HOUSTON!!! HO 3000 PROBLEMI!

Ahahahahah ci vuole poco a capirlo.


A cosa serve questo green pass?

Di sicuro non a impedire la diffusione dei contagi, visti i dati quotidiani sul Covid in Italia.

Un po’ tutti se ne sono accorti, finanche uno storico rigorista come Andrea Crisanti.

Il fallimento del green pass è testimoniato dalla crescita dei contagi”,
dice il virologo interpellato da LaPresse sulla possibilità di introdurre il tampone obbligatorio per tutti,
anche per i vaccinati, per accedere ai grandi eventi.


Ipotesi evocata da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico,
blindato fino al 31 marzo grazie allo stato di emergenza de facto prorogato dal governo.


Anche secondo Crisanti “sarebbe un cambiamento ragionevole” introdurre l’obbligatorietà del tampone
per accedere ai grandi eventi, in aggiunta al green pass.

“Basta che non mettano fra le possibilità il test antigenico”,
afferma il virologo, indicando nei test molecolari
gli unici davvero affidabile per individuare la presenza del virus nelle persone.


Insomma, da una parte Crisanti ribadisce che a suo avviso il green pass è un fallimento
perché non serve a contenere la diffusione del Covid, dall’altra però non vorrebbe toglierlo, anzi.

“Credo che il governo debba mettere mano a questo strumento,
diventato il più delle volte un lasciapassare sociale.
Troppi lo possono ancora ottenere con i tamponi rapidi,
che tuttavia hanno una scarsa sensibilità
e permettono a molte persone infette di circolare liberamente,
‘rassicurate’ dall’esito di un test inattendibile”.



Dunque, non sarebbe meglio eliminare questo lasciapassare?

Niente affatto, per Crisanti dovrebbe semmai
essere rilasciato solo a vaccinati, guariti e persone che si sono sottoposte a tampone molecolare,
mentre per quelli antigenici la validità del Green Pass non dovrebbe superare le 24 ore”.


Anche gli esperti navigano a vista.
 
Io dico. Qualcuno ha dato l'input per la stampa.

Qualcuno avrà imbustato le comunicazioni.

E' così difficile trovare il responsabile ? ............Ebbene sì. E' così.


Lo screening della mammella è fondamentale, lo si sa, per la prevenzione dei tumori al seno.

Lascia un po’ sbigottiti notare che in questo caso le mammografie
erano state raccomandate anche ad alcuni uomini,
che avevano ricevuto lettere nel merito dagli ospedali.



La nota Asl spiega l’errore così:

“È stato un disguido legato all’associazione degli elenchi delle persone da convocare per gli screening,
nei giorni scorsi sono state spedite lettere non corrette per eseguire la mammografia sia a uomini che donne
dell’ambito territoriale di Lucca (in particolare residenti nella zona Valle del Serchio e pochissimi nella Piana di Lucca)
contenenti solo una data di invito ma prive di orario e di sede di esecuzione dell’esame.
Nella procedura informatizzata che viene adottata da alcuni anni per spedire queste lettere
si è infatti verificato un disallineamento degli elenchi e sono stati associati alla comunicazione sullo screening mammografico
anche i nomi di alcuni uomini da invitare invece per quello colon-rettale”.


Mammografie per uomini, ovviamente, partite per errore.


La responsabile del servizio Lidia Di Stefano approfondisce ancora:

Gli inviti sono partiti nei giorni scorsi e i nostri operatori del Centro Screening il 14 dicembre si sono accorti del disguido.
Purtroppo nel momento in cui è emerso il problema non era più possibile bloccare il lotto
perché già nella disponibilità di Poste Italiane per la consegna.
Abbiamo già provveduto a spedire alle donne le comunicazioni corrette, con sede e orario della mammografia.
Ci siamo inoltre adoperati per individuare i nominativi degli uomini a cui è arrivata per sbaglio la lettera
e alcuni di loro li stiamo contattando telefonicamente per spiegare il disguido, del quale ci scusiamo.
In ogni caso chiediamo a tutti coloro che hanno erroneamente ricevuto la lettera di cestinarla
precisando che riceveranno la convocazione con tutte le indicazioni per l’esecuzione dello screening del colon retto
nei tempi previsti per ogni caso specifico.
A seguito di quanto accaduto apporteremo alcuni correttivi sul sistema di spedizione perché non si ripeta un episodio analogo.
Ricordiamo, comunque, che in questi primi 8 mesi del 2021 sono già state inviate 362.384 lettere di invito agli screening in tutta l’Azienda,
cui si aggiungono altrettante lettere di risposte e lettere di sollecito e questo è il primo importante disguido di questo tipo che abbiamo rilevato”.
 
