Re: con una fed così.............
onlywave ha scritto:
me ne faccio sempre più convinto...........
GUAI A FARE il LANCILLOTTO CONTRO I MULINI A VENTO......
l'ancillotto sono io, ribbassista e con me ci sono quanti analizzando dati macroeconomici rilevano i sentori di una situazione a dir poco esplosiva.......
i mulini a vento sono la FED e la corrente di pensiero economico che daggl'inizi degl'anni 80 indirizza le scelte economiche dellla più grande economia mondiale, all'inizio li chimavano i reganomics ...della scuola monetarista......adesso....li definiscono i killer del ciclo..... gli anticiclo.....
l'essenza è una è che se FED e le varie tesorerie degli stati e banche centrali continuano a POMPARE massicce quantità di liquidità sul mercato.....e si continua a espandere M1-2-3 difficilmente i mercati potranno evolvere seguendo le regole che hanno determinato la loro ciclica evoluzione negl'ultimi 50 anni....
(provate a guardare un grafico di come si è allargata la base monetaria dal 1950 a oggi poi zoommate su quello che è accaduto dall'84 a oggi e poi fate un ultimo zoom dal 2001 a oggi bene ...vedrete universi e cose che mai avreste immaginato.... giuro è lì che si trovano le spiegazioni di come un mercato riesca a trovare la forsa di salire in maniera così innaturale forzando cicli e indicatori vari, per riprendere i discorsi di Josè che non si spiega come si possa salire con indicatori così tirati e a massimi storici....
la risposta è una e semplicissima ma poco osservata da i trader che di sicuro monitorizzano TUTTI i titoli e gli osscillatori del mondo....con tutti i frame temporali possibili ma sono pochi che osservano come cresce l'unica cosa che è alla base direi di TUTTO il sistema ...e cioè la MONETA intesa come massa flottante.....
bene...TUTTO SI SPIEGA E TROVA SPIEGAZIONE nell'espansione innaturale e artificialmente e volutamente creata......insomma la rispota è :
***** ESPANSIONE ABNORME DELLA MASSA MONETARIA****
e da qui tutto quello che ne consegue a breve e a medio lungo
a breve l'effetto è quello di annullare il ciclo inteso in senso economico come meccanisco ripetitivo di fasi susseguento con esansioni e depressioni...
nel lungo......non si sa la via che si sta percorrendo non ha precedenti o meglio ci sono stati paesi che lo hanno fatto a livello locale ...ma mai l'intera economia aveva attuato simultaneamente un azione del tipo quindi......la maestra storia non piò esserci daiuto certo è che per chi ha studiato qualche manualetto di economia sa che forti espansioni della massa monetaria si devono NECESSARIAMENTE RIASSORBIRE e per farlo solitamente comportano di stravolgimenti .... a dir poco sensibili.
insomma finchè l'impostazione sarà di questo tipo...amici miei scordiamoci i crolli.........o le discese........o si SALE o al massimo si GALLEGGIA ma di scendere non ce nè per nessuno...........
e ahimè i fatti mi cosano...( vedi chiusura usa di stasera, dopo un'ulteriore taglio di ieri che tutto sta a significare tranne che è tutto OK)
quindi....per i ribbassisti me compreso.....meglio dedicarsi a sport acquatici....
manu
Ciao Manu
non che abbia esperienze decennali di Borsa,
ma la situazione x me è molto brutta.
Ho paura che ci siano i presupposti x un crack pauroso,
e, da quello che sembra, visto la politica che portano avanti,
pare sia quello che vuole l'amministrazione americana,
sotto la presidenza Bush.
Riporto un'articolo di Claudio Giudici,
dal sito
www.quartierlatin.it
Due giorni fà, Paul Samuelson,
premio Nobel dell'economia nel 1970,
ha detto sostanzialmente le stesse cose. ( appena trovo l'articolo lo pubblico )
Cioè che l'amministrazione Bush, stà creando le premesse,
per una crisi finanziaria e tagliare sul welfare,
fregandosene del bilancio federale.
Constatato come le decisioni prese dall'amministrazione Bush per affrontare la crisi del dollaro non facciano che aggravare la situazione, Lyndon LaRouche ha commentato: "lo faranno per pura stupidità o per calcolo deliberato?"
Ad esempio, la settimana scorsa sono stati approvati tagli fiscali per un totale di 350 miliardi di dollari, proprio quando le cifre dicono senza mezzi termini che per il terzo anno consecutivo le entrate fiscali, sia dalle imprese che dai privati, diminuiscono paurosamente (Dati riferiti ai primi 7 mesi dell'anno fiscale 2003). La settimana scorsa è stato approvato un nuovo tetto per il debito federale, che è stato innalzato a 7,4 trilioni di dollari. Il ministro del Tesoro John Snow ha commentato la caduta del dollaro positivamente, dicendo che essa favorisce le esportazioni USA.
