e guarda a cosa e' servita quando ha scambiato
E con Sacchetti guadagnò sette milioni in un giorno
Repubblica — 08 gennaio 2006 pagina 7 sezione: ECONOMIA
MILANO - Il 27 marzo 2003 è un' altra data chiave per l' inchiesta che riguarda Gianni Consorte e Ivano Sacchetti. Quel giorno i due manager dell' Unipol mettono a segno un colpo grosso: in un solo giorno riescono a guadagnare 3,5 milioni di euro a testa, 7 milioni in totale. Come? Comprando e vendendo in sole 24 ore obbligazioni Antonveneta avendo come controparte la stessa banca padovana. Le operazioni sono state ricostruite nei dettagli dall' Ufficio Italiano Cambi che lo scorso 16 novembre ha poi inviato l' informativa alla Guardia di Finanza e ai pm. Lo schermo dell' operazione è rappresentato dalla Nazionale Fiduciaria, una società che spesso è comparsa nelle cronache finanziarie che riguardano Emilio Gnutti. Ma il punto di partenza è ancora una volta la Banca Popolare di Lodi. Dunque il 27 marzo Consorte e Sacchetti danno ordine di accreditare 25 milioni di euro a testa alla Nazionale Fiduciaria da loro conti presso l' istituto di Fiorani «allo scopo di creare la provvista per l' acquisto di obbligazioni Antonveneta CT 49», è scritto nel rapporto dell' Uic. Il giorno dopo, cioè il 28 marzo, i flussi sono in direzione opposta: Consorte e Sacchetti dispongono un bonifico dalla Nazionale Fiduciaria ai loro conti presso la Lodi di 28,5 milioni di euro ciascuno. «Si è appreso che i volumi di obbligazioni Antonveneta acquistate in data 27-3-2003 coinciderebbero con i volumi venduti il giorno successivo», è la conclusione degli ispettori.
Il bond che ha permesso la rapida speculazione è un' emissione "perpetua" emessa dalla AntonvenetaCapitalTrust il 22 giugno 2001 attraverso il Lussemburgo senza prospetto informativo e con il supporto dell' Abn Amro. Le quotazioni e i rendimenti del titolo sono disponibili su Bloomberg solo a partire dal gennaio 2005 e dunque è difficile verificare i prezzi del marzo 2003 quando a Piazza Affari era quotata solo Interbanca, controllata da Antonveneta. Ma dalla descrizione dell' operazione effettuata dall' Uic pare di capire che la controparte della "mosconata" sia la stessa Antonveneta: che prima vende obbligazioni di sua proprietà a Consorte e Sacchetti e il giorno successivo le ricompra a un prezzo maggiorato. Sette milioni di euro su 50 milioni investiti significa un rendimento del 13,4% in un giorno, difficile da spiegare con i movimenti dei prezzi di un' obbligazione non quotata. Dunque con la complicità di qualche funzionario o direttore all' interno di Antonveneta, Consorte e Sacchetti si sono arricchiti alle spalle degli ignari correntisti e azionisti della banca padovana. è del gennaio 2003 la nomina ad amministratore delegato di Piero Montani, l' uomo che chiederà a Gnutti di rientrare dall' enorme esposizione (si parlò di almeno mille miliardi di lire) con Antonveneta. Un fatto che determinò la spaccatura tra l' azionista Gnutti e il nuovo management della banca e che fu alla base della scalata che il finanziere bresciano intraprese con Fiorani a partire dall' autunno 2004. -
GIOVANNI PONS