CHI è RENATO SORU????
Renato Soru, "il re di Internet in Italia", nasce nel 1957 a Sanluri, grosso centro agricolo a circa quaranta chilometri da Cagliari, da genitori non ricchi ma neanche poverissimi. La madre gestiva una drogheria mentre il padre, prima impresario di pompe funebri e poi edicolante e libraio, intorno ai quarant'anni decide di accettare un posto di bidello nella scuola media del paese, rinunciando agli altri lavori perché "guadagnava troppo". Investe però i suoi risparmi nella costruzione del primo supermercato in provincia di Cagliari, offrendo così al figlio l'opportunità di gestire brillantemente la sua prima attività imprenditoriale. Il giovane Renato studia nell’Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Sanluri, conseguendo la maturità classica, per poi iscriversi alla Bocconi di Milano. Si sposa nel 1977, ad appena 20 anni. All'improvviso muore il padre, lasciando a metà i lavori per la costruzione del supermercato. Toccherà proprio a Renato portarli, brillantemente, a termine mentre prosegue gli studi. Nel 1982 si laurea in Discipline Economiche e Sociali e viene assunto come assistente di Oscar Titti alla Lazender, una società che si occupa di corporate finance. Quindi passa alla CBI Merchant e lì fa rapidamente carriera, diventando un manager fra i più stimati. Ma nel 1992 lascia tutto (compresi i 350 milioni di stipendio annui), e torna in Sardegna per occuparsi di grande distribuzione espandendo l’attività commerciale di famiglia ed arrivando a controllare cinque punti vendita. Quindi li cede, e con i sette miliardi ricavati si dedica alla costruzione di centri commerciali, a Oristano e Olbia. Ed è a questo punto (siamo a metà degli anni 90) che Renato Soru si appassiona ad Internet. Passano alcuni anni e arriva la prima svolta. Di ritorno da un viaggio a Praga, dove si occupa all’inizio di edilizia per uffici, vede su un quotidiano la pubblicità di “Video on line” e scopre così che in Sardegna si trova una delle prime aziende che operano su Internet e che fa capo a Nicola Grauso (la società nel 1996 verrà poi venduta a Telecom). L’incontro con quest’ultimo («ho sempre riconosciuto le sue grandi intuizioni imprenditoriali in questo campo, ma oggi non abbiamo alcun rapporto») gli spalanca le porte della Rete. Da Grauso, Soru acquista una licenza per operare in Cecoslovacchia, dove era andato per costruire un centro commerciale e dove invece si ritrova a fondare, con 300 milioni di investimento, la “Czech On Line”, che in breve diventa il maggior Internet Service Provider della Repubblica Ceca. L’azienda vende la connessione ad Internet ad un decimo del principale concorrente, la rete Universitaria locale. Anche gli svedesi dell’Ericson gli danno fiducia e gli forniscono finanziamenti e centrali. Ma Soru non si accontenta e cede la società per un consistente pacchetto di miliardi ad un fondo chiuso della Deutsche Bank (Bers e Mitsubiu). Intanto in Italia vi era stata “finalmente” la liberalizzazione del mercato della telefonia fissa e, Soru, stanco di viaggiare, torna in Italia. A Cagliari, ispirandosi al nome di una cittadella nuragica costruita 2.500 anni fa tra le montagne di Oliena e Dorgali, nel cuore della Sardegna, fonda Tiscali. E’ il 9 giugno del 1997 e Renato Soru è ormai pronto a spiccare definitivamente il volo. È lo stesso Soru a ricordare in un intervista che, per celebrare la fondazione della società appena sorta, andò in questa località con 4 dipendenti, il gruppo di musica etnica “Cordas e Cannas”, ed alcuni pastori. Dopo una camminata di circa 2 ore a piedi e portando con sé anche gli strumenti musicali, in un silenzio quasi magico, eseguirono un concerto in omaggio agli avi che si erano rifugiati in quelle grotte per far loro sentire con la loro presenza la continuità di sentimenti tra il passato, il presente ed il futuro.
