HO FATTO IL TEST PER IL QI... TUTTO BENE, SONO NEGATIVA!

Si stanno cumulando quantità enormi di acquisti di Titoli di stato dell’Area Euro,
e questo sta iniziando a preoccupare le grandi banche e gli operatori professionali.

La Spagna ha attirato più di 130 miliardi di euro di ordini da un pool di investitori sui titoli a di 10 anni a gennaio, la seconda transazione record in 12 mesi.

A febbraio, una vendita decennale in Italia ha attirato 108 miliardi di euro di ordini, battendo un record stabilito la scorsa estate.

Anche la Grecia, ex beneficiaria del salvataggio, ha attirato una folla con un nuovo debito a 30 anni, il primo dalla crisi finanziaria.



I registri degli ordini sovradimensionati hanno aiutato gli addetti al tesoro dei paesi a ottenere costi di prestito più favorevoli,
ma hanno anche reso più incostante quello che di solito era un noioso processo di “contabilità”
e reso più difficile giudicare se gli ordini fossero davvero rappresentativi dell’interesse del mercato in questi prodotti.


“Prima un portafoglio ordini era considerato una misura ragionevole della domanda”,
ha affermato Lyn Graham-Taylor, stratega dei tassi senior di Rabobank.
La dimensione del portafoglio ordini ha iniziato ad aumentare nel 2017, ha detto,
ma è “schizzata alle stelle” nel 2020 e finora quest’anno, raggiungendo “numeri francamente ridicoli”.


Nell’area dell’euro, il rapporto medio bid-to-cover, cioè il rapporto fra ordini e offerta – una misura standard della domanda –
è aumentato di circa il 40% nel 2020 rispetto all’anno precedente, ed è aumentato quest’anno, come mostrano i dati compilati da Rabobank.


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La domanda del settore privato per il debito pubblico dell’area dell’euro è supportata
da un massiccio programma di acquisto di obbligazioni della Banca centrale europea,
che cerca di sostenere le condizioni finanziarie e un’economia ostacolata dallo shock del coronavirus.


Dallo scorso marzo, il programma di acquisto obbligazionario di emergenza Covid-19 della banca centrale
ha assorbito oltre 760 miliardi di euro di debito del settore pubblico, acquistando dopo la sua emissione sul mercato secondario.

Questo riduce l’offerta per gli investitori del settore privato.


Però non è soltanto questo il problema: gli hedge fund e le banche che concludono questi grandi accordi di acquisto
sono estremamente sensibili alla variazione dei tassi e si muovono fra i mercati con grandissima velocità:
circa la metà degli ordini giunti in Italia e Spagna non erano altro che ordini provenienti dal mercato del Gilt inglese e che si è mosso verso quello continentale.


Si tratta quindi di valori estremamente fluttuanti, che come sono giunti, potrebbero andarsene.


Comunque ora permettono di finanziare la nostra ripresa a dei tassi molto convenienti, e sarebbe giusto battere il ferro finchè è caldo.

A che servono ora il Sure ed il Recovery?
 
Le esperienze internazionali mostrano sempre più come il ruolo della vitamina D sia molto incisivo nella lotta contro le forme più gravi del Covid.

Dai Paesi scandinavi all’Italia non mancano gli esempi di protocolli che danno credito agli studi fin qui condotti.

Il perché è presto detto: gli integratori di vitamina D hanno costi irrisori
e aiutano a far vincere la battaglia contro l’epidemia già da casa evitando il sovraffollamento degli ospedali.

Tuttavia, nel nostro Paese, lo studio è preso in considerazione solo dalla Regione Piemonte.


L’importanza della vitamina D è riconosciuta sin dai tempi in cui la ricerca scientifica ha mosso i primi passi.

Tra i numerosi benefici che essa è in grado di arrecare al corpo umano ve n’è uno che,
in questo momento caratterizzato dalla pandemia da coronavirus, non può essere sottovalutato.

Si tratta della capacità di ridurre il rischio di influenze e malattie legate alle vie respiratorie.