Ops......


Il governo italiano insiste sulla strada della vaccinazione come unica arma di contrasto al Covid,
con il Super Green pass arrivato a rendere di fatto impossibile la vita a chi ancora rifiuta la somministrazione.

Mente i dati dei contagi, nonostante tutto, sono in aumento,
al punto da spingere l’esecutivo a ragionare sull’ennesimo, possibile atto di forza:

rendere obbligatoria l’inoculazione per tutti a partire da gennaio.
Ignorando i tanti campanelli d’allarme che continuano ad arrivare in queste settimane.


I casi di ambienti in cui la totalità o quasi delle persone sono risultate positive al Covid
nonostante la vaccinazione sono infatti, ormai, all’ordine del giorno.

Ultimo in ordine cronologico, il focolaio di Covid che si è diffuso alla Cornell University,
istituto nello stato di New York nel quale in queste ore sono stati registrati addirittura oltre 900 casi di positività.

Il tutto a fronte di un tasso altissimo di somministrazioni tra gli studenti.


Stando a quanto riportato dalle testate americane,
addirittura il 97% degli iscritti all’università aveva infatti completato il ciclo vaccinale.

Non è bastato questo, però, a impedire l’esplosione del contagio e la sua rapida diffusione.

In una nota ufficiale, il vicepresidente per le relazioni universitarie Joel Malina ha spiegato
che il focolaio è stato causato “dalla variante Omicron, che ha colpito anche gli studenti vaccinati, alcuni dei quali avevano anche già ricevuto il richiamo”.


La scuola ha deciso così di sospendere ogni attività didattica in presenza fino a nuovo ordine,
chiudendo il campus che conta complessivamente circa 25.600 iscritti.

La conferma del fatto che i vaccini non siano sinonimo di protezione assoluta dal Covid.

E di quanto ingiusto sia, di conseguenza, vincolare la libertà dei cittadini alla somministrazione,
resa ormai di fatto obbligatoria attraverso un vero e proprio ricatto di Stato che porta il nome di Green pass.
 
Habemus papa ......


“Draghi convince la Ue” (Il Messaggero).
“Passa la linea dell’Italia” (Repubblica).
“La Ue: sì al green pass all’italiana” (La Stampa).

I giornali oggi erano tutto un profluvio di elogi per la sagacia e l’autorevolezza del premier Mario Draghi,
che avrebbe persuaso Bruxelles ad abbracciare la linea dura italiana,
inclusa l’introduzione (decisa dopo che una strada simile era stata intrapresa dal Portogallo)
dei tamponi per i viaggiatori che arrivano dai Paesi Ue.


Una misura che, in effetti, sancisce definitivamente la morte del green pass europeo,
che doveva servire proprio per facilitare gli spostamenti tra gli Stati membri.


Ora, l’Europa ha sì ribadito che ogni singola nazione può decidere, a livello interno,
di impiegare il lasciapassare Covid come crede,
anche se ciò viola la prescrizione del famoso Regolamento comunitario,
che vieta le discriminazioni di chi sceglie di non vaccinarsi.


Tuttavia, il Consiglio Ue di ieri non ha affatto sposato la linea di Draghi. Anzi.


A notarlo è stata la giurista Vitalba Azzollini, che su Twitter ha riportato i documenti ufficiali venuti fuori dal vertice dei capi di governo.


Ebbene, a parte ricordare che “bisogna decidere tutti assieme”
ed ammettere che la Commissione dovrà “rafforzare il green pass per adattarlo alla campagna vaccinale del richiamo”
(tra un po’ i vaccinati con sole due dosi saranno come dei no vax…),
quelle carte specificano anche che :

“i viaggiatori completamente vaccinati e quelli che siano guariti dal Covid entro 6 mesi prima del loro spostamento,
non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni”.


