VOGLIO CHE IL TEMPO, MENTRE SCORRE, LASCI SU DI ME IL SUO SEGNO... MA CHE NON SIANO SOLO RUGHE

75.000 per uno studio ? 150 milioni di vecchie lire ????????
Per capire perchè nascono le alghe ? BUFFONI
Te lo spiego io perchè proliferano le alghe in quel bacino,
perchè c'è lo scarico del depuratore di Lecco. Ecco perchè. E gratis.
Queste sono le sinergie tra un membro di FI in Regione ed un Sindaco PD in loco.

"Grazie alla collaborazione tra l'Assessorato all'ambiente di Regione Lombardia guidato da Raffaele Cattaneo,
Autorità di bacino e Fondazione Lombardia per l'ambiente con lo stanziamento di 75.000 euro
verrà realizzato uno studio per la realizzazione di un piano di gestione delle alghe sul lago di Garlate
al fine di individuare le zone, le tempistiche e le modalità per contenere lo sviluppo di questa macrofite"
dichiara il Consigliere regionale lombardo Mauro Piazza.

"Il trasporto e lo smaltimento delle piante acquatiche comportano un costo elevato dovuto ai grandi quantitativi di materiali,
che potrebbero essere ridotti adottando un adeguato piano di gestione delle macrofite acquatiche"-spiega il consigliere regionale-
"attraverso questo studio porremo fine all'impossibilità nella navigazione del lago che in estate rappresenta una criticità per la fruizione turistica".
"L'accordo di collaborazione avrà durata fino al termine del 2020 e permetterà di individuare le aree
dove procedere allo sfalciamento delle alghe posizionando anche dei tessuti sul fondo che impediscano la ricrescita della macrofite" continua il forzista.

"Questa collaborazione pilota è frutto dell'azione condivisa degli enti comunali del territorio interessato,
che attraverso l'azione di sintesi fatta con il Sindaco di Garlate Beppe Conti, ha permesso di realizzare e siglare questo accordo;
ora l'eliminazione di questo dannoso problema è più vicina" conclude Piazza.
 
Attenzione. Il Lago di Garlate è un lago per modo di dire.
Inizia dove il fiume Adda si allarga in un ampio bacino (lago)
e finisce con una diga, dove ricomincia l'Adda.

Valenza turistica . ZERO ASSOLUTO.

Navigazione solo locale. Milanesi che depositano le barche nei depositi sorti sulle sponde del lago
e che prendono la barca per risalire l'Adda ed entrare nel Lago di Lecco e poi in quello di Como.

Anche se ci sono delle alghe..........
 
Buffoni in piazza. Guardateli bene.........sono dell'anpi. Uno, dico uno, che abbia fatto la guerra.
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E questa fa il paio con quelli sopra. .........

Wanda Nara ha passato il week end nella villa di famiglia a Brienno con il marito, i figli e alcuni amici.
Ma a un certo punto, mentre era sulla moto d’acqua con un amico e un’amica, c’è stato un incidente.

«Questo è il nostro salvataggio» ha scritto in una stories dove si vede il trio che viene recuperato da un uomo in motoscafo.
Tutto bene quello che finisce bene.

Wanda è tornata nella villa e la moto d’acqua è stata recuperata e riportata a riva e quindi sono potuti andare a Villa d’Este dove è stata girata la stories successiva.
 
Grande party per il 109esimo compleanno del “Grand Hotel Tremezzo”, uno degli alberghi più famosi di Lake Como.

«Può sembrare strano essere felici di festeggiare gli anni che passano quando cominciano ad essere tanti, ma nel nostro caso non è così.
E la felicità quest’anno è ancora maggiore perché la famiglia si è allargata portando nuova gioia e giovinezza all’hotel e a tutti noi»
ha detto Paolo De Santis, Amministratore Delegato del Grand Hotel riferendosi alla piccola Maria che con Paolo, primogenito della figlia Valentina,
sono i potenziali eredi di una grande tradizione alberghiera che risale alla Belle Epoque.

Dall’estate del 1910, inizio di una storia piena di personaggi leggendari, il Grand Hotel Tremezzo è simbolo di eccellenza nell’ospitalità.
Nulla è cambiato, e lo si è visto anche l’altra sera: la grande festa per l’anniversario ha regalato ai 500 ospiti un’atmosfera magica e indimenticabile.

Accolti dalla Banda di Tremezzo, gli invitati hanno sorseggiato cocktail al T-Beach della piscina galleggiante, ancora più turchese nella suggestiva luce del tramonto.

Poi, quando è sceso il sole e si sono accese le stelle hanno affollato i ristoranti dell’albergo per un sorprendente tour eno-gastronomico,
dal T -Bar con ostriche e caviale al T-Pizza con varietà del piatto-icona italiano
a l’Escale per gustare la polenta Toc e specialità tipiche del Crotto, accompagnate da una selezione di oli e vini del territorio.