Studi specifici hanno dimostrato come la sua carenza possa portare ad una maggiore esposizione al rischio di contrarre la polmonite.

Tra le ricerche eseguite di recente, a confermare le varie tesi in tal senso v’è quella eseguita a Tor Vergata
e che ha messo in evidenza come la presenza di vitamina D nel sangue sia stata fondamentale per prevenire i casi di Covid in forma grave.

Al contrario, i casi di esito fatale, sono stati ricollegati
a chi presentava valori di vitamina D significativamente inferiori del 40% rispetto ai soggetti sopravvissuti.

Lo studio italiano è approdato in una delle riviste scientifiche più importanti al mondo: The Journal of the American College of Nutrition.


Non è un caso se in un’altra prestigiosa rivista, ossia The British Medical Journal,
il 7 aprile dello scorso anno stati pubblicati altri simili studi condotti dal ricercatore Robert A. Brown nella quale si legge:

“Probabilmente è urgente che la ricerca sia fatta, per determinare se la carenza di vitamina D nel caso di COVID-19,
incida su infezione, progressione, gravità e mortalità. I test della vitamina D nel sangue sono economici.
Le cartelle dei pazienti devono essere conservate in ogni caso. Il lavoro aggiuntivo e l’onere del rischio
nel prendere le misurazioni della vitamina D sono limitati.
Tuttavia, la ricompensa potrebbe essere molto significativa, persino un punto di svolta”.


Nel nord Europa vi è la grande penisola scandinava composta da diversi Stati
la cui posizione geografica e l’alta latitudine determinano la rigidità del clima.

In Norvegia così come in Finlandia o in Danimarca, poter godere dei caldi raggi solari diviene pressoché una chimera.

Motivo questo per il quale, sin da sempre, si è cercato di sostituire l’apporto naturale di vitamina D,
assorbita tramite l’esposizione al sole, con degli integratori.

In questi Paesi, sin da bambini, si viene educati all’assunzione di questa vitamina perché appunto ritenuta di fondamentale importanza.

A confermare le “abitudini” scandinave è il presidente della fondazione Hume Luca Ricolfi:

“Essendo popoli molto evoluti, proprio per questa carenza ambientale
la somministrano da diversi anni artificialmente ai bambini fin da neonati”.

Ed ecco che durante la pandemia, soprattutto con riferimento alla seconda ondata che ha investito l’Europa, sono emersi alcuni dati di particolare importanza.

La Finlandia ad esempio, secondo quanto riportato dalla Cnn,
“ha registrato la media più bassa d’Europa di infezioni e decessi pro capite negli ultimi mesi.
È riuscita a contenere i focolai locali pur seguendo alcune delle restrizioni più rilassate del continente”.

Tutto questo nonostante “i movimenti interni non erano limitati – si legge nel documentario del network di Atlanta
chi ne aveva bisogno poteva frequentare la scuola e i luoghi di lavoro di persona e non era obbligatorio indossare la mascherina”.

Analogo discorso vale per Norvegia e Danimarca.

L’educazione all’assunzione di vitamina D in questi ruoli potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nel contenimento della mortalità per Covid.


In Spagna le ricerche su possibili effettivi positivi dettati da specifiche cure basate sulla vitamina D, sono partiti nella seconda metà del 2020.

Uno studio pubblicato su Lancet ha dato riscontri positivi.

All’Hospedal del Mar di Barcellona ad esempio, a 551 pazienti Covid è stato somministrato il calcifediolo, farmaco a base di vitamina D.

Di quel gruppo di persone ricoverate, solo in 30 sono finite in terapia intensiva.

La conclusione delle ricerca è stata chiara: l’uso di farmaci del genere ha impedito l’aggravamento delle condizioni di salute di molti pazienti.

Cosa ha comportato tutto questo?
In primo luogo un tasso minore di occupazione di posti letto in terapia intensiva.

Circostanza confermata nei media spagnoli anche da José Manuel Quesada,
medico dell’ospedale di Cordoba tra i più impegnati nella ricerca:

“L’uso del calcifediolo – ha dichiarato – potrebbe diminuire le ospedalizzazioni dell’80%”.