E ancora, se non fosse già abbastanza chiaro:

“I viaggiatori con un certificato valido, in via di principio, non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni”.



Non sembra esattamente la linea Draghi, a differenza di quello che blatera la stampa di regime italiana,
che ormai somiglia a un notiziario dell’Istituto Luce, se non fosse che la qualità è infinitamente più scadente.


La pietra tombale sul trionfo di Draghi, però, l’ha messa il nostro amicone Emmanuel Macron.


Alla faccia del Trattato del Quirinale e del gemellaggio politico Roma-Parigi, l’inquilino dell’Eliseo, infatti, oggi ha ribadito:

“Non prevediamo di introdurre dei test Covid pcr all’interno della Ue,

perché noi siamo attaccati al buon funzionamento dello spazio comune,

dunque non contiamo di mettere dei test pcr nei confronti dei Paesi europei, ma verso dei Paesi terzi”.




Altro che Draghi che batte i pugni, fa la voce grossa e converte l’Europa.
 
Navigator, breve storia triste del fallimento grillino.

Il ministro del lavoro Andrea Orlando ha garantito agli inutili navigatori altri quattro mesi di stipendio.


Uno scandalo.

Raccontano che le urla di Massimiliano Fedriga in viva voce abbiano rimbombato
nella sala dove si teneva la riunione tra governo e Conferenza delle regioni.

La decisione di prolungare ancora di altri quattro mesi i contratti di oltre 2.300 navigator è un insulto.

Il carrozzone va avanti da sé, suonava il ritornello di una canzone di Renato Zero.

Ecco, il carrozzone del reddito di cittadinanza, che va avanti con bollettini di furbetti in aumento
quanto i contagi del covid, costerà ancora di più: con il regalino di Natale ai navigator,
dimostratisi inutili alla causa di trovare lavoro ai furbetti.

La vergogna è che erano già “scaduti” ad aprile,

“al termine dei due anni offerti loro all’esito di un selezione faraonica organizzata nella primavera del 2019.
Giusto in tempo per le elezioni europee. Ma ad aprile Orlando volle temporeggiare:
ed ecco la prima proroga di otto mesi, fino a fine anno”.

E’ il Foglio a ricostruire la vicenda.


Ma ecco che a quasi fine 2021 il ministro Orlando, non sapendo smaltire la grana navigator, ha deciso per un compromesso.

Le cose sono andate così.

“Le regioni faranno i concorsi per i centri per l’impiego, ed ai navigator verrà riconosciuta una corsia preferenzialee“,
motivò il ministro del Lavoro Orlando la prima proroga, quella da aprile a fine dicembre.

Invece niente.

I bandi però non sono mai stati fatti.

“Anche perché nel frattempo – spiga Valerio Valentini sul quotidiano di Cerasa- la rifondazione dell’anpal,
l’agenzia nazionale per le politiche attive, è rimasta a metà.

Silurato a maggio il presidente Mimmo Parisi,
l’anpal attende ancora di essere integrata in una direzione generale del ministero;

e nell’attesa resta affidata al commissario straordinario Raffaele Tangorra.

Che s’ è ritrovato, insieme al capo del legislativo di Orlando, Alessandro Goracci,
a dover partecipare alla negoziazione in commissione Bilancio.

Il ministero voleva che ad accollarsi i navigator, per almeno tre mesi, fossero le regioni, solo in via facoltativa”.


Ed ecco scendere in campo Fedriga
, che si è sfogato in diretta Roma.

E’ arrivato quasi alle minacce:

Ho pronto un comunicato in cui denuncio lo scandalo:
è assurdo che venga scaricata sulle regioni l’assunzione dei navigator“.

Il presidente del Friuli Venezia Giulia, nonché capo della conferenza delle regioni,
era fuori di sé con i capigruppo della commissione Bilancio riuniti in conclave alla Camera.

Di fonte allo sconcerto “i tecnici di Andrea Orlando presenti al vertice non sapevano come venirne a capo.
Alla fine è toccato al ministro grillino Federico D’incà proporre un compromesso che di onorevole aveva ben poco.

