GUERRA IN SIRIA, ATTACCO USA?/ "Ho visto i laboratori chimici ma sono usati dai ribelli"

parlare male del dittatore Assad quando finanziamo direttamente i vari emiri, re e reucci e' paradossale:
arabia saudita (che ha invaso lo Yemen con truppe di terra)
Kuwait
Dubai
Pakistan
Turchia
e queste solo nella zona araba
La verita' e' che la Siria e' stata creata da Inghilterra e Francia e ora reclamano la proprieta' e il motivo e' semplice eliminare la Siria per dividersi territori e risorse come per l'Iraq.
Ovviamente la Russia dice "e il popolo siriano?"
la risposta della elite occidentale e' ovvia "sterminio silente o forse leggermente piu' rumoroso dei palestinesi"
dal 2011 500.000 morti in Siria e senza gas!

ormai e' prassi e perfino qui in europa ci stanno lentamente annientando con le politiche "UMANITARIE"
 
CHI bombarda la Siria aiuta i terroristi islamici
Con le bombe, con litigi e arroganza non si costruisce niente (14/04/2018)
 
Però Salvini non aveva niente da dire contro i bombardamenti dell' esercito di Bashar al Assad che uccidevano civili e bambini.

20 febbraio 2018
(askanews) – Un massacro con quasi 200 morti fra i civili, di cui 60 bambini. È il bilancio di tre giorni di bombardamenti incessanti sulla roccaforte ribelle della Ghouta, a Est di Damasco, da parte del regime siriano di Bashar al-Assad. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, l’attacco ha provocato 17 morti domenica 18, 127 morti lunedì 19 e 50 morti martedì 20 febbraio. Giornalisti e cameramen dell’Agence France Presse hanno ripreso drammatiche immagini di feriti e morti in un ospedale di Douma, fra cui molti bambini.

L’opposizione siriana in esilio ha parlato di una “guerra di sterminio” e ha criticato il “silenzio della comunità internazionale”. Nasr Al-Hariri, presidente della Commissione
Negoziale Siriana:

“Quello che sta succedendo a Ghouta è un crimine di guerra. Il diritto internazionale è molto chiaro su questo punto ma in Siria l’attuazione del diritto internazionale non esiste”.

Ora, la popolazione teme l’arrivo delle truppe terrestri del regime di Damasco:

“Dove possiamo andare con i nostri bambini, i nostri ragazzi, dove possiamo andare? Vogliamo un posto sicuro, per proteggere il nostro paese. I rinforzi per la sicurezza sono irrilevanti, sentiamo il suono degli aerei che terrorizza i nostri bambini, sentono i droni, li terrorizzano. Dove possiamo andare con i nostri bambini che stanno seduti sotto questo terrore, questo orrore. Non osiamo uscire, non osiamo portarli in nessun posto, in un rifugio”.

Le organizzazioni internazionali come l’Unicef hanno definito l’eccidio come “peggiore di quello di Aleppo”. Secondo l’ong Save the Children, più di 350.000 civili sono intrappolati nell’enclave in mano ai ribelli. Abu Mohammed, costretto da giorni a vivere rifugiato in una cantina parla di 300 famiglie con 4-5 bambini ciascuna che sono nelle stesse condizioni.

“Tutto il mondo ci vede, vedono le condizioni in cui viviamo. Dico a tutti quelli che ci vedono: se lo sapete già, è un problema, se ancora non lo sapete, è un problema ancora più grande. Sono otto anni che andiamo avanti così…è il settimo anno e stiamo per entrare nell’ottavo”.

Siria, orrore a Ghouta: regime uccide 200 civili, 60 sono bambini
 
DI HELODIE FAZZALARI - 12 APRILE 2018 17:00

...

Ne abbiamo parlato con Francesco Tosato, senior analyst e responsabile del Desk Affari Militari presso il Cesi.

Secondo lei, è il regime di Assad ad aver bombardato con le armi chimiche?