Finale con i fuochi e scenografica torta inventata dall’Executive Chef Osvaldo Presazzi e dalla sua brigata.
Tutti attorno alla famiglia De Santis e al general manager Silvio Vettorello a festeggiare un’altra stagione.
 
Soldi, soldi, soldi ....

Oltre un milione di euro dalla Regione per il Lario e i laghi minori del lecchese e del comasco,
finanziamento destinato a 13 opere dal costo totale di 2,1 milioni euro dunque finanziati per metà dal Pirellone.

“Finanziamo con 4,7 milioni 31 nuovi interventi in tutta la Lombardia – ha spiegato l’assessore a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile –
che saranno avviati e completati nell’arco del triennio 2019-2021.

Si tratta di stanziamenti con beneficiari le Autorità di bacino lacuale (laghi di Garda, Iseo, Maggiore, Lario e Ceresio) e destinati ai territori dei Comuni rivieraschi.

Il programma include opere che vanno dalla riqualificazione e consolidamento delle sponde in stato di dissesto,
alla realizzazione di porti e pontili, dalla valorizzazione di passeggiate a lago all’ammodernamento delle strutture per la navigazione di linea e da diporto.

Nel dettaglio vengono realizzate cinque nuove opere sul Lago Maggiore,
cinque sul Lago d’Iseo, quattro sul Lago di Garda, 13 sul Lario e quattro sul Lago Ceresio,
oltre a quelle già in corso di realizzazione e precedentemente finanziate”.
 
miiiii,l'intelligenza pdiota e la conoscenza non hanno limitiiii!!quante braccia strappate al picco e pala!!!

L'inchiesta di Buzzfeed sui presunti fondi russi alla Lega tramite Gianluca Savoini ha risvegliato gli esponenti del Partito democratico
che, in un clima surreale di neo-maccartismo, sono arrivati ad accusare Matteo Salvini di voler sovvertire l'euro-atlantico.

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La deputata del Pd Lia Quartapelle si è spinta oltre, prima organizzando un flash mob
sotto la sede della Lega in Bellerio con tanto di rubli e colbacchi, poi pubblicando un lungo post
in cui ipotizza un collegamento fra Savoini e i neo-nazisti arrestati a Torino dalla Digos.

Peccato per la deputata che si tratti di una fake news.

"È notizia di stamattina che nel Nord Italia la Digos ha sequestrato fucili d'assalto e addirittura un missile aria-aria
a un gruppo paramilitare di estrema destra che ha partecipato al conflitto armato del Donbass (dalla parte russa).
Ecco, secondo la procura di Genova, Savoini ha avuto contatti con Orazio Maria Gnerre,
che stando alle indagini sarebbe tra i reclutatori di queste milizie del Donbass"

afferma l'onorevole del Pd, che però viene smentita proprio dal comunicato ufficiale della Polizia di Stato,
che riporta una verità completamente diversa da quella descritta dalla deputata.

"La sezione antiterrorismo della Digos di Torino ha concluso questa mattina un’operazione nei confronti di tre persone
responsabili di detenzione di armi da guerra e armi da sparo. Le indagini erano iniziate circa un anno fa
quando la questura di Torino, coordinata dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione,
aveva monitorato alcune persone legate a movimenti politici dell’ultra destra
e che avevano combattuto nella regione ucraina del Donbass contro gli indipendentisti".

I neo-nazisti fermati dalla Digos, dunque, non combattevano nel Donbass dalla parte dei separatisti russi ma dalla sponda opposta, quella di Kiev.

Non è un mistero, infatti, che a fianco dell'Ucraina nella parte orientale del Paese combatta il Battaglione Azov, di chiara ispirazione neonazista.

Com'è noto che altre milizie filo-Kiev si rifacciano all'estetica e all'ideologia delle Waffen-SS.

Lia Quartapelle viene inoltre smentita da Orazio Maria Gnerre, politologo e saggista accostato a Gianluca Savoini dalla stessa:
"Innanzi tutto io non ho mai avuto a che fare, né probabilmente ne avrò, con la Lega.
Vi sono mille motivi di carattere politico che mi distanziano da questo partito
- di cui non condivido né la politica economica e fiscale (liberista), né la politica internazionale" osserva Gnerre.
 
Ma la cosa più grave è che

"alla Signora Quartapelle dev'essere sfuggito che le persone oggi arrestate, chiunque esse siano,
non solo non erano combattenti delle Repubbliche Popolari del Donbass, come lei pure dice, ma
(come riportato dal comunicato ufficiale della Polizia di Stato italiana e dagli ultimi lanci di agenzia)
proprio miliziani di quello stato ucraino che la Signora Quartapelle nello stesso post difende".

