Proprio i 5 stelle, poco dopo le elezioni Europee del 2014, hanno depositato 
200mila firme per chiedere al Parlamento di discutere un ddl di iniziativa popolare che consenta il referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Euro. Il processo è comunque molto lungo: non è previsto dalla costituzione italiana la possibilità di chiedere ai cittadini pareri che riguardino i temi di trattati internazionali (come appunto la moneta unica). I grillini da sempre citano il caso del 
1989 quando venne approvato un ddl costituzionale che permise un referendum d’indirizzo sull’ingresso nell’Ue. “Il Movimento 5 Stelle”, ribadisce oggi il blog, “ha sempre creduto che a dover decidere sulle questioni decisive debba essere il popolo, infatti abbiamo raccolto le firme per il referendum sull’euro per far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria. Il Leave del
Regno Unito sancisce il fallimento delle politiche comunitarie volte all’austerità e all’egoismo degli Stati membri, incapaci di essere una comunità”.
Secondo i 5 stelle il problema è stato mettere l’austerità al centro della politica: “L’Unione Europea ha sbagliato nel mettere l’austerità al centro della politica, le banche e la finanza davanti ai cittadini; non ha risolto il problema dell’immigrazione, perché dominata dell’egoismo degli Stati membri; ha creato povertà e disoccupazione dilagante; si è dimostrata a trazione tedesca, Angela Merkel e Martin Shultz si sono comportati come i padroni assoluti e incontrastati; il suo esecutivo è guidato da 
Jean-Claude Juncker, per anni primo ministro di quel Lussemburgo campione d’elusione fiscale; vuole imporre il Ttip e altri grandi Trattati internazionali, discutendoli a porte chiuse. Basta”.
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