La questione dell’attribuzione degli attacchi chimici in Siria è estremante problematica perché al momento non è possibile fare delle verifiche indipendenti sul terreno da parte dell’Organizzazione sulla proibizione delle armi chimiche (OPAC). Quindi, siamo di fronte alla propaganda di guerra di entrambi i contendenti. Da un lato il regime, che dice di non aver fatto nulla perché non ne avrebbe avuto la necessità militare considerando il fatto che sta vincendo, dall’altra parte i ribelli che, invece, sostengono che l’attacco sia stato fatto assolutamente dalle forze di Assad.

E’ importante arrivare a determinare con certezza il tipo di agente utilizzato perché se si trattasse di un gas di tipo militare, per esempio il sarin che il regime siriano aveva e che avrebbe dovuto consegnare completamente secondo gli accordi con l’OPAC già nel 2014, in questo caso sarebbe molto probabile che l’attacco possa essere stato fatto dal regime in quanto il sarin è un’arma ed è complicato da gestire, perché viene creato attraverso la miscela di alcuni precursori poco prima dell’uso e richiede un apparato dal punto di vista tecnico. Sarebbe difficile immaginare che possa essere stato nelle mani dei ribelli chiusi a Douma sotto assedio.

Diversa è la questione del cloro, ovvero quello che i media internazionali chiamano clorina dall’inglese ‘chlorin’ che in realtà sarebbe il gas di cloro. Il cloro è un gas industriale, è già stato usato nel passato per degli esperimenti nel corso della prima Guerra mondiale, è un gas irritante e assolutamente nocivo per l’uomo. Arrivando da percorsi industriali abbastanza comuni è stato, conseguentemente agli inizi dell’uso dei gas come arma chimica, tra i primi ad essere sperimentato. In seguito è stato considerato poco efficace nel caso di una guerra di massa come la Grande Guerra ed è stato sostituito con armi più letali.

Nel complesso abbiamo visto che in Siria è emerso l’uso del cloro soprattutto nell’ultima parte del conflitto, quindi dopo l’accordo tra il Governo siriano e l’OPAC che avrebbe portato alla consegna di tutto, o quasi tutto, l’arsenale di gas militari come il sarin o l’iprite, nota come gas mostarda, anche questo già nato ai tempi della prima guerra mondiale. Bomboloni di cloro utilizzati in diversi momenti del conflitto siriano negli anni scorsi, come arma chimica dei ‘poveri’, utile per lanciare degli attacchi mirati con degli effetti comunque devastanti sulla popolazione civile. Il problema è che essendo il cloro un gas industriale abbastanza facile da trovare, ovviamente l’attribuzione diventa di per se ancora più difficile. Mentre se parliamo di gas militari, armi chimiche vere e proprie che richiedono alle spalle della capacità, è più facile pensare che dietro a questi attacchi ci sia chi ha ancora a disposizione parte di un’infrastruttura statale, come appunto le forze fedeli al Governo del Presidente Assad; dall’altra parte quando iniziamo a vedere sul campo attacchi con gas di uso industriale, quindi più facilmente reperibili, qui le cose un pò si complicano. Abbiamo già visto che soprattutto nel confinante teatro iracheno anche Daesh un’organizzazione terroristica, per quanto all’epoca statuale, ha utilizzato il cloro e degli agenti gassosi nocivi contro le forze della coalizione e contro i propri nemici. Quindi questa dinamica ci fa capire che esiste almeno teoricamente anche la possibilità che ci possano essere degli altri attori, nell’ambito di quello che è il teatro siro-iracheno, che sono in grado di maneggiare i gas, almeno quelli di origine industriale, e di utilizzarli come armi. Quindi per questo diventa difficile se non c’è una verifica internazionale con osservatori delle Nazioni Unite, determinare chi ci sia dietro a questo attacco. Ovviamente le ricostruzioni più ‘credibili’, anche rispetto alle immagini che si sono viste, fanno propendere per il fatto che questi bomboloni di cloro possono essere stati lanciati su Douma da degli elicotteri appartenenti alle forze governative siriane. La ratio di quest’attacco sarebbe stata sostanzialmente dare l’ultima spallata per costringere i ribelli, che ancora non volevano lasciare la città, ad arrendersi ed a accettare il trasferimento in un’altra parte della Siria, consegnando la città al regime senza eccessivo spargimento di sangue. La ratio di quest’ipotesi è il fatto che i combattimenti urbani sono molto sanguinosi, è molto difficile anche per le forze governative siriane entrare in un contesto urbano e combattere casa per casa. Con questo colpo avrebbero ‘spezzato’ la resistenza anche psicologica dei ribelli e il regime, mandandoli via, si sarebbe risparmiato una battaglia molto sanguinosa risparmiando anche i suoi uomini.

