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News, Dati, Eventi finanziariLe news della settimana 1 - 5 dicembre 2008
Cell T.: offre riacquisto propri bond fino a 124 mln usd
Il Cda di Cell Therapeutics ha autorizzato un''offerta d''acquisto parziale o totale, tramite asta "Modified Dutch Auction", di cinque serie di obbligazioni convertibili comprendenti: Obbligazioni convertibili subordinate senior al 4% con scadenza 2010, obbligazioni convertibili senior al 5,75% con scadenza 2011, obbligazioni convertibili senior al 6,75% con scadenza 2010, obbligazioni convertibili senior al 7,5% con scadenza 2011, obbligazioni convertibili senior al 9% con scadenza 2012, Al momento, si legge in una nota, la societa'' prevede di utilizzare per l''offerta fino a 10 mln usd tratti dalle disponibilita'' liquide in cassa, dai fondi di cui e'' prevista la riscossione a seguito della stipula della recente collaborazione con Spectrum Pharmaceuticals e/o dai fondi da ricevere in connessione con l''esecuzione di una seconda vendita di obbligazioni ad un unico investitore istituzionale. Attualmente esiste un aggregato di 124 mln usd di obbligazioni convertibili in circolazione. L''offerta di acquisto sar? avanzata nel prossimo futuro. Ai sensi del procedimento d''asta "Modified Dutch Auction", Cell offrira'' il riacquisto di una porzione o di tutto l''ammontare in linea capitale delle Obbligazioni ad un prezzo non superiore a 80 usd o inferiore a 50 usd per 1.000 usd in linea capitale delle Obbligazioni, piu'' gli interessi maturati e non pagati. Cell intende condurre l''offerta di acquisto per ridurre l''importo in essere dei propri debiti e di offrire un''opportunita'' ai detentori delle proprie Obbligazioni di acquisire una liquidita'' che altrimenti potrebbero non avere.
Il generale inverno potrebbe mandare in freezer la ricapitalizzazione delle banche italiane. E'' l''esito inaspettato, dopo ben tre decreti legge sul sistema del credito, della nuova riunione del Comitato per la stabilità finanziaria che si è tenuta ieri a Roma. Secondo MF, per stabilire il programma di attuazione dei Tremonti-bond (le obbligazioni convertibili bancarie che dovrebbe sottoscrivere il Tesoro) necessari alla ricapitalizzazione delle banche italiane, si aspetteranno gli orientamenti della Comunita'' europea, che dovrebbe decidere nel prossimo vertice dell''11-12 dicembre criteri uniformi. La verita'' sullo slittamento viene pero'' raccontata al quotidiano da un banchiere: "In questo momento la Banca d''Italia e'' contraria ad alzare l''asticella del Tier1 perche'' sarebbe controproducente e rischierebbe di drenare risorse dalle banche all''economia per aumentare la loro patrimonializzazione. Cosi'' davvero si rischierebbe il credit cruch".
Crisi: Censis, sette italiani su dieci aspettano ripercussioni Sette italiani su dieci credono che la crisi in atto avrà impatti sulla situazione personale. Infatti, ben il 71,7% degli italiani pensa che il terremoto dei mercati finanziari potrà avere ripercussioni dirette sulla propria vita, solo il 28,3% dichiara che ne uscirà indenne. E' questa una delle conclusioni del 42° Rapporto Annuale sulla situazione sociale del Paese, condotta dal Censis.
Nonostante le preoccupazioni, il 37% degli italiani pensa che la crisi potrebbe migliorarci, costringendoci a rivedere i nostri difetti; il 30,3% dichiara più cinicamente che, come sempre, ci scivolerà tutto addosso; e il 32,8% crede, più pessimisticamente, che la crisi farà emergere egoismi e interessi personali esasperati. Ciò che preoccupa di più tra i possibili effetti del credit crunch è il rischio di dover rinunciare in futuro al tenore di vita raggiunto (il 71,1% degli italiani).