La stessa Quartapelle, dopo varie segnalazioni sui social, è intervenuta per correggere il tiro:

"Dopo le vostre segnalazioni ho verificato con la fonte della notizia (la Questura di Torino)
la questione dell'appartenenza allo schieramento filo-russo o filo-ucraino.
Come nel loro comunicato (linkato in basso), diverso da quello della Polizia di Stato,
dalla Questura non si esprimono sulla fazione per la quale parteggiasse la cellula,
perché stanno ancora verificando e le indagini su questo tema sono ancora in corso.
In attesa di avere una parola definitiva nei prossimi tempi, mi scuso per aver riportato un'informazione non confermata,
che avevo ripreso da alcuni articoli di stampa" ha osservato l'esponente del Pd.

Sta di fatto che l'Ucraina è diventata talmente tollerante con l'ultra-destra tanto da consentire che un raduno di 1.500 neonazisti si tenga in pieno centro a Kiev.

Nell’anniversario dell’invasione dell’Urss del 1941 da parte della Germania nazista
– quando le truppe tedesche invasero la parte di Polonia occupata dall’Unione Sovietica (Operazione Barbarossa) –
un noto club della capitale ucraina, alla fine di giugno, ha ospitato un concerto dichiaratamente neonazista.

Solitamente, raduni di questo genere vengono organizzati in gran segreto, in luoghi che sono gli organizzatori e i partecipanti conoscono.
Un po’ come i rave party. In Ucraina, al contrario, dopo la legittimazione di forze politiche radicali come Svoboda e del collettivo paramilitare Pravyj Sektor (Settore Destro),
che emersero prepotentemente alla fine del novembre 2013 nella protesta Euromaidan a Kiev, con la conseguente cacciata dell’allora presidente legittimo Viktor Janukovyč,
i neonazisti non hanno certo la necessità di nascondersi e anzi, organizzano il loro evento a due passi dalla sede dell’Università Nazionale del Commercio e Economia di Kiev.
 
Poverini. E stanno in posti di potere.

Nella lite da cortile virtuale con Maria Elena Boschi, Paola Taverna arriva al “non sa chi sono io”,
offrendo un ulteriore spunto trash a quella che promette di diventare la più seguita telenovela politica dell’estate.

«Io faccio l’avvocato. Ma non troverei nulla di male a fare il saldatore.
Nella prossima legislatura credo di avere i voti per restare in Parlamento.
In caso contrario farò la professione per cui ho studiato. Lei non so.
Magari mandi il curriculum a suo cugino, quello dei vaccini».

Taverna non l’ha presa benissimo e così, a Boschi che le faceva notare la differenza di status,
ha replicato con un immarcescibile “lei non sa chi sono io”.

Che come tutti i “lei non sa chi sono io” le ha riversato addosso quell’aura un po’ patetica
che investe chi per affermarsi si riduce al “lei non sa chi sono io”.

«Oggi ho preso il mio ultimo 30 a Sociologia dei fenomeni politici.
Se vuole da ottobre può chiamarmi Dottoressa in Scienze Politiche.
Ad oggi per lei sono il Vicepresidente del Senato.
Io non mi preoccuperei di mio cugino piuttosto penserei a suo padre. Ad maiora!»,

è stato il post di Taverna, che per lo meno quanto a veleno non si fa parlare dietro da nessuno.
Neanche da Maria Elena Boschi.
 
“C’è un protocollo: mio marito prepara la carne dalla cintura e la dà quando le tigri fanno l’evoluzione.
I felini escono dal carro e li posizioniamo nel tunnel vicino alla gabbia.
La prima tigre è salita sullo sgabello, mio marito è indietreggiato mentre io facevo venire la seconda tigre.
Lui ha fatto tre passi in più rispetto al solito e, girandosi, è finito sotto alla tigre”,
ha dichiarato Loredana, ricostruendo la dinamica di quel disgraziato incidente.

Per poi chiarire: “Gli altri felini non lo hanno aggredito. Sono tornate impaurite dentro il tunnel.
La tigre che l’ha colpito, Sultan, non lo ha sbranato. Con una zampata Ettore è crollato in un secondo perdendo la vita con la giugulare recisa”.
Dopo l’aggressione mortale, la tigre “è rimasta sopra mio marito, come a vegliarlo, come se si fosse resa conta dell’errore”, ha aggiunto.

Loredana Vulcanelli ha da poco perso il marito domatore stroncato da una zampata mortale di una tigre,
era presente e ha visto con i suoi occhi la terribile scena, con lui, Ettore Weber, ha condiviso 40 anni di matrimonio
e di quotidiano addestramento (e pericolo) con i grandi felini.
Eppure, ha lanciato un appello perché sia risparmiata la vita a Sultan, quella tigre suo malgrado assassina.
Non è stata colpa sua ma del marito, ammette oggi con disarmante onestà intellettuale.
 

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