Riapertura bordelli

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Riapertura Bordelli

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A me stupisce che non si veda come la prostituzione, regolamentata o no, influisca pesantemente sulla parità di genere, in senso negativo.
Come mi stupisce che si continui a pensare che "quel che abbiamo tra le gambe" noi donne, possa essere considerato qualcosa che ci dà in qualche modo, un potere. Ho una riflessione in merito da fare, ma ora sono di corsissima e quindi magari ci torno in seguito.

contrordine compagna !
Prostituzione. Presentato un Ddl per legalizzarla | ArticoloTre - Quotidiano online indipendente e di inchiesta
 
A me stupisce che non si veda come la prostituzione, regolamentata o no, influisca pesantemente sulla parità di genere, in senso negativo.
Come mi stupisce che si continui a pensare che "quel che abbiamo tra le gambe" noi donne, possa essere considerato qualcosa che ci dà in qualche modo, un potere. Ho una riflessione in merito da fare, ma ora sono di corsissima e quindi magari ci torno in seguito.

sono tuttorekkie, dica pure :-o
 
Questo l'ho sentito su Radio 24, aggiungo a quello che riporto sotto che i dati peggiori vengono da Danimarca, Svezia, Finlandia e Olanda... ma in questo nel link di cui vi riporto l'articolo sotto cio' non e' riportato ...

Bruxelles - Il fenomeno della violenza contro le donne in Europa emerge per la prima volta in tutta la sua gravità dal rapporto presentato ieri, 4 marzo, all’Europarlamento, a Bruxelles, di fronte a un pubblico di cento giornaliste provenienti dai 28 Paesi membri dell’Unione europea e di numerose europarlamentari. ‘Violence against women: an EU-wide survey’, è il titolo del report.

Il rapporto, curato da European Union Agency for Fundamental Rights (FRA - l’Agenzia per i Diritti Fondamentali di Vienna), fotografa gli abusi subiti dalle donne a casa, al lavoro, nei luoghi pubblici ma anche sul web. Si tratta della più ampia inchiesta mai effettuata sull’argomento in tutto il mondo che ha coinvolto 42.000 donne tra 15 e 70 anni nei 28 Paesi membri, circa 1.500 donne per Paese.

Secondo lo studio -basato su interviste condotte da esperti appositamente addestrati al delicato compito e durate da 30 minuti a due ore su donne tra 15 e 70 anni- una cifra ancora più elevata (43%) è stata vittima di violenze psicologiche inflitte dal partner attuale o da quello precedente con umiliazioni di ogni genere (chiuse a chiave in casa, umiliate in pubblico, costrette a guardare scene pornografiche, minacciate di violenza).

Il dato più preoccupante è forse quello delle violenze (fisiche, sessuali o psicologiche) subite da bambine (prima dei 15 anni): il 35% delle donne interrogate ha risposto positivamente indicando di essere rimasto vittima in tenera età di almeno una delle tre forme di violenza indicate. Per la violenza fisica subita da bambine (percosse e altro) la percentuale è del 27%.

Di queste, il 12% ha chiarito di essere stato vittima in tenera età di abusi sessuali da parte di un adulto. In cifre, tale percentuale equivale a 21 milioni di donne costrette da un uomo adulto a pericolosi giochi sessuali (esposizione di genitali, o palpeggiamenti di genitali o seni della bambina fino allo stupro).

Le domande riguardavano episodi di violenza o abuso sperimentati sin dall’età di 15 anni e negli ultimi 12 mesi prima dell’intervista.

Un altro elemento sorprendente dell’indagine è l’elevata percentuale di molestie sessuali denunciate da donne laureate o professionalmente impegnate ai livelli più elevati. Ben il 75% delle top manager e il 74% delle professioniste ha detto di essere stato vittima di molestie. Tra le operaie tale percentuale scende al 44% mentre per le donne che non hanno mai avuto un rapporto di lavoro retribuito la percentuale è ancora più bassa (41%). La lettura offerta dagli esperti dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali è in questo caso duplice: una maggiore esposizione delle donne in carriera a questi pericoli, dato l’ambiente in cui si trovano a lavorare, e una loro maggiore tendenza a denunciarli. E’ interessante comunque notare che per il 68% delle vittime di molestie sessuali il responsabile non era una persona conosciuta. Per il 35% invece il responsabile era qualcuno collegato all’ambiente di lavoro (collega o capo), un cliente nel 32 % dei casi e un amico nel 31%.

