NULLA E' ASSOLUTO TUTTO E' RELATIVO

Da mesi e mesi, ormai, cercano di convincerci del fatto che vincolare il diritto al lavoro al possesso del Green pass sia “l’unica soluzione possibile”.

Con il governo a rendere l’obbligo di certificazione sempre più stringente e la stragrande maggioranza dei media, totalmente asserviti, a sottolinearne l’importanza.


In un clima di odio crescente verso chi ancora esprime dubbi e rivendica libertà.


E ricorrendo, puntualmente, a frasi come “funziona così dappertutto”.

Ma è davvero così?

In realtà no, anzi.


In Spagna, per esempio, l’obbligo di Green pass non c’è nemmeno per entrare al bar, come anche in Belgio.


In Francia è richiesto soltanto a chi esercita professioni specifiche.


Ma è dalla Germania, nostra vicina di casa, che arriva l’esempio più eclatante.



Nessuno infatti, dalle parti di Berlino, si azzarda a parlare di “obbligo vaccinale”.

Anzi.

Esperti e costituzionalisti sostengono che una simile scelta sarebbe ingiustificabile,
se non di fronte a un clamoroso precipitare dei dati su morti e positivi,
e persino il futuro cancellierie Olaf Scholz ha categoricamente negato
che si possa procedere verso un’imposizione per tutti i cittadini.



Ad aiutare è anche il diverso clima: in Germania nessuno potrebbe prendere posizioni simili a quella del “nostro” Roberto Burioni,
che parla dei non vaccinati come “sorci” da rinchiudere in casa.


Nell’Italia di Draghi, invece, espressioni del genere sono ormai all’ordine del giorno.


Come mai una differenza così netta tra i due Paesi?

Se pensate che la risposta sia semplicemente “perché in Germania sono tutti vaccinati” sappiate che, in realtà, vi sbagliate di grosso.

I tedeschi che hanno concluso il ciclo di somministrazioni sono infatti, al momento, il 62,7% del totale, contro il 68% dell’Italia.


Eppure, nonostante questo, l’idea di obbligare le persone alle due dosi privandole totalmente del diritto di scelta
non balena nella testa dei politici, convinti che simili estremi siano non solo inutili, ma anche controproducenti.

Come confermato da quanto sta accadendo dalle nostre parti, dove le scelte del governo Draghi esasperano sempre più gli animi.


Senza andare troppo lontano, insomma,

basterebbe guardare alla Germania per capire quanto folle

sia la gestione dell’emergenza da parte del nostro esecutivo.



Tutti complici, indistintamente.

Oltretutto al danno, come sempre, si è già accompagnata la beffa.

Nel settore degli autotrasporti, per esempio, si è registrata una vera e propria fuga di autisti,

che in vista del 15 ottobre (giorno in cui scatterà l’obbligo di Green pass per lavorare) sono già fuggiti a Berlino,

dove possono godere di maggiori libertà.


Il presidente della Sezione trasporti e logistica di Confindustria Andrea Gottardi ha lanciato l’allarme:

“Succede che i nostri camionisti arrivano lassù e i tedeschi dicono loro: ma cosa rimanete a fare in Italia?”.



Una domanda, in effetti, decisamente attuale.
 
Domani ci si diverte.....e questi scrivono ancora di "fascismo" dopo 80 anni.....poverini.


I ballottaggi si avvicinano a grandi passi e, con quello strategico del Comune di Roma in bilico,
i compagni del Partito Democratico non potevano certo lasciarsi sfuggire l’occasione
per inscenare una squallida strumentalizzazione politica per i fattacci di Roma.

Utilizzando il manipolo di violenti irresponsabili che hanno preso d’assalto la sede della Cgil,
“stranamente” lasciata quasi incustodita dalle forze dell’ordine,
gli eredi del Partito Comunista italiano hanno rispolverato il più che logoro vessillo dell’antifascismo.


Un antifascismo sul quale una intera generazione di politici, sindacalisti, giornalisti e uomini di cultura ha vissuto di rendita per decenni.

Tant’è che le capigruppo del Partito Democratico alla Camera e al Senato, rispettivamente Debora Serracchiani e Simona Malpezzi,
si sono precipitate a depositare una mozione con cui si chiede al Governo di
“dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista,
provvedendo allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti di chiara ispirazione neofascista…”.


“È arrivato il momento di finirla con le ambiguità nei confronti del fascismo” hanno tuonato le due esponenti dem,
confezionando il solito trappolone per i loro avversari di destra:
“Ci auguriamo che tutte le forze politiche autenticamente democratiche sottoscrivano la nostra mozione”.



Ora, così come accaduto nei confronti della sequela di misure restrittive fin qui adottate,
misure culminate con l’abominio di un passaporto sanitario per chi lavora,
anche in questo caso emergono tutta una serie di correlazioni che potremmo definire eufemisticamente spurie.


Quindi, mentre nei riguardi del Sars-Cov-2 si continua a far passare l’idea di un virus mortale,
il cui contagio equivale alla malattia grave, a prescindere se il soggetto sia immunocompetente o meno,
chi protesta pacificamente per il Green pass più restrittivo al mondo
(misura degna, questa sì, di una specie di fascismo sanitario)
viene arruolato d’ufficio nelle squadracce neofasciste.

E una volta imposto l’infamante marchio a tutti coloro i quali osino trovarsi in disaccordo
con la segregazione sociale imposta a chi non intende sottostare ai diktat del Governo,
si chiude il cerchio delle citate correlazioni spurie dipingendo questi ultimi
come una pericolosa minoranza di untori che mettono impunemente a repentaglio la salute pubblica.


Pertanto, in estrema sintesi,
chi non si vaccina o chi, seppur vaccinato, contesta il Green pass di stampo stalinista,
considerandolo uno strumento umiliante e lesivo della dignità umana,
è un bieco nemico del popolo.



In altri termini, un fascista.


Di conseguenza, in questa visione a senso unico,

c’è solo una strada per far parte a pieno titolo della nuova cultura “democratica”,

la quale sta stravolgendo la nostra esistenza da quasi due anni:

vaccinarsi, aderire con entusiasmo al lasciapassare sanitario e, per i cittadini romani, votare convintamente Roberto Gualtieri.


Insomma, ancora una volta il male sta a destra e la verità a sinistra. Ahahahahahah
 
Non scordateVi mai che questo era sul "britannia".
Lo sapete bene come ha a cuore gli "Italiani".




