Certificati di investimento - Cap. 3 (43 lettori)

Stato
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valgri

Valter : Born in 1965
Secondo alcuni l'art. 32 lascerebbe spazio all'obbligatorietà. A parte questo, basterebbe essere chiari. Non ti vaccini? Nessuno ti cura se ti ammali...
Buongiorno a tutti
Io vedrei bene la possibiità di lasciare libera scelta , ma in caso di contagio ci si paga in parte o tutte le cure necessarie.
Al di là di quello che ho postato ieri che ha suscitato un po' di maretta ,io sono preoccupato in quanto asmatico e con allergia ai pollini ed assumo antistaminico per 9-10 mesi all'anno.
Sto maturando l'idea di attendere e magari partecipare alla vaccinazione con un unica iniezione di altro produttore selezionato.
Penso che prima di avere una copertura ottimale si andrà comunque ben oltre l' estate 2021.
 

Raffo23

Nuovo forumer
Io saro' fortunato, a me funziona sia con il bancomat che con la carta. A oggi ben 46 euro accumulati:clapclap: (a fronte di 460 euro spesi in 16 transazioni inferiori a 150 euro cisacuna) che saranno pagati (il condizionale e' d'obbligo:rolleyes:) credo di aver capito il prox febbraio sul conto che ho indicato. Ricorda che ci vogliono 3/4 giorni prima che tu veda le transazioni. L'ultima che vedo caricata e' del 16 dicembre
Anche a me funziona sia utilizzando la carta che il bancomat Fineco, dopo che ho aggiornato l'app IO.
 

NoWay

It's time to play the game
Non capisco, mio limite.
Tutti quelli che vogliono si fanno il vaccino e si immunizzano (non vengono più infettati).
Gli altri assumono il rischio di infettarsi e di infettare altri che preferiscono, COME LORO, questo rischio piuttosto che iniettarsi un vaccinio fatto in fretta e furia.
Lo stesso rischio che si assume chi fuma e chi è in sovrappeso gente che incide in modo pauroso sul sistema sanitaro nazionale.
Ma tu i primi, non capisco in base a quale principio, li fai schiattare mentre i secondi li curi.

Ipotesi. X non vuole vaccinarsi e potrebbe farlo diciamo ad aprile, Y sì, ma può farlo solo a giugno. X può (involontariamente) infettare Y mentre quest'ultimo sta aspettando di essere immunizzato. A me corretto non sembra, poi forse sbaglio io. Il mio principio fondamentale è da sempre "la tua libertà finisce dove comincia la mia"...
 

NoWay

It's time to play the game
Buongiorno a tutti
Io vedrei bene la possibiità di lasciare libera scelta , ma in caso di contagio ci si paga in parte o tutte le cure necessarie.
Al di là di quello che ho postato ieri che ha suscitato un po' di maretta ,io sono preoccupato in quanto asmatico e con allergia ai pollini ed assumo antistaminico per 9-10 mesi all'anno.
Sto maturando l'idea di attendere e magari partecipare alla vaccinazione con un unica iniezione di altro produttore selezionato.
Penso che prima di avere una copertura ottimale si andrà comunque ben oltre l' estate 2021.

Anch'io sono asmatico e uso broncodilatatore ed antistaminico, però il vaccino lo farei (per quanto detto sopra e anche perchè la ritengo una forma di rispetto per tutti quelli che non ce l'hanno fatta). Comunque, avendo meno di 50 anni, credo che dovrò aspettare diversi mesi...
 
Ultima modifica:

felixthecat

Forumer attivo
Non capisco, mio limite.
Tutti quelli che vogliono si fanno il vaccino e si immunizzano (non vengono più infettati).
Gli altri assumono il rischio di infettarsi e di infettare altri che preferiscono, COME LORO, questo rischio piuttosto che iniettarsi un vaccinio fatto in fretta e furia.
Lo stesso rischio che si assume chi fuma e chi è in sovrappeso gente che incide in modo pauroso sul sistema sanitaro nazionale.
Ma tu i primi, non capisco in base a quale principio, li fai schiattare mentre i secondi li curi.

Però ci sarà un momento di “inter-regno” dove non tutti potranno essere vaccinati e magari chi avrebbe potuto esserlo infetterà chi non è stato ancora vaccinato...
Personalmente a chi rinuncia alla possibilità di vaccinarsi - cosa che può essere sacrosanta per il singolo, come non scaricare Immuni e invece Io per il cashback sì - vieterei l’accesso a cinema, ristoranti, treni, aerei, etc.. etc... fino alla fine del piano vaccinale nazionale.
Quindi non più regioni gialle/arancioni/rosse ma persone con possibilità diverse in base alle proprie scelte.
Poi a piano vaccinale finito e immunità di gregge ottenuta - grazie a chi si prende un po’ di rischio personale in favore della comunità e del suo benessere sanitario, sociale ed economico - di nuovo liberi tutti.
Se no è troppo semplice essere liberi con il... rischio degli altri.
 