Siria: la verità che si nasconde dietro i bombardamenti chimici — L'Indro
 
Risposte agli assadisti

Perché molti fanno fatica ad ammettere che il regime siriano ha usato armi chimiche contro il suo popolo? Obiezioni e sospetti, esaminati uno per uno

di Daniele Raineri

13 Aprile 2018 alle 06:00

...

E’ vero che Assad sta vincendo la guerra e l’esito è ormai scontato, ma ha ancora molte battaglie davanti. E soffre di un problema enorme: la mancanza di soldati. Non lo dicono la Cia o George Soros, le mazzette per evitare l’arruolamento coatto hanno raggiunto prezzi stellari e tutti i gruppi ribelli che capitolano – grazie ai mediatori russi – e che non accettano il trasferimento verso le zone ancora ribelli sono prontamente riciclati in milizie filogovernative, proprio per supplire alla scarsità di uomini.Il che spiega perché soltanto di recente Assad ha cominciato la battaglia per riprendere la zona della Ghouta, che dista soltanto dieci chilometri dal centro della capitale, e così sloggiare le migliaia di guerriglieri locali che in tutti questi anni gli avevano resistito. Ha un bisogno estremo di rimpinguare i suoi reparti. La polizia batte le università e i posti di blocco per cercare giovani che hanno approfittato del caos della guerra per fuggire dal servizio militare, le mazzette per evitare l’arruolamento coatto hanno raggiunto prezzi stellari e tutti i gruppi ribelli che capitolano – grazie ai mediatori russi – e che non accettano il trasferimento verso le zone ancora ribelli sono prontamente riciclati in milizie filogovernative, proprio per supplire alla scarsità di uomini. Tra poco comincerà un’offensiva per liberare il campo di Yarmouk, che è un quartiere a sud della capitale in mano allo Stato islamico e i reparti che saranno mandati avanti sono tutti formati da ex ribelli.

Per vincere Assad doveva prendere Duma, una cittadina che in tempi normali ha centodiecimila abitanti e dista pochi chilometri dal centro di Damasco. Dentro Duma erano ancora trincerati ottomila combattenti del gruppo Jaish al Islam, con almeno trenta pezzi d’artiglieria e centinaia di ostaggi, e il tutto era complicato dalla presenza di quarantamila civili. Questi dati non sono mai citati, ma è chiaro che sarebbe stata una battaglia violentissima. Ricordiamo cos’è successo agli americani quando tentarono di riprendere Fallujah in Iraq nel 2004? Ci vollero quasi due mesi per vincere contro meno di quattromila guerriglieri – e gli americani non ci andarono leggeri: proiettili incendiari al fosforo bianco, munizioni perforanti all’uranio impoverito – e alla fine la città era un cumulo di rovine. E più di recente si può ricordare cosa è successo in Libia, a Sirte, quando seimila combattenti delle milizie locali appoggiati dagli aerei americani provarono a prendere a strappare la città in mano a un numero non meglio definito di fanatici dello Stato islamico – tra i duemila e i tremila. Ci vollero sei mesi di scontri casa per casa e strada per strada e quando finirono, a dicembre 2016, soltanto un combattente libico su sei tornò a casa sulle sue gambe: gli altri cinque o erano feriti o erano morti.

