HOUSTON!!! HO 3000 PROBLEMI!

Eccone un altro....ma sarà un terrapiattista anche lui ?
Oppure la verità fa male.


Oggi sappiamo che i vaccini sono in grado di ridurre drasticamente la possibilità di infettarsi e contagiare altri,

ma sappiamo anche che non è sempre così.



Gli studi pubblicati e quelli ancora in corso

ci dicono infatti che il rischio di contrarre e trasmettere l’infezione

può dipendere dalle caratteristiche dell’individuo vaccinato,

dalla carica virale con cui viene a contatto,

ma anche dal tipo di vaccino e di variante
virale in cui incappa.


È uno dei casi in cui la complessità della pandemia, e più in generale della scienza,

si scontra con il nostro desiderio di avere risposte certe e assolute.


Il mondo però non è in bianco e nero,
e spesso si descrive meglio con un approccio probabilistico che con affermazioni dogmatiche.


Non esiste il rischio zero e tutta la nostra vita si basa su valutazioni

che hanno a che fare con un calcolo delle probabilità
.


Non posso dirmi totalmente sicuro che non sarò mai investito da un pirata della strada
passando sulle strisce pedonali con il semaforo verde, ma intuisco che, rispettando i segnali,
rischio molto meno che attraversando a piedi un’autostrada in piena notte.
 
Sito ufficiale, non di quaqquaraqquà


Un fattore importante è anche l’età.

È stato per esempio segnalato che pazienti più avanti con gli anni

tendono ad avere meno anticorpi neutralizzanti

ed una risposta ancora più scarsa nei confronti della variante gamma
,

in precedenza identificata come “brasiliana”.


La possibilità da parte delle nuove varianti di eludere i vaccini, e in particolare quello di Pfizer,

sembra particolarmente preoccupante per gli ultraottantenni,

la cui risposta immunitaria sembra meno forte e persistente,

e potrebbe richiedere un ulteriore richiamo per fronteggiare le nuove ondate della pandemia.



Questo potrebbe spiegare anche il dato in controtendenza proveniente da Israele,
dove la variante delta sembra aver determinato un importante calo di efficacia
dell’immunità indotta dal vaccino di Pfizer, l’unico usato in quel Paese.



Secondo il governo israeliano, la vaccinazione infatti oggi sembra in grado di ridurre di meno del 40% il rischio di infezione,

pur mantenendo un’alta protezione, intorno al 90%, per il rischio di forme gravi e ricovero ospedaliero.


La maggior parte dei casi si riscontra tra gli anziani, vaccinati nelle primissime fasi della campagna,
nei quali quindi la protezione potrebbe ormai essersi attenuata.


Anche di questo aspetto occorre tenere conto nel giudicare la possibilità di infezione
e contagio da parte di un soggetto vaccinato:

non sappiamo ancora per quanto duri la protezione, e quali fattori possano determinare questa durata.


Per tutte queste ragioni, con l’arrivo della variante delta,
i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, negli Stati Uniti,
hanno raccomandato anche ai vaccinati di ricominciare a usare le mascherine nei luoghi pubblici al chiuso,
almeno nelle aree dove la circolazione del virus è significativa o intensa.
 
Questi sono "dati ufficiali", ma per qualcuno è persino difficile riuscire a leggerli,
capirli ? Utopia


L’aggiornamento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità ogni settimana
ci fornisce i dati sull’andamento del Covid in Italia:
e se l’ultimo, quello del relativo al monitoraggio dal 1 dicembre 2021 e pubblicato il 3 dicembre 2021,
conferma i trend sui contagi purtroppo già emersi dai precedenti report,
ora è impossibile non notare che in ospedale ci vanno (e muoiono) sempre più vaccinati con doppia dose.


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Il dato si fa ancora più preoccupante se consideriamo che,
sempre attenendoci agli ultimi 30 giorni analizzati dall’Iss ed al suo report,
si sono ammalati 75.515 non vaccinati.

Di questi, ne sono morti 515.

Ciò significa che lo 0,68% di chi non è vaccinato si ammala e muore.


Ma il dato che sorprende (in negativo) è in realtà quello relativo ai vaccinati

e nel dettaglio a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale da più di 5 mesi:

negli ultimi 30 giorni si sono ammalati 44.023 vaccinati da più di 5 mesi

e ne sono morti 482.


Ciò significa che muore lo 1,09% di chi è vaccinato da più di 5 mesi e si ammala.