Un giorno Mario Draghi si sveglia e ci sbatte in faccia il suo personalissimo concetto di democrazia,
che peraltro piace a non poche persone.

Il premier dice questo:

“L’azione del Governo non può seguire il calendario elettorale,
perché noi dobbiamo seguire il calendario che è stato negoziato con la Commissione europea per il Pnrr,
ma anche per le raccomandazioni che sono state date dalla Commissione all’Italia.
Quindi questo è il calendario di riforme che il Governo si propone di seguire”.


Draghi è un banchiere – questo lo sapevamo – e non ha alcuna intenzione di dialogare in qualche modo con il popolo italiano.


I suoi interlocutori sono altri e di maggior rilievo politico.



È interessante come un presidente del Consiglio possa affermare ciò
senza che i partiti alzino la mano per dire la propria e riportare l’attenzione sui propri elettori.

Ma quello che appare evidente è che degli elettori non interessa niente a nessuno,
probabilmente nemmeno agli elettori stessi, i quali fanno di tutto per lasciare il bottino nelle mani di Mario Draghi
ed aspettare che ci risolva tutti i nostri problemi.


La gente non ha più alcun interesse a difendere la propria forza di cittadino appartenente a una Nazione.

È arrivato l’uomo forte e a lui ci siamo affidati, fregandocene della democrazia, della partecipazione e di tante altre belle cose che dovrebbero animarci.


Siamo disposti a lasciare tutto nelle mani di un uomo al comando,
che dichiara apertamente che di noi non può fregargliene di meno?


Siamo disposti a farlo anche se quest’uomo si rivela il più abile nel suo mestiere e ci permette una crescita del Pil mai vista prima?

Queste sono le domande da porci per capire in quale direzione vogliamo andare.


Vogliamo difendere la democrazia da chi legalmente la aggira,

oppure è più importante la crescita del Pil ?


Non sono dilemmi scontati, e anzi, sono al centro del romanzo di Aldous Huxley, “Il Mondo Nuovo”,
opera nella quale i potenti dichiarano che ciò che interessa all’uomo, veramente, non è la libertà ma la felicità.

E per raggiungere la felicità è necessario cedere un po’ di libertà.


Bisogna sperare che nel 2023, quando si tornerà al voto,
non ci sarà una situazione in cui puoi votare chi vuoi ma alla fine tutti si mettono insieme
e il nuovo premier è nuovamente Mario Draghi o chi per lui.


La democrazia è un qualcosa di delicato e fragile, va difesa sempre,

da chi senza dare troppo all’occhio ci porta verso cattive strade.
 
Dopo i fatti di Roma, è entrato nel dibattito politico la mozione del Partito Democratico
riguardante lo scioglimento di “Forza Nuova e delle altre formazioni che si richiamano al fascismo”.

Ma chi sono i veri detentori dello scettro della violenza in Italia?

Da quale galassia arriva la vera minaccia per la tenuta democratica del Paese?


La “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2020” dei servizi segreti parla chiaramente:


“le evidenze raccolte dall’Intelligence nel 2020, sistematicamente condivise con le Forze di polizia,
fanno stato di come l’anarco-insurrezionalismo resti la componente eversiva endogena più vitale”.



Lo stesso scenario è documentato anche dalla relazione dell’Europol “European Union Terrorism Situation and Trend report 2021”.


In Italia, nel 2020, sono stati 24 gli attentati terroristi riconducibili agli anarchici rossi, mentre nel 2019 erano stati 98.

I soggetti arrestati per tali attentati sono stati 52 nel 2020 e 111 nel 2019.

Nessun attentato è stato ritenuto riconducibile ai movimenti estremisti di destra nel 2020 e nel 2019.



Prendendo spunto da tali documenti, abbiamo raccolto dettagliatamente le violenze e gli atti sovversivi
commessi dal mondo anarchico e da quello antagonista dei centri sociali negli ultimi anni.

A tal proposito, ci siamo chiesti:

la sinistra parlamentare prenderà mai le distanze da quei “compagni che sbagliano”?

D’altronde, sono gli eredi del Pci, quello delle “sedicenti Brigate Rosse”, che ha nascosto sotto al tappeto il suo “album di famiglia”.




Il bollettino di guerra dal 2013 al 2015

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Milano, 4 settembre. 2013: due antagonisti del gruppo universitario “Ex Cuem” dell’Università Statale di Milano
sono stati arrestati per aver pestato e ridotto in fin di vita, per motivi politici, uno studente.


Parma, 30 agosto 2013: una bomba carta esplode davanti alla sede di CasaPound Parma.
Le indagini della procura sui centri sociali della città portarono poi all’arresto e alla condanna di tre militanti della Rete Antifascista per violenza sessuale di gruppo.


Torino, 4 dicembre 2013: a Palazzo Nuovo, un gruppo di studenti del Fuan (Fronte Universitario d’Azione Nazionale),
impegnati in un volantinaggio, è stato aggredito dal Collettivo Universitario Autonomo e da Studenti Indipendenti
vicini agli ambienti anarchici ed al centro sociale Askatasuna.


Torino, 9 dicembre 2013: quattro antagonisti vicini al movimento No Tav sono stati arrestati
con l’accusa di attentato con finalità terroristiche per gli scontri avvenuti in prossimità del cantiere di Chiomonte in Val di Susa.


Roma, 20 marzo 2014: la polizia in tenuta anti sommossa ha sgomberato il centro sociale “Angelo Mai,
in seguito alle investigazioni che hanno portato alle accuse di associazione a delinquere, occupazione di edifici,
estorsione, violenza privata e possesso di stupefacenti, rivolte a 40 militanti affiliati dei movimenti per l’occupazione degli immobili e della sinistra radicale.


Pellegrino Parmense (Parma), 15 aprile 2014: tre anarchici danno fuoco all’abitazione di un militante di CasaPound.


Bologna, 18 ottobre 2014: scene di guerriglia nel centro di Bologna al passaggio del corteo di sindacati di base,
centri sociali e collettivi riunito sotto lo striscione “Bologna libera e antifascista”.
Negli scontri, sono rimasti feriti due carabinieri e un poliziotto.


Cremona, 18 gennaio 2015: agguato dei militanti del centro sociale autogestito Dordoni ai danni di esponenti di CasaPound.
L’aggressione era stata premeditata dagli antagonisti che si erano preventivamente procurati bastoni e mazze
e aspettavano i nemici all’uscita dallo stadio cittadino, come testimoniato dalle immagini e dalle indagini successive della Questura di Cremona.