Assad ha usato la scorciatoia chimica perché gli mancano gli uomini, ma non c’è soltanto questo motivo. Il rais sta vincendo ma ha il problema enorme di come controllare la popolazione che gli si è rivoltata contro. Quindi ha bisogno di molta manovalanza anche per il dopo, perché prima della guerra civile esercitava un controllo di sicurezza capillare, deve riportare le forze di sicurezza a quel livello. E deve anche spezzare la volontà dei siriani che gli si sono opposti. Chi si è ribellato ed è sopravvissuto dev’essere persuaso che la rivoluzione è impossibile oltre che inutile. I baathisti non cercano soltanto la vittoria, ce l’hanno già quasi in tasca grazie all’aiuto ricevuto dall’Iran e alla Russia, vogliono anche la capitolazione morale e psicologica dei nemici. E’ una versione contemporanea di una lezione che i classici conoscevano bene. Pensate ai romani che spargono il sale sulle rovine di Cartagine in modo che non cresca l’erba e in modo che le rovine stesse restino come ammonimento. Pensate a Omero che racconta di come Achille lega il cadavere di Ettore al suo carro e poi lo fa passare sotto le mura di Troia, in modo da terrorizzare gli assediati che avevano appena perso il loro campione. Oppure pensate ancora al dittatore iracheno Saddam Hussein, che ordinò una rappresaglia tremenda contro gli sciiti quando si ribellarono contro di lui nel 1991 – e aveva appena perso la guerra del Golfo contro gli americani. Quando Human Right Watch ebbe accesso all’Iraq tra il 2003 e il 2006 trovò più di duecento fosse comuni, una secondo le stime conteneva più di diecimila cadaveri. Senza andare lontano, c’è l’esempio di Hama in Siria: nel 1982 quando la rivolta della Fratellanza musulmana era ormai domata il padre di Assad, Hafez, ordinò ai soldati guidati da suo fratello Rifat di radere al suolo un terzo della città con l’artiglieria. Il numero di morti non fu mai chiarito, è fra i diecimila e i quarantamila. La lezione fu recepita. C’è voluta un’altra generazione perché qualcuno si ribellasse alla dinastia Assad.

Duma è caduta grazie all’uso di armi chimiche? Potrebbe essere. Jaish al islam era impegnato in trattative con i russi, ma si erano arenate.
I governativi siriani sono intervenuti a modo loro. Il giorno della rottura dei negoziati, nel pomeriggio, ci sono stati due bombardamenti con armi chimiche, alle quattro e alle sette e trenta. Il giorno dopo la strage il gruppo ha accettato la capitolazione. Un combattente del gruppo, Yasser Dalwan, ha detto a Josie Ensor, corrispondente del Telegraph a Beirut: “Certo che l’attacco chimico è stato la cosa che ci ha spinti ad accettare l’accordo”.

Molti dicono che si è trattata di una strage fatta da qualcun altro per incolpare il governo siriano e attirare un intervento internazionale.

