dal sole 24 ore di oggi
articolo di walter riolfi.. la situazione delle borse di oggi
alla luce del rialzo della settimana scorsa
I listini ritrovano l'ebbrezza del rialzo
Walter RiolfiCronologia articolo04 settembre 2010
Più che i rialzi delle borse, conforta l'aumento dei rendimenti dei  titoli di stato, in Europa e soprattutto negli Stati Uniti. Infatti,  mentre il mercato azionario ha dato ampie prove di irrazionalità  mostrando d'essere spesso disconnesso dall'economia, quello  obbligazionario ha scandito fin dallo scorso aprile le tappe di un  rallentamento economico che negli Usa è diventato assai preoccupante.  Forse ha addirittura esasperato le prospettive più cupe, visto che  rendimenti al 2,47% toccati martedì dai Treasury decennali Usa (al 2,1%  per il Bund tedesco) segnalavano l'imminenza di una nuova recessione.  Probabilmente c'era (o c'è) qualcosa di esagerato anche nel  comportamento dei titoli di stato e quella irrazionalità che talvolta ha  connotato Wall Street s'è trasferita, ma con il segno opposto, pure sui  bond governativi. La corsa a comprarli (la percentuale di attività a  tasso fisso nei fondi internazionali è cresciuta del 3% in agosto)  tradiva anche l'eccesso speculativo di chi li riteneva (assieme all'oro)  una dei pochi posti sicuri dove mettere il denaro.
In sole tre sedute il rendimento dei decennali Usa è salito di 25  centesimi al 2,72% (26 per i Bund al 2,36%) e quello dei titoli  trentennali è volato di quasi 30 centesimi al 3,83%. La cosa è positiva  perché segnala qualche preoccupazione in meno sulle sorti dell'economia,  ma contiene anche un riflesso negativo: perché con la crescita dei  rendimenti, aumenta anche il tasso applicato ai mutui casa e per gli  Usa, alle prese con un agonizzante mercato immobiliare, non è  propriamente una buona cosa. In ogni caso, i rischi di una doppia caduta  in recessione dell'economia sembrano essersi un poco ridimensionati  questa settimana. Così almeno hanno creduto di intendere gli operatori  dai dati macro provenienti dall'America.
Ma sono stati davvero così buoni questi dati? Non propriamente: ma  quanto meno sono apparsi meno brutti delle attese. Così è stato per  l'indice manifatturiero addirittura migliorato rispetto a luglio  (lasciando tuttavia sospettosi gli economisti, visto che tutti i  precedenti indicatori regionali erano calati), per la fiducia dei  consumatori, per il minor numero di licenziamenti, per i preliminari di  vendita di case e per i prezzi delle abitazioni misurati dall'indice  CaseShiller. A riguardo di quest'ultimo si può segnalare che, mentre i  prezzi delle case sono saliti a giugno del 4,2% annuo, lasciando sperare  ad una inversione di tendenza, Robert Shiller, ossia il creatore  dell'indice stesso, ha dichiarato di aspettarsi prezzi in ulteriore calo  per i prossimi 5 anni. Ma è decisamente peggiorata la situazione nel  settore dei servizi, con l'indice sceso a 51,5 (dal 54,2 di luglio e dal  53,5 delle stime), pericolosamente vicino alla soglia di stagnazione.  Ugualmente Wall Street è salita ieri, anche in presenza di questo dato  negativo. Era addirittura volata del 3%, mercoledì, quando era stato  annunciato quello sull'attività manifatturiera. E dire che i servizi  contano per circa tre quarti del Pil Usa e l'attività manifatturiera non  più del 15%.
Eppure qualcosa di buono c'è stato in settimana ed è arrivata giovedì  pomeriggio dal discorso di Ben Bernanke. Il presidente della Fed non ha  detto nulla di nuovo sullo stato dell'economia e nemmeno ha fatto  previsioni. Ma le sue parole nel descrivere le cause della crisi del  credito del 2007-2009, nell'ammettere gli errori compiuti dalla banca  centrale e soprattutto nel ribadire fortemente il ruolo delle regole e  della vigilanza, fanno sperare che la Fed possegga oggi molte più  munizioni per contrastare una nuova eventuale crisi finanziaria. Forse  ha anche gli strumenti (quantitativi) per riconoscere una bolla  speculativa e soprattutto ha maturato la consapevolezza che la sola  politica monetaria non può fare miracoli.
In settimana Wall Street ha guadagnato il 3,7% (+3,7% il Nasdaq) e lo  Stoxx il 3,6% (+4,7% Parigi, +4,4% Londra, +4,2% Milano, +3,1%  Francoforte).
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INDICI
+3,7%
S&P 500
+3,7%
Nasdaq
+3,6%
Stoxx 600
+1,4%
Nikkei
FOCUS
Rendimenti in ascesa
Diventa più ripida la curva dei rendimenti dei Treasury Usa: aumentano  quelli di lungo periodo e restano bassi quelli a breve. Il T-bond a 30  anni è al 3,8%
In prossimità dei massimi
Sale il prezzo del rame (351 $) e si porta a un passo dal picco di  aprile (363 $), spinto dalle scommesse di miglioramento sull'economia  mondiale
Meno tensioni sui bond europei
Il migliorato clima sui debiti sovrani ha spinto al ribasso il costo dei  cds sui titoli a buon rating. Calano le tensioni sul mercato del  credito
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