Cremona, 19 gennaio 2015: una quindicina di appartenenti al centro sociale autogestito Dordoni, con caschi e mazze,
hanno inseguito un postino “colpevole” di essere un tesserato di CasaPound Italia.


Cremona, 24 gennaio 2015: auto bruciate, vetrine sfasciate, muri imbrattati, e oltre 500mila euro di danni, in seguito ad un corteo antifascista.
Due militanti del Centro Sociale Kavarna sono stati poi accusati di devastazione e saccheggio.


Palermo, 10 marzo 2015: diciassette militanti del centro sociale “Spazio Anomalia/Ex Karcere”
sono stati sottoposti all’obbligo di firma per aver devastato alcuni esercizi commerciali a Palermo e ferito alcuni poliziotti.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di delitti contro l’ordine pubblico, violenza, minaccia, lesioni personali.


Parma, 14 marzo 2015: cinque militanti della Rete Antifascista di Parma vengono accusati di violenza sessuale di gruppo
a danno di una ragazza appena maggiorenne, avvenuta nel 2010 in uno stabile di proprietà del Comune di Parma
ancora nelle disponibilità di chi aveva concesso quello spazio alla Rete Antifascista.


Torino, 28 marzo 2015: violenti scontri durante il corteo di antifascisti e centri sociali contro la presenza di Matteo Salvini in città.
Le indagini hanno poi portato a cinque arresti di militanti del centro sociale Askatasuna.


Cremona, 31 marzo 2015: due militanti del centro sociale Kavarna, sono stati arrestati
perché ritenuti responsabili della devastazione del Comando della Polizia Locale,
messa in atto il giorno del corteo nazionale antifascista del 24 gennaio precedente.
I due militanti erano già noti alle forze dell’ordine per vari precedenti che vanno dall’occupazione di suolo,
alla partecipazione a manifestazioni non autorizzate, al furto e alla ricettazione.


Napoli, 1° aprile 2015: un corteo antifascista non autorizzato composto da una settantina di estremisti di sinistra
armati con mazze, caschi e tubi di ferro, ha assaltato la sezione di CasaPound Napoli.
La motivazione di questa azione violenta mirata e pianificata è stata quella di “rispondere a un volantinaggio ‘non desiderato’
effettuato mercoledì precedente da alcuni esponenti di estrema destra davanti alla scuola Cuoco”.


Milano, 1° maggio 2015: centri sociali e black bloc devastano Milano, lanciando molotov e lacrimogeni,
dando fuoco ad auto e distruggendo negozi lungo il percorso del corteo “no expo”.


Rimini, 22 giugno 2015: la procura di Rimini ha aperto un’indagine sugli attivisti del “Laboratorio Sociale Paz,
sigla legata all’arcipelago dei movimenti antagonisti di estrema sinistra,
accusati di violenza privata ed estorsione ai danni dei numerosi immigrati ospitati in una palazzina occupata,
ai quali venivano richiesti abusivamente 400 euro mensili di affitto.


Bergamo, 25 luglio 2015: la titolare del bar “Colazione da Tiffany” è stata aggredita con sputi e minacce,
con la promessa di prenderla a cinghiate, da antagonisti dei centri sociali locali.
Il motivo: il bar è il ritrovo “dei fasci”.


Bologna, 22 settembre 2015: il leader del centro sociale Tpo, Gianmarco De Pieri,
è stato arrestato per gli scontri di piazza avvenuti nell’ottobre del 2014 a Bologna,
quando gli antagonisti protestarono contro il governatore di Banca Italia Ignazio Visco e il presidio di Forza Nuova.
In quel giorno fu messa a ferro e fuoco la città.


Napoli, 1° ottobre 2015: un gruppo di circa 50 attivisti di estrema sinistra appartenenti ai collettivi e centri sociali napoletani,
ha deviato senza autorizzazione un corteo che si svolgeva in città, assaltando la sezione di CasaPound Napoli con il lancio di due bombe carta.


Bologna, 8 novembre 2015: manifestanti di estrema sinistra irrompono in piazza Maggiore,
durante il comizio di Matteo Salvini, con il solito lancio di bombe carte contro le Forze dell’ordine.
 
Il bollettino di guerra dal 2016 al 2017

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Firenze, 14 gennaio 2016: circa ventuno persone incappucciate, armati di mattoni, bombe carta, spranghe e bastoni,
assaltano la libreria “Il Bargello”, legata a CasaPound.
All’interno del locale al momento dell’aggressione erano presenti solo tre persone, tra cui due ragazzi e una ragazza, quest’ultima rimasta ferita.
Gli antifascisti hanno più volte gridato ai tre ragazzi che sarebbero morti come i giovani militanti del Msi uccisi ad Acca Larenzia.


Firenze, 2 febbraio 2016: una bomba è stata fatta esplodere davanti alla sede della libreria “il Bargello”, legata a CasaPound.
La firma dell’attentato è stata lasciata con una scritta “Pippo, Andre e Tommi liberi”,
ovvero gli anarchici arrestati per il rogo dell’abitazione del militante di CasaPound del 2014.


Roma, 27 febbraio 2016: una quindicina di militanti dei centri sociali, a volto coperto,
hanno assaltato il gazebo di “Noi con Salvini” nel quartiere Prenestino, provocando danni e aggredendo i due attivisti che avevano appena montato il banchetto.


Cosenza, 22 marzo 2016: quaranta antagonisti del centro sociale “Rialzo”, hanno aggredito armati di caschi e bastoni un banchetto di Sovranità,
al quale partecipavano sette militanti, di cui tre donne.


Trento, 1° aprile 2016: un familiare di un simpatizzante di CasaPound è stato aggredito da tre militanti del centro sociale Bruno con pugni al volto.


Palermo, 10 aprile 2016: gli antagonisti del centro sociale “Anomalia ex carcere” hanno aggredito un gruppo di tifosi della Lazio, giunti a Palermo per la partita di calcio.


Bologna, 5 maggio 2016: una rappresentanza del collettivo antifascista “Hobo”, è entrata in una libreria, stracciando copie di un libro su Salvini.


Roma, 14 maggio 2016: un banchetto elettorale di CasaPound, nel quartiere Prenestino,
è stato assaltato da 50 esponenti dei centri sociali armati di caschi e bastoni.
Nell’aggressione, sono stati feriti anche un disabile e una ragazza.