Una cifra che, se confermata da altri riscontri, avrebbe l’aspetto di un’autentica manna per i sovraccaricati sistemi ospedalieri europei.

Perché la vera guerra contro il Covid sta proprio nella necessità di alleggerire il più possibile la pressione sugli ospedali.

In tal senso il ruolo della vitamina D potrebbe diventare fondamentale.


Non è un caso che in Gran Bretagna già a novembre un protocollo del ministero della Sanità
ha previsto la consegna gratuita di integratori di vitamina D ad almeno 2.7 milioni di persone.

Un nutrito gruppo al cui interno sono compresi anziani e soggetti più deboli.


In Italia al momento non sono previste specifiche misure sulla vitamina D.

Soltanto la Regione Piemonte si è mossa in tal senso.

Il 6 marzo è stato infatti modificato il protocollo per la presa a carico a domicilio dei pazienti Covid
effettuata dalle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca).

Al suo interno è stato previsto anche l’uso di integratori e farmaci a base di vitamina D:

“Siamo convinti, perché lo abbiamo riscontrato sul campo fin dalla prima ondata,
che in molti casi il virus si possa combattere molto efficacemente curando i pazienti a casa
si legge nella nota dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi
Non vuol dire limitarsi a prescrivere paracetamolo per telefono e restare in vigile attesa, ma prendere in carico i pazienti a domicilio”.


La vera sfida per il contrasto all’attuale emergenza sanitaria, sta quindi nel prevenire le ospedalizzazioni
e contrastare il virus quando ancora le infiammazioni non hanno provocato l’insorgenza di gravi patologie
.


L’implementazione dell’uso della vitamina D andrebbe in questa direzione.

L’esempio piemontese è però attualmente l’unico in Italia.

Elemento che pone il nostro Paese in ritardo sulle cure domiciliari.


Eppure, anche ad emergenza finita, l’argomento potrebbe essere essenziale per il futuro della sanità:

“L’emergenza coronavirus – ha infatti commentato lo studioso Pierluigi Fagan
ha fatto notare l’importanza di virare verso una sanità di prossimità,
in grado di essere più radicata sul territorio e non intervenire soltanto nella fase di ospedalizzazione”.
 
Lo vedo male il bidet


Il ritiro dell’ambasciatore russo a Washington,
dopo che Joe Biden ha dato pubblicamente dell’assassino a Vladimir Putin,
rappresenta il primo atto di un formale fronte bellico aperto dalla Casa Bianca contro il Cremlino.

L’intelligence del gruppo Biden-Clinton lavorava da tempo ad un dossieraggio anti-Putin:
una valanga di notizie false che, in primo tempo, servirono a screditare la presidenza Donald Trump,
lesionando i rapporti Usa-Russia, per accusare il presidente repubblicano d’aver usufruito d’un fantomatico (e mai dimostrato) aiuto elettorale di Putin.


Oggi quel dossieraggio, una vera valanga incontrollata di notizie false e manipolate,
rischia non solo di riportarci alla “guerra fredda” di sessant’anni fa,
ma anche di spalancare le porte ad un confronto tradizionale (guerreggiato) lungo i confini europei della Russia.

Ben sappiamo come l’Onu (molliccio discendente della Società delle Nazioni fondata nel 1920 dal presidente democratico Thomas Woodrow Wilson)
sia pavido spettatore negli storici focolai di guerra del pianeta e, di contro, alimenti da sempre la belligeranza Usa contro la Russia (ieri l’Unione sovietica).

Non è certo un caso che, gli unici presidenti Usa che abbiano sempre dialogato con Mosca siano stati Repubblicani
(sempre sgraditi all’Onu), e Donald Trump non è che l’ultimo esempio ed anche l’ultima vittima del dossieraggio anti-russo.