Tiscali rappresenta da subito una sfida ai grandi rivali nazionali come Telecom, Wind e Infostrada. Renato Soru incomincia col proporre offerte più vantaggiose nel servizio di telefonia fissa, convinto che pur con pochi soldi, ma con molte buone idee, anche i piccoli imprenditori possano entrare in un mercato che offre molte opportunità e molti spazi. La sua parola d’ordine è vendere telefonate “come se fossero dentifrici sui banchi di un supermercato”. Soru compra un numero a cinque cifre: il 10030, che costa la metà di quello a quattro cifre, ed utilizza la rete telefonica già esistente. Il primo gennaio 1998 inizia ufficialmente la sua attività in Sardegna con la licenza di operatore regionale. Il 22/04/1998 riceve la licenza ministeriale per offrire al pubblico della Sardegna, Milano e Roma servizi di telefonia vocale. Il 16/10/1998 firma l’accordo con le Poste Italiane per la vendita delle schede telefoniche sia nelle poste che nelle tabaccherie, nei centri commerciali e nelle edicole. Per telefonare, l’utente deve comperare una scheda telefonica, comporre il 10030 prima del numero ed automaticamente risparmia il 40-70% sia nelle telefonate interurbane che verso i cellulari. L’1/11/1998 offre il primo abbonamento ricaricabile per l’utenza residenziale nei distretti di Milano e Roma e nella Sardegna. Il 26/11/1998 Soru conclude l’accordo di venture capital con Kiwi I Ventura Serviços S.A. gestito da Elserino Piol che sottoscrive un aumento di capitale per 4 miliardi, acquisendo il 10% del valore azionario della società.. Il 17/12/1998 Soru firma un accordo d’interconnessione reciproca con Telecom che gli consente, dietro pagamento, l’uso dei propri cavi. Il 10/03/1999 ottiene la licenza ministeriale per l’offerta al pubblico di servizi di telefonia vocale su tutto il territorio nazionale e viene lanciato Tiscali Free Net, il primo servizio di accesso gratuito a Internet in Italia, che scatena un mare di critiche e fa da trampolino per la quotazione in borsa del 23% della società, finalizzata alla raccolta di risorse necessarie ad avviare un progetto molto ambizioso: diventare uno dei più grandi operatori europei di telefonia e di accesso ad internet. Nel giro di pochi mesi, succede ciò che in pochi potevano prevedere: il valore dei titoli schizza dai 46 euro del collocamento a circa 1.200 euro, e Tiscali arriva a capitalizzare quanto la FIAT. Vero è che più tardi la quotazione subirà un deciso ridimensionamento, ma resta il fatto che Tiscali alla fine del giugno 2000, otto mesi dopo il collocamento delle azioni, vale oltre dieci volte di più.
Ma Renato Soru, in quegli otto mesi, non resta certo inattivo. Del resto, è sempre stato un teorico della velocità come fattore determinante nel business della New Economy. Dichiara infatti: "La differenza fra me e le grandi compagnie è che io penso, decido e realizzo a una velocità per loro impraticabile". E così, già nel novembre del 1999 annuncia, insieme a Franco Bernabè, ex amministratore delegato Telecom, la costituzione della società “Andala Umts”, fondata allo scopo di partecipare alla gara (poi vinta) per l'assegnazione di una delle cinque licenze per i cellulari Umts. Il nuovo socio non è certo uno qualunque, ma un personaggio che è stato capace di diventare amministratore delegato dell'Eni a soli 42 anni e che, quindi, può godere di una solida rete di contatti nell'establishment finanziario e politico. Dopo di lui, entrano nella compagine azionaria nomi quali il magnate cinese Hutchinson Whampoa, De Benedetti e Cesare Romiti.
A questo punto, inizia la scalata europea. Tiscali acquisisce prima due società francesi, Nets e A-Télécom, poi l'80% di Datacomm, uno dei principali Isp svizzeri e subito dopo la società ceca CD Telekomunikace. Quindi è la volta di Link Line, Isp belga, di Nikoma Beteiligungs, Isp tedesco e infine di Interweb Sprl, primo gestore del free Internet in Belgio. Tutte le società acquisite all'estero si fondono presto in un marchio unico, Tiscali, che ha lo scopo dichiarato di distribuire e vendere servizi Internet ad alta velocità su tutto il territorio del vecchio continente. Contemporaneamente, la società di Soru decide di puntare anche sull'e-commerce, dotandosi di una piattaforma proprietaria e sviluppando portali verticali europei in collaborazione con operatori dei vari settori di interesse. Dopo una serie di altre iniziative, gli ultimi, clamorosi atti della saga Tiscali vedono Renato Soru annunciare la fusione con World Online, Isp olandese, e l’acquisizione di Placet-Interkom, Isp tedesco di proprietà della British Telecom.