Firenze, 17 maggio 2016: durante una raccolta alimentare per famiglie italiane in difficoltà,
una quindicina di esponenti dei centri sociali, armati di mazze, hanno subito accerchiato quattro militanti di CasaPound,
ferendone uno e cercando di rubare il carrello con i beni alimentari.


Roma, 21 maggio 2016: durante il corteo della sinistra antagonista organizzato dalla sigla “Casapoundnotwelcome”,
un pulmino tedesco viene assaltato da un gruppo di manifestanti.


Padova, 7 giugno 2016: Luca Casarini è stato condannato per aver occupato un alloggio popolare dell’Ater di Venezia.


Padova, 20 giugno 2016: Enrico Zulian del centro sociale Pedro e Marco Zanotto di Adl Cobas
sono stati posti agli arresti domiciliari per aver occupato una casa abitata.


Ventimiglia, 7 agosto 2016: durante gli scontri che hanno visto fronteggiarsi da una parte immigrati, sostenuti dai centri sociali,
e dall’altra le Forze dell’ordine, un poliziotto muore d’infarto.


Roma, 5 novembre 2016: il quartiere Magliana è stato messo a ferro e fuoco dai militanti del centro sociale “Macchia Rossa”.
Durante la perquisizione all’interno dei locali eseguita dalle Forze dell’ordine, sono state rinvenute mazze, bastoni, spranghe e contenitori con materiale esplodente.
L’immobile, peraltro abusivamente occupato, è stato posto sotto sequestro.


Firenze, 1° gennaio 2017: una pattuglia di polizia rinviene una bomba, contenente elementi metallici,
piazzata davanti alla libreria “Il Bargello”, legata a CasaPound.
Nel tentativo di disinnescarla, l’artificiere della Polizia, Mario Vece, perde un occhio e la mano.
In seguito, sono stati arrestati cinque esponenti di un movimento anarchico cittadino,
già responsabile dell’attacco a colpi di molotov ai danni della stazione dei carabinieri di Rovezzano nell’aprile 2016.


Milano, 13 febbraio 2017: durante un incontro sui martiri delle Foibe, i militanti del centro sociale Zam e Cantiere
hanno cercato di sfondare il cordone di sicurezza delle Forze dell’ordine che stavano presidiando il Municipio IV di Milano.


Bologna, 17 febbraio 2017: dopo mesi di violenze, devastazioni e cariche contro le forze dell’Ordine, il collettivo Cua,
supportato dai centri sociali della città, vince e ottiene lo smantellamento dei tornelli presso la biblioteca della facoltà di Lettere dell’Università di Bologna.


Napoli, 11 marzo 2017: i centri sociali, convogliati in città da tutta Italia, hanno messo a ferro e fuoco Napoli,
per contestare Matteo Salvini presente al comizio presso la Mostra d’Oltremare.


Milano, 9 aprile 2017: due antagonisti sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Mentre erano intenti a scrivere sui muri di uno stabile scritte pro aborto, i due sono stati sorpresi dalla polizia locale.
Gli antagonisti hanno reagito aggredendo i vigili.


Milano, 10 aprile 2017: un ragazzo che indossava la felpa della tifoseria juventina dei “Vikings” è stato aggredito a colpi di casco da venti antifascisti.


La Spezia, 22 aprile 2017: durante la campagna elettorale a sostegno del candidato sindaco,
in un locale del centro, venti antagonisti incappucciati hanno aggredito due militanti di CasaPound.


Roma, 14 giugno 2017: regolamento di conti tra centri sociali finisce nel sangue.
All’interno del centro sociale “La talpa”, durante un’irruzione da parte di alcuni appartenenti al movimento “Degage”,
un uomo viene ferito da un colpo di pistola.
Gli inquirenti risalgano al responsabile: un 44enne, ex appartenente al movimento “Action”,
poi sindacalista Usi e responsabile del centro sociale “La talpa”.


Amburgo, 8 luglio 2017: durante gli scontri avvenuti in città, in cui sono stati distrutti negozi, incendiate automobili e lanciati sassi,
in concomitanza del G20, 140 manifestanti italiani sono stati fermati dalle Forze dell’ordine tedesche.
Tra i fermati, anche l’europarlamentare di Sinistra Europea e espressione dei centri sociali di Bari, Eleonora Forenza.


Padova, 18 luglio 2017: in seguito alla guerriglia esplosa in città, tra lanci di sassi, bombe carta e bottiglie,
sono stati arrestati tre militanti dei centri sociali, il Rivolta di Marghera e il Pedro di Padova.


Roma, 13 settembre 2017: nel quartiere romano Tiburtino III, gli esponenti dei centri sociali
sono riusciti ad impedire lo svolgimento del Consiglio Municipale straordinario sul centro di accoglienza di via del Frantoio,
fortemente voluto dalla cittadinanza e da CasaPound.
I movimenti della sinistra radicale hanno dapprima caricato la polizia e poi assaltato i residenti e i militanti di CasaPound,
riuniti all’interno della struttura dove si sarebbe dovuto tenere il consiglio.


Napoli, 22 settembre 2017: una manifestazione regolarmente autorizzata di CasaPound è stata oggetto di un’aggressione
da parte di alcuni centri sociali che per l’occasione hanno assoldato anche un gruppo di immigrati.


Padova, 7 ottobre 2017: “Mi sono un po’ imborghesito, ma non rinnego la violenza per fini nobili
così Luca Casarini ha commentato i trent’anni del centro sociale Pedro, fondato da lui stesso nel 1987.


Trento, 23 ottobre 2017: due anarchici sono stati condannati con rito abbreviato per l’assalto al gazebo di Forza Nuova
avvenuto qualche giorno prima, mentre due militanti del centro sociale Bruno sono stati rinviati a giudizio.


Roma, 13 novembre 2017: gli antifascisti di “Achtung Banditen – Partigiani della metropoli” minacciano Enrico Mentana,
affiggendo uno striscione sotto gli studi di La7, “Mentana coglione il fascismo non è un’opinione”.
Il reato del giornalista sarebbe stato quello di aver partecipato ad un incontro con Simone Di Stefano, segretario di CasaPound.


Cesena, 27 novembre 2017: volantini con minacce e intimidazioni sono stati affissi a Cesena
da militanti antifascisti per impaurire i possibili locatori della sezione locale di CasaPound.
 
Il bollettino di guerra dal 2018 al 2019

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Firenze, 14 gennaio 2018: un banchetto elettorale di CasaPound è stato assaltato da una quindicina di antifascisti.


