IL MIO MIGLIORE AMICO E' COLUI CHE TIRA FUORI IL MEGLIO DI ME

Questa notizia me l'ero persa. Quante settimane enigmistiche ho letto.

La sua ironia l’aveva sempre raccontata in punta di matita.
Nelle vignette satiriche raccontava la storia d’Italia e dei suoi costumi.

A 92 anni, è morto Mario Bortolato, in arte «Bort», leggendario vignettista della «Settimana Enigmistica»
che ha fatto ridere generazioni con la rubrica «Le ultime parole famose»
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Leggendo la motivazione....non so cosa dire. A me del tizio frega una mazza, male messo è,
ma adesso stai a vedere che lo stato dovrà pure pagargli qualcosa .......
Vediamo un po'. Adesso vado, prendo 6 magliette da 200 euro e vediamo se anche a me dicono "presunto furto"
quando me le trovano nella borsa. Con la testimonnaza di un addetto che mi ha seguito.
Però - forse - è meglio se gli addetti alla sicurezza viaggino in coppia....come i Carabinieri.

L'arresto del cantante Marco Carta, insieme a una donna, per il presunto furto di sei magliette del valore di 1200 euro alla Rinascente di Milano, "non può ritenersi legittimo".

Lo scrive il giudice per le direttissime Stefano Caramellino nel provvedimento dell'1 giugno con cui non ha convalidato i domiciliari.
"Carta - spiega il magistrato - non deteneva all'uscita dell'esercizio commerciale la borsa contenente i vestiti sottratti".

Era stato invece convalidato l'arresto per l'amica che l'accompagnava nella cui borsa era stato trovato il cacciavite usato per togliere l'antitaccheggio e le magliette.

"L'unico teste oculare - si legge nel provvedimento con riferimento alla testimonianza dell'addetto alla sicurezza del grande magazzino -
ha descritto un comportamento anteriore ai fatti che ha giudicato sospetto, ma gli elementi di sospetto sono del tutto eterei, inconsistenti:
è normale che due acquirenti si guardino spesso attorno all'interno di un esercizio commerciale di grande distribuzione;
l'ipotesi che essi stessero controllando se erano seguiti da personale dipendente è formulata in modo del tutto ipotetico e vago
("Come se controllassero", dice l'addetto sentito a sommarie informazioni il 31 maggio)".

Inoltre, "il fatto che i due coimputati si siano recati in un piano diverso per provare le maglie è compatibile con il proposito di trovare un camerino di prova libero,
posto che entrambi hanno affermato che grande era l'affollamento e che lo stesso scontrino in atti conferma che era giorno di offerte speciali, cosidddetto 'black friday'.

Il passaggio della borsa è stato confermato dall'imputato, che quindi sulla dinamica ha confermato integralmente le risultanze delle sommarie rese dall'addetto alla sicurezza".

Nel provvedimento del giudice Caramellino, si legge anche che "gli operanti che hanno provveduto all'arresto (la Polizia Locale, ndr)
non hanno visto alcunchè dell'azione asseritamente furtiva e che, con riferimento alla posizione di Carta,
la versione degli imputati non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario".

Il processo a carico di Carta e dell'amica Fabiana Muscas, infermiera di 53 anni, comincerà il 20 settembre
Per il magistrato, è rilevante anche il fatto che nemmeno l'addetto alla vigilanza ha affermato

"di avere visto l'inserimento degli abiti nella borsa dopo che era stata appoggiata nel camerino,
nè ha affermato di avere sentito alcun rumore compatibile con la rottura delle placche antitaccheggio,
peraltro avvenuta con uno strumento solo parzialmente idoneo, vale a dire un cacciavite e non un tronchese".
 
Come dargli torto. Un collega.

Un duro attacco lanciato contro Marco Carta e Barbara D’Urso.

Il motivo? Il fatto che Carta abbia deciso di raccontare i dettagli dell’arresto e dell’accusa di furto in diretta a Live – Non è la D’Urso.
“Cultura e giornalismo! Anche se ti fosse successo qualcosa, ma vai in tv per raccontare ste cose alla D’Urso? Come fosse la corte suprema! Booooooooo!”

“Ma risolviti i ca..i tuoi coi tuoi avvocati, managers e discografici! Sarà che siamo diversi ma io ‘ste trovate le schifo.
Schifo sia cip sia ciop!
Sparite!!! Pagliacci!!!!!!!!!!"
 
E Bastaaaaa. Non se ne può più. Vincono una partita e salta fuori questo.
Non so come la pensate Voi, ma io sono stufo.
Che il mondo ruoti attorno a 4 lesbiche e 3 frocetti sono arcistufo.
Questi sono le negazione della famiglia. E ci porteranno allo sfacelo.
Con uomini che vendono lo sperma e donne che vendono il proprio corpo.
Questo è solo sfruttamento di chi ha bisogno. Per i propri interessi narcisistici.

“Ci sono – confessa Cecchi Paone – molte più donne lesbiche nel calcio femminile che gay in quello maschile.
Da anni aspettiamo il coming out di un calciatore, ma dopo il Mondiale ci sarà il coming out di intere squadre femminili.
In una squadra almeno la metà sono lesbiche e ovviamente non lo dico in senso negativo. Le ho sempre protette.
Sono lesbiche perché c’è una componente maschile in alcune donne lesbiche che trova sbocco in ambiti che una volta erano solo maschili.
E questo discorso vale anche per la Nazionale. Alcune le conosco”.
 
Dopo che Nepal, Thailandia, Cambogia, Laos, Messico e Vietnam hanno chiuso le porte alle agenzie per la maternità surrogata
ora la nuova Mecca per le coppie che intendono ricorrere all’utero in affitto è l’Africa.