I dati dell’Iss ci dicono quindi che chi è vaccinato da più di 5 mesi

rischia più di chi non è vaccinato, nella misura del 37% in più.


Queste cifre non possono che lasciarci con molti quesiti:

chi è vaccinato da più di 5 mesi, quando il vaccino ‘termina’ il suo effetto, è più esposto degli altri?

E’ più debole dal punto di vista immunitario?

E se si, per quale ragione?


Ovviamente, anche questo dato va letto alla luce del paradosso di Simpson,
che vuole che al crescere dei vaccinati cresca anche la loro incidenza sul totale,
sebbene questi numeri, rispetto a quelli dei contagi, siano più sproporzionati.


Un altro dato di cui va tenuto conto è certamente il fatto
che ad avere priorità anche sulla seconda dose vi sono stati i cosiddetti ‘fragili’,
anziani o appartenenti alle categorie protette, circostanza che può inserirli nei vaccinati da più di 5 mesi.

Dato che viene confermato anche dalla testimonianza
del primario di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova, Annamaria Cattelan,

che nel rivelare come i 40% dei ricoverati in terapia intensiva sia vaccinato con ciclo completo,

specifica che di questi una grande parte sia composta da “anziani e con co-morbilità”.



Tale particolarità, tuttavia, è comunque da considerarsi gravissima,

poiché evidenzierebbe come i ‘fragili’ siano ora più esposti al virus, con le tragiche conseguenze che sappiamo.
 
Alla fine doveva accadere.

Questa settimana mi è giunta la comunicazione ufficiale da parte del mio istituto bancario
circa la chiusura della filiale ed il trasferimento presso altra struttura,
più capiente ed idonea a ricevere clienti e parte, immagino, dei dipendenti della filiale in chiusura.


Il futuro inevitabilmente ha messo da parte ciò che noi consideriamo il presente
per traguardare nuovi obiettivi nuove logiche commerciali
per evitare semplicemente di commettere l’errore fondamentale di non volersi evolvere.

Il tempo scorre così velocemente che oggi è già un ricordo e domani quasi il presente.
 
L’inflazione sembra essere di nuovo tornata la protagonista dei mercati, della crescita o di un’eventuale recessione.


Erano vent’anni che non si parlava più di inflazione e sembrava fosse addirittura scomparsa dalle rotte della finanza.


Oggi invece che è tornata bisognerà comprendere meglio quali possano essere le strategie di investimento
che consentano di tutelare sempre meglio i risparmi delle famiglie.
 
Il 6 dicembre peninsulare... sono stato tentato di derubricare la situazione italiana

all'avanzata demenza senile di un' intera nazione,

ma ormai è abbastanza evidente che la fattispecie è assai diversa.



E' ormai un classico caso di "X è necessario, X pare funzioni poco, ci vuole più X".


Un collega d'oltremanica mi diceva "Eh, ora chiudono tutto, da noi".

Il lockdown arancione, mi dicono, prevede cinema e teatri chiusi,
bar e ristoranti che chiudono alle 20
ed un'intensificazione dei controlli sull'uso del loro green pass,
e per questo è scoppiata la rivolta a Rotterdam
(a quanto pare ci sono paesi in cui l'idea di un green pass
o supergreen pass all'italiana è semplicemente inconcepibile - o politicamente insostenibile, il che è la stessa cosa).


La perdita di efficacia de "il vaccino" è qualcosa che viene data ormai per scolpita nella pietra.


Perché?

Perché l'epidemia non si è fermata, in occidente.


Qualcuno aveva mai certificato che con la vaccinazione di massa si sarebbe fermata la trasmissione del contagio?

No (con quale vaccino, poi?).



Per l'ennesima volta:

i vaccini anticovid sono stati autorizzati od approvati

sulla base della loro capacità di proteggere in misura variabile L'INDIVIDUO da COVID grave.



Ed è quello che stanno facendo, riducendo in modo molto consistente i danni della pandemia.


Invece pare che il mantra sia che i vaccini perdono efficacia e/o cisonolevarianti.


Se qualcuno pensa che il vaccine waning sia una realtà basata su evidenze incontrovertibili mi spiace, ma si sbaglia.

E' questione aperta e dibattuta (cioè non ci sono certezze al riguardo).


E non perché lo dice BMJ, che si sa... (https://www.bmj.com/content/374/bmj.n2320).