Sul versante delle denunce dei casi di molestie, le percentuali sono interessanti e rivelano come le statistiche in questo campo siano sottostimate: il 35% delle vittime, infatti, ha risposto di non aver parlato con nessuno delle molestie subite, il 28% ne ha parlato con un amico, il 24% con un familiare e il 14% con il partner. Ma solo il 4% lo ha denunciato alla Polizia o ne ha parlato con un collega di lavoro e meno dell’1% si è rivolto ad un avvocato, ad una organizzazione di supporto delle vittime di violenza sessuale o a un rappresentante sindacale.

L’elemento curioso è la diversa distribuzione geografica dei casi di violenza e molestie contro le donne. Secondo gli esperti le variazioni tra Paesi europei potrebbero dipendere dalle diverse sensibilità nazionali sull’argomento. In alcuni Paesi, infatti, le questioni legate al sesso vanno rigorosamente gestite in famiglia, specialmente quando si tratta di violenza ad opera del partner della vittima. Per molti si tratta di questioni private che non vanno condivise con estranei e tanto meno con la polizia. Da qui una comprensibile reticenza a parlarne con gli esperti dell’indagine.

Inoltre nei Paesi dove la parità dei sessi è più avanzata, diventa più facile esporre il colpevole al pubblico ludibrio. Anche i contatti con la Polizia e i servizi sanitari sono più facili rendendo più agevole il compito di chi vuole che i colpevoli vengano puniti. Altra considerazione è che in alcune società dove l’occupazione femminile al di fuori delle mura domestiche è più bassa, anche i rischi di violenza risultano minori. Altro importante elemento, soprattutto nei casi di violenza da parte del partner, che differenzia i Paesi nordici da quelli del sud, è la maggiore propensione dei primi ad alzare il gomito. Il vizio del bere diventa quindi un elemento importante se non la causa scatenante di violenze domestiche contro il partner, generalmente donna.

Sulla persecuzione delle donne via web -alcuni parlano di molestie cibernetiche- infine, l’indagine indica che il 20 % di giovani donne (18-29 anni) sono vittime di questa sofisticata forma di sopruso. La percentuale di ‘cyberharassment’ -invio di e-mail o messaggi sms sessualmente espliciti o proposte sconvenienti attraverso i social media- relativo alle donne di tutte le età è comunque inferiore: 11%.

Secondo Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia Europea per i diritti fondamentali, che ha sede a Vienna, «i dati emersi da questa indagine non si possono ignorare. Essi dimostrano che le violenze fisiche, sessuali e psicologiche contro le donne rappresentano un abuso contro i diritti umani. L’enormità di questo problema indica che il fenomeno non riguarda soltanto un piccolo gruppo di donne ma tutta la società nel suo complesso».
E’ quindi necessario, a suo avviso, che i politici, la società civile e gli operatori del settore, sappiano dare il giusto peso a questo fenomeno riconoscendone la portata e cercando di mettere in atto tutti gli strumenti necessari perchè la violenza contro le donne diventi un ricordo del passato.
 
finalmente una buona notizia :up:

Prostituzione. Presentato un Ddl per legalizzarla

Prostituzione legalizzata, con tanto di pagamento di tasse e diritti e doveri per le lavoratrici.


E' quanto si prefigge un disegno di legge bipartisan firmato da una senatrice Pd, Maria Spilabotte, e da Alessandra Mussolini.
«Regolamentare il fenomeno della prostituzione, attribuendo ai sex worker diritti e doveri, quali il pagamento delle tasse», si legge nel disegno di legge, che verrà presentato in una conferenza stampa al Senato (sala Caduti di Nassiriya) martedì prossimo 4 marzo alle 13.30.
 
A me stupisce che non si veda come la prostituzione, regolamentata o no, influisca pesantemente sulla parità di genere, in senso negativo.
Come mi stupisce che si continui a pensare che "quel che abbiamo tra le gambe" noi donne, possa essere considerato qualcosa che ci dà in qualche modo, un potere. Ho una riflessione in merito da fare, ma ora sono di corsissima e quindi magari ci torno in seguito.
" quello che avete voi donne tra le gambe " vi da un grande potere ed è valutato e prezzato
mentre quello che" ho io tra le gambe" non ha alcun valore se non ci aggiungo del mio :rolleyes:

...quindi non mi rimane che concordare con te .....purtroppo ancora non c'è parità :(
 
sono tuttorekkie, dica pure :-o

" quello che avete voi donne tra le gambe " vi da un grande potere ed è valutato e prezzato
mentre quello che" ho io tra le gambe" non ha alcun valore se non ci aggiungo del mio :rolleyes:

...quindi non mi rimane che concordare con te .....purtroppo ancora non c'è parità :(

La riflessione è nata dalla vicenda di Ventimiglia e soprattutto da un articolo di giornale che ha trattato la vicenda in modo abbastanza disgustoso, secondo me.
Il giornale in questione è Panorama e descrive gli eventi parlando delle due ragazzine di Ventimiglia come due maliarde di professione "consapevoli dell’immenso potere che risiede tra le loro gambe" e dice che i clienti erano amanti della loro pelle liscia adolescenziale.