Monza, 20 gennaio 2018: una quarantina di militanti del centro sociale “Boccaccio”
hanno cercato di impedire il regolare banchetto elettorale di CasaPound presso un mercato locale, tirando sassi e bottiglie contro le Forze dell’ordine e i cittadini.


Milano, 27 gennaio 2018: un gazebo di Fratelli d’Italia è stato assaltato da un drappello di antifascisti a suon di pugni e “urina”.


Lucca, 1° febbraio 2018: un anarchico reo confesso lancia una molotov vicino alla sezione locale di CasaPound.


Macerata, 6 febbraio 2018: blitz dei centri sociali locali con lancio di fumogeni contro un locale in cui era prevista una conferenza del segretario di CasaPound, Simone Di Stefano.


Bergamo, 9 febbraio 2018: il centro sociale “Kascina Autogestita Popolare” rivendica l’imbrattamento della sede locale della Lega.


Piacenza, 10 febbraio 2018: durante una manifestazione antifascista, un egiziano e un militante del centro sociale Askatasuna hanno accerchiato e malmenato un carabiniere.


Livorno, 13 febbraio 2018: durante un appuntamento elettorale, Giorgia Meloni è stata contestata da alcuni esponenti dei centri sociali con sputi, insulti e cori violenti.


Bologna, 16 febbraio 2018: una sessantina di membri dei centri sociali Xm24, Vag61, Crash, Cua, Làbas e Nodo antifascista,
hanno occupato senza autorizzazione piazza Galvani, dove era previsto il comizio di Forza Nuova.
Nella guerriglia scaturita, un poliziotto è rimasto ferito. La protesta invade tutto il centro di Bologna, messo a ferro e fuoco dai centri sociali.


Napoli, 18 febbraio 2018: i centri sociali tentano di assaltare un hotel in cui si sta svolgendo un evento elettorale di CasaPound,
alla presenza del segretario nazionale Simone Di Stefano. Ne nascono pesanti scontri con le Forze dell’ordine, con lancio di fumogeni e bombe carta.


Monza, 18 febbraio 2018: i centri sociali devastano il gazebo della Lega e aggrediscono alcuni leghisti.


Palermo, 20 febbraio 2018: un gruppo del centro sociale “Anomalia” hanno accerchiato,
legato con nastro da imballaggio e poi pestato a sangue Massimiliano Ursino, segretario di Forza Nuova del capoluogo siciliano.


Torino, 23 febbraio 2018: per contestare la presenza in città del segretario di CasaPound Simone Di Stefano,
i centri sociali hanno ingaggiato una vera guerriglia urbana, con il lancio di bombe carta contenenti chiodi e cocci contro le Forze dell’ordine.
Sei agenti sono rimasti feriti. Durante la guerriglia degli antifascisti, la professoressa-antagonista Lavinia Flavia Cassaro
ha urlato insulti e minacce contro le Forze dell’ordine.
Qualche mese dopo, nell’abitazione della Cassaro, in uno stabile occupato da antagonisti,
sono stati sequestrati alcuni grammi di hashish e cocaina, e un grinder per sminuzzare la marijuana.


Trento, 7 marzo 2018: attentato dinamitardo rivendicato da un gruppo antifascista contro la sede di CasaPound Trento.


Padova, 26 marzo 2018: durante la notte, un gruppo di antifascisti colpisce con due bombe molotov la sede di CasaPound Padova, scrivendo sulle saracinesche “morte ai fascio”.


Padova, 10 aprile 2018: due militanti del centro sociale Pedro sono stati arrestati perché sulla loro auto è stata rinvenuta più di un chilo di marijuana.


Montegenevre, 26 aprile 2018: un’anarchica torinese è stata arrestata in Francia per aver fatto oltrepassare clandestinamente il confine italo-francese a una trentina di immigrati.


Roma, 24 maggio 2018: in vista dall’allora imminenti elezioni, un gruppo di antifascisti incappucciati
sono scesi in strada nella zona Municipio VIII, spaventando i residenti durante la notte con azioni intimidatorie, imbrattando i muri e lanciando molotov.


Roma, 26 maggio 2018: i centri sociali hanno minacciato di morte il candidato presidente di CasaPound al Municipio 8, Massimiliano Pugliese,
con scritte apparse di fronte alla sua abitazione: “Pugliese appeso, fascio occhio al cranio, cagapound sbirri”.


Bologna, 28 giugno 2018: alcuni esponenti del centro sociale “Hobo” hanno fatto irruzione nella redazione locale di Repubblica,
accusando la testata di fare informazione di parte e di essere al servizio del Partito Democratico.


Torino, 13 luglio 2018: nove tra leader e militanti del centro sociale Askatasuna sono stati arrestati per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale durante le contestazioni avvenute in occasione della festa del Primo Maggio 2017. Durante la perquisizione del centro sociale, sono state rinvenute armi.


Treviso, 16 agosto 2018: un ordigno è esploso davanti alla sede provinciale della Lega a Villorba.
Un’altra bomba è stata ritrovata integra sempre nella zona, a due passi dalla sezione locale del partito di Salvini.
Per il duplice attentato, sono stati poi arrestati Juan Antonio Sorroche Fernandez, anarchico-insurrezionalista spagnolo, e Manuel Oxoli, anarchico bresciano.


Trieste, 3 novembre 2018: a margine del corteo indetto da CasaPound per celebrare l’anniversario della Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, la contro manifestazione della sinistra antifascista, si è macchiata di cori a favore delle Foibe e dell’aggressione ai danni di un giovane iscritto al Partito Democratico.


Genova, 6 dicembre 2018: doppia irruzione violente dei militanti del centro sociale “Aut Aut 357”
in un ristorante del centro storico genovese, dove era in corso una festa della Lega.


Milano, 13 dicembre 2018: nove persone riconducibili all’area antagonista dei centri sociali sono accusati di associazione per delinquere
finalizzata all’occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e alla resistenza a pubblico ufficiale.
I nove distribuivano le case di edilizia popolare Aler sfitte a propri amici, parenti e familiari, che non erano in graduatoria o non ne avevano il diritto.
Quando qualche famiglia esterna al circuito provava a mettersi contro, ma veniva repentinamente minacciata.


Torino, 1° febbraio 2019: un gruppo di antagonisti del centro sociale “Gabrio” ha assaltato un banchetto della Lega, aggredendo militanti e chi si trovava in coda per firmare.


Torino, 10 febbraio 2019: un centinaio di antagonisti hanno lanciato un petardo/fumogeno
in direzione del carcere torinese “Lorusso e Cotugno”, dove erano reclusi sei antagonisti.
Ciò ha provocato un incendio all’interno di un capannone e il conseguente crollo della struttura.