Ecco il fatto incredibile: chi dice queste cose – quindi chi sostiene la teoria dell’operazione false flag – rifiuta di portare anche soltanto un piccolo elemento di prova per corroborare la sua tesi. Non spiega chi sarebbe allora il responsabile della strage. E non spiega come avrebbe fatto materialmente a fare la strage. Il mandante misterioso ha inviato una sua squadra provvista di tute e maschere antigas dentro una città assediata fuori da militari dal grilletto facile e dentro piena zeppa di ribelli islamisti – e bombardata dall’alto a ciclo continuo – per soffocare decine di uomini, donne e bambini con armi chimiche tra le quattro e le sette di pomeriggio e poi l’ha fatta uscire, senza che nessuno la vedesse? Oppure ha bombardato Duma dall’alto con aerei invisibili che sono sfuggiti agli altri aerei e ai radar nella zona più sorvegliata del pianeta, da Russia, America, Iran, Siria, Israele e altri? Oppure ha convinto i ribelli a uccidere le loro famiglie – o a suicidarsi assieme a loro – in una strage false flag per far scattare l’intervento internazionale e loro sono stati così scemi da accettare dopo che le due stragi precedenti, 1.400 morti nell’agosto 2013 e cento morti nell’aprile 2017, non hanno impedito a Bashar el Assad di vincere la guerra? Non solo, ma mentre la mano misteriosa faceva questo, due elicotteri siriani dello stesso tipo usato per sganciare barili bomba al cloro sono decollati dalla vicina base aerea di Dumayr e hanno sorvolato la zona colpita. La mano misteriosa non è soltanto intrepida e letale, ha anche un tempismo perfetto (sarcasmo). Ci chiedono di credere a un complotto dalla realizzazione enormemente complessa – non una, ma tre volte – e non c’è un briciolo di prova. Eppure chi ne parla non si sente mai in obbligo di spiegare, anzi crede di fare la figura di quello intelligente. Diciamolo: se il governo americano o il governo israeliano provassero a dire che i loro nemici si sono ammazzati da soli, o che una mano misteriosa li ha ammazzati al posto loro, sarebbero subissati dal ridicolo in eterno. C’è un doppio standard: la Russia e Assad parlano e dovremmo creder loro sulla fiducia.

Non sarà come nel 2003, quando il segretario di Stato americano, Colin Powell, andò alle Nazioni Unite a mostrare la fialetta con l’antrace per giustificare l’invasione americana in Iraq e poi si scoprì che Saddam Hussein non aveva alcuna arma di distruzione di massa?

E’ l’esatto contrario. Colin Powell andò davanti alle Nazioni Unite il 5 febbraio per convincere l’assemblea che Saddam aveva armi di distruzione di massa e che quindi il regime change in Iraq era necessario. In Siria il governo siriano ha ammesso di avere le armi chimiche nel luglio 2012 e le Nazioni Unite hanno dimostrato che il governo siriano ha usato le armi chimiche. A ottobre 2017 la commissione d’inchiesta dell’Opcw ha stabilito che il bombardamento con l’agente nervino che ha ucciso cento persone a Khan Sheikoun vicino Idlib nell’aprile 2017 è responsabilità del governo siriano. Ha inoltre stabilito che l’agente nervino usato nel massacro della Ghouta che uccise 1.400 persone nell’agosto 2013 è lo stesso delle scorte del governo siriano (grazie ad alcuni elementi chimici in comune). Si capisce la differenza no? Colin Powell cercava di convincere le Nazioni Unite che in Iraq c’erano armi di distruzione di massa, ma non furono trovate. In Siria le Nazioni Unite dicono che ci sono armi chimiche (e l’ha detto anche il governo siriano) e ne vediamo gli effetti quando sono usate. Il paragone con la fialetta di Powell è folle.


I russi dicono che non c’è stato alcun attacco chimico.

La posizione del governo russo e di quello siriano è che non c’è nulla di vero. L’attacco è un’invenzione, le vittime con la schiuma alla bocca filmate mentre agonizzano sono un’invenzione, i morti e i funerali pure sono un’invenzione. Una messinscena enorme ordita da potenze straniere. La posizione del governo iraniano invece è diversa, sostiene che la strage c’è stata ma che è stata fatta dai ribelli per incolpare Assad. Mercoledì la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha scritto forse in un momento di confusione che se gli americani attaccano è per cancellare le prove della strage con armi chimiche, quindi in un colpo solo ha ammesso che la strage è vera e ne ha incolpato gli americani. Poi la versione russa è tornata quella di prima: non c’è nulla di vero. Il giorno dopo l’attacco la zona è stata evacuata dai ribelli ed è passata sotto il controllo di governativi siriani e di militari russi. I militari russi hanno detto che non c’è alcun segno di un attacco chimico, anche se esistono i filmati e le foto che mostrano i serbatoi caduti dall’alto con agenti tossici. In realtà i segni ci sono. L’Organizzazione mondiale per la Sanità a Damasco ha detto di avere soccorso cinquecento persone con sintomi di soffocamento. I media internazionali hanno raccolto le testimonianze di chi c’era – anche di medici, che per primi hanno riconosciuto i sintomi – che sono concordanti fra loro e concordano con i video e le fotografie. Damasco e Mosca hanno chiesto all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche di mandare una missione investigativa. Però l’ultima missione investigativa dell’Opcw ha stabilito che il governo siriano è colpevole della strage con armi chimiche dell’aprile 2017 e per questo a novembre 2017 la Russia ha sciolto con un veto alle Nazioni Unite quella commissione. Insomma, chiamare la missione è un espediente per prendere tempo, tanto poi ignoreranno le conclusioni.


