Obbligazioni MPS

Mps – Nuovi rumor sull’iter di privatizzazione 18/01/2022 11:06 - MKI
Nei prossimi mesi dovrebbe riprendere l’iter che portera' alla privatizzazione di Mps, in attesa che arrivi il via libera della Commissione Europea alla proroga della presenza pubblica nel capitale.
Nei giorni scorsi Mps, In ottemperanza all' informativa richiesta dalla Consob, ha comunicato “che proseguono i contatti con le competenti Autorita', e cioe' con la BCE, con il SRB e - per il tramite del Ministero dell' Economia e delle Finanze - con la DG Comp (Directorate-General for Competition) in merito ai contenuti del piano industriale 2022-2026”.
La banca collabora fattivamente allo svolgersi del processo. Allo stato non e' ancora possibile ipotizzare alcuna tempistica di completamento dell' iter autorizzativo, indispensabile per l' avvio delle attivita' propedeutiche all' aumento di capitale previsto all' interno del piano.
Secondo quanto riporta MF, questa volta il percorso che dovrebbe portare all’uscita del Tesoro dal capitale della banca senese, di cui detiene il 64,2%, potrebbe prevedere piu' fasi e una maggiore gradualita' rispetto al piano precedente.
Il giornale aggiunge che l’obiettivo sarebbe quello di ridurre il perimetro finale dell’asset, per poter agevolare l’ingresso nella partita di piu' soggetti e accrescere cosi' le probabilita' di successo del deal.
Il primo snodo resta l’ottenimento del via libera delle autorita' europee al piano industriale e alla richiesta di proroga presentata a fine 2021, su cui da Roma sono abbastanza fiduciosi.
“Siamo in contatto con le autorita' italiane. Non abbiamo mai confermato la deadline. Dunque non posso neanche confermare che sia scaduta, ne' sono stati indicati i tempi delle prossime mosse essendo il dossier market sensitive”, ha affermato nei giorni scorsi il commissario UE per la concorrenza Margrethe Vestager, spiegando come sia importante per la banca “rispettare i suoi impegni con riservatezza”.
Secondo quanto si apprende dal quotidiano, e' probabile che la Commissione UE stabilisca una serie di condizioni prima di concedere il semaforo verde alla proroga, tra cui l’abbattimento del cost/income rispetto all’attuale 68,6% e la riduzione del perimetro con cessione di asset.
Proprio quest’ultimo potrebbe rivelarsi un punto molto importante per la privatizzazione dell’istituto toscano.
Un’ipotesi potrebbe essere quella di intervenire in prima battuta sulla rete distributiva di Mps, vendendo un perimetro ben definito di filiali, oltre che altre attivita'. Il giornale cita Mediocredito Centrale (che nei mesi scorsi era entrato in data room per alcune filiali del Centro-Sud) come potenziale acquirente oppure un altro istituto italiano.
Il tutto risponderebbe a due esigenze: da un lato fare fronte immediatamente agli impegni presi con le autorita' europee, dall’altro lato diminuire le dimensioni del gruppo prima della cessione tout court.
Includendo anche le potenziali cessioni di crediti deteriorati, l’ipotesi potrebbe essere quella di ridurre l’attivo fino a 50 miliardi rispetto ai 143 miliardi al 30 settembre 2021.
Intorno alle 11:00 il titolo lascia sul terreno lo 0,8% a 0,91 euro, un andamento in linea con l’indice di settore (-0,8%).
 
Mps – A marzo possibile un quadro piu' chiaro sulle discussioni Tesoro-Commissione UE 24/01/2022 10:22 - MKI
Il Tesoro punterebbe a un accordo con le autorita' europee per le modalita' di privatizzazione di Mps, di cui detiene il 64,2% del capitale, entro fine marzo.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui al momento il tutto sarebbe al momento in stand-by in attesa che si sblocchi lo stallo politico legato all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Secondo quanto riporta il giornale, il MEF, insieme ai vertici della banca, starebbe lavorando sul nuovo piano in un clima di massima collaborazione con tutte le authority coinvolte, la BCE e la Dg Comp della Commissione Europea.
Tuttavia, la questione non e' ancora entrata nel vivo e non sarebbero stati ancora affrontati i due punti fondamentali: la proroga della presenza pubblica nel capitale della banca senese e l’iter per la successiva uscita e la revisione dei target del piano industriale e gli impegni per risanare l’istituto (i due temi sono strettamente legati).
Il quotidiano aggiunge che attualmente l’unica condizione posta dall’UE e' che l’aumento di capitale da 2,5 miliardi (che potrebbe essere rivisto) venga effettuato a condizioni di mercato.
Per quanto riguarda gli altri obiettivi fondamentali, in primis il rapporto cost/income da raggiungere a fine piano, e quindi i potenziali esuberi, oltre alla possibile revisione del perimetro, sono tutti ancora da fissare. Per ora non sarebbero arrivate pressioni in tal senso da Bruxelles, considerando anche la tenuta commerciale mostrata dalla banca.
Il nuovo piano potrebbe l’ingresso nella partita di altri operatori, tra cui AMCO sul fronte dei crediti non performing, Mediocredito Centrale per la possibile vendita di asset non considerati strategici, e Fintecna per le potenziali garanzie relative ai rischi legali in capo a Mps.
Il tutto per arrivare poi ad individuare un potenziale player per un’aggregazione una volta messa in sicurezza la banca, anche se l’operazione potrebbe richiedere tempo considerando che il Tesoro potrebbe rimanere nel capitale ancora per 18-24 mesi e forse anche di piu'.
Ma soprattutto e' il punto di atterraggio finale della banca, e cioe' quale sara' il partner con cui Siena dovra' convolare a nozze una volta sistemata, il nodo ancora tutto da sciogliere. Non che la scelta del futuro socio industriale possa essere un tema gia' all' ordine del giorno, visto che il Tesoro rimarra' nel capitale della banca ancora a lungo, per 18-24 mesi e forse oltre.
Secondo rumor riportati dal giornale, qualche operatore di mercato non esclude un ritorno sulla scena di UniCredit, nonostante l’interruzione delle trattative nei mesi scorsi. Il quotidiano cita anche Bper (attualmente impegnata sul fronte Carige e accostata dalle indiscrezioni a Popolare di Sondrio e Cre'dit Agricole Italia (che di recente ha acquisito Creval e ha visto sfumare l’opzione Carige), ma al momento si tratta solo di ipotesi.
Il potenziale acquirente potrebbe beneficiare della dote relativa alla conversione delle Dta in crediti fiscali da 2 miliardi, sempre che il provvedimento, attualmente in scadenza il 30 giugno 2022, venga prorogato.
Intorno alle 10:15 a Piazza Affari il titolo viaggia sulla parita' a 0,90 euro, mentre l’indice di settore segna un calo dell’1,1 per cento.
 

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