La turbolenza è iniziata quando la Federal Reserve è ritornata a parlare della necessità di nuovi stimoli di natura fiscale, non monetaria, un invito alla politica all’azione, che in questo momento non sarà probabilmente ascoltato: Democratici e Repubblicani stanno affrontandosi sulla nomina alla Corte Suprema e non sembra esserci spazio per un’intesa prima della presidenziali.
Nell’audizione di ieri al Congresso, il governatore Jerome Powell, nel rispondere alle domande dei parlamentari, è stato chiaro: “Penso che ci sia probabilmente più bisogno di stimolo fiscale”. Il numero uno della banca centrale ha parlato anche della necessità di aiutare le piccole e medie aziende in modo diretto, attraverso gli strumenti che solo la politica possiede, in quanto i prestiti erogati dalla Fed con l'assistenza del Tesoro, si è visto, non hanno funzionato. Nel corso dell’audizione, Powell era stato messo sotto accusa perché il fondo speciale da 600 miliardi di dollari che avrebbe dovuto aiutare le aziende chiuse per la pandemia, non è stato praticamente utilizzato, in quanto l’iter burocratico è troppo lento e complicato.
I sette dirigenti della Federal Reserve che hanno parlato nel corso della giornata, non sono riusciti a rassicurare i mercati, in ansia perché vedono la banca centrale sempre di più ai margini della scena, attaccata da chi la vede come un erogatore di liquidità unicamente alla grande finanza di Wall Street.