Ecco la breve storia ridicola in cui è maturata la decisione di prolungare ancora di altri quattro mesi

senza alcuna reale prospettiva, i contratti di oltre 2.300 navigator.



“Ma è uno scaricabarile”, era sbottato Fedriga di fronte al tavolo del “mercanteggiamento”.


Morale della favola:

il ministero del lavoro darà lo stipendio agli oltre 2.300 navigator, in attesa dei nuovi concorsi delle regioni.

La cosa non è indolore.

“Perché i navigator, per questi quattro mesi, verranno pagati tramite un fondo già stanziato
per fare in modo che la regioni organizzino i concorsi per i centri per l’impiego”:

lo ha spiegato Gianni Dal Moro, relatore del provvedimento per il Pd.

Ma a nessuno importa che quel “tesoretto” era previsto proprio per organizzare dei concorsi.

Se ora viene speso per finaziare una disconomia - i navigator- bisognerà aggiungere denaro per fare i concorsi.

O non farne affatto.

Si arriva così al’esito ridicolo di persone assunte per trovare lavoro agli altri

che diventano quelli a cui è la politica a dover loro trovare lavoro.



“l’anpal, l’agenzia delle politiche attive, trasformata in un ammortizzatore sociale”, chiosa il Foglio.


E poi c’è chi parla di crescita e lavoro.

Siamo ancora alla modalità “carrozzone”.


Che piace tanto ai grillini:

Alessandra Carbonaro, vicecapogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati ha promesso:

“Continueremo a tutelare i navigator”.



Insulto a chi il lavoro l’ha perso per davvero.
 
“Ci sono periodi nella tua vita in cui sarai messo in discussione,

criticato per i tuoi comportamenti, personalità o idee.

Bisogna sempre essere se stessi

e non sentirsi obbligati a spiegare perché hai quelle qualità o comportamenti che ti sei costruito nel tempo”.
 
Ma no, dai.
E' tutta una montatura di no-vax.....:tristezza:


Proprio nei giorni in cui è stato annunciato l’imminente arrivo delle cosiddette “pillole anti-Covid” prodotte da Pfizer,
il colosso del settore farmaceutico che più di tutti si è arricchito con l’esplosione dell’emergenza Covid,
ecco scoppiare l’ennesimo scandalo che vede coinvolta proprio l’azienda americana,
accusata ancora una volta di poca trasparenza nel rendere noti al mondo i dati relativi alle sperimentazioni effettuate.



Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del Farmaco (Ema)
e consulente del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo,
ha annunciato ai microfoni di Sky Tg24:

“Probabilmente le pillole per curare il Covid saranno disponibili in Italia da gennaio.

L’Ema ha dato il via libera, il farmaco della Pfizer sembra molto utile rispetto al molnupiravir.

Arriverà a giorni il via libera e la disponibilità ai primi di gennaio, probabilmente”.


Tutto pronto, insomma, per un nuovo, ricco business.

Nel quale si è prontamente tuffata una multinazionale che, però, in questi giorni è finita nuovamente nel mirino.



A chiamare in causa Pfizer è Trial Site News,
“digital media che si occupa al 100% della trasparenza dei trial clinici e della ricerca clinica in tutto il mondo”
e che ha pubblicato un’inchiesta firmata da Sonia Elijah che svela l’esistenza di
“documenti Pfizer altamente riservati, sinonimo dell’estrema mancanza di trasparenza
avallata dal comportamento delle agenzie governative negli ultimi 20 mesi”.

Dossier sui quali il mondo della scienza si interroga da tempo,
quelli relativi alle sperimentazioni dei vaccini dell’azienda americana.

E per i quali, a fine agosto, è stata presentata una richiesta di accesso ufficiale.



Oltre 30 scienziati e accademici hanno infatti intoltrato all’FDA (l’agenzia del farmaco americana)
una domanda per visionare i documenti che hanno portato al via libera per il vaccino Pfizer,
finito poi sui mercati di tutto il mondo con lautissimi guadagni per l’azienda che lo produce.

Con fatica, il gruppo di esperti sta riuscendo a rendere note le pagine ufficiali di quei dossier,
per quanto vengano rese note con estrema lentezza, per poi renderle pubbliche.

