Ciao Mila, mi spiace, ma la frase che hai scritto è menzognera e offensiva per tutti coloro che già conoscono che Gesù è il Figlio di Dio.
Egli, e soltanto Lui, è il Messia promesso ad Israele nell'Antica Alleanza, la Via, la Verità e la Vita. Non ha mai avuto cadute, in quanto è la Luce del mondo che tutti attendevano, è Dio. Tutti lo riconosceranno, e di tutti sarà giusto e misericordioso Giudice.
Infatti, è scritto:
Cristo Gesù,
pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre.
1 Fil 2, 6-11
Sostenere che il Figlio di Dio ha bevuto il calice amaro per castigo del Padre è scandalo e obbrobrio.
E una bestemmia. Per questo ti domando, come favore a me e a tutti coloro che si sentono feriti da questa affermazione, di cancellare il post.
Nella piena libertà, ovviamente, e se vorrai.
Ti ringrazio, un abbraccio
Marco
Il tema è complesso. E questo non è il luogo adatto.
Non è questione di castigo. E non è questione di punizione del Padre.
Viene riportato l'episodio del calice amaro dagli evangelisti per sottolineare la possibilità che viene data ad ogni uomo di scegliere. Gesù compreso.
Egli stesso ammonisce Pietro allontanandolo da sé allor quando lo incita a non compiere il passo decisivo. E lo stesso accade a fronte dell'incredulità degli aspostoli quando Gesù comunica a loro quale sarà il destino.
Suo e di ogni uomo sulla terra.
Solo con l'esempio si edifica. Così in Terra così in Cielo.
Hai male interpretato delle parole che, è vero potevano essere male comprese.
Cadute nel gergo biblico è un termine intriso di significati profondi. Non èla parola giusta. E' vero. Di fatto non si intende come mancanza, ma come scoraggiamento.
Tali sono alcuni momenti riportati nel Vangelo.
Prendiamo ad esempio la "tentazione" del trasformare le pietre in pani che "subisce" Gesù nel deserto.
"Si può inoltre leggere la prima tentazione di Gesù anche a un livello politico: Gesù è tentato di mutare una pietra in pane, non solo per sé ma anche quale possibilità di compiere un'azione prodigiosa agli occhi degli altri. Se egli è il Salvatore, potrà estinguere la fame del mondo in modo immediato e radicale; se è il Figlio di Dio potrà usufruire della potenza di Dio per compiere un'azione in grado di convincere gli uomini che egli è il Liberatore! Si comprende perché questa richiesta del diavolo sarà la stessa fatta dalle folle a Gesù (cf.
Gv 6,15), tanto che egli sarà costretto a rispondere: «In verità vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati»."
[...]
"E questa sarebbe veramente un'opera diabolica! Ecco perché Gesù risponde al demonio: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo" (Dt 8,3)», sottintendendo ovviamente la seconda parte del versetto, riportata da Matteo: «...ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (cf.
Mt 4,4). Attenzione, non replica dicendo: "Non voglio", ma invocando Dio suo Padre e ciò che, uscito dalla sua bocca, sta scritto nella Legge di Mosè. Di fronte a questa prima tentazione dobbiamo dunque chiederci: che cosa attendiamo da Dio? Vogliamo che egli ci confidi dei poteri divini? Vogliamo l'evidenza di Dio come i pagani? Oppure desideriamo la Parola di Dio, che è per noi la vita vera?
[Enzo Bianchi, Priore di Bose. Le Tentazioni di Gesù nel deserto: Satana e il potere dell'orgoglio].
La stessa cosa accade in Croce.
Il senso è che Gesù non sceglie xè è il Padre che agisce in lui tramite lui (...ogni parola che esce dalla bocca di Dio).
E lo stesso vale per tutti gli Esseri (umani).
La bibbia ha tre livelli di lettura\comprensione:
- letterale
- allegorico
- simbolico esegetico
al primo livello si collocano le esperienze "dirette" della maggior parte dei Santi che hanno inteso il Vangello "alla lettera" [frate Santo Francesco] in cui la "caduta" è stata scoramento. E solo l'"abbandono" completo di sé [a Dio] ha permesso di andare avanti.
Nella fattispecie l'abbandono di sé è sempre stata apertura ai molti.
Quando a frate Francesco viene supplicato di prendersi cura di sé, Egli risponde "io sono Esempio". Poco prima aveva detto che tutto accade in nome e per nome di Dio. Nella sua volontà.
Dunque ogni tentazione, scoramento finando caduta viene sempre a risolversi con un completo abbandono alla volontà di Dio.
Non si scappa.
Donde l'Insegnamento non è mai posizione egoica come siamo abituati comunemente a pensare (cattedra\banco mestro\allievo) ma completa spogliazione di sé per l'altro. E' incontro e relazione (l'Io-Tu di Buber).
<<La dottrina gonfia, la carità edifica>>
[frate Francesco]
I "nostri" non potevano che dare gli insegnamenti per Compassione della Sofferenza in cui l'essere umano quotidianamente vive.
Salvezza è cessazione di ogni Sofferenza. Ora e per sempre.
Presupporre che il Padre sia punitivo o cattivo è dare Sostanza al Padre. Chi invero può farlo? Io di certo no. Donde l'equivoco basato su presupposti sbagliati.
Ma non dilunghiamoci oltre in un equivoco che è andato oltre i toni leggittimi.
luca