Dietro quest’attacco frontale a Putin si celano gli interessi d’egemonia planetaria di vari supporter della campagna elettorale di Joe Biden:

in primis Bill Gates, che vede in Putin l’ostacolo al controllo su una futuribile moneta unica elettronica mondiale
(rammentiamo che Bill Gates s’è proposto come Federal Reserve elettronica planetaria),

quindi i colossi multinazionali chimico farmaceutici (Pfizer, Glaxo, Astrazeneca, Bayer) statunitensi, inglesi e tedeschi
che hanno intrapreso una guerra commerciale al fondo sovrano chimico-farmaceutico Sputnik (finanziato dallo Stato russo),

e per finire la lobby democratica delle armi che ha scommesso su un confronto muscolare tra Occidente e Russia.

Quest’ultimo è anche ben visto a Francoforte, dove i big europei della finanza reputano sia facile ridurre la Russia nell’angolo,
casomai sottraendo altre Repubbliche dall’egida di Mosca:

la guerra civile in Ucraina è stata finanziata dai tedeschi,

altrettanto è avvenuto in Bielorussia per defenestrare il presidente Aljaksandr Lukashenko,

e non dimentichiamo che Aleksej Naval’nyj godrebbe delle simpatie l’intelligence berlinese.


Insomma, è decollata la campagna di Russia, e questa volta a Joe Biden toccherebbe giocare il ruolo che fu di Napoleone Bonaparte e Adolf Hitler.

Non dimentichiamo che Joseph Patrick Kennedy (detto Joe come Biden), padre di John Kennedy,
era l’ambasciatore Usa a Berlino che confidava nell’attacco tedesco all’Unione Sovietica:
aveva trattenuto Franklin Delano Roosevelt fino al 1941, e perché gli Usa non entrassero subito in guerra,
dicendosi certo che i tedeschi si sarebbero concentrati sulla Russia.

Tra le industrie Usa e quelle tedesche c’erano collegamenti anche durante il Terzo Reich:
ma la disamina sarebbe lunga, ed al momento basta considerare che la conquista della Russia fa gola ora come allora.


La rottura formale è stata oggi affidata alla traballante intervista che Joe Biden ha concesso ad Abc News:

“Secondo me Vladimir Putin è un assassino, con Mosca è un deterioramento irreversibile delle relazioni”.

Che avrebbe dovuto fare la Russia se non ritirare l’ambasciatore a Washington?

Poi è evidente che il giornalista George Stephanopoulos di Abc abbia recitato una parte in commedia,
utile a far dire a Biden “penso che Vladimir Putin sia un killer”.

Poi è venuta giù la vera dichiarazione di guerra a Putin ed a tutta la Russia imprenditoriale (quella che subirà altre sanzioni).

“Pagherà un prezzo per aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020”
ha detto Biden nell’intervista, e lo ha fatto dando forma a dicerie e menzogne
sulla presunta interferenza del Cremlino per favorire la rielezione di Donald Trump.


L’ambasciatore Anatoly Antonov (fino a ieri a Washington) è noto per poliedriche capacità di trattativa ed anche per innato equilibrio:
non ha commentato nemmeno con lo sguardo, è subito partito per Mosca,
“per relazionare ed aiutare a stabilire quali saranno i nuovi rapporti tra Usa e Russia” ha detto Sergey Lavrov (ministro degli Esteri russo).

Secondo fonti russe, invece sarebbe stata proprio l’intelligence legata al gruppo Biden-Clinton ad alterare le elezioni Usa, per garantire la sconfitta di Trump.


Viaceslav Volodin
(presidente della Duma) ha usato laconiche parole:

“Gli attacchi contro Putin sono attacchi contro il nostro Paese…
con la sua dichiarazione Biden ha offeso i cittadini del nostro Paese, è un’isteria causata dall’impotenza”.


Quella di Biden sembrerebbe stata anche una mossa per congelare la distribuzione del vaccino Sputnik in Occidente.


Intanto, secondo la stampa gradita al mainstream

“le dichiarazioni di Biden fanno volare l’economia”,

“i mercati promuovono Biden perché punta all’aumento delle tasse”…

insomma la finestra di Overton è bella e spalancata per le masse credulone d’Occidente.