valgri

Valter : Born in 1965
Però ci sarà un momento di “inter-regno” dove non tutti potranno essere vaccinati e magari chi avrebbe potuto esserlo infetterà chi non è stato ancora vaccinato...
Personalmente a chi rinuncia alla possibilità di vaccinarsi - cosa che può essere sacrosanta per il singolo, come non scaricare Immuni e invece Io per il cashback sì - vieterei l’accesso a cinema, ristoranti, treni, aerei, etc.. etc... fino alla fine del piano vaccinale nazionale.
Quindi non più regioni gialle/arancioni/rosse ma persone con possibilità diverse in base alle proprie scelte.
Poi a piano vaccinale finito e immunità di gregge ottenuta - grazie a chi si prende un po’ di rischio personale in favore della comunità e del suo benessere sanitario, sociale ed economico - di nuovo liberi tutti.
Se no è troppo semplice essere liberi con il... rischio degli altri.
Non mi dispiace questa soluzione ,e soprattutto se la si tira un po' per le lunghe , secondo me sarà comunque richiesto di esibire la tessera di avvenuta vaccinazione per accedere liberamente nei luoghi considerarti piu' a rischio.
 

GP invest

market always wins
Un premio Nobel della medicina dice che lui non se lo fa fare.
Ma tu ne sai di più e dubbi non ne hai. Beato te.
Con questo torno in modalità di sola lettura come da abitudine.
Saluti
Personalmente non farò il vaccino sino a che almeno alcune informazioni basilari verranno divulgate in modo certo (o almeno poco soggettive):
- quanto tempo richiede ad essere efficace alle % dichiarate dai produttori?
- per quanto tempo il vaccino rende immune il vaccinato?
- il vaccinato può infettare altre persone essendo immune (se alcuni non lo possono fare ed io vaccinato li posso infettare, a poco serve)
- quanti richiami vanno fatti?
- che garanzia ho di ricevere tutte le dosi necessarie, dopo la somministrazione della prima dose (in Italia non sarebbe la prima volta che finiamo con una coperta troppo corta)?
- terminato l'ultimo richiamo per quanto resa attiva la copertura?
- il sistema immunitario di un vaccinato rispetto alle condizioni precedenti come si presenta dopo le somministrazioni?
- che copertura da il vaccino verso i ceppi oggi in circolazione del COVID (come tutti i vaccini antinfluenzali può coprire solo un limitato numero di varianti)?

Sono d'accordo che sia di buon senso procedere a creare immunità di gregge con la partecipazione del 100% della popolazione alla vaccinazione; il consenso deve tuttavia essere acquisito con la fiducia e non coercitivamente. Siccome da ing. per me vige il "build the trust with data" e le fonti devono essere affidabili ed ufficiali (non io che cerco su WA, WEB o chiedendo al salumiere...), come premesso, mi sembra poco serio sulla base di nulla concedere fiducia a chi sino ad oggi non ha dimostrato di meritarne.
 

