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Ma siamo caduti così in basso ?

Toti ai domiciliari non si sa per cosa.....
questo.....è non ti dicono chi è , da quale parte arriva,
se ne va in giro con un machete da 50 cm. e cosa fanno ?
Affidato ai genitori......avviso orale ?

Accompagnato presso gli uffici della Questura,
il giovane veniva generalizzato come un 17enne residente in città,
già gravato da segnalazioni per precedenti specifici di porto abusivo di armi e rapina,
oltre che destinatario di un divieto di accesso ai locali pubblici – D.A.Spo. –
ex art. 13 bis D.L 14/2017 in corso di validità.


Sempre negli uffici della Questura il giovane proseguiva nel suo atteggiamento ostile nei confronti degli agenti,
apostrofandoli con frasi di disprezzo verso il “rispetto delle regole e della legalità”.

Si convocavano in Questura i genitori del giovane, ai quali veniva riaffidato,
procedendo a indagarlo in stato di libertà in ordine al reato di porto abusivo di arma.

Il Questore ha quinti attivato la Divisione Polizia Anticrimine,
che ha avviato le procedure per l’irrogazione a carico del 17enne
della misura di prevenzione personale dell’Avviso Orale.
 
Roberto Vannacci è stato prosciolto dalle accuse di peculato e truffa
che gli venivano contestate durante il suo periodo da addetto militare pro-tempore
presso l’ambasciata italiana a Mosca.

Lo annuncia il suo avvocato, Giorgio Carta, spiegando che con decreto del 26 luglio

“il Sottocapo di Stato maggiore della Difesa ha decretato ‘la non sussistenza
di alcun tipo di responsabilità amministrativa, per dolo o colpa grave’

ed ha trasmesso i relativi atti alla competente Procura Regionale
per la Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti

che, peraltro, a differenza di quanto riferito dai media,

non aveva comunicato all’ufficiale alcun procedimento a suo carico”.
 
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Se LASCIENZAH dice che le acque sono sicure bisogna crederle...


e poi ché un uomo è una donna...

la blasfemia poraccia è arte e libertà...

un liquame sperimentale ti salva la vita...

un'influenza è la peste nera...

c'è il GAMBIAMENDO GLIMADIGO causato dal viaggiare a 50 invece che a 30 e in auto che pesano 10 quintali invece che 30

OK
 
L'International Boxing Association terrà una conferenza stampa a Parigi per affrontare le questioni relative alla pugile algerina Imane Khelif e al pugile taiwanese Lin Yu-Ting. Punti salienti finora: *Entrambi i pugili sono stati inizialmente sottoposti a un test cromosomico da un laboratorio indipendente a Istanbul dopo che l'IBA ha ricevuto reclami da allenatori e atlete durante i Campionati mondiali di boxe femminile 2022. *Entrambi i pugili sono stati nuovamente testati in India durante i Campionati mondiali di boxe femminile del 2023 per chiarire e confermare i risultati precedenti. *È stato scoperto che entrambi i pugili avevano cromosomi XY. *Entrambi i pugili sono stati informati per iscritto dei risultati dei test. *Entrambi i pugili hanno avuto la possibilità di presentare ricorso contro i risultati alla Corte Arbitrale dello Sport. *L'IBA si è offerta di pagare la maggior parte delle spese per consentire ad entrambi i pugili di ricorrere in appello. *Lin Yu-Ting non ha presentato ricorso contro la decisione. *Imane Khelif ha presentato ricorso contro la decisione, ritirando poi il ricorso.


Dr. Ioannis Filippatos, ginecologo presidente del comitato medico dell'International Boxing Association (IBA) : La medicina è conoscenza non opinione. Un passaporto può darci l'opportunità di essere uomini e domani cambiare il mio nome da Ioannis a Ionnia. Ciò non significa che diventerò una donna. La natura e il mondo biologico non cambiano.


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Durante l’appena trascorsa campagna elettorale europea hanno preso forma,
nei meandri dell’alta dirigenza di Stato, le tante voci circa un golpe che farebbe cadere il Governo Meloni.

Un vero e proprio colpo di Stato che, comunque in spregio del voto politico,
permetterebbe ai poteri bancari europei
di liquidare il capo dell’esecutivo, casomai sostituendolo con Antonio Tajani.

Quest’ultimo starebbe cercando in tutti i modi di manifestare la propria indisponibilità.
Perché Tajani, anche se ha supportato la rielezione europea della presidenza Ursula von der Leyen
schierandosi di fatto con la maggioranza Ue (popolari, verdi, socialisti e liberali),
in Italia rimane ancorato al suo ruolo di vicepremier e ministro degli Esteri:
pare non intenda in alcun modo succedere alla Meloni tramite una congiura, seppur istituzionalmente europea.

Dal canto suo Giorgia Meloni è andata incontro a tutti i desiderata di Bruxelles,
cercando anche di diventare amica di Ursula von der Leyen e di tutto il gota istituzionale Ue.
E pare non sia servito nemmeno vestire come la Ursula per convincerli a spalancare le braccia all’Italia:
come del resto non ha giocato a favore del Governo italiano alcuna scelta filo europea e filo atlantica.

I poteri europei intenderebbero sbarazzarsi del Governo Meloni
prima che s’insedi il nuovo inquilino della Casa Bianca, e per loro è indifferente si chiami Donald Trump o Kamala Harris.

Il lasso di tempo che hanno a disposizione per far crollare l’Esecutivo italiano
godrebbe della parentesi temporale di due mesi, da ottobre a dicembre.


Obiettivo?
Cucinare al Governo Meloni lo stesso trattamento
che permise la caduta del governo “giallo-verde”
per sostituirlo con quello “giallo-rosso”.

Quindi cambiare in Italia la maggioranza senza passare per le urne.
 