Questo mentre la comunità russa di Usa ed Europa non nasconde le preoccupazioni su eventuali ritorsioni dovute alle scelte di Biden.
E sarebbe troppo semplicistico sostenere “sappiamo che i russi all’estero simpatizzano per Trump”.
A conti fatti, l’ex presidente Repubblicano aveva azzerato tutte le operazioni belliche statunitensi nel pianeta,
siglando anche la pace d’Abramo in Medioriente e poi garantendo che non vi sarebbero più state intrusioni occidentali nelle Repubbliche all’ombra di Mosca.


Biden si rivela il portavoce di gruppi di potere tutt’altro che pacifisti,

e lo fa in maniera sclerotica (forse per l’età),

ma anche per il fatto che è sempre stato una mezza schiappa:

da ragazzo era uno dei tanti galoppini di John Kennedy,

ed in sessant’anni di politica è sempre stato un gregario,

solo con Barack Obama uno scarso secondo.

I mercati (Black Rock, Open Foundation Company, Axa) chiedono guerra a Putin e il rimbambito Joe obbedisce.
 
Dopo aver risposto a Biden, che lo ha chiamato Killer, augurandogli una lunga vita,
Vladimir Putin è andato in TV e, dopo aver parlato della contesa , ha sfidato Biden a un confronto pubblico:


“Ci ho appena pensato ora … Voglio proporre al presidente Biden di continuare la nostra discussione,
ma a condizione che lo facciamo fondamentalmente dal vivo, live, come viene detto.
Senza ritardi e direttamente in una discussione aperta e diretta.
Mi sembra che sarebbe interessante per il popolo russo e per il popolo degli Stati Uniti “.



Un dibattito in diretta TV?


“Non voglio rimandare a lungo. Voglio andare nella taiga questo fine settimana per rilassarmi un po ‘”, ha detto Putin.


“Quindi potremmo farlo domani o lunedì. Siamo pronti in qualsiasi momento conveniente per la parte americana “.


Il leader russo ha anche detto di augurare a Biden “buona salute”.


“Gli dicevo: ‘Stai bene’. Gli auguro buona salute.
Lo dico senza ironia, senza scherzi ”, ha detto Putin.


Dato che sono passati più di 60 giorni da quando il presidente Biden ha risposto alle domande in una conferenza stampa formale,
sospettiamo che la Casa Bianca non coglierà l’occasione al volo; anche se siamo sicuri che Biden suggerirà di “portarlo dietro la palestra e picchiarlo a morte”.


Ricordiamo che Putin, riferendosi alle parole di Biden, gli ha anche detto che “Ci vuole un killer, per riconoscerne uno”..


Ecco l’intervista dove Biden prima gli dà del “Killer” e poi dice che “Pagherà un prezzo” per il suo operato:


EXCLUSIVE: Pres. Biden told @GStephanopoulos that he agreed Russian President Vladimir Putin is a "killer" and will "pay a price" for interfering in U.S. elections. Biden talks Cuomo, Putin, migrants, vaccine in ABC News exclusive interview pic.twitter.com/VtAGCvF9hp

— Good Morning America (@GMA) March 17, 2021
 
Premetto che non voglio entrare in polemica con nessuno, ma giusto per la cronaca ti informo che con questa linea di ragionamento cadi nella trappola di chi vuole portare allo sfascio il paese ossia "guerra fra poveri". Il problema non è quanto "alto" (si fa per dire) sia all'apparenza il bonifico a fine mese per "X", ma quanto "basso" sia quello che rimane a "Y" dopo che si è fatto il culo (sangue amaro) tutto il mese. Questo non è imputabile al "X" ma al "contesto generale" in cui sono inseriti "X" e "Y"

per me puo' scrivere cento pagine ma la sostanza non cambia: per decenni hanno munto, tutti sapevano, clientelismo a gogo.....quindi perchè cacchio io cittadino da anni sto contribuendo a mantenere gente che hanno percepito e percepiscono ancora sia in attività che in cassa integrazione ben oltre quello che l'azienda può pagare? tutto qua, trattasi di un minimo di equita, che chiedo la luna?

