MF Dow Jones 16.12. 09:37 - B.Mps: pronte 3 opzioni in caso di insuccesso (Sole)
ROMA (MF-DJ)--Il rilancio del tentativo "di mercato" per riportare il
Monte dei Paschi in territorio più sicuro viene ovviamente visto con
favore nelle stanze del governo. L'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni
eviterebbe volentieri di dedicare il suo primo provvedimento di peso a un
sostegno straordinario pubblico, per il Monte e non solo, che produce
nuovo debito pubblico e fa pagare il conto del burden sharing ai titolari
di obbligazioni subordinate. Qualche segnale di fiducia è arrivato ieri
anche dai listini, ma il filo rimane esile e la rete di sicurezza pronta a
scattare.
Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che sarebbero pronte 3 opzioni per
Mps. Nessuna ipotesi rimane esclusa ma lo scenario più probabile vede
l'attesa del verdetto per la metà della settimana prossima, finestra oltre
la quale si chiudono di fatto le operazioni sul mercato ma anche le
finestre per un intervento tempestivo in caso di insuccesso del tentativo
rilanciato in extremis dal consiglio di amministrazione di Rocca
Salimbeni.
In caso di insuccesso complessivo dell'operazione arriverebbe il decreto
in formula piena, che porta con sé la ricapitalizzazione precauzionale del
Monte e il burden sharing a carico dei titolari di obbligazioni
subordinate. Il passaggio è inevitabile, come spiega l'articolo 32 della
direttiva europea Brrd sul sistema bancario, e da Bruxelles passano anche
le decisioni finali sul conto da presentare agli investitori.
Sempre in chiave precauzionale, per dare più certezze a un mercato a
rischio di crisi di sfiducia alla luce di un flop dell'opzione privata sul
Monte, il provvedimento potrebbe attivare una parte delle garanzie
pubbliche sulle emissioni bancarie di bond senior per ottenere liquidità.
Nelle trattative di luglio con la commissione Ue Roma ha ottenuto la
possibilità di attivarne fino a 150 miliardi, e una prima parte potrebbe
arrivare con il decreto: trattandosi di garanzie, la mossa non produrrebbe
un costo immediato, perché lo Stato dovrebbe mettere mano al portafoglio
solo se poi la garanzia andasse esercitata. Ma il primo obiettivo di
questo strumento è proprio quello di offrire rassicurazioni per evitare
che il mercato si inceppi.
Lo scenario opposto, con l'operazione di mercato che arriva al
traguardo, toglierebbe di mezzo il decreto, ma non i nodi bancari lontani
da Siena che rimangono da affrontare. In questo caso, però, l'urgenza
sarebbe un po' meno serrata, e permetterebbe di affidare ad altri
provvedimenti temi come i nuovi apporti al fondo di risoluzione, da
rateizzare in 5 anni, o i correttivi sulle Dta per utilizzare a valere
sull'esercizio 2016 il canone versato a luglio ma con riferimento al 2015.
In arrivo non c'è infatti solo il classico "milleproroghe" di fine anno,
ma anche un decreto che a gennaio dovrebbe ripescare molti dei temi non
esaminati al Senato nella manovra "ratificata" nella versione della Camera
per lasciar spazio alle dimissioni del governo Renzi.
La terza via, che si aprirebbe se l'insuccesso dell'operazione di
mercato fosse solo parziale, fermando l'aumento non troppo sotto
l'asticella dei 5 miliardi, il Ministero dell'Economia che è già oggi
titolare del 4% del Monte potrebbe raccogliere l'inoptato, se ridotto,
senza passare da un decreto con tutte le sue conseguenze.
pev
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December 16, 2016 03:37 ET (08:37 GMT)
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