Vorrei condividere una riflessione e rivolgervi un invito, sia che possediate o meno titoli MPS subordinati.
Quando viene lanciata una tender offer, la banca lucra sul capital gain corrispondente alla differenza tra il prezzo di emissione e quello della tender.
In una exchange offer (contro azioni) le cose funzionano diversamente, perché l’interesse della banca è prima di tutto quella di accumulare nuovo capitale convertendo altri strumenti. Paradossalmente, la banca avrebbe interesse ad offrire la conversione al valore nominale del titolo, per assicurarsi la maggiore partecipazione possibile. Un prezzo più basso permetterebbe solo di esporre un (effimero!) beneficio a conto economico, pagato a caro prezzo da una minore partecipazione all’Exchange Offer.
Morale: se quelli di MPS sono intelligenti, e se decidono di lanciare una Exchange Offer volontaria, dovrebbero offrire prezzo di conversione elevato per i subordinati…
Non credo che quelli di MPS abbiano bisogno di sentirsi raccontare queste cose. Però non si sa mai…
E soprattutto: non costa nulla ricordarglielo.
Ecco perché ho inviato il testo che trovate qui sotto al CFO Arturo Betunio, usando due indirizzi:
[email protected] e
[email protected]
Magari qualcuno che lavora in MPS può verificare se l'indirizzo utilizzato per il CFO sia corretto.
Ecco dunque il testo che invito ognuno di voi a inviare:
All’attenzione del Dott. Arturo Betunio
Gentile Dottor Betunio,
scrivo anche per conto di numerosi colleghi, specializzati, come me, in obbligazioni subordinate e possessori di tali strumenti finanziari emessi da Banca Monte dei Paschi di Siena.
Desidero innanzitutto esprimere l’augurio che l’imminente aumento di capitale possa avvenire per intero con la garanzia di un consorzio di banche e senza intervento alcuno da parte dello Stato italiano.
In subordine, ove la banca decidesse di lanciare, in parallelo all’aumento di capitale e a somiglianza di quanto accaduto in Grecia nel novembre 2015, una Exchange Offer volontaria azioni-titoli subordinati, mi permetto di rivolgerle una viva esortazione:
sia fissato un rapporto di conversione sufficientemente elevato (“purchase price” dei bonds vicino a 100?) per tutte le tipologie (T1 e T2) di titoli subordinati, con contestuale ripristino della facoltà di short sul titolo azionario!
Solo così MPS raccoglierebbe una quota molto elevata di capitale: infatti, se la rete di investitori alla quale sono collegato è in grado di contribuire con molte decine di milioni di euro, è evidente che cifre estremamente elevate sarebbero raccolte sull’intero mercato.
Non le sfugge certamente che un’operazione basata su tale presupposto (“purchase price” elevato), motiverebbe enormemente gli investitori, e questo, diversamente da quanto accadrebbe in una tender offer, senza nulla togliere all’equity di MPS.
Inoltre, sia la Commissione Europea alla Concorrenza che la Vigilanza BCE non potrebbero che applaudire ad una tanto elevata contribuzione, per quanto volontaria, degli obbligazionisti subordinati alla ricapitalizzazione.
Parimenti, non le sfugge di sicuro che qualsiasi altra soluzione, quale ad esempio una LME mandatory, oltre a produrre effetti pericolosissimi sull’intero sistema bancario italiano, esporrebbe la banca a possibili iniziative legali, in particolare da parte di possessori di alcune categorie di subordinati MPS.
Le invio i miei migliori auguri di buon lavoro, e la saluto con la più viva cordialità.
(Nome, cognome, indirizzo, telefono)