Il Kenya è fra le nuove destinazioni low cost per chi vuole affittare una madre surrogata a prezzi ragionevoli.
A raccontarlo è Joseph Tito, produttore cinematografico e televisivo canadese, dichiaratamente omosessuale e single,
che ha scelto di ricorrere alla maternità surrogata per avere un figlio.
Il suo viaggio verso la paternità gay è raccontato dagli scatti su Instagram e sulle pagine del suo blog, “The dad diaries”.

“La surrogacy negli Stati Uniti costa circa 120mila dollari – racconta – non avevo quei soldi
così ho cercato altri posti dove un uomo single potesse intraprendere questo percorso”.
“Così ho trovato una clinica in India che ha aperto una filiale in Kenya ed è lì che ho deciso di iniziare la mia avventura”, scrive Joseph.

Sì, perché nel Paese africano i costi crollano drasticamente.
Tito spenderà 45mila euro per “comprare” un “ovulo caucasico” e affittare la madre dei "suoi" due gemelli.

Ma per accedere al servizio ne bastano anche 30mila.
Per qualche migliaia di euro in più, come racconta l’inchiesta di Francesco Borgonovo su La Verità,
la clinica indiana Kiran, che ha aperto una sede anche a Mombasa offre un pacchetto completo che
comprende “trasferimenti multipli di embrioni, farmaci, esami del sangue, surrogata, cure prenatali e consegna”.

Ma Joseph Tito non è il solo ad aver fiutato l’affare.
Secondo il quotidiano The Australian, in Australia su 193 bambini venuti al mondo attraverso la pratica dell’utero in affitto, almeno 5 erano nati in Kenya.
Dopo l’Est Europa, Kenya, Nigeria e Ghana sono diventate le destinazioni più ambite dalle coppie gay ed etero che cercano un figlio attraverso la surrogacy.

Alla base del boom della domanda ci sono ovviamente le tariffe competitive, rese possibili dalla miseria
e dal vuoto legislativo nel quale operano le cliniche che offrono questo servizio.

Un’inchiesta della stampa locale ha documentato come le ragazze vengano pagate al massimo 6,5mila dollari
per portare avanti una gestazione, mentre le colleghe americane, per avere un'idea, ne guadagnano 100mila.


Non è strano, quindi, che molti colossi del settore abbiano scelto di aprire filiali in questi Paesi, per sfruttare le “possibilità” offerte dal mercato locale.
 
Di tutte le idiozie dei 5stelle questa è megagalattica. E conoscono neppure i costi contenuti nella bolletta.

Cinquanta litri di acqua gratis al giorno per tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito.
Questo è, in sintesi, il contenuto del ddl acqua di cittadinanza firmato dal Movimento 5 Stelle.

Un disegno di legge che, dopo l'esame in commissione ambiente, è pronto ad approdare alla Camera.


Acqua gratis per tutti dunque, ma con costi in più per due miliardi l'anno che sosterranno i cittadini.

Il testo del disegno di legge dovrebbe essere calendarizzato alla Camera a partire dal prossimo 24 giugno.
Ma il ministero dell'Economia esamina il progetto che prevede la ripubblicizzazione per legge della gestione del ciclo integrale delle acque
e valuta i risultati di un dossier di Ref Ricerche che sostiene come per finanziare l'acqua di cittadinanza,
con cinquanta litri gratis al giorno per tutti, si spenderebbero due miliardi di euro
.


Perché si legge nel dossier riportato dal Sole24Ore «la trasformazione forzosa delle attuali società di diritto privato
caricherebbe sul debito pubblico almeno 4,4 miliardi di euro in più, rappresentati dal debito oggi nei bilanci delle sole monoutility.
E il conto reale dovrebbe salire perché va considerata anche la quota "idrica" delle multiservizi.
C'è poi l'assegno da staccare per l'indennizzo ai soci privati cacciati dal capitale delle aziende.
Qui la battaglia dei numeri è accesa: il Forum italiano dei movimenti per l'acqua (Fima) lo misura in 1,1-1,5 miliardi,
calcolandolo in base al patrimonio netto contabile delle aziende».

E ancora, il "minimo vitale garantito" da 50 litri a persona, spiega l'articolo 3, comma 4 del disegno di legge, sarebbe "coperto dalla fiscalità generale":
a tal proposito il Ref presenta un conto dettagliato, dopo aver esaminato il quadro tariffario di 5.566 Comuni.

I conti si bloccano a 1.902.555.761 euro all'anno.

Il Forum dei movimenti indica un costo poco sopra i 557 milioni.
È tuttavia una quota variabile di acquedotto, mentre sulla tariffa idrica pesano anche le quote,
fisse e variabili, per pagare fognatura e depurazione, che fanno appunto lievitare il conto.
 
Chi li controlla i fondi pensione ?

Alla fine del 2015, le attività detenute dai fondi pensione ammontano a circa 107 miliardi di euro.
 
La Relazione per l’anno 2018 che viene presentata stamattina, 12 giugno 2019 presso la Camera dei Deputati,
è l’occasione per fare il punto sulle criticità e sui punti di forza del sistema previdenziale di secondo pilastro.

Un numero, tra tutti, è il caso di analizzare, ossia il numero di iscritti ai fondi pensione che hanno sospeso il contributo allo strumento cui sono iscritti:
circa due milioni, su poco più di otto, hanno preso questa decisione nel 2018 pur di disporre di qualche soldo in più nell’immediato.

Una rinuncia allarmante, quella di risparmiare per la vecchiaia a vantaggio dell’oggi, e che non è nuova.
 

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