Ma anche i ribelli hanno usato le armi chimiche.

Ci sono due grandi equivoci in questa frase. Il primo è che gli attacchi chimici sono di due categorie, quelli rudimentali fatti con le bombe al cloro – che in molti casi non fanno vittime e creano soltanto panico, a uccidere è più che altro l’esplosione – e quelli sofisticati eseguiti con agenti molto complessi da produrre e da custodire come il sarin, che è molto corrosivo e può essere prodotto soltanto poco prima dell’uso. Il secondo equivoco è che non si tratta di “ribelli”: soltanto lo Stato islamico ha usato il cloro per arricchire le sue bombe e creare una zaffata verdognola e tossica post esplosione, e soltanto molto di rado negli anni passati. Gli attacchi di questo tipo non hanno mai fatto vittime su scala comparabile agli attacchi sofisticati del secondo tipo, anzi è proprio difficile trovare dei casi accertati. Gli attacchi con il sarin che uccidono decine di persone sono riconducibili soltanto al governo. I ribelli assediati a Ghouta non erano dello Stato islamico e non usano le bombe al cloro.


Il capo di stato maggiore russo, Valery Gerasimov, il 13 marzo ha detto che ci sarebbe stato un attacco contro i civili con armi chimiche e che sarebbe stato il risultato di un’operazione false flag per incolpare il governo siriano. Ventisei giorni dopo quell’attacco c’è stato. Come la mettiamo?

L’avvertimento del generale russo è facile da spiegare se si conta che in Siria ci sono stati molti più attacchi con armi chimiche di quanti ne abbia registrato l’opinione pubblica mondiale. Dall’agosto 2013 sono stati 85 e di solito sono minori, con il cloro, con pochissime vittime o zero vittime e non riescono a superare la soglia dell’attenzione dei media. Russia e Siria non sono un monolite che prende decisioni all’unisono, a volte divergono senza darlo troppo a vedere. Per esempio Mosca aveva chiesto al presidente Bashar el Assad di non tenere le elezioni presidenziali del 2014, per rendere meno problematici i negoziati, ma lui era andato avanti lo stesso. Se Gerasimov temeva che i siriani avrebbero forzato la mano e usato le armi chimiche, allora conveniva mettere le mani avanti e parlare in anticipo di una messinscena pianificata fuori dalla Siria per dare la colpa ad Assad. Inoltre c’è la possibilità che i siriani non volessero compiere un bombardamento così serio, talmente serio da finire sui media internazionali, ma un attacco in scala minore per mettere pressione sugli assediati. Una bomba con un agente tossico ha sfondato il tetto di un edificio che era affollato di gente che scappava dalle bombe convenzionali. Se avesse centrato un altro tetto, il numero delle vittime sarebbe stato molto inferiore.

