Obbligazioni MPS

Supplemento al prospetto inf., punti salienti:
* In ambito Lme alcuni accordi, in particolare quelli con Quaestio, non sono ancora stati sottoscritti
* Il supplemento al prospetto è statoredatto anche in ragione del deflusso della raccolta diretta
* Dal 30 settembre al 13 dicembre il calo raccolta commerciale diretta è stato di 6 miliardi, di cui 2 miliardi dal 4 dicembre, giorno del referendum
* Vede la raccolta diretta 2016 3 miliardi sotto le attese del piano. Gli effetti economici di questo scostamento sono ritenuti marginali
* Non c'è nessuna certezza su un eventuale intervento dello Stato nell'aumento di capitale né sulle sue modalità o importo
* Con unintervento pubblico classificato come 'aiuto di Stato', le condizioni della conversione forzosa potrebbero essere peggiori dell'offerta volontaria
 
MF Dow Jones 16.12. 09:37 - B.Mps: pronte 3 opzioni in caso di insuccesso (Sole)



ROMA (MF-DJ)--Il rilancio del tentativo "di mercato" per riportare il

Monte dei Paschi in territorio più sicuro viene ovviamente visto con

favore nelle stanze del governo. L'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni

eviterebbe volentieri di dedicare il suo primo provvedimento di peso a un

sostegno straordinario pubblico, per il Monte e non solo, che produce

nuovo debito pubblico e fa pagare il conto del burden sharing ai titolari

di obbligazioni subordinate. Qualche segnale di fiducia è arrivato ieri

anche dai listini, ma il filo rimane esile e la rete di sicurezza pronta a

scattare.

Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che sarebbero pronte 3 opzioni per

Mps. Nessuna ipotesi rimane esclusa ma lo scenario più probabile vede

l'attesa del verdetto per la metà della settimana prossima, finestra oltre

la quale si chiudono di fatto le operazioni sul mercato ma anche le

finestre per un intervento tempestivo in caso di insuccesso del tentativo

rilanciato in extremis dal consiglio di amministrazione di Rocca

Salimbeni.

In caso di insuccesso complessivo dell'operazione arriverebbe il decreto

in formula piena, che porta con sé la ricapitalizzazione precauzionale del

Monte e il burden sharing a carico dei titolari di obbligazioni

subordinate. Il passaggio è inevitabile, come spiega l'articolo 32 della

direttiva europea Brrd sul sistema bancario, e da Bruxelles passano anche

le decisioni finali sul conto da presentare agli investitori.

Sempre in chiave precauzionale, per dare più certezze a un mercato a

rischio di crisi di sfiducia alla luce di un flop dell'opzione privata sul

Monte, il provvedimento potrebbe attivare una parte delle garanzie

pubbliche sulle emissioni bancarie di bond senior per ottenere liquidità.

Nelle trattative di luglio con la commissione Ue Roma ha ottenuto la

possibilità di attivarne fino a 150 miliardi, e una prima parte potrebbe

arrivare con il decreto: trattandosi di garanzie, la mossa non produrrebbe

un costo immediato, perché lo Stato dovrebbe mettere mano al portafoglio

solo se poi la garanzia andasse esercitata. Ma il primo obiettivo di

questo strumento è proprio quello di offrire rassicurazioni per evitare

che il mercato si inceppi.

Lo scenario opposto, con l'operazione di mercato che arriva al

traguardo, toglierebbe di mezzo il decreto, ma non i nodi bancari lontani

da Siena che rimangono da affrontare. In questo caso, però, l'urgenza

sarebbe un po' meno serrata, e permetterebbe di affidare ad altri

provvedimenti temi come i nuovi apporti al fondo di risoluzione, da

rateizzare in 5 anni, o i correttivi sulle Dta per utilizzare a valere

sull'esercizio 2016 il canone versato a luglio ma con riferimento al 2015.

In arrivo non c'è infatti solo il classico "milleproroghe" di fine anno,

ma anche un decreto che a gennaio dovrebbe ripescare molti dei temi non

esaminati al Senato nella manovra "ratificata" nella versione della Camera

per lasciar spazio alle dimissioni del governo Renzi.

La terza via, che si aprirebbe se l'insuccesso dell'operazione di

mercato fosse solo parziale, fermando l'aumento non troppo sotto

l'asticella dei 5 miliardi, il Ministero dell'Economia che è già oggi

titolare del 4% del Monte potrebbe raccogliere l'inoptato, se ridotto,

senza passare da un decreto con tutte le sue conseguenze.


pev

(END) Dow Jones Newswires

December 16, 2016 03:37 ET (08:37 GMT)

© 2016 MF-Dow Jones News Srl.

Possibile?
 