Anche il Financial Times è stato costretto ad ammettere che questo va ben oltre la semplice stupidità. In un commento del 23 maggio, intitolato "Stupidità fiscale, l'amministrazione USA rinuncia alla prudenza", il Financial Times ha scritto: "Per quanto riguarda la politica fiscale il manicomio è diretto dai matti". L'amministrazione "si sbarazza della prudenza", visto che lo stimolo in questione è un fuoco di paglia che "non sarà apprezzabile", mentre i costi a lungo termine "peseranno notevolmente sulle generazioni future". Il pacchetto approvato "è un insulto all'intelligenza degli americani".
Ma forse c'è sotto qualcos'altro, insinua il Financial Times. "Gli estremisti repubblicani" hanno spesso ripetuto che "la crescita del deficit torna a loro vantaggio. Mentre la proposta di ridurre la spesa federale, specialmente nel welfare, dal punto di vista elettorale costituisce un bell'azzardo, una crisi fiscale offre la prospettiva allettante di far passare gli stessi tagli dalla porta di servizio. Per loro minare l'ordine multilaterale internazionale non basta, anche le opinioni a lungo coltivate sulla distribuzione della ricchezza richiedono una revisione radicale".
Qualcosa di simile ha detto l'economista Paul Krugman sul New York Times del 27 maggio: "Non è un segreto che gli ideologhi della destra vogliono l'abolizione di programmi [assistenziali -- ndr] che gli americani danno per scontati. Ma solo poco tempo fa, a suggerire che dietro la politica dell'amministrazione Bush ci fossero quegli ideologhi -- insomma che l'amministrazione stesse deliberatamente portando il paese verso una crisi fiscale in cui i programmi di assistenza popolare potessero essere drasticamente tagliati -- si finiva per essere accusati di aderire ad una teoria cospiratoria".
Imponendo un altro grosso taglio alle entrate fiscali, a fronte di deficit che sono già da record, "l'amministrazione dimostra chiaramente di essere completamente irresponsabile o di cercare una crisi fiscale (O tutt'e due)", spiega Krugman, che poi aggiunge: "Quelli che adesso comandano in America non sono dei conservatori, ma dei radicali che vogliono eliminare il sistema sociale ed economico vigente, e la crisi fiscale che stanno imbastendo forse offrirà loro la scusa di cui hanno bisogno".
Mentre le entrate fiscali diminuiscono e il deficit aumenta, diventerà sempre più difficile finanziare la spesa sociale. "Il governo può indebitarsi per colmare il divario solo finché gli investitori resteranno increduli, incapaci di ammettere che l'unica superpotenza mondiale si stia trasformando in una repubblica delle banane. Ma ad un certo punto i mercati punteranno i piedi, non presteranno i soldi ad un governo, anche se è quello degli Stati Uniti, se il suo debito aumenta più rapidamente delle sue entrate e non si sa che storie raccontare su come ad un certo punto il bilancio dovrebbe essere messo sotto controllo". A quel punto si lanceranno gli appelli a "tagliare in profondita dove si spende: Medicaid, Medicare e Social Security", cioè sanità e pensioni.
Riconoscendo il merito dell'analisi di Krugman, LaRouche ha però sottolineato che è proprio possibile che l'amministrazione Bush -- o almeno qualche suo elemento -- non agisca in tal modo solo per stupidità, ma perché segue un disegno per condurre il mondo nel panico -- "una sorta di 11 settembre economico-finanziario" ha detto LaRouche -- in cui le grandi banche e le grandi imprese sospendono l'attività, non c'è credito, l'afflusso di denaro si restringe fino a zero.
A quel punto si passerebbe all'imposizione spietata di misure micidiali di politica economica, finanziaria e sociale -- l'esatto contrario dei piani di riorganizzazione finanziaria e ricostruzione economica proposti da LaRouche -- in una riedizione della manovra condotta nella Germania degli anni Trenta da Montagu Norman, Hjalmar Schacht, Averell Harriman e gli interessi dei Morgan, la stessa manovra che questi stessi interessi cercarono di effettuare anche negli Stati Uniti ma che fu sventata da Franklin Delano Roosevelt. LaRouche ha anche notato come solo in una situazione da panico la popolazione potrebbe finire per accettare misure di economia fascista come quelle. Il sistema vigente è fallito e non c'è riforma o emendamento che lo possa salvare. Una perdita di quota del 20% fino al 50% del dollaro rispetto all'euro comporterebbe la disintegrazione dell'intero sistema finanziario mondiale. Questo è ciò che si vuole ottenere?
La tesi dell'"11 settembre economico-finanziario" ha suscitato reazioni vivaci da parte di diversi osservatori economici, in particolare inglesi, che hanno trovato lo spunto di LaRouche particolarmente stimolante.