Risposte agli assadisti
 
Ultima modifica:
In genere dopo un omicidio i primi ad essere indagati per sospetto sono le persone che traggono vantaggi dalla morte della vittima.
Chi trae vantaggio dalla morte dei bambini con armi chimiche?
Assad? Per quale motivo doveva usarle dato che sta vincendo clamorosamente contro i terroristi finanziati da diciamo occidentali
Servizi segreti inglesi/usa interessati a trovare un buon casus belli per eliminare Assad dal 2009 ovvero da quando si e rifiutato di far passare la pipeline del quatar?
Siria, dietro il conflitto l’eterna guerra per le pipeline
Oppure i terroristi che potrebbe usare queste armi contro bambini per intenerire l'opinione pubblica occidentale accreditarsi finanziamenti e consenso?

Non è una questione politica ma di logica
Escludo la prima opzione e sarei piu propenso a una combinazione di interessi fra terroristi e servizi segreti occidentali
 
Ultima modifica:
Per quale motivo doveva usarle dato che sta vincendo ... ?

La risposta a questa e ad altre domande era nell' articolo inviato prima.

Risposte agli assadisti

Con le armi chimiche si spezza più rapidamente la volontà dei ribelli evitando di dover combattere casa per casa. Ad Assad scarseggiano i combattenti, meglio ( dal suo punto di vista) accorciare i tempi della resa dei ribelli usando metodi brutali. Metodi spietati possono far ricordare che il costo di ribellarsi al feroce dittatore Assad sono altissimi. In questo si ispira al padre che aveva massacrato brutalmente nemici e oppositori.

Non c'è un tentativo di deporre Assad.
Gli stati che hanno lanciato missili hanno detto che vogliono solo scoraggiare l'uso di armi chimiche, ma che non vogliono provocare un cambio di regime.
Se avessero voluto eliminare Assad, senza preavviso avrebbero cercato di colpire residenze in cui si potesse trovare, ma non lo hanno fatto.

I missili hanno colpito siti chimici del regime di Assad, ma non modificano in misura significativa i rapporti di forza in Siria.

Siria: i missili di Usa, Gb e Francia sui siti chimici di Assad. Trump poi chiama e ringrazia i due alleati - Mondo


Rep


Attacco in Siria, Trump: “Azioni mirate contro l’uso di armi chimiche”
...
Trump ha scaricato la responsabilità su Assad, per l’attacco di Douma: «Queste non sono le azioni di un uomo, ma i crimini di un mostro». Quindi ha spiegato la strategia: «Lo scopo delle nostre azioni è stabilire un forte deterrente contro la produzione, la diffusione e l’uso delle armi chimiche.
...
 
Ultima modifica:
Non c'è un tentativo di deporre Assad.

Certo certo come no, qui siamo tutti scemi :)

Aug 18, 2011 - Obama ha dichiarato che al Assad deve andarsene "per il bene del popolo siriano"

Jul 6, 2012 - Bashar al Assad "deve andarsene, nell'interesse della Siria, dei Paesi vicini e di tutti quelli che sono interessati alla pace nella regione": ha continuato il presidente francese. Hollande

May 13, 2013 - Siria: Obama e Cameron insistono, Assad deve andarsene. (ASCA)

Oct 22, 2015 - Assad deve andarsene, è la fissazione della Mogherini

Sep 19, 2015 - "Da un anno e mezzo diciamo che Assad deve andarsene, ma quando e in che modo deve essere deciso nel contesto del processo e dei negoziati di Ginevra", ha aggiunto Kerry

Oct 6, 2015 - Gentiloni: Assad deve andarsene
Nov 24, 2015 Holland:"colpiremo duro i daesh Assad deve andarsene"

ma c'e' anche chi "Assad deve essere ucciso" ma non lo dicono in TV

Wikileaks, Hillary Clinton scriveva: “Il modo migliore di aiutare Israele a gestire la crescente capacità nucleare dell’Iran è aiutare il popolo siriano a rovesciare il regime di Bachar al-Assad”. “sarebbe buona cosa minacciare di morte direttamente la famiglia del presidente Assad”.

e questa una che poteva essere eletta presidente ....
ahahah gli Usa sono ormai uno stato canaglia e ci hanno trascinato anche noi nello stesso destino
 

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