LO ZEN E L'ARTE DEL BOMBARDAMENTO IN PICCHIATA

E a voi grazie per l'attenzione: come avrete capito sono un simpatizzante, benché non praticante, dello Zen. :smile:

Si ritiene che Bodhidharma abbia consacrato come successore (il "secondo Patriarca" in Cina) il suo allievo Hui-k'o (Eka, in giapponese, l'allievo "midollo" che abbiamo incontrato in precedenza). Dopo la morte del quinto Patriarca, Heng-jen, ci fu una scissione nella tradizione, che vide la nascita della Scuola del Nord, di Shen-hsui, che sostiene che l'illuminazione si raggiunge gradualmente (un'idea comune nel Buddismo dell'epoca, quando si pensava che il merito, che deriva dalle azioni meritevoli, doveva essere accumulato attraverso molte vite), e la Scuola del Sud, di Hui-neng (638-713, Enô, in giapponese), che insegnava la caratteristica idea Ch'an di una subitanea e spontanea illuminazione. La Scuola del Sud è quella che divenne particolarmente antinomista, incurante del rituale, ed enfatizzava l' "insegnamento silenzioso" trasmesso da maestro ad allievo.
 
Infine la Scuola del Sud oscurò la Scuola del Nord, ma nel nono secolo, due nuove tendenze cominciarono a distinguere la pratica Ch'an, riguardo al comportamento nella meditazione. La principale pratica della meditazione, come lo stesso Bodhidharma faceva, era chiamato "semplice sedere" (tso-ch'an in Cinese, zazen in Giapponese). La meditazione senza nessuno dei contributi meditativi tipici dell'India: mantras (parole o formule), man.d.alas (diagrammi), o mudrâs (gesti). Fissare un muro per nove anni è propriamente "semplice sedere". Questa pratica diventa caratteristica della Scuola Ts'ao-tung in Cina e della Scuola Sôtô in Giappone.
 
Tuttavia anche un'altra forma di pratica divenne popolare. I racconti o le questioni che sono sorti nella tradizione possono essi stessi diventare oggetto di meditazione (come, di fatto, i mantra). Questi furono chiamati kung-an in Cinese -- , kôan in Giapponese -- termine che in origine significava a judge's table e che più tardi significò cause, processi. Perciò nella meditazione si considerano dei "casi". Ciò divenne caratteristico della Scuola di Lin-chi in Cina, della Scuola Rinzai in Giappone.
 
E' un kôan giapponese, proposto da Hakuin (1685-1768), probabilmente il più famoso di tutti. Per iniziare la meditazione, può essere posta la domanda (dal maestro o dall'abate del monastero), "Qual è il suono di un applauso con una mano?" Several simple answers might suggest themselves. Il suono di una mano che applaude potrebbe essere il silenzio. "Insegnamento silenzioso," giusto? O potrebbe essere schiaffeggiare la coscia con la mano, o perfino battere il palmo della mano con le dita nella stessa mano. Tutte queste risposte, comunque ragionevoli, potrebbero solo far guadagnare una percossa dal maestro Zen. Il succo di tutti questo koan è che non c'è risposta. La negazione va più a fondo che dire semplicemente "silenzio" o "nessun suono". La negazione riguarda la domanda stessa: è una domanda che si autocontraddice. Una mano sola non può applaudire. Perciò l'idea del suono di una mano che applaude è priva di significato.
 

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