Va detto però che si ricava una impressione di relativa tranquillità. Non dico libertà perchè ovviamente non è così. Intendo dire cioè che rispetto ad altri regimi comunisti a Cuba è possibile andare e tornare con le foto, trascorrere del tempo senza avere fastidi (immagino, non credo che ti hanno imprigionato per sapere perchè eri lì). So, correggimi se sbaglio, che c'è di fatto una doppia circolazione di moneta cioè oltre alla valuta locale accettano il dollaro (ritenuta ovviamente valuta pregiata).
Niente di paragonabile alla Corea del Nord, dove i turisti stranieri possono fare solo gite controllatissime nei luoghi da visitare, o all'Unione Sovietica non dico di Stalin ma nemmeno di Breznev.
Sbaglio?
Cuba è il paese del Centro-Sud America dove il turista è più tranquillo, altrove rischia molto di più. Non so se vi sia ricercato il dollaro, mi pare di no, anche perché viene penalizzato nel cambio rispetto alle altre monete. Ci fu un tempo in cui era una specie di moneta salvagente, ma poi fu creata la doppia moneta cubana, che consiste in pesos cubani (CUP) e pesos convertibili (CUC), corrispondenti al dollaro e al cui cambio sono legati.
Si compra un CUC con 25 CUP e 24 CUP con un CUC. Pare un artificio ininfluente, invece corrisponde al fatto che le merci prodotte a Cuba costano un prezzo in CUP relativamente moderato, mentre le importazioni hanno spesso un costo esorbitante per la popolazione, che riceve gli stipendi in CUP. In tal modo la valuta importata si converte in CUC che poi passano per poche mani e lentamente si espandono, lasciando vivere il mercato "povero" dei CUP ma permettendo a qualcuno qualche "lusso". Non sono affatto rari, anzi, stipendi di 20/25 CUC al mese, però pagati in CUP, quindi 5/600 CUP - un medico guadagna il doppio).
Molti si arrangiano con mezzi lavori per integrare il poco ricevuto, ma è chiaro che, in assenza di valuta, si rischierebbe il circolo vizioso, un po' come quel paese in cui tutti fanno il barbiere.
Si spiega così come alcuni prodotti abbiano prezzi per noi inverosimili, ridicoli: si va dal taglio del barbiere a 10 CUP (35/40 cent di €) al "pastel", una specie di brioche, a 2 CUP, otto cent, alla matita - ottima! e con gomma - a 1,3 CUP, 5 cent, all'ottimo spazzolino da denti a 10 CUP, o la pizzetta per strada a 5 CUP (18 cents), o la lunga treccia d'aglio a 25 CUP, meno di un euro. Si potrebbero paragonare questi prezzi a quelli in lire di un tempo, moltiplicando il CUP per 100: si ottengono mille lire per un taglio di capelli, 130 per la matita ecc. E lo stipendio, però, sarebbe di 60 mila, non di 600, qui sta la differenza.
Poi esiste un sistema di distribuzione di beni primari (carne, uova, pane ...) da parte dello stato a prezzo ridotto e con tesserino, cioè limitati relativamente al numero dei famigliari: spesso ciò provoca lunghe code in luoghi che a noi, da fuori, sembrano anonimi o addirittura squallidi: dentro c'è la distribuzione statale (peraltro, mi dicono, sempre più insufficiente)