Operatività Indici & Futures - Open - Cap. 1

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Che corrisponde ad un diminuzione sostanziale delle cpv

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Un ridimensionamento così drastico del mercato avrebbe potuto dar luogo ad un altrettanto significativo repricing che, stando ai dati, non pare essersi verificato. La sostanziale tenuta dei valori immobiliari, peraltro, è stata storicamente una delle caratteristiche dominanti del mercato immobiliare italiano. Se, infatti, scorporiamo l’andamento nel tempo dei prezzi correnti delle abitazioni, vediamo che negli ultimi 50 anni, nelle medie, non si sono mai verificate situazioni di riduzione monetaria apprezzabile dei valori.
 
Se mettiamo sotto la lente le tendenze generali dei prezzi immobiliari negli ultimi tre anni, alla luce delle statistiche ufficiali dell’Agenzia del Territorio e dell’ISTAT, possiamo poi osservare che dalla metà del 2010 si verifica una divaricazione fra l’andamento dei valori delle abitazioni nuove che, seppur di poco, salgono, e quello delle abitazioni usate che, in modo più sensibile rispetto alle prime, ma pur sempre contenuto, scendono, mentre nella media la flessione è piuttosto ridotta
 
Secondo l’Osservatorio dell’Agenzia del Territorio/ISTAT le diminuzioni nominali medie dei prezzi delle abitazioni sono state
nell’ordine del -2,3% dal 2008 al III trimestre del 2012, con una
flessione che si è di fatto concentrata nel corso dell’ultimo anno
(-2,7% rispetto alla fine del 2011), non sostanzialmente diverse da
quelle misurate per le altre tipologie immobiliari.
Altre fonti – centri studi privati o brand commerciali – forniscono indicazioni di flessioni superiori che oscillano attorno a un ridimensionamento complessivo dei prezzi tra il -10 ed il -20%
dal 2008 ad oggi mentre, con riferimento al settore dell’investimento sul quale operano gli investitori professionali, come i fondi immobiliari, le SIIQ, gli investitori previdenziali o assicurativi,
non sono disponibili statistiche omogenee anche se informazioni
al riguardo possono essere tratte dalle valutazioni appostate dalle
società di valutazione che svolgono il ruolo di “esperti indipendenti” chiamati a valutare gli immobili posseduti dai fondi immobiliari (sembrerebbe che questi abbiano apportato correzioni negli ultimi anni nell’ordine del 15%).
Quindi, in sintesi, il quadro nazionale del real estate potrebbe
essere descritto così: la forte riduzione dell’attività complessiva
non si è tradotta in un crollo dei valori.
 
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aspetta aspetta che i prezzi risalgano per comprare. Mi sembra giusto.
Guarda il nuovo come regge...vuol dire che se vai sull'usato fai affaroni (occhio allo stato dell'immobile xò)
 
E tu dai ancora retta a quanto pubblicano i giornali detto da istituti di ricerca/statistica?

Alcune considerazioni che valgonno per le realtà locali che conosco:

-I proprietari sono in buona parte gente danarosa !!! Non gli frega nulla della crisi....se vuoi comprare paghi il prezzo che vogliono loro

-Sul nuovo la faccenda è ancora + lampante, mentre per gli usati i proprietari possono essere "morti di fame" che sono costretti a passare ad altre residenze (migliiori o peggiori non fà differenza...comunque bisogno di cash).

-I prezzi del nuovo risentono dei maggiori "costi" imputabili anche tutti quei pseudo accorgimenti/obblighi di risparmo energetico.
 
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