MF Dow Jones 16.12. 09:37 - B.Mps: pronte 3 opzioni in caso di insuccesso (Sole)



ROMA (MF-DJ)--Il rilancio del tentativo "di mercato" per riportare il

Monte dei Paschi in territorio più sicuro viene ovviamente visto con

favore nelle stanze del governo. L'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni

eviterebbe volentieri di dedicare il suo primo provvedimento di peso a un

sostegno straordinario pubblico, per il Monte e non solo, che produce

nuovo debito pubblico e fa pagare il conto del burden sharing ai titolari

di obbligazioni subordinate. Qualche segnale di fiducia è arrivato ieri

anche dai listini, ma il filo rimane esile e la rete di sicurezza pronta a

scattare.

Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che sarebbero pronte 3 opzioni per

Mps. Nessuna ipotesi rimane esclusa ma lo scenario più probabile vede

l'attesa del verdetto per la metà della settimana prossima, finestra oltre

la quale si chiudono di fatto le operazioni sul mercato ma anche le

finestre per un intervento tempestivo in caso di insuccesso del tentativo

rilanciato in extremis dal consiglio di amministrazione di Rocca

Salimbeni.

In caso di insuccesso complessivo dell'operazione arriverebbe il decreto

in formula piena, che porta con sé la ricapitalizzazione precauzionale del

Monte e il burden sharing a carico dei titolari di obbligazioni

subordinate. Il passaggio è inevitabile, come spiega l'articolo 32 della

direttiva europea Brrd sul sistema bancario, e da Bruxelles passano anche

le decisioni finali sul conto da presentare agli investitori.

Sempre in chiave precauzionale, per dare più certezze a un mercato a

rischio di crisi di sfiducia alla luce di un flop dell'opzione privata sul

Monte, il provvedimento potrebbe attivare una parte delle garanzie

pubbliche sulle emissioni bancarie di bond senior per ottenere liquidità.

Nelle trattative di luglio con la commissione Ue Roma ha ottenuto la

possibilità di attivarne fino a 150 miliardi, e una prima parte potrebbe

arrivare con il decreto: trattandosi di garanzie, la mossa non produrrebbe

un costo immediato, perché lo Stato dovrebbe mettere mano al portafoglio

solo se poi la garanzia andasse esercitata. Ma il primo obiettivo di

questo strumento è proprio quello di offrire rassicurazioni per evitare

che il mercato si inceppi.

Lo scenario opposto, con l'operazione di mercato che arriva al

traguardo, toglierebbe di mezzo il decreto, ma non i nodi bancari lontani

da Siena che rimangono da affrontare. In questo caso, però, l'urgenza

sarebbe un po' meno serrata, e permetterebbe di affidare ad altri

provvedimenti temi come i nuovi apporti al fondo di risoluzione, da

rateizzare in 5 anni, o i correttivi sulle Dta per utilizzare a valere

sull'esercizio 2016 il canone versato a luglio ma con riferimento al 2015.

In arrivo non c'è infatti solo il classico "milleproroghe" di fine anno,

ma anche un decreto che a gennaio dovrebbe ripescare molti dei temi non

esaminati al Senato nella manovra "ratificata" nella versione della Camera

per lasciar spazio alle dimissioni del governo Renzi.

La terza via, che si aprirebbe se l'insuccesso dell'operazione di

mercato fosse solo parziale, fermando l'aumento non troppo sotto

l'asticella dei 5 miliardi, il Ministero dell'Economia che è già oggi

titolare del 4% del Monte potrebbe raccogliere l'inoptato, se ridotto,

senza passare da un decreto con tutte le sue conseguenze.


pev

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December 16, 2016 03:37 ET (08:37 GMT)

© 2016 MF-Dow Jones News Srl.

Possibile?
se Renzi vuol votare in primavera si.....
 
MF Dow Jones 16.12. 09:37 - B.Mps: pronte 3 opzioni in caso di insuccesso (Sole)



ROMA (MF-DJ)--Il rilancio del tentativo "di mercato" per riportare il

Monte dei Paschi in territorio più sicuro viene ovviamente visto con

favore nelle stanze del governo. L'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni

eviterebbe volentieri di dedicare il suo primo provvedimento di peso a un

sostegno straordinario pubblico, per il Monte e non solo, che produce

nuovo debito pubblico e fa pagare il conto del burden sharing ai titolari

di obbligazioni subordinate. Qualche segnale di fiducia è arrivato ieri

anche dai listini, ma il filo rimane esile e la rete di sicurezza pronta a

scattare.

Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che sarebbero pronte 3 opzioni per

Mps. Nessuna ipotesi rimane esclusa ma lo scenario più probabile vede

l'attesa del verdetto per la metà della settimana prossima, finestra oltre

la quale si chiudono di fatto le operazioni sul mercato ma anche le

finestre per un intervento tempestivo in caso di insuccesso del tentativo

rilanciato in extremis dal consiglio di amministrazione di Rocca

Salimbeni.

