addebito. Il procedimento seguirà ora il suo corso e non verranno fornite ulteriori informazioni in merito, questo tenuto conto del fatto che la Signora Item ha annunciato di rinunciare alla carica di Procuratrice Pubblica per la quale era stata eletta di recente dal Gran Consiglio".
 
L’esodo silenzioso verso Chiasso


Negli ultimi due anni 10mila italiani sono andati a vivere in Svizzera

Una volta arrivavano soprattutto i capitali. Poi l’occhiuta repressione di Equitalia e, soprattutto, la sostanziale fine del segreto bancario elvetico ne hanno bloccato il flusso. Adesso invece, da almeno sei o sette anni, in Svizzera si trasferiscono soprattutto le attività (industriali e professionali) e, con esse, le famiglie dei proprietari.



Da quando, prima, la crisi dell’Eurozona (dal 2007) e, poi, l’ipertassazione avviata dall’ultimo Governo Berlusconi e appesantita da quelli che gli sono succeduti (dal 2010-2011) hanno messo a dura prova la sopravvivenza di moltissime piccole e medie aziende o studi professionali in Italia, molti nostri connazionali hanno trovato una boccata d’ossigeno nella vicina Confederazione.
Un piccolo esodo, per sopravvivere. Certo, in Svizzera vi è un diffuso malcontento verso i lavoratori frontalieri e i "padroncini", gli artigiani italiani che vanno a lavorare in Ticino a prezzi più bassi sottraendo lavoro agli svizzeri. Solo pochi mesi fa è passato un referendum, promosso dalla Lega dei Ticinesi, che impone al Governo federale di approvare, entro tre anni, contingentamenti all’afflusso di lavoratori stranieri. Ma imprenditori, professionisti e redditieri sono ancora benvenuti. Anche nei Comuni amministrati dalla Lega. Perché portano posti di lavoro e ricchezza. Non è un caso se molte imprese italiane, soprattutto quelle esistenti nella fascia di confine (le province di Varese, Como e Sondrio), negli ultimi anni hanno aperto siti produttivi e succursali in Canton Ticino.
Le convenienze sono molteplici, dalla minor tassazione (la pressione fiscale complessiva sulle imprese è meno della metà rispetto all’Italia: secondo i dati della Banca mondiale siamo al 29,1% contro il 65,8%) alla rapidità dei permessi fino alla minor burocrazia e alle facilitazioni di varia natura offerte dalle amministrazioni locali. Quasi un paradiso, per chi è abituato a fare impresa in Italia. E non solo: a detta di molti, bisogna aggiungere una miglior qualità della vita (criminalità minima, sistema scolastico di prim’ordine e infrastrutture efficienti). Fatto sta che il numero degli italiani che decidono di trasferirsi armi e bagagli in Ticino o in un altro Cantone sta crescendo.
Un po’ di numeri aiutano a capire meglio le dimensioni del fenomeno. A fine 2013 gli italiani residenti in Svizzera erano 301.254, a fine 2012 erano 294.359 e a fine 2011 290.546. Vuol dire che dopo gli oltre 3.800 arrivati nel 2012, l’anno scorso ne sono giunti quasi 7mila. Il totale degli abitanti svizzeri, a fine 2013, era di 8.136.700. A Lugano, che è la città più immediatamente attrattiva per gli italiani, nel 2013 sono arrivati 1.210 nuovi residenti italiani, che hanno portato il totale a 15.047. I nostri connazionali rappresentano quasi un quarto dei 67mila abitanti di Lugano.
Ma chi sono gli italiani che arrivano qui? Soprattutto professionisti e piccoli imprenditori, che cercano la possibilità di lavorare con meno problemi e con un fisco più umano. «Fra il 2008 e il 2013 – spiega Gianluca Marano, un italiano presidente della Sva-Swiss Valor Advisory, studio di Chiasso che aiuta le imprese del nostro Paese ad aprire un sito in Svizzera – nel Canton Ticino sono state costituite da imprenditori italiani 4.528 aziende, circa un terzo del totale di quelle aperte in Ticino».