Nel giro di nemmeno tre anni Tiscali è diventato il secondo operatore Internet a livello europeo, subito dopo T-Online e rappresenta, per l'Italia, qualcosa di molto simile a quello che, per esempio, Amazon.com significa per gli Stati Uniti d'America: non una semplice società ma un vero e proprio simbolo di tutto ciò che la New Economy può offrire a un imprenditore dotato magari di pochi mezzi ma ricco di idee, coraggio e spirito d'iniziativa. Oggi Tiscali, come European Internet Company, opera anche in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna e Sud Africa, e dà lavoro ad oltre 700 sardi: nel 1998 erano meno di 50 Tiscali.,
Renato Soru, il suo fondatore e presidente rappresenta il modello ideale del self made man, dell'uomo che parte dagli strati più bassi della società per arrivare alla fine, grazie alle sue sole forze, a dominarne i vertici, Un ideale, ancora oggi più che mai vivissimo e operante, a cui il passare degli anni ha aggiunto nuovo splendore e ulteriore forza di attrazione. Ecco perché non stupisce che la “favola” di Renato Soru si sia imposta così in fretta, non solo nel gotha della finanza internazionale, ma anche nell'immaginario collettivo. Almeno di quella speciale collettività in espansione continua formata dagli appassionati della Rete. Non è certo un caso, se oggi molti parlano di lui come del "Bill Gates italiano". Malgrado la ricchezza e la notorietà raggiunta, l’imprenditore è rimasto profondamente innamorato della sua terra d’origine e consapevole del fatto che la Sardegna vive oggi un passaggio storico non meno importante di quello vissuto nei primi anni ’60, con la prima industrializzazione e le trasformazioni sociali ed economiche che ne seguirono. Renato Soru non perde pertanto occasione per ricordare che l’accelerazione dei fenomeni di globalizzazione dell’economia, la positiva avanzata delle nuove tecnologie e la disastrosa speculazione esercitata sull’ambiente, sono importanti elementi che richiedono l’urgente necessità di ripensare un ruolo sostenibile per la Sardegna nell’Europa del futuro. Denuncia pubblicamente il tentativo in atto di svendere il patrimonio ambientale dell’Isola, crede che possa esistere un diverso modello di sviluppo più rispettoso e più compatibile, dichiara la necessità di perseguire un’economia regionale attenta alle produzioni locali ed alla salvaguardia delle tradizioni.
“Questi fenomeni” sostiene il fondatore di Tiscali, “se meramente subiti rischiano di consegnarci un’isola senza lavoro e senza più identità, se ben governati e affrontati con coraggio e l’impegno straordinario di tutti, rappresentano un’opportunità di sviluppo che la nostra isola non ha mai conosciuto e che oggi non possiamo sciupare”. Per questi motivi, l’8 agosto 2003 Renato Soru, accogliendo le sollecitazioni di uomini di cultura, esponenti politici e tante persone comuni, con una lettera pubblica inviata agli organi di informazione, dichiara la sua disponibilità a candidarsi per la presidenza della Giunta Regionale Sarda alle prossime elezioni regionali del 2004.
Una nuova avventura è cominciata…
....ha scritto "“Se sarò eletto alla presidenza della Regione sarda mi occuperò soltanto dell'incarico politico, lasciando qualsiasi altro, pubblico o privato”.
Renato Soru, presidente e amministratore delegato di Tiscali, prima internet company d'Europa, rimanda al momento delle elezioni regionali, in programma nel 2004, la soluzione di un conflitto d'interessi che continua a considerare marginale, se non addirittura inesistente.
Lo ha ribadito in una conferenza stampa convocata a Cagliari nella sede di Progetto Sardegna il movimento politico che lo sosterrà. Riguardo alle quote azionarie che detiene, Soru s'impegna ad affidarle a un gestore iscritto all'albo della Consob, sempre se sarà eletto e comunque non durante la campagna elettorale.