Zona euro, S&P non vede rapide soluzioni a crescita debole Sud
martedì 8 giugno 2010 12:50
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LONDRA 8 giugno (Reuters) - Un rischio rilevante al merito di credito sovrano dei paesi membri dell'area euro meridionale deriva dalla perdita di competitività a partire dal 2000 sull'andamento futuro del Pil nominale, secondo uno studio diffuso ieri da Standard & Poor's Ratings Services.
Nel documento, dal titolo "Nessuna rapida soluzione per le prospettive di crescita debole nell'eurozona meridionale", l'agenzia di rating spiega che "in oltre un decennio l'aumento dei salari che ha superato i guadagni in produttività e la dipendenza da finanziamenti esterni hanno altamente falsato le prospettive di crescita della zona euro meridionale".
Esistono poi, spiega ancora S&P, rischi addizionali sull'andamento del Pil nominale provocati dalle pressioni al ribasso sui salari a causa della crescente disoccupazione.
Tra il 2000 e il 2007, i costi unitari in termini di lavoro (ULC) sono aumentati del 24% in Spagna, del 22% in Grecia e del 19% in Portogallo, rispetto a una crescita media del 12% nei 15 paesi Ue e a una flessione dello 0,3% in Germania.
Una divergenza nell'andamento dei salari che ha avuto una accelerazione nel 2009, secondo l'agenzia di rating, con effetti distorsivi sui reali tassi di cambio.
"Alla luce di questa divergenza, riteniamo altamente probabile una flessione dei salari nominali futuri nei paesi dell'eurozona meno competitivi".
In Irlanda, ricorda S&P, i salari nominali si sono già contratti, con effetto negativo sulla domanda interna e sulle entrate fiscali. "Simili cali si verificheranno in Grecia e in Spagna, dove sono già stati annunciati tagli alla retribuzione del settore pubblico".
L'agenzia di rating ritiene che un declino più rapido e consistente dei salari e dei livelli dei prezzi consentirebbe di accelerare il riequilibrio e anticipare il ritorno a una crescita più ribusta in questi paesi.