In caso di insuccesso complessivo dell'operazione arriverebbe il decreto

in formula piena, che porta con sé la ricapitalizzazione precauzionale del

Monte e il burden sharing a carico dei titolari di obbligazioni

subordinate. Il passaggio è inevitabile, come spiega l'articolo 32 della

direttiva europea Brrd sul sistema bancario, e da Bruxelles passano anche

le decisioni finali sul conto da presentare agli investitori.

Sempre in chiave precauzionale, per dare più certezze a un mercato a

rischio di crisi di sfiducia alla luce di un flop dell'opzione privata sul

Monte, il provvedimento potrebbe attivare una parte delle garanzie

pubbliche sulle emissioni bancarie di bond senior per ottenere liquidità.

Nelle trattative di luglio con la commissione Ue Roma ha ottenuto la

possibilità di attivarne fino a 150 miliardi, e una prima parte potrebbe

arrivare con il decreto: trattandosi di garanzie, la mossa non produrrebbe

un costo immediato, perché lo Stato dovrebbe mettere mano al portafoglio

solo se poi la garanzia andasse esercitata. Ma il primo obiettivo di

questo strumento è proprio quello di offrire rassicurazioni per evitare

che il mercato si inceppi.

Lo scenario opposto, con l'operazione di mercato che arriva al

traguardo, toglierebbe di mezzo il decreto, ma non i nodi bancari lontani

da Siena che rimangono da affrontare. In questo caso, però, l'urgenza

sarebbe un po' meno serrata, e permetterebbe di affidare ad altri

provvedimenti temi come i nuovi apporti al fondo di risoluzione, da

rateizzare in 5 anni, o i correttivi sulle Dta per utilizzare a valere

sull'esercizio 2016 il canone versato a luglio ma con riferimento al 2015.

In arrivo non c'è infatti solo il classico "milleproroghe" di fine anno,

ma anche un decreto che a gennaio dovrebbe ripescare molti dei temi non

esaminati al Senato nella manovra "ratificata" nella versione della Camera

per lasciar spazio alle dimissioni del governo Renzi.

La terza via, che si aprirebbe se l'insuccesso dell'operazione di

mercato fosse solo parziale, fermando l'aumento non troppo sotto

l'asticella dei 5 miliardi, il Ministero dell'Economia che è già oggi

titolare del 4% del Monte potrebbe raccogliere l'inoptato, se ridotto,

senza passare da un decreto con tutte le sue conseguenze.


pev

(END) Dow Jones Newswires

December 16, 2016 03:37 ET (08:37 GMT)

© 2016 MF-Dow Jones News Srl.

Possibile?

Un po' bizantino ma forse proprio per questo potrebbe anche essere possibile...

se Renzi vuol votare in primavera si.....

Certamente il quadro e le prospettive poltiche entrano prepotentemente in questa storia...
 
probabilmente se mancassero altri 200 ml potrebbe metterli lo stato, ma chiaramente non potrebbe oltre che raddoppiare la % senza che EU faccia finta di nulla
 
Quanto pagano il FRESH ?

Edit: 23,2. Grazie a Rott che ha pubblicato di la il Supplemento di Prospetto del LME
 
Ultima modifica:
probabilmente se mancassero altri 200 ml potrebbe metterli lo stato, ma chiaramente non potrebbe oltre che raddoppiare la % senza che EU faccia finta di nulla

secondo me lo stato potrebbe mettere quanto il primo grande investitore, se entra il qatar con 1 milardo lo può fare anche lo stato per preservare il suo investimento.

un po' come l'aumento di Renault fatto dallo stato francese e da un grande azionista privato, e non è stato considerato aiuto di stato perchè è stato fatto alle stesse condizioni di mercato dei privati...
 
secondo me lo stato potrebbe mettere quanto il primo grande investitore, se entra il qatar con 1 milardo lo può fare anche lo stato per preservare il suo investimento.

un po' come l'aumento di Renault fatto dallo stato francese e da un grande azionista privato, e non è stato considerato aiuto di stato perchè è stato fatto alle stesse condizioni di mercato dei privati...
situazione non paragonabile mi pare... Renault non può essere paragonata ad una qualsiasi banca...
 
secondo me lo stato potrebbe mettere quanto il primo grande investitore, se entra il qatar con 1 milardo lo può fare anche lo stato per preservare il suo investimento.

un po' come l'aumento di Renault fatto dallo stato francese e da un grande azionista privato, e non è stato considerato aiuto di stato perchè è stato fatto alle stesse condizioni di mercato dei privati...

Ma questa soluzione non sarebbe più conveniente per tutti? Lo stato salva la banca e la faccia con quattro spicci e mantiene probabilmente il controllo o giù di lì della banca no cause subisti no reclami tutto volontario...
 

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