La società di Marano collabora con il Comune di Chiasso, che giusto lo scorso settembre ha invitato, suscitando molte polemiche, gli imprenditori della fascia di confine a un incontro per spiegare le opportunità di un trasferimento in Svizzera. «Avevano partecipato all’iniziativa circa 400 aziende – spiega – e ci siamo dati un anno e mez-
Aumentano gli italiani, soprattutto imprenditori e professionisti, che spostano la residenza in Svizzera (
i vantaggi spaziano dalla minor tassazione (la pressione fiscale complessiva sulle imprese, secondo i dati della Banca mondiale, è pari al 29,1% contro il 65,8% dell’Italia) alla rapidità dei permessi e alla minor burocrazia zo di tempo per valutarne il successo: adesso stiamo facendo gli incontri oneto-one con le imprese che hanno mostrato interesse, poi vedremo come evolverà la cosa. Comunque, a sei mesi dall’evento, un paio di imprese hanno già aperto qui un’attività».
Gli imprenditori italiani che scelgono la Svizzera il più delle volte si trasferiscono con la famiglia per ripartire da qui, con meno tasse e più sicurezza sociale. Per questo sono corteggiati dalle amministrazioni comunali: il trasferimento porta ricchezza sul territorio e sviluppo delle attività immobiliari. Il che non è poco per l’economia locale.
Da molti anni «il mercato svizzero degli immobili residenziali si trova in un superciclo alimentato dai bassi tassi d’interesse e da un’immigrazione che sembra inesauribile. Anche il 2014 si prospetta ancora all’insegna della stabilità», si legge in un rapporto del Credit Suisse sul settore.
Raffaello Molina è un architetto di Lugano, titolare della RM Buildings & Architecture, impresa leader in Svizzera in tutte le fasi - dalla progettazione alla costruzione fino alla vendita – del mercato immobiliare (sia residenziale che commerciale o industriale). «Fra i miei clienti – racconta – vi sono molti italiani che vogliono comprare casa, soprattutto in Canton Ticino». Anche perché, se il resto della Svizzera meglio si adatta agli insediamenti di tipo terziario e industriale, il Canton Ticino è più simile – per lingua, ma anche per modo di vivere della gente – alle nostre abitudini.
Come si è evoluta negli anni la richiesta di case a Lugano e dintorni? «Qui – risponde Molina – la domanda è sostenuta da almeno 10-15 anni. Malgrado questo, non vedo segnali di bolla nei prezzi. Lugano è una città grande, però può ancora espandersi. Ma negli anni 90, o anche prima, quando arrivavano i ricchi industriali italiani, la richiesta era soprattutto per ville o altre soluzioni esclusive». Invece negli ultimi anni, «da quando il trasferimento in Svizzera ha coinvolto perlopiù professionisti e imprenditori medio-piccoli, gente che ha risorse per uno o due milioni di euro, la ricerca è stata soprattutto per appartamenti di grande qualità a Lugano centro».
 
In Ticino c'è una cavalletta gigante

Locuste originarie dal bacino del Mediterraneo si diffondono nel nostro Cantone
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MAGADINO - Conseguenze dei cambiamenti climatici: alcune specie di locuste originarie dal bacino del Mediterraneo - di dimensioni impressionanti - si stanno diffondendo sino in Ticino, dove il biologo pensionato del WSL Peter Duelli ha notato sempre più spesso la presenza della locusta egiziana. Contrariamente alle specie affini, quest'ultima compare solo singolarmente e non in sciami. Duelli non si aspetta quindi grandi danni alle colture agricole. Negli scorsi inverni alcuni abitanti dei versanti esposti a sud lungo il piano di Magadino avranno sicuramente notato la presenza di cavallette giganti che nei giorni freddi giacevano immobili sui muri di casa o sulle siepi sempreverdi. Non appena venivano investite dai raggi del sole, volavano via al minimo disturbo sembrando dei piccoli uccelli. La locusta egiziana è una delle cavallette più grandi presenti in Europa. Come rivela il suo nome scientifico: l'Anacridium aegyptium è un insetto originario dell'Africa settentrionale che in seguito al riscaldamento climatico si sta diffondendo sempre più a nord. Oltre alle impressionanti dimensioni, che possono arrivare sino a 7 cm, uno dei suo elementi distintivi sono gli occhi a linee verticali bianche e nere.
In Ticino esistono altre due specie di cavallette più piccole che, come la locusta egiziana, sopravvivono l'inverno nello stadio adulto e depongono le uova nel terreno in primavera. Nella loro avanzata verso nord, queste tre specie sono diventate solo da poco autoctone anche nel Sopraceneri. Sicuramente è un'immagine insolita quella delle cavallette sul manto nevoso nelle giornate soleggiate di febbraio. La grande locusta egiziana è impressionante soprattutto quando è in volo. Immaginatevi cosa succederebbe se sciami formati da milioni di queste cavallette invadessero il Ticino. Una volta succedeva che occasionali sciami giganti di cavallette provenienti dall'Africa settentrionale raggiungessero l'Europa, dove provocavano devastazioni e carestie. Tuttavia si trattava di altre specie, soprattutto della famigerata Locusta migratoria: alcuni esemplari singoli riescono a spingersi sino in Ticino, dove possono trascorrere alcune generazioni. Gli occhi di questa specie non presentano le linee verticali. L'Anacridium aegyptium è una specie fitofaga che vive singolarmente senza formare sciami. Sinora non sono stati osservati, almeno in Europa, danni vistosi alle colture agricole.
È difficile a dirsi, ma la migrazione di questa imponente cavalletta potrebbe addirittura favorire la ricomparsa in Ticino di specie di uccelli fortemente minacciate di estinzione, come l'upupa, l'averla o la civetta, che tra le loro prede prediligono insetti di grandi dimensioni.
 

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