Cagliari, 15 febbraio 2019: un gruppo di antifascisti con caschi e volti coperti, come testimoniato da un video,
lancia bottiglie e poi assale militanti del Blocco Studentesco di CasaPound, sotto gli occhi attoniti dei cittadini presenti in zona.


Pomezia, 16 febbraio 2019: danneggiata la sede di CasaPound Pomezia, serranda forzata e vetrine mandate in frantumi.


Trento, 19 febbraio 2019: sono stati arrestati sette anarchici di una cellula anarco-insurrezionalista
che da Trento progettava e portava a termine veri e propri atti sovversivi con finalità terroristiche
e con collegamenti con altre omologhe realtà sia italiane sia straniere operative in Grecia, Spagna e Svizzera.
I sette anarchici sono stati accusati, a vario titolo, di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico,
possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, fabbricazione, detenzione e porto di armi ed esplosivi,
atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, incendio e danneggiamento di sistemi informatici o telematici, anche di pubblica utilità, con finalità di terrorismo.
 
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Modena, 3 marzo 2019: durante la visita in città del ministro Matteo Salvini,
un gruppo formato da un centinaio di manifestanti del centro sociale “Spazio Guernica”
ha iniziato a lanciare sassi contro le Forze dell’ordine che hanno risposto con una carica.


Catania, 22 marzo 2019: Enrico Maccarone, militante della comunità identitaria “Spazio Libero Cervantes”,
è stato aggredito da una trentina di militanti dei centri sociali “Liotru” e “Colapesce”,
perché stava distribuendo dei volantini che pubblicizzavano una manifestazione per festeggiare l’anniversario dell’Unità d’Italia.


Napoli, 18 aprile 2019: sette denunce per manifestazione non autorizzata e invasione del porto di Napoli
a altrettanti militanti del centro sociale Insurgencia per la manifestazione indetta per favorire l’attracco della nave della Ong Sea-Eye.


Bergamo, 24 aprile 2019: ignoti hanno imbrattato la vetrina della sede elettorale del candidato della Lega, Giacomo Stucchi,
letteralmente sommersa dalla vernice rossa, gettata a secchiate sui vetri e sull’insegna, mentre sul marciapiedi è comparsa la scritta “Salvini muori”.


Modena, 25 aprile 2019: durante i festeggiamenti del 25 aprile, un gruppo di antifascisti, con volto coperto,
hanno imbrattato muri e monumenti con scritte ingiuriose e minacciose contro i martiri delle Foibe, le Forze dell’ordine,
il ministro Salvini e Notre Dame, da poco distrutta da un rogo.


Torino, 25 aprile 2019: nell’ambito dell’inchiesta “Scripta Manent”, sono state emesse 5 condanne nel processo contro gli anarchici delle Fai-Fri,
ritenuta dalla procura un’organizzazione terroristica a tutti gli effetti.
Le accuse contro gli anarchici vanno dall’associazione con finalità terroristiche agli attentati eversivi, passando per strage e istigazione a delinquere.


Torino, 1° maggio 2019: durante il corteo del Primo Maggio, un gruppo di No Tav e di antagonisti del centro sociale Askatasuna
si sono scontrati con le Forze dell’ordine, lanciando bottiglie, lattine, e aste di bandiere.


Padova, 8 maggior 2019: tre militanti del centro sociale Pedro sono stati denunciati per il pestaggio dell’ex consigliere leghista Nicolò Calore.


Roma, 9 maggio 2019: all’Università Roma 3, mentre i ragazzi di Esperia, una lista composta anche da militanti di CasaPound,
stanno facendo propaganda presso il loro banchetto, un gruppo antifascista li aggredisce e colpisce con un casco gli studenti.


Roma, 10 maggio 2019: i centri sociali aggrediscono all’Università la Sapienza un simpatizzante di CasaPound,
“reo” di avere una toppa del gruppo musicale Zetazeroalfa sullo zainetto.


Napoli, 16 maggio 2019: i centri sociali, tra questi “Insurgencia” ed “Ex Opg, supportati dalle bandiere di Potere al Popolo
e riunitisi in piazza del Plebiscito, hanno cercato di forzare, con la violenza, il cordone delle Forze dell’ordine
per raggiungere la Prefettura dove era presente il ministro Matteo Salvini.


Firenze, 19 maggio 2019: i centri sociali, scesi in piazza contro la presenza in città del ministro Matteo Salvini, hanno attaccato violentemente le Forze dell’ordine.


Bologna, 20 maggio 2019: con il pretesto del comizio di Forza Nuova, violenti scontri tra centri sociali e Forze dell’ordine.


Genova, 23 maggio 2019: per impedire un appuntamento elettorale del candidato alle europee di CasaPound, Marco Mori,
i centri sociali genovesi hanno messo a ferro e fuoco il centro cittadino.


Padova, 6 giugno 2019: durante lo sfratto esecutivo di una famiglia congolese abusiva,
una delegazione di esponenti del centro sociale “Gramigna” si sono scontrati con le Forze dell’Ordine.
Due militanti sono stati arresti.


Torino, 10 giugno 2019: il professor Alessandro Meluzzi ha ricevuto minacce tramite una e-mail firmata “Bella Ciao”:
Attenzione che oggi vi esplode l’ufficio. Vi conviene chiamare i pompieri, entro le 12”.


Padova, 15 giugno 2019: cinque militanti dei centri sociali aggrediscono con calci e pugni, un 34enne padovano apostrofato come “fascista”.


Torino, 4 luglio 2019: a due anni dagli scontri avvenuti in occasione del G7 di Venaria, sono stati arrestati nove antagonisti,
tra questi i capi del centro sociale Askatasuna e altri soggetti appartenenti all’area antagonista di Roma, Firenze, Venezia, Bari e Modena.


Parma, 18 settembre 2019: per il depistaggio messo in atto per coprire i tre stupratori appartenenti alla Rete Antifascista di Parma,
quattro militanti antifascisti sono stati condannati per favoreggiamento.


Torino, 5 novembre 2019: per gli scontri con le Forze dell’ordine avvenute in Val di Susa e l’assalto al cantiere di Chiomonte,
dove sono state lanciate bomba carta, due storici leader del centro sociale Askatasuna,
Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, sono stati arrestati perché “accusati di avere incitato e coordinato gli attivisti
nel danneggiamento delle cancellate metalliche e nel lancio di ordigni esplosivi e pietre”.