A far discutere è soprattutto il report di 38 pagine intitolato

“Analisi cumulativa dei rapporti di eventi avversi post-autorizzazione di PF-07302048 (BNT162B2) ricevuti fino al 28 febbraio 2021”,
basato su dati provenienti da vari Paesi del mondo (Italia compresa).



Tra i dati emersi dopo aver esaminato i documenti, secondo Trial Site News,

a preoccupare sarebbero le informazioni parziali fornite al mondo

e 1.228 decessi registrati entro tre mesi dall’assunzione del vaccino, mai resi noti.



Il tutto a conferma della poca trasparenza, durante un trial in cui non è nemmeno stato comunicato il genere dei partecipanti.

Per tutte le tipologie di eventi avversi riscontrati, inoltre, sarebbe emerso
come le donne siano mediamente 3 volte più colpite rispetto agli uomini,
in particolare per quanto riguarda le reazioni allergiche.


Allo stesso modo, Trial Site News evidenzia come dall’analisi originale presentata alla FDA per ottenere il via libera,

sarebbero stati esclusi i dati sui rischi durante la gravidanza e allattamento.


Numeri che “sottolineano 413 casi avversi di cui 84 classificati come gravi”
e che sembrano in netto contrasto con l’analisi ottimista di Pfizer,
che aveva affermato di non aver riscontrato pericoli per neo-mamme e future mamme.
 
Nuovi dati dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA)

mostrano che la quantità di elettricità generata in tutto il mondo dal carbone

è sulla buona strada per raggiungere un livello record nel 2021.



Il rapporto Coal 2021 dell’IEA afferma che la produzione globale di energia dal carbone
è aumentata del 9% nel 2021 fino a raggiungere il massimo storico di 10.350 terawattora.

Il rimbalzo arriva tra un’ondata di politiche verdi e scelte politiche stupide,
come lo smantellamento di centrali elettriche a gas e petrolio
e progetti di sfruttamento dei combustibili fossili,
che ironicamente si traducono in una crisi energetica in tutto il mondo.



Questo è il risultato delle politiche “Green” volute dai dilettanti allo sbaraglio della Commissione,
sulla spinta della grande scienziata Thunberg, che, probabilmente, piangerà per questo risultato,
e magari pesterà i piedini. Potere della scienza.

Gli esperti affermano che “Il rimbalzo è guidato dalla rapida ripresa economica di quest’anno,
che ha fatto aumentare la domanda di elettricità molto più velocemente
di quanto le forniture a basse emissioni di carbonio possano tenere il passo”, ha affermato l’IEA.

Inoltre, il drammatico aumento dei prezzi del gas naturale
ha costretto le centrali elettriche a rifornirsi di carbone come alternativa più economica.


La domanda complessiva di carbone, comprese le industrie ad alta intensità energetica
come il cemento e l’acciaio, dovrebbe aumentare del 6% quest’anno.

Anche se non dovrebbe superare i livelli record di consumo del 2013/2014, ha affermato l’IEA.

Ha aggiunto che la domanda di carbone potrebbe raggiungere un nuovo record nel 2022.


Il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, ha affermato che l’aumento è
“un segnale preoccupante di quanto il mondo sia lontano dai suoi sforzi per ridurre le emissioni verso lo zero netto”.

L’AIE ha affermato che la Cina è responsabile della metà della produzione

di energia elettrica a carbone in tutto il mondo e aumenterà del 9% di anno in anno.


“Gli impegni per raggiungere le emissioni nette zero fatti da molti paesi, tra cui Cina e India,
dovrebbero avere implicazioni molto forti per il carbone, ma questi non sono ancora visibili nelle nostre previsioni a breve termine,
riflettendo il grande divario tra ambizioni e azione”, ha affermato.


Keisuke Sadamori, Direttore dei mercati energetici e della sicurezza presso l’AIE.

Tra l’altro producendo energia da una fonte relativamente poco costosa,
soprattutto rispetto a gas e rinnovabili, India e Cina
acquistano un forte vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti UE in testa,
che non possono che cedere quote di mercato.
Aumentando quindi così le produzioni in quei paesi che non utilizzano energie verdi.


Geniale, non è vero?