Del resto, ricordiamo tutti la crociata europea contro l’allora ministro giallo-verde Salvini,
soprattutto gli incidenti (speronamenti) causati dalle navi delle Ong:
emblematico il caso di Carola Rackete,
oggi eurodeputato, ieri comandante della Sea Watch che speronava un battello militare italiano,
supportata nella sua “azione umanitaria” da vari potentati europei.

Qualche giorno dopo l’incidente,
lo scrivente spiegava da queste stesse pagine
che Rackete non è una militante di sinistra qualunque,

bensì una figlia dell’alta borghesia tedesca,
con un padre allora ai vertici d’una società tedesca
equivalente alla nostra Finmeccanica
ed una madre con parenti alla Corte internazionale de L’Aia.

Oggi Carola siede nel Parlamento Ue e supporta la presidenza von der Leyen.

 

Il ruolo della “stampa”​

Se riuscisse il golpe contro l’Italia,
in un sol colpo i poteri europei si libererebbero sia di Giorgia Meloni
che di Matteo Salvini e di tutti i loro preposti nel Governo.

E, nonostante l’indisponibilità di Antonio Tajani, i “golpisti istituzionali” non demordono:
certi che il presidente Sergio Mattarella permetta un cambio di maggioranza
come già avvenne col passaggio da Giuseppe Conte a Mario Draghi.


Nella congiura, ieri come oggi, ha ruolo non secondario la cosiddetta “stampa istituzionale”

(La Stampa, Corriere della Sera, Repubblica, La7 e pezzi di Rai e Mediaset):

tutti che da mesi sparano a palle incatenate contro l’esecutivo italiano.

Ma a chi rispondono editori e solite firme?​

È evidente che il “report Ue”
che descrive la mancanza di libertà di stampa in Italia
sia stato ordinato e recepito da un potere europeo
che, evidentemente, offre coperture ai giornalisti
e sponsorizzazioni internazionali agli editori.

Se non fossimo nell’Unione europea,
ed invece lo scenario si consumasse nel 1915-1918,
gli autori italiani della congiura
rischierebbero la fucilazione alla schiena nel perimetro di una caserma:

oggi possono invece giustificarsi
dicendo di aver tradito l’Italia e gli italiani (gli elettori)
per il maggior ideale europeo.

Giustificazione deboluccia,
ma che rende l’idea di cosa abbia spinto i “poteri bancari europei”
ad accelerare sul golpe.


 

La patrimoniale respinta​

In primo luogo, i potentati economici che supportano la von der Leyen
non hanno gradito che, il governo Meloni
sin dal suo insediamento abbia bocciato una maggiore tassazione,
in seguito anche respinto l’introduzione di una patrimoniale
da aggiungersi ad Imu ed altre tasse.


Poi, c’è che Fratelli d’Italia e Lega si sono rivelati un ostacolo all’agenda “green”
voluta dalla presidenza europea:
invece una maggioranza sul tipo di quella che regna a Bruxelles
si atterrebbe ai dettami “ambientalistici”.


Quindi quelle maledette riforme sulla proprietà contadina,
che l’Ue vorrebbe in Italia
copiando le leggi che governano i diritti sui terreni nel centro e nord Europa:

infatti in Germania, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia e Norvegia
è possibile confiscare la terra agli agricoltori
perché i terreni vengono concessi
e la concessione è un atto firmato del monarca.

Mentre nella Repubblica Italiana i terreni sono di proprietà del contadino,
che li ha comprati pagando mutui e facendo tanti sacrifici.


In Italia abbiamo la “Cassa per la Proprietà contadina”,
organismo fondiario chiamato ad occuparsi
della formazione delle imprese agricole gestite dai coltivatori diretti,
servito nella seconda metà del Novecento a difendere la proprietà
(la “diga bianca” dei campi,
quando la “diga rossa” di Gullo e Togliatti ne chiedeva l’esproprio generale).


In Italia abbiamo avuto le leggi fatte da Amintore Fanfani
(riforma, primo e secondo piano verde)
tutte nella direzione di garantire la proprietà contadina.

In Italia abbiano avuto il “piano casa” Fanfani
che permetteva agli operai d’acquisire un diritto immobiliare,

mentre la direttiva “case green” europea
intende togliere case alla gente e terreni ai contadini.



A Bruxelles sanno bene che Giorgia Meloni non permetterebbe mai vengano strappati questi diritti,
perché risulterebbe un atto contro l’intero elettorato di centro-destra (con ovvie ripercussioni elettorali).

Ma ai poteri che supportano la von der Leyen
serve vengano messi sul piatto risparmi e patrimoni degli italiani.
 
A chi governa l’Ue serve che l’Italia copra
circa 10 dei 50 miliardi di prestiti
che Volodymyr Zelensky non potrà restituire
.

Ai poteri bancari europei urge un governo

che bruci i risparmi degli italiani,

che svenda gli ultimi asset strategici
(compresi patrimoni ambientali, città d’arte e spiagge),

che ipotechi le case,

che riduca i posti di lavoro dirigenziale e

che apra totalmente la gestione italiana ai manager stranieri.


Per realizzare tutto questo disegno
è iniziata la lapidazione di Giorgia Meloni,
resuscitando sui giornali
un neofascismo che gli storici sanno bene finito
con la morte di Clemente Graziani
e degli ultimi frequentatori di una associazione ispiratasi a Julius Evola.


Ironia della sorte, hanno pensato di cestinare questo governo
guardando ad Antonio Tajani come successore:
non è un mistero che il vicepremier e ministro degli Esteri
sia nipote del maresciallo Pietro Badoglio,
che firmava l’armistizio dell’8 settembre 1943
e prendeva il governo di mezza Italia.


 

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