Torino, 13 novembre 2019: due militanti del circolo Aliud, entrambi iscritti a Fratelli d’Italia,
sono stati aggrediti da 10 soggetti incappucciati. La spedizione punitivi è stata l’ultimo capitolo di una manifestazione antifascista del 27 ottobre 2019.
 
Il bollettino di guerra dal 2020 al 2021

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Torino, 3 febbraio 2020: in seguito ad una manifestazione dei movimenti antagonisti,
un gruppo di immigrati ha innescato una rivolta in un centro di permanenza e rimpatrio di Torino
che è sfociata nell’ennesima distruzione della struttura, dopo l’incendio appiccato un mese prima.


Torino, 5 marzo 2020: Alessandro Rapisarda, militante del centro sociale Askatasuna,
è stato arrestato per i disordini del dicembre 2019 al cantiere di Chiomonte in Val di Susa,
con le accuse di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e di danneggiamento seguito da incendio.


Bergamo, 12 marzo 2021: due esponenti dell’estrema sinistra, una donna di 65 anni che fa parte della segreteria di Rifondazione Comunista
e un uomo di 64 anni, entrami già condannati nel vecchio processo di Prima Linea,
sono stati indagati per il reato di “associazione con finalità di terrorismo, di eversione dell’ordine democratico e minacce aggrevate”,
nell’ambito dell’inchiesta riguardante le buste con proiettili e minacce inviate a tre membri di Confindustria.


Bologna, 13 maggio 2020: nell’ambito dell’operazione “Ritrova”, 12 anarchici sono stati arrestati con l’accusa
di “associazione terroristica eversiva” per aver condotto una “campagna di lotta anti-Stato”.


Torino, 15 maggio 2020: sette militanti di Askatasuna sono stati denunciati per le aggressioni ai pusher
avvenute durante le ronde anti spaccio, pianificate per evitare i continui controlli di polizia nel quartiere del centro sociale occupato.
Devi andare via di qui, non puoi stare qui sotto, avete portato la polizia a forza di spacciare. Sono sempre qui che controllano”,
così i militanti di Askatasuna minacciavano gli spacciatori.


Roma, 12 giugno 2020: sette persone, appartenenti a un gruppo anarchico terroristico con base nel centro sociale “Bencivenga Occupato”,
sono state arrestate con le accuse di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi e altri reati.
Nei progetti del gruppo, gli arrestati volevano anche sostenere, con atti di terrorismo, gli imputati nel processo “Panico”,
conclusosi a Firenze nel luglio 2019 che aveva emesso pesanti condanne nei confronti degli imputati,
accusati pure dell’attentato alla libreria “Il Bargello”, legata a CasaPound Firenze, compiuto il 1° gennaio 2017.


Napoli, 15 giugno 2020: tre militanti del centro sociale “Mezzocannone Occupato” sono stati arrestati
per aver accerchiato e insultato alcuni agenti di polizia, e per avere poi danneggiato le volanti.


Torino, 23 luglio 2020: sono diciannove, tra fermi e arresti, diciannove provvedimenti di custodia cautelare
hanno colpito i militanti del centro sociale Askatasuna, alcuni anarchici e gli studenti dei collettivi universitari torinesi
.
Le accuse a loro carico sono rapina, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e danneggiamento per i violenti scontri avvenuti lo scorso febbraio al Campus Einaudi a Torino.


Bologna, 11 ottobre 2020: durante una raccolta firme, tre militanti di Fratelli d’Italia sono stati aggrediti da un gruppo di facinorosi dei centri sociali.


Milano, 19 ottobre 2020: nell’ambito dell’inchiesta per l’imbrattamento della statua di Indro Montanelli nei giardini di via Palestro a Milano,
uno studente appartenente al gruppo Lume (Laboratorio universitario metropolitano), affiliato all’area antagonista, è stato sottoposto a perquisizione.
Gli investigatori sono risaliti allo studente partendo da una bomboletta di vernice spray abbandonata sul posto dopo il blitz.
Dal codice a barre, sono risaliti al negozio che l’aveva venduta e alla carta di credito con il quale il giovane l’aveva acquistata.
Dal fotosegnalamento avvenuto in questura, è inoltre emerso che le impronte del giovane erano le stesse trovate sulla bomboletta.


Firenze, 31 ottobre 2020: quattro antagonisti sono stati arrestati per gli scontri avvenuti durante una manifestazione non autorizzata a Firenze,
dove sono volate bombe carte e sono stati compiuti atti vandalici.


Torino, 24 novembre 2020: attacco degli anarchici con bombe carte e vernice contro la palazzina che ospita la redazione della Stampa e la redazione torinese di Repubblica.


Torino, 26 gennaio 2021: diciotto avvisi di chiusura indagine sono stati notificati ad altrettanti militanti anarchici di Torino, Cuneo e Milano,
coinvolti nell’operazione “Scintilla”, che nel febbraio del 2019 portò allo sgombero del centro sociale occupato ex Asilo di Torino.
Gli anarchici sono accusati di aver promosso, costituito, organizzato e partecipato a un’associazione sovversiva (una ventina di attentati)
contro le politiche nazionali di gestione dell’immigrazione e le relative strutture per l’identificazione e l’espulsione dei migranti.


Torino, 26 gennaio 2021: alcuni militanti di Azione Studentesca, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, sono quasi stati investiti da un’automobile durante un’affissione.
I ragazzi hanno raccontato che “Dopo essere stati costretti a gettarsi sullo spartitraffico per evitare l’impatto hanno sentito gridare:
‘Vi ammazziamo! Qui non ci dovete stare!’, e immediatamente dopo dalla vettura sono usciti cinque o sei individui armati di bastoni e catene”.
I militanti di Azione Studentesca sono riusciti a fuggire, ma hanno trovato la loro auto distrutta.


Perugia, 4 febbraio 2021: “associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico,
atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi”, queste le accuse rivolte a tre anarchici,
responsabili dell’esplosione di un ordigno rudimentale davanti alla caserma dei carabinieri a San Giovanni di Roma e dell’attentato alla sede della Lega di Treviso.


Torino, 14 febbraio 2021: tre antagonisti del centro sociale “Asilo Occupato” sono stati denunciati per tentata rapina.
Avevano assaltato un banchetto di Fratelli d’Italia, ferendo due militanti con calci e pugni.