Se dalle aspettative, in gran parte condizionate dal quotidiano cannoneggiamento di notizie e prese di posizione ufficiali sulla recessione, si passa a valutare il numero di famiglie effettivamente interessate da fattori critici, lo scenario diventa più realistico. L'11,8% delle famiglie italiane (circa 2,9 milioni) possiede azioni e/o quote di Fondi comuni, soggette quindi all'alta volatilità del mercato borsistico; l'8,2% (circa 2 milioni) ha un mutuo per l'abitazione, ma solo 56.000 hanno saltato qualche pagamento e 193.000 hanno molta difficoltà a pagare le rate (250.000 famiglie nel complesso); il 12,8% (circa 3,1 milioni) usufruisce del credito al consumo.
Tra le strategie per affrontare il difficile momento, il 33,9% degli italiani dichiara che intende risparmiare di più, cautelandosi rispetto agli imprevisti; il 25,2% sembrerebbe non avere altra strada che un significativo taglio dei consumi; in pochi si dichiarano confusi e incerti sul da farsi (9,6%), oppure orientati a lavorare di più (7,4%) o a barcamenarsi cercando di spendere di meno (8,6%); solo il 3,8% dichiara che sarà costretto a intaccare i risparmi messi da parte e lo 0,5% che si indebiterà.
Auto: pronti a tutto per salvare auto Usa I Ceo di GM, Chrysler e Ford, ieri, davanti al Parlamento Americano, hanno pubblicamento ammesso le proprie colpe e, forse per la prima volta, hanno dovuto fare i conti con la possibilità che, anche i loro più strenui sostenitori, potrebbero non essere in grado di disporre dei voti necessari per salvarli.
Tra i contrari al "salvataggio" svetta un nome su tutti: quello del segretario al Tesoro, Henry Paulson, secondo il quale il fondo di salvataggio da 700 miliardi di dollari, autorizzato dal Congresso, non dovrebbe essere usato per aiutare l'industria dell'auto, anche se ha aggiunto che il fallimento di uno dei produttori di auto, adesso, sarebbe sicuramente una cosa negativa.
Le principali case automobilistiche americane hanno presentato un conto di 34 mld di dollari necessari, secondo le stime, per salvare il comparto.
GM ha chiesto 12 miliardi di dollari in prestiti e 6 miliardi in linee di credito; Ford 9 miliardi in linee di credito, per Chrysler la richiesta è stata di 7 miliardi di dollari.
Per vincere lo scetticismo del Congresso le case automobilistiche si sono dette pronte ad accettare la supervisione di un board federale e anche l'eventualità di "fusioni forzate" (si è ventilata anche l'ipotesi di una bancarotta "pilotata" per Gm e Chrisler), tutto pur di evitare un crak che sarebbe disastroso, non solo per il settore automobilistico ma per l'intera economia statunitense.
OCSE: leading indicator ancora in calo a ottobre Cala ancora il superindice per l'area OCSE a ottobre portandosi a 95 punti dai 96 rivisti precedenti. Lo comunica la stessa OCSE.
Il superindice dell'Area Euro cala a 95,3 punti dai 96,2 precedenti, mentre si deteriora l'attività anche in Francia (a 96 da 96,8), Germania (a 93,5 da 95,1), Regno Unito (a 96 da 96,9) ed Italia (da 96,8 a 96,9).
Il leading indicator degli Usa cala a 94,2 da 95,4 e quello del Giappone a 95,2 da 96,1.
Usa: -533.000 nuovi posti lavoro settori non agricoli novembre
A novembre negli Usa sono stati persi 533.000 posti di lavoro nei settori non agricoli (-325.000 il consenso degli analisti). Si tratta della flessione maggiore dal 1974. Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro aggiungendo che sempre a novembre il tasso di disoccupazione e'' risultato pari al 6,7%, in aumento rispetto a ottobre (6,5%). Il consenso di mercato era per un tasso al 6,8%. Il dato sui nuovi posti di lavoro di ottobre e'' stato rivisto da -240.000 a -320.000.