dulcamara
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MILANO (MF-DJ) L'unico modo possibile, individuato dai vertici, è la chiamata alle armi dei soci storici. E così, come appreso da più fonti qualificate vicine all'operazione da MF-Milano Finanza, Fiordi ha chiamato a raccolta i grandi azionisti italiani. In particolare, martedì sera nel centro direzionale milanese di via Feltre, all'incontro al quale ha preso parte anche il direttore generale Mauro Selvetti si sono ritrovati una trentina di azionisti di peso della banca di Sondrio (per la gran parte provenienti dalle province di Milano e Monza e Brianza) e una ventina di dipendenti.
A me sfugge qualcosa....
Nel senso che ormai Creval è una società contendibilissima: sopra il 2 per cento c'è solo Dumont. Gli altri soci sono sotto il prefisso telefonico (milanese). Questi con la attuale composizione societaria (ed ammesso che tutti aderiscano all'adc proquota) di fatto già se la canta e se la suona. Se riesce ad aumentare ed arriva con mani amiche al 10-15 per cento controlla creval senza se e senza ma. A questo punto vedo due possibilità: uno splindido isolamento o una opa da parte di altri. Già. Ma altri chi? Al momento gente in grado di mettere sul piatto qualche centinaio di milioni di euro per creval non la vedo in giro. Le altre banche sono messe peggio. Salvo Intesa o Unicredit le altre mi sembra che navighino in non buone acque. Ubi e banco popolare hanno altre gatte da pelare. Mps è fuori gioco. Bper ha problemi analoghi a Creval. Popso deve trasformarsi in spa e poi finirebbe anche lei nel vortice come creval. Credem ha detto ai quattro venti che vuol crescere per linee interne. Mediobanca non penso voglia entrare massicciamente nel retail (e fare concorrenza al suo socio Ucg). Una assicurazione non credo sia intenzionata ad acquistare una banca. Quindi pretendenti italiani non ne vedo (stesso discorso vale per le fusioni di pari taglia: si fanno solo se la sposa valtellinese porta una bella dote, altrimenti no)
L'altro corno del dilemma sono i volenterosi patrioti lombardi. Anche qui questi dovrebbero mettere mano al portafoglio e fare un patto di sindacato per arrivare ad avere il 15-20 per cento. Che in soldoni vuol dire (150 valore attuale + 700 adc = 850 per il 20 per cento stiamo parlando di 170 - 200 k, diviso 10) circa 20 k a testa, con operazioni baciate impossibili da realizzare (ormai sono nell'occhio del ciclone).
Insomma a questo punto - e questa è la mia personalissima analisi - cercheranno i vertici Creval di fare appello al patriottismo (italianità) ed "alle radici" (aumento di capitale in valtellina), ossia al solito parco buoi (non me ne abbiano i buoni valtellinesi, gente seria ed operosa). Il tutto però senza fare un minimo di autocritica sugli errori commessi nel recente passato.
In definitiva se queste sono le premesse vedo un bella partita il cui esito è apertissimo: da conversione dei sub e dei senior a opa e contropa.
Ed a seconda di questi scenari (o di altri scenari) ciascuno può fare le sue riflessioni (ed i suoi gains o losses)