Napoli, 19 febbraio 2021: l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, e il compagno Egidio Giordano,
assessore ai Beni comuni e alle Politiche sociali della Terza Municipalità, entrambi espressione del centro sociale Insurgencia,
sono stati denunciati per detenzione di materiale esplodente a seguito di una perquisizione della Digos nel loro appartamento.


Barcellona, 2 marzo 2021: sei antagonisti italiani sono stati arrestati per gli scontri con la polizia di Barcellona.
La manifestazione era stata indetta per protestare contro la detenzione del rapper spagnolo Pablo Hasél.
L’antagonista italiana arrestata è sospettata di essere stata l’esecutrice materiale dell’incendio doloso contro un veicolo della polizia, a bordo del quale si trovava un agente.


Torino, 22 marzo 2021: 13 soggetti, tra leader e militanti del centro sociale Askatasuna,
sono stati arrestati perché ritenuti responsabili dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata aggravati,
commessi nel centro di Torino in occasione del corteo del Primo Maggio 2019.


Genova, 18 maggio 2021: 45 manifestanti antifascisti sono stati rinviati a giudizio per gli scontri con la polizia
avvenuti in piazza Corvetto a Genova il 23 maggio 2019. Sono accusati a vario titolo di resistenza,
porto di oggetti atti a offendere, travisamento e lancio di oggetti pericolosi
.
Gli antifascisti volevano impedire un comizio elettorale di CasaPound.


Napoli, 22 luglio 2021: scontri con la polizia durante il corteo degli antagonisti dei centri sociali napoletani che manifestavano contro il G20 sull’ambiente.
Gli antagonisti hanno anche cercato di entrare nella zona rossa.
Alla manifestazione, era presente anche Oreste Scalzone, fondatore di Potere Operaio e già condannato per associazione sovversiva.


Cagliari, 14 settembre: cinque soggetti sono stati rinviati a giudizio per “associazione eversiva a carattere anarco-insurrezionalista.
I cinque avevano guidato le azioni contro le basi militari in Sardegna, danneggiato sedi delle Poste Italiane e di istituti di credito, la fabbrica di armamenti di Domusnovas.


Torino, 17 settembre 2021: dopo il lancio di una bomba carta contro il muro del centro di permanenza e rimpatrio per immigrati di corso Brunelleschi di Torino,
sei antagonisti che sostavano fuori dal Cpr sono stati identificati.


Milano, 4 ottobre 2021: durante il corteo “Fridays For Future”, una quindicina di manifestanti,
appartenenti al centro sociale occupato “Cantiere”, ha gettato della vernice nera imbrattando la sede di Microsoft
e colpendo anche una squadra dell’Arma dei Carabinieri posta a presidio della struttura.


Genova, 6 ottobre 2021: la Rete Antifascista ha imbrattato di escrementi la statua a Giorgio Parodi, cofondatore della Moto Guzzi.


Milano, 9 ottobre 2021: dei 57 denunciati a causa degli scontri avvenuti durante una manifestazione non autorizzata “no green pass”,
la metà appartengono alla galassia anarchica. I reati vanno dalla violenza privata all’oltraggio a pubblico ufficiale,
passando per rifiuto d’indicazioni sulla propria identità e resistenza a pubblico ufficiale.


Firenze, 13 ottobre 2021: una lettera intimidatoria, contenente un proiettile e firmata Carc (Comitato di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo)
e Ncc (Nuclei comunisti combattenti), è stata inviata al segretario della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini.
 
Indovina a chi serve, l’Uomo Nero.

Chi lo fabbrica, dove lo manda a fare danni.

E quando, e perché.

L’Uomo Nero: a chi regala facili onori, la sua intimidazione sterile?

Un fantasma effimero, dalla vocazione servile.

Lo si lascia impunemente circolare, per poi incassare i dividendi della sua ovvia sconfitta, programmata dall’inizio.

Così scopri per chi lavora, da sempre, quel sinistro teppista obbediente.

E vedi fin dove si spande, tutto quel nero, nella prigione scura dei cervelli purtroppo ancora spenti, dopo venti mesi.

Dunque rieccolo in pista, l’Uomo Nero, proprio adesso.

Che combinazione, anche stavolta.

Infatti: a che punto della storia viene puntualmente riesumata, la sua provvidenziale arte antica,
progettata per puntellare proprio il potere più nero, quando il palazzo sembra vacillare?

Ma poi: possibile che funzioni ancora, dopo tanto tempo, la vecchia maleodorante impostura?


Eccome: può addirittura sembrare un’autentica carezza, per i ciechi.

Un conforto prezioso, in tempi di spavento e di amarezze tempestose.

Tutti gli altri, quelli che ormai se la sono strappata, la benda dal volto, registrano invece un altro spettacolo, ben diverso:
anziché il buffone, al centro della scena vedono il sovrano.

Lo scorgono decrepito e frustrato.

Ormai è nudo, il Re: così inquieto, oggi, da rimestare nella spazzatura.

Pronto persino a resuscitare, un’altra volta, lo stagionato cadavere di quel suo antico attore impresentabile:
l’automa che agisce a comando, all’occorrenza, solo per invadere la prima pagina del Gazzettino della Paura, senza il minimo senso del ridicolo.

Meno la si legge, la Gazzetta, e più alza i toni: tradisce stizza, manifesta l’impotenza di chi sente che la storia sta cambiando, sta già guardando altrove.

Certo, la notte sarà ancora lunga: non lo si fonda da un giorno all’altro, il Nuovo Mondo.

Prima, il Vecchio Mondo deve finire di compiere, sino in fondo, la sua missione disastrosa.


E’ come se gli arconti lo sapessero perfettamente, di avere le ore contate (le settimane, i mesi, gli anni).

Chi scruta il cielo, dice che si sta ormai chiudendo un’era precessionale: l’alba è prevista per il fatidico 2024.


Gli avamposti del Nuovo Mondo, intanto, crescono a vista d’occhio.

Sono interpretati da pionieri, divisi in due correnti di pensiero:

chi spera di cambiarlo dall’interno, il Vecchio Mondo,

e chi invece ritiene sia meglio lasciarlo semplicemente estinguere, sottraendosi pacificamente a tutte le sue imposizioni abusive.

Gli uni e gli altri lo riconoscono benissimo, l’Uomo Nero: lo sanno smascherare subito.

E immaginano che non stia affatto così bene, il vetusto monarca, se davvero è disposto a prestarsi – nel 2021 –
alla vecchissima recita imbarazzante che ancora e sempre si imbastisce, attorno alle grottesche imprese dell’Uomo Nero.
 

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