Nature presenta il dibattito in modo esauriente (https://www.nature.com/articles/d41586-021-02532-4):

"gli anticorpi spariscono" da una parte, dall'altra "la memoria immunitaria"

(quella su cui oves boves et pecora omnia fanno spallucce o sghignazzano).



In breve niente di conclusivo.

Quindi, tanto per cambiare, la questione è interamente politica.


E agli italiani tocca quella della "migliore gestione della pandemia"...
 
L'inflazione sta bruciando i risparmi, chi si salverà?




Dopo le dichiarazioni di Powell al Senato USA, ora è ufficiale,
l’aumento dell’inflazione che è in corso da alcuni mesi non è transitoria.

Appunto.

L’esatto contrario di quanto il capo della FED è andato predicando fino a pochi giorni fa.


I giornali non ne hanno fatto alcun clamore, anche se questa notizia ne meriterebbe di quello fatto a gran cassa.

Al contrario i media continueranno a raccontarci la tavoletta del boom del PIL come se andasse tutto bene.


In due dei più recenti articoli di economia vi abbiamo parlato del fantomatico boom del Pil,
Boom che ci veniva descritto come un prodigio dovuto alle abilità di Draghi & C.,
ma anche dell’inflazione, più riconoscibile dall’italiano medio se chiamata col suo secondo nome: AUMENTO DEI PREZZI.

Il PIL, così tanto sbandierato sui media nazionali,
sia gonfiato dall’aumento dei prezzi e dei costi fissi appioppati
– grazie anche alla scusa della transizione verde – al groppone dei cittadini.


Ma di come i media siano particolarmente abili a prendere granchi,
ovvero a bersi tutto quello che gli esperti starnazzano,
pronti poi a contraddirsi subito dopo ne stiamo avendo prova da decenni.


Dal proclamato successo dell’Euro; partito con lo slogan

“lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno in più”

all’esempio della Grecia,

per poi passare alle previsioni catastrofiche della Brexit, rivelatasi poi un successo,

fino ad arrivare ai giocolieri, pardon, i giullari del covid, la lista è lunga.




L’inflazione è un bene se l’economia tira,
cioè se l’aumento dei prezzi è dovuto al benessere economico delle persone che quindi sono portate a spendere di più.

È un male se anche l’economia va male,
perché significa che non ci sono abbastanza merci da acquistare,
gli scaffali sono vuoti, e quindi il denaro, essendo in eccesso rispetto alla disponibilità dei beni, perde di valore.


L’attuale inflazione trova una delle sue principali cause nei colli di bottiglia che si trovano sparsi nel mondo.

Uno ad esempio è dovuto al monopolio cinese.

Le merci non arrivano sugli scaffali e quindi i prezzi di quelle disponibili schizzano alle stelle.

Lo stesso vale per le materie prime ed i semilavorati.


Un esempio eclatante è la scarsità di chip elettronici che sta rallentando l’industria automobilistica
ed ha praticamente paralizzato alcuni settori dell’elettronica di consumo.


Quindi l’inflazione di oggi non è affatto un segnale positivo.


Che di iperinflazione in America si sentisse parlare già da inizio anno
e che questa sarebbe stata contagiosa almeno quanto il covid era di per sé un fatto scontato.


Ora che Jerome Powell, il Presidente della Federal Reserve,
ha smentito sé stesso e l’intera informazione mainstream mondiale, ne abbiamo la conferma.


Quello che doveva essere un fenomeno transitorio, si è dimostrato quello che temevamo.

Un po’ per pudore e un po’ per timore di fare la figura degli uccelli del malaugurio,
non abbiamo mai parlato dell’impressione che facevano le parole del capo della Fed.


L’aumento dei prezzi che ha caratterizzato gli ultimi mesi di mercato non è transitorio.


In questi giorni ha raggiunto il 6% in Germania e si avvicina al 5% in Italia

ed è destinata a salire ancora, oltre che a rimanere una lunga costante nel tempo.


Dio solo sa quanto.


..........anzi forse lo sanno gli Dei dell’Olimpo bancario.
 
La situazione negli ospedali lombardi.

Ecco nel dettaglio la situazione all'interno degli ospedali lombardi:

i ricoverati con sintomi sono 955 pazienti Covid.

Nelle terapie intensive degli ospedali lombardi,
secondo il bollettino del Ministero della Salute, invece sono ricoverati 124 degenti.


Giusto perchè non lo si scordi,

la Lombardia ha 10.027.602 abitanti.


124 su 10.027.602 fa esattamente lo 0,00001236 per cento.
 

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