Un linguaggio abbastanza crudo e anche abbastanza disturbante perché tratta le due ragazzine come due donne fatte e i clienti come povere vittime "schiave" in un certo senso della loro libidine (malata, per me, visto che le ragazzine erano davvero giovanissime). Tutto ciò mi ha fatta pensare a come spessissimo gli uomini si sentano in un certo senso schiavi del loro desiderio, come se non potessero dominarlo. Un desiderio generico: "la pelle liscia", "il triangolino che ci esalta e la ghiandola mammaria" di Eliana memoria (inteso come Elio e le storie tese"). La prostituzione e il consumo di donne perché "non se ne può fare a meno". Sono servi della gleba, dicono gli uomini, schiavi di quel che una donna ha tra le gambe.

Ma io, io donna, io persona, io ragazzina di Ventimiglia NON sono un triangolino, una ghiandola mammaria o una "pelle liscia". Quelle sono solo parti di me. E quindi si sta facendo una sineddoche, quando si dice che l'uomo è schiavo della "pelle liscia", del triangolino ecc. La parte per il tutto. Una oggettificazione sessuale, nella quale l'uomo è soggetto e la donna è un oggetto (visto che la donna viene vista come coincidente con una sola sua parte, quella sessuale). L'uomo usufruisce di quell'oggetto, di quella parte del mio corpo di donna.
Quella parte di corpo che scopo ha? Quella di accogliere l'uomo-soggetto che ne è "schiavo" e che ne usufruisce.

Ma nella scala sociale, nella piramide sociale, che ruolo ha un oggetto sessuale? Nessuno. E' un pezzo di corpo, uno strumento, non una persona.

Una donna, inserita in una società che la riduce ad un oggetto sessuale, può decidere (come hanno fatto le ragazzine di Ventimiglia) di trovare un modo per guadagnare qualcosa dalla sua condizione di oggetto sessuale; una decisione definita dalla sociologia "patriarchal bargain" (letteralmente contratto col patriarcato): una strategia che si prefigge di manipolare il sistema per trarne dei vantaggi per se stessi, lasciando intatto il sistema. Un sistema che divide il genere umano in persone (gli uomini-soggetti) e oggetti (le donne-pezzi di corpo).

Un "contratto col patriarcato" è ad esempio quello che ha stipulato anche la giornalista di Panorama (già, perché, ahimé quel pezzo orrendo di giornalismo l'ha scritto una donna) accettando di rifilarci ancora una volta la storiella del cliente schiavo, tentato dalla "pelle liscia" e dal "triangolino" di due giovanissime ragazze.
Che cosa ha ottenuto la giornalista con il suo "contratto"? Lei ha un articolo su Panorama, l'uomo è deresponsabilizzato e la donna (anche quando è poco più di una bambina) un'avida manipolatrice potente.
Ma nessuno, nessuno, chissà perché ha pensato di attribuire il fenomeno delle cosiddette baby squillo al fatto che si inserisce in un contesto patriarcale.

Quindi quel che abbiamo noi donne tra le gambe non è un "immenso potere", ma è la sola cosa che troppi uomini ancora riescono a vedere di noi.

Lo so è un po' complicato. Ma è una riflessione che non possiamo non fare quando pensiamo alla prostituzione, anche a quella di donne maggiorenni e "libere". Si tratta pur sempre di un patriarchal bargain, non di un progresso o di una emancipazione.

Ammetto che l'Italia che presenta un DDL appena dopo la relazione del Parlamento Europeo mi delude abbastanza. E penso che si vede che non abbiamo alcun Ministero per le Pari opportunità e che le ministre che abbiamo avuto negli anni siano state davvero più un male che un bene. D'altronde quando si affidano certe cariche a chi non sa nemmeno cosa siano le pari opportunità che caspita ci dovremmo aspettare?:help::(
 
Ultima modifica:
" quello che avete voi donne tra le gambe " vi da un grande potere ed è valutato e prezzato
mentre quello che" ho io tra le gambe" non ha alcun valore se non ci aggiungo del mio :rolleyes:

beh, dipende da un "insignificante" dettaglio... :lol:

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