Cina, Giappone in decisa uscita da Treasuries Usa dopo commenti Fed
venerdì 16 agosto 2013 10:26
NEW YORK, 16 agosto (Reuters) - Cina e Giappone sono stati i paesi esteri che hanno registrato le maggiori vendite di titoli di stato degli Stati Uniti in giugno, quando sono emersi i primi segnali di un possibile ridimensionamento dello stimolo monetario della Fed.
Secondo dati pubblicati ieri dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, i flussi netti di Treasuries Usa hanno mostrato uscite per un totale di 40,8 miliardi dollari - quasi tutti da Cina e Giappone - contro gli acquisti registrati invece in maggio per 11,3 miliardi.
In generale i flussi di capitali hanno visto negli Usa in giugno uscite nette per 19 miliardi contro entrate per 56,6 milirdi in maggio, ma in particolare le uscite nette hanno riguardato gli asset a lungo termine, per 66,9 miliardi di dollari - il quinto mese consecutivo di deflusso di fondi e il maggiore dall'agosto 2007 - contro le uscite di maggio per 27,0 miliardi (dato rivisto).
Nel dettaglio dei dati emerge che la Cina, il più grande creditore estero, ha ridotto le sue posizioni in Treasuries Usa a 1.275,8 miliardi di dollari dai 1.297 miliardi di maggio (rivisto). Stessa cosa ha fatto il Giappone che ha ridotto il suo portafoglio di Treasuries Usa per il terzo mese di fila a 1.083 miliardi di dollari in giugno da 1.104 miliardi di maggio.
Insieme i due paesi hanno venduto circa 40 miliardi di dollari, dunque quasi tutto l'ammontare complessivo di uscite per 40,8 miliardi.
I commenti dal presidente della Federal Reserve Ben Bernanke il 22 maggio scorso - secondo cui la banca centrale potrebbe ridurre il suo programma di acquisto di asset a partire da settembre - sono stati la miccia che ha alimentato il sell-off di titoli del Tesoro Usa.
Il rendimento del decennale benchmark Usa è salito fino a un massimo di due anni al 2,823% ieri dopo gli incoraggianti dati sulle richieste di disoccupazione Usa. In giugno aveva visto un massimo a 2,6670% nel mese di giugno dopo un trading range di 1,6140-2,2350% di maggio, mentre in aprile, i rendimenti erano sotto il 2,0%.
"L'ondata di vendite sui titoli del Tesoro e i commenti di Bernanke sono legati" dice Michael Woolfolk, strategist di BNY Mellon a New York. "Il fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto, ma Bernanke ha ripetuto il concetto anche in giugno e ciò ha fatto ribollire il mercato".
I deflussi netti di Treasuries - aggiunge Woolfolk - hanno segnato il maggior livello almeno dal 1977, quando il governo ha iniziato la compilazione dei dati.
Al contrario, i dati pubblicati oggi dalla Bce mostrano come i flussi netti e di portafoglio in giugno abbiamo visto entrate per 18,1 miliardi, dopo le entrate di 39,5 milirdi di maggio .
Occorre aggiungere che anche le banche centrali estere hanno ridotto le loro posizioni in asset Usa: di 2,7 miliardi dollari a 3.300 miliardi dollari nella settimana che si è chiusa il 14 agosto.
Non diverso è il trend sugli altri asset.
Se si comprendono anche gli asset a breve scadenza, come i bill, gli investitori esteri hanno venduto un netto di 19 miliardi dollari nel mese di giugno, a fronte di acquisti per 56,6 miliardi dollari al mese precedente.
Anche le azioni degli Stati Uniti sono state penalizzate. Gli investitori esteri hanno venduto 26,841 miliardi di dollari di titoli azionari nel mese di giugno, dopo aver venduto 8,62 miliardi dollari a maggio. Essi hanno anche venduto 5,2 miliardi di debito delle agenzie degli Stati Uniti, dopo la vendita di 10,3 miliardi dollari in maggio.