sapesse quanti ne ho visti al mio locale telefonare che STO MALE e poi tuffarsi in mare.....e in ogni ambito hanno preso a più non posso, specie con il rifornimento del carburante, o pensa che una villa l'operaio l'ha comprata con il solo stipendio? questa è l'italietta che ho visto io.
( fino a 2010 prezzo medi al mq isola sacra-fiumicino 2.300 eur usato fino a 3.500 il nuovo, ed è pieno di villini di dipendeti e operai aeroporto).
sprechi assurdi, servizi da premier come trasporto al lavoro, pure per figli per fare sport.

x, e y li lasci ai matematici e noti bene che un ristoratore MODERNO ha fatto la scuola alberghiera, è come minimo diplomato, oltre poi fare corsi specializzati (veda a tuscania) mirati o per imbarco, e comunque anche PRIMA minimo doveva studiare per accedere al ruolo in camera di commercio, e durante attività fa corsi obbligatori come haccp e sicurezza, direi pure che c'è troppa carta e troppi papponi dietro quel piatto di pasta.

vedo lei continua a parlare in modo SETTORIALE senza conoscere i numeri di un indotto complesso e la vita reale in loco:
ho citato palazzine alitalia via grenet ostia lido, ma là ci sono per la maggiore i VERI operai del tempo, motoristi addetti in pista ect..... i piloti e hostess le faccio notare che da decenni prediligono zona AXA E CASAL PALOCCO (zone in) ergo si, il giorno mi vedevo gente operaia nel locale, nei centri sportivi, poareti devono pure passare il tempo se pagati per anni senza far niente,,,,,,,, ma al sabato sera all'ESCHILO II intorno piscina con drink con musica dal vivo ci trovavo il personale di volo, più benestante, tanto che l'auto più scalcinata nel parcheggio era la mia opel 2000..... detto ciò penso che se tutti gli italiani sapessero a chi stanno dando aiuti grazie a sindacalisti nei governi, scoppia una rivolta altro che mega scivoli e mega aiuti, CHE SI RIDUCESSERO GLI EMOLUMENTI PRIMA DI PARLARE DI AIUTI, PUNTO.

Ah, fate pace col cervello, da un lato ci dite lotta all'evasione, additando il ristoratore che magari fa evasione per sopravvivenza, e poi mettete migliaia di persone capacissime sul mercato che inevitabilmente lavorano a nero, e questa è una certezza glielo garantisco avendo avuto decine di richieste come extra in sala, d'altra parte SE SI ABITUA LA GENTE A RICCHE PAGHE QUESTI SI INDEBITANO OLTRE MISURA PER ACQUISTI VARI COME MUTUI CASA FIGLI ECT.
bserata

p.s. all'allegato sotto potremmo cambiare il finale,,,,,,, fate i dipendenti alitalia,,,,,,sette anni a 80% paga, divinità in terra.
ma tanto ancora una volta anche draghi si sta piegando, e pantalone paga, evidentemente lo strapotere persiste alla faccia dei veri bisognosi di cui vi riempite la bocca quando parlate tramite media o nelle campagne elettorali, la realtà è che l'acqua va al mulino, e della povera gente non ve ne importa un fico secco.
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Ultima modifica:
«Nel nostro magazzino fiscale 895,8 su un totale di 987 miliardi

sono crediti tributari verso soggetti falliti o deceduti.

E quindi del tutto inesigibili.

Questa è un’occasione per mettervi ordine».
 
L’assurdo va in scena: protagonisti del palcoscenico Bruno Vespa e il ministro delle Infrastrutture.

Durante la trasmissione televisiva Porta a Porta, il ministro Enrico Giovannini
ha rilasciato alcune dichiarazioni che stanno diventando virali e che lasciano perplessi.


Il ministro afferma:

“Non è che chi ha avuto il vaccino non possa trasmettere il Virus, questo ci dicono gli studi.

Quindi non possiamo semplicemente dire che una volta tutti vaccinati il problema sia risolto”.