Non è possibile neanche immaginare la transizione verde

senza un investimento dell’ordine dei 120 mila miliardi di euro,

che nessuno ha intenzione, neanche lontanamente, di spendere.


Chi vogliamo prendere in giro?
 
Faccio uno + uno + uno + uno .....e il risultato torna.
Sotto c'è un disegno comune.
Perchè è oramai impossibile pensare che siano - "loro" - tutti dei "fessi".


Il governo, dimissionario, dei Paesi Bassi ha annunciato ieri l’imposizione di un lockdown durissimo nel paese,
con misure che ricordano quelle dello scorso anno.

Un modo diremmo, per far fuori il Natale.

  • evitare la folla e tenere il distanziamento.

  • Tenere la distanza di 1,5 metri di distanza ovunque.

  • Non ricevere più di 2 persone dai 13 anni al giorno a casa e non più di una volta al giorno.

  • Alla vigilia di Natale, il giorno di Natale e Santo Stefano e all’inizio dell’anno,
  • lo standard per le visite a domicilio aumenterà fino a un massimo di 4 persone a partire dai 13 anni di età al giorno. Come sono umani, loro.

  • All’esterno c’è una dimensione massima del gruppo di 2 persone dai 13 anni. Le persone conviventi sono escluse.

  • L’istruzione e l’assistenza extrascolastica sono fisicamente chiuse almeno fino al 9 gennaio. Ci sono alcune eccezioni. Il 3 gennaio deciderà il da farsi successivamente.

  • Tutta la ristorazione è chiusa. Possibilità di ordinazione e ritiro.

  • Tutti i negozi non essenziali sono chiusi. È possibile ordinare, ritirare e restituire.

  • I negozi essenziali, come supermercati e farmacie, sono aperti fino alle 20:00. Qui si applica un obbligo di maschera e un massimo di 1 visitatore ogni 5 mq.

  • Sono aperti i servizi come distributori di benzina, farmacie, biblioteche, autoscuole, notaio o avvocato.

  • Sono chiuse tutte le professioni di contatto non mediche, come parrucchieri ed estetisti.

  • Chiusi cinema, musei, teatri e sale da concerto.

  • Tutti i luoghi di sport indoor sono chiusi (ad eccezione dei corsi di nuoto).

  • Gli impianti sportivi all’aperto rimangono aperti per tutte le età dalle 5:00 alle 17:00.
  • Per gli adulti dai 18 anni in su è consentito praticare sport all’aperto con un massimo di 2 persone a 1,5 metri di distanza.

  • Ogni evento è vietato, tranne i funerali, con al massimo 100 invitati.

  • Chiusi i mercatini di natale
La cosa esilarante è che questo lockdown è imposto quando già i contagi sono in forte calo, per l’esaurirsi dell’ondata.

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Quindi siamo piuttosto ottimisti che le misure in questione avranno effetto, visto che si innestano su un trend in calo.


Se le avessero applicate al temine dell’epidemia, questa sarebbe stata risolta da queste misure postume.



La cosa scandalosa non è tanto nel loro comportamento,

ma nel fatto che c’è ancora qualcuno che ci crede.


Ci avviamo a essere un continente di fessi.
 
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Il 18-19 dicembre 1941, sei uomini del gruppo d’assalto portati dal sommergibile Sciré
e guidati da Luigi Durand De La Penne entrarono, a bordo di tre “Siluri lenta corsa”, detti “Maiali”,
nel porto di Alessandria e minarono le corazzate britanniche “Queen Elizabeth” e “Valiant”,
oltre che la grossa petroliera Sangona.


I sei incursori furono catturati fra il 18 e il 19 dicembre.

Rivelarono che le navi erano minate, permettendone l’evacuazione e limitando al minimo le perdite in vite umane.

Non fu così per le navi:
le corazzate affondarono, adagiandosi sul fondo, e la Sangona, esplodendo, danneggiò gravemente il cacciatorpediniere Jarvis.


Dopo l’otto settembre furono liberati e combatterono al fianco degli alleati.

Nel 1945 ricevettero la medaglia d’Oro al valor militare, appuntata, come segno di rispetto,
dall’ammiraglio britannico Sir Charles Morgan che nel 1941 comandava la Valiant.
 

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