Cambiamo totalmente argomento (ammesso che questo fosse un argomento).
Di una Manager milionaria donna di sesso femminile, Marissa Mayer, qualche tempo fa si è parlato per carriera, soldi e maternità.
Amministratrice Delegata (milionaria, per chi non lo avesse colto) di Yahoo, dopo aver ottenuto per le dipendenti donne di sesso femminile un permesso post parto di 16 settimane (8 per gli uomini di sesso maschile), visto che lei era importantissima, ha deciso di assentarsi solo per 15 giorni dopo la nascita del suo terzo figlio.
Del resto, una che lavora 130 ore a settimana deve essere davvero indispensabile all'azienda!
Sicuramente questa donna ha un marito casalingo che si dedica, con un sano spirito di intercambiabilità dei ruoli da paesi Nordeuropei, a ciò che gli è più congeniale, ovvero l'allevamento della prole.
Ma mettiamo che,
per puramente ipotetico caso, tra qualche anno questi figli che hanno visto pochissimo la madre soffrano di qualche problema psicologico riconducibile al fatto di aver dovuto fare sostanzialmente a meno di una figura materna (in quanto la mamma, oltre a lavorare in media oltre 18 ore al giorno per sette giorni alla settimana, dedicava parte del tempo casalingo a telefonate e video-riunioni di lavoro).
Ora: se questo sciagurato evento si verificasse, è vero che sarebbe colpa solo del capitalismo che sfrutta le risorse, del mondo vetero-maschilista che umilia le donne costringendole (per pochi milioni di dollari l'anno) ad annichilire la vita privata, e che la povera (si fa per dire) Marissa è una innocentissima vittima di questo mostruoso meccanismo?
E' vero che quindi la nostra coraggiosa eroina avrebbe diritto (qualche anno dopo) a denunciare i gravissimi soprusi che ha subìto e che tanto ne hanno danneggiato la vita privata e l'equilibrio psicologico?
Blog | Yahoo: la maternità di Merissa Mayer e le gravidanze 'banali' - Il Fatto Quotidiano
Marissa Mayer: "Lavoro 130 ore a settimana, ecco il segreto del successo"
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