Per coprire le disfatte, altra soluzione non esiste a sinistra
se non quella di sollevare polvere, polvere, polvere per coprire
le proprie magagne.
Regali, massaggiatrici e hotel pagati. Ci risiamo.
La Tangentopoli ligure si tinge di dettagli pruriginosi
che campeggiano sui giornali e su tutti gli altri media.
Tra le mura dei palazzi del potere serpeggia il dubbio che il gossip
abbia nuovamente la meglio sulla verità processuale
proprio come già avvenuto in altre occasioni.
Elementi irrilevanti dal punto di vista processuale,
ma che stuzzicano la curiosità morbosa dei lettori
che sono incuriositi da tutto ciò che è moralmente poco accettabile.
Amanti, massaggiatrici o escort rientrano tutte nello sport quotidiano
di sbattere il mostro in prima pagina sulla base di intercettazioni telefoniche
che poco o nulla hanno a che vedere con le indagini in corso.
«Prosegue una consuetudine tutta italiana di diffondere, a indagini ancora in corso,
il contenuto di verbali conditi di pettegolezzi che dovrebbero restare secretati,
soprattutto le conversazioni che riguardano soggetti estranei alle indagini».
«Si risolverà tutto in una bolla di sapone come i casi Tempa Rossa, mensa dei poveri,
stadio della Roma dove sono stati quasi tutti assolti».
«Tanti presidenti di Regione sono stati destinatari di misure cautelari e, poi, sono stati prosciolti.
Oggi, invece, i giornali sembrano aver già scritto le loro sentenze».
Anche un avvocato esperto e di lungo corso come Maurizio Paniz
osserva che la tesi dell'accusa «pare fortemente criticabile e infondata»
se si basa sui versamenti regolarmente contabilizzati
e sugli atti emessi legittimamente che diventerebbero illegittimi
solo perché posti in essere nei confronti di persone che hanno effettuato i versamenti.
«Se gli atti amministrativi riconducibili a Toti sono legittimi e non risultano frutto di mercimonio,
come sembra di dover ritenere dalla tracciabilità puntualmente osservata, non c'è corruzione.
Anzi, la tracciabilità dei versamenti taglia proprio la testa al toro», gli fa eco l'avvocato Carlo Taormina.
La storia, d'altro canto, insegna.