E poi nuovamente e inequivocabilmente, rispondendo alla domanda del conduttore,
dà la conferma del fatto che una persona, anche se vaccinata, può contagiare gli altri.

Nonostante questo, prosegue Giovannini:

“Stiamo facendo la cosa che dobbiamo fare, ma sappiamo che la vaccinazione non impedisce completamente la trasmissione del Virus”.



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Hanno bloccato tutto, rinchiuso gli italiani in casa, l’economia ogni giorno subisce gravi perdite,
i tassi di disoccupazione e la povertà sono in continuo aumento.

L’unica cosa che cresce in senso positivo (per loro) sono i profitti delle multinazionali del farmaco per la vendita del siero anti-Covid.


Vanno in televisione, dicono che il problema non si risolve con il vaccino
(il che è vero, il vaccino non blocca il contagio, ma dovrebbe avere la funzione di evitare le forme gravi della malattia)
e poi però al di fuori di questo, non li vediamo veramente impegnati a fare altro.


Oltre ai clamorosi pasticci che stanno combinando con il piano di vaccinazione,
non sentiamo parlare di seri piani di ripresa,
di veri aiuti alle imprese,
di potenziamento del sistema sanitario
e del sistema dei trasporti,
di soluzioni valide per consentire ai ragazzi di tornare a scuola…


Fanno presto a parlare di distanza di due metri tra i tavoli all’interno degli esercizi,
perchè tanto non devono fare loro i conti con il calo del fatturato o le bollette da pagare
o i dipendenti in cassa integrazione, questi sono problemi che devono sbrogliarsi i proprietari.

Non devono fare i conti come invece sono costrette a fare le famiglie che si ritrovano con l’acqua alla gola.

E non fanno nemmeno conti con tutte le difficoltà che i genitori, ogni giorno,
devono affrontare per cercare di coniugare il proprio lavoro con il diritto allo studio dei figli.


Insomma un governo di incapaci e irresponsabili, alla guida dell’Italia, in uno dei momenti peggiori,

con gli avvoltoi dell’Europa che volano sulle nostre teste, in attesa di poter fare del nostro bel Paese un sol boccone.
 
"Fanno presto a parlare di distanza di due metri tra i tavoli all’interno degli esercizi,
perchè tanto non devono fare loro i conti con il calo del fatturato o le bollette da pagare
o i dipendenti in cassa integrazione, questi sono problemi che devono sbrogliarsi i proprietari."

PROPRIETARI OGGI CON DEBITI IN CRESCITA, NON PER COLPA LORO, SIA CHIARO:eek:

DOMANI SE ANCORA SARANNO SUL MERCATO SARA' PER PURA ASSENZA DI ALTERNATIVA AVENDO PER LA MAGGIORE INVESTITO TUTTO NELLE LORO ATTIVITA' E ORMAI PER LA MAGGIORE TANTO AVANTI CON L'ETA' DA NON AVERE ALCUNA POSSIBILITA' DI RICOLLOCARSI ALTROVE LAVORATIVAMENTE.

A NASO PREVEDO A RIPARTENZA CONSOLIDATA UNA MIRIADE DI CESSIONI DI AZIENDA, DOPO PERIODO DI RIPRESA INCASSO DOVE QUESTI DEBITI ASPETTANO LE CARTELLE ESATTORIALI, E POI UNA FUGA COL RICAVATO SENZA PAGARLI AVENDO MESSO PRIMA IN SICUREZZA IL PATRIMONIO.

QUESTI POLITICI DA SALOTTO NON CAPISCONO CHE IL GIOCO DI PAGARE MIRIADI DI IMPOSTE CORRENTI SOMMATE A QUELLE RINVIATE NON VALE LA CANDELA, NON CI ARRIVANO IN QUANTO RAGIONANO CON LE LORO REMUNERAZIONI E BENFIT GUARDANDO NEL COMMERCIO SOLO LE MINORANZE AD ALTA REDDITIVITA' MINORANZE SU CUI HANNO CREATO GLI STUDI DI SETTORE E IN ANNI DOVE ANCORA GIRAVA IL SOLDO.
 

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