MILANO (MF-DJ)--Cinque miliardi di raccolta commerciale recuperati in tre mesi. Anzi, in due mesi. Il forte recupero del Montepaschi non ha il sapore del miracolo, ma quasi. Non è un miracolo solo perché, a differenza di altre crisi bancarie, quello del Monte è il tessuto di una banca vera, che continua a esserci ed è ben saldo. Perché ben poche sono le banche, in Italia e fuori, che potrebbero resistere al trattamento del combinato disposto della Banda Nouy e della Banda Vestager.
Il Monte, scrive Milano Finanza, non ha perso clienti, ma le notizie fatte trapelare il 9 dicembre (il niet della Bce alla richiesta di proroga all'aumento di capitale) e la lettera natalizia inviata dalla Banda Nouy, ovvero il meccanismo di vigilanza unificato della Bce guidato dalla francese Danièle Nouy, erano costate a Mps tra l'ultima settimana del 2016 e il mese di gennaio la fuga di ben 6 miliardi di depositi, finiti parcheggiati in altre banche per paura del crack. Sei miliardi di fuga alimentati da una paginetta che accoglieva la richiesta di ricapitalizzazione precauzionale prevista dalla direttiva europea Brrd (il brivido è già nell'acronimo), ma clamorosamente elevava a 8,8 miliardi la necessità di ricapitalizzazione, quando la stessa Bce aveva per iscritto imposto una manovra da 5 miliardi il 23 novembre. Alla richiesta del Monte di giustificare nel dettaglio questa differenza così salata non è mai giunta risposta.
red/lab
(END) Dow Jones Newswires
May 08, 2017 02:07 ET (06:07 GMT)