Fabrib

Forumer storico

A cominciare da Mario Draghi, tutti i commenti sul Recovery Fund concordano: il debito pubblico sarà sostenibile solo se saremo capaci di utilizzare quelle risorse per promuovere la crescita. Questo significa passare dalla logica dei sussidi a sostegno del reddito di famiglie e imprese colpite dal Covid a quello degli investimenti produttivi. E rende necessaria una strategia che identifichi con chiarezza priorità e obiettivi, per indirizzarli dove hanno il maggior impatto sul reddito, tenuto anche conto del costo opportunità (le risorse non sono infinite e, se vengono utilizzate per un progetto, un altro viene necessariamente sacrificato).
Infine, non è sufficiente avere la disponibilità delle risorse finanziarie: per realizzare un massiccio programma di investimenti ci vogliono grandi capacità professionali, tecniche, e organizzative. E questo non è mai stato il punto forte della Pubblica Amministrazione, ma neanche dei Commissari straordinari e strutture parallele a cui il Governo vuole fare ricorso.
Il Pil misura il valore di mercato di quanto viene prodotto. In presenza di capacità inutilizzata come oggi, la spesa pubblica ha un impatto immediato e automatico sulla “crescita” perché genera una maggiore domanda che incrementa la produzione di beni e servizi.
Ma perché il Pil cresca stabilmente bisogna che nel tempo aumenti la produttività, ovvero il valore aggiunto prodotto da ogni addetto. Alla lunga, quindi, la produttività di un Paese dipende dalla capacità delle imprese di crescere dimensionalmente, aumentare il valore dei beni e servizi che producono, nonché di crearne di nuove nei settori trainanti. Proprio per questa ragione la Commissione Europea ha vincolato l’utilizzo dei fondi del Next Generation EU agli investimenti per la transizione all’economia digitale e green.
Puntare però soltanto sull’intervento pubblico per tornare a crescere in modo duraturo è illusorio. Il ruolo e il sostegno finanziario dello Stato è essenziale, ma c’è bisogno del privato.
A cosa servono i privati
Se anche tutte le condizioni per un utilizzo efficace delle risorse del Recovery Fund, come ho indicato all’inizio, fossero soddisfatte, e francamente ne dubito, affinché l’Italia torni a crescere in modo duraturo e recuperi i ritardi accumulati negli anni è indispensabile che le imprese private, quelle esistenti come quelle di nuova costituzione, siano capaci di espandersi sfruttando le cosiddette disruptive technologies (DT), ovvero quelle tecnologie che alterano il modo in cui i consumatori, le imprese stesse e la pubblica amministrazione operano, agiscono e interagiscono tra di loro: l’ecommerce, il Gps, i pagamenti digitali, lo streaming o le videocall sono solo alcuni esempio di tecnologie che hanno cambiato profondamente abitudini e comportamenti nella vita di tutti i giorni.
Ma le DT sono molto più pervasive di quanto il cittadino si renda conto: come le tecnologie per i sistemi sanitari (healthtech), il sistema finanziario (fintech), l’ambiente (greentech), la genetica (biotech), la trasformazione dei processi produttivi (combinando stampanti 3D, 5G e robotica), o l’internet of things, ovvero la messa in rete di oggetti per farli diventare “intelligenti”, dai pc ai sistemi di sicurezza, dai termostati ai contatori dell’elettricità.
Le DT dimostrano che, per lo sviluppo economico, più dell’innovazione tecnologica in sé, conta il suo utilizzo. Un paio di esempi.
Netflix e la produttività
Non serve che lo Stato dia un pc, banda larga e un cellulare 5G a ogni dipendente pubblico per migliorare scuola, sanità ed efficienza dei servizi, se prima non si riformano processi organizzativi e procedure, si fa formazione e si sviluppano applicativi funzionali e user friendly. E la fibra in casa di tutti gli italiani non aumenta la produttività del Paese se poi viene utilizzata per guardare più facilmente in streaming la serie tv su Netflix.
Per finanziare la rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo non si deve fare affidamento soltanto sui soldi pubblici perché c’è abbondanza di capitali privati nel mondo alla ricerca di investimenti in imprese all’avanguardia nell’adozione di DT, che potrebbero diventare i colossi imprenditoriali di domani.
Purtroppo, le cattive notizie sulla nostra capacità di tornare a crescere con vigore nel post Covid non si esauriscono con le polemiche sulle inutili task force del Governo Conte, ma riguardano anche la scarsa capacità di innovare e investire del privato.
Una recente ricerca, ripresa dal Financial Times, sul paese di origine e le modalità di uscita del venture capital delle imprese europee in settori caratterizzati da DT nel corso del 2020, con una valorizzazione superiore al miliardo, mostra come Svezia e UK abbiano fatto la parte del leone con il 40 per cento delle imprese, seguono Germania e Olanda ognuna con il 13 per cento, e poi Finlandia e Danimarca alla pari col 7 per cento; il rimanente 18 per cento è distribuito tra Lussemburgo, Austria, Polonia, Francia, Irlanda, Turchia e Spagna. Ma non c’è traccia di imprese italiane. Ancora più interessante, o preoccupante per noi, l’origine dei capitali che hanno investito in queste imprese.
Pur essendo imprese europee, per il 38 per cento gli investitori sono arrivati tramite la quotazione in Borsa negli Usa, rispetto al 36 per cento raccolto tramite le Borse Europee. E di quelle acquisite tramite trattativa privata, la stragrande maggioranza degli acquirenti sono stati cinesi e americani.
E’ solo una indicazione, ma significativa, della latitanza del settore privato nella rivoluzione tecnologica del Paese. La responsabilità è certamente di una classe imprenditoriale che troppo spesso ha paura di crescere e guarda con diffidenza ai mercati finanziari per non mettere a repentaglio il controllo; e che preferisce piuttosto difendere la propria nicchia in settori tradizionali, e prosperarvi. A cui si aggiungono il nanismo del nostro settore dei servizi; la scarsa propensione del risparmio nazionale, privato e istituzionale, a investire nel capitale di rischio, continuando a prediligere la rendita da cedole, nonostante sia falcidiata dai rendimenti risibili e dai costi di gestione esorbitanti; e il monopolio delle banche nell’intermediazione finanziaria, che hanno nella massimizzazione delle commissioni e la minimizzazione del rischio degli attivi il loro modello business.
Ma il problema sta anche nel dilagante dirigismo che vede nello Stato, nelle aziende a partecipazione pubblica e nell’onnipresente Cassa Depositi e Prestiti l’unica strada per ritrovare la crescita. E che demonizza globalizzazione, mercati finanziari e capitale straniero quando invece, come dimostra la ricerca menzionata sopra, sono i capitali e le Borse straniere i primi finanziatori dell’innovazione tecnologica in Europa.
Falso poi che mercato, innovazione e capitali stranieri siano antitetici al welfare e alla solidarietà: basterebbe guardare ai paesi scandinavi per capire che forse è vero il contrario.
DOMANI/Penati
 

oldmouseit

Forumer storico
No, Simo. Uno per se stesso è libero di decidere come vuole, ci mancherebbe. Qui però ci sono in ballo interessi comuni. Io non so se renderanno il vaccino obbligatorio o meno, ma penso che sia almeno plausibile e sensato introdurre una qualche forma di "moral suasion"...
scusa, una volta che tu sei vaccinato sei immune. Un non vaccinato può infettare solo un altro non infettato
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

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