Obbligazioni MPS

(omissis) Dopo i giudizi su reddito di cittadinanza e riforma della giustizia, sono le parole su Mps e la trattativa con UniCredit che interessano la platea di sindaci senesi, di cittadini e del presidente della Toscana Eugenio Giani arrivato a Montepulciano proprio per ascoltare il segretario Pd e candidato alla Camera. "A chi chiede proroghe e rinviii delle decisioni rispondo che le abbiamo rinviate per troppo tempo. Ed è meglio prenderle con una campagna elettorale aperta, vogliamo essere trasparenti e dire le cose in faccia agli elettori. La trattativa con UniCredit è la soluzione proposta dal Governo. Il ministro Franco ha preso impegni precisi in Parlamento. Noi vigileremo passo dopo passo perché la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, l’unita della banca, la tutela del marchio della banca più antica del mondo, la rappresentanza del territorio e il rapporto con piccole e medie imprese restino le condizioni dell’operazione. Anche il fatto che il Tesoro – conclude Letta – possa acquisire una quota in UniCredit per garantire l’integrità del Monte mi sembra una novità importante".

Alla domanda di un giornalista che gli chiede se abbia parlato con Pier Carlo Padoan, il segretario del Pd e aspirante a occupare il seggio alla Camera lasciato libero proprio dal presidente di Unicredit, risponde seccamente: "Non ho parlato con lui". E per liquidare la questione Mps, ribadisce che non ci sarà nessuno ’spezzatino’ e che la banca sarà salvaguardata nella sua integrità. Ritornelli che Letta ripete a ogni iniziativa, dalla Versiliana a Montepulciano, passando per Foiano della Chiana dove era ieri sera. (omissis)

msn.com 12/8/2021
 
Alla fine delle trattative tra Unicredit-Mef per l’acquisizione di larga parte degli asset senesi da parte della banca milanese guidata da Andrea Orcel, il Tesoro – con tutta probabilità – resterà nel capitale della nuova aggregazione bancaria come socio di minoranza, ma senza voce in capitolo nella governance.
Anche se le percentuali azionarie sono ancora in discussione e dipenderanno dal perimetro della nuova aggregazione (l’ipotesi più accreditata parla di 150 filiali Mps, specialmente meridionali, che non confluiranno in Unicredit), nella comunità finanziaria c’è la convinzione che la quota azionaria che resterà in mano al Tesoro dovrebbe oscillare tra il 3 e il 5% del capitale.
Ma c’è anche la convinzione che l’azionista pubblico non interferirà nella gestione della banca che sarà capitanata da Orcel. In buona sostanza, il Tesoro riceverà azioni senza diritti di voto ma certamente godrà, percentualmente, dei benefici della distribuzione dei dividendi che la nuova Unicredit promette per i prossimi anni, quando saranno ottimizzate le sinergie derivanti dalla fusione Unicredit-Mps se le trattative avranno esito positivo.
Non a caso, la Borsa guarda con ottimismo al negoziato in corso e anche ieri i titoli di Unicredit e del Monte dei Paschi hanno chiuso la seduta a Piazza Affari in rialzo. Rilevante soprattutto il balzo della banca milanese che ha fatto segnare un progresso del 2,40%.

(FIRSTonline 12/8/2021)
 
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Anche io rimango fedele a Widiba :bow:(Monte Paschi) con contoonline da 10 anni e passa e due bancomat gratis. Giacenza media 2k. Mi accontento io e si accontentano di poco loro e tutti vissero felici e contenti!!:accordo: Pag.1-5 IL Sole 24 Ore di oggi.
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Una buona giornata
 
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Perché il comune di Siena ha aspettato 16 anni per fare causa sui derivati? forse perché a farla prima rischiava di aprire il pandorino delle collusioni tra i suoi amministratori e chi vendette i derivati per creare utili al bilancio comunale del tempo. Molti comuni trovavano comodo l'utilizzo dei derivati per incassare quattrini da spendere incuranti dei danni che lasciavano ai bilanci successivi. Poi sono corsi a far causa alle banche dichiarando la loro buona fede mentre é palese che le operazioni sui derivati non hanno nulla a che vedere con un bilancio comunale e un po di sano gabbio andrebbe somministrato a entrambi i contraenti.
 
Beh messa così la sfida è impari, io capitano contro gli analisti di Bloomberg … va beh

Pongo una domanda agli esperti, domanda reale e non provocatoria.

2017: a seguito di stress test negativi nel caso avverso… ricapitalizzazione precauzionale imposta, fallita a mercato, intervento statale. Burden sharing con tosatura di 4,3 miliardi di sub seppur 1,5 vengono ristorati.
Stato azionista, banca pro tempore in ottica stand alone, exit strategy con privatizzazione necessaria.
2021: stress test nuovamente negativi, si impone una nuova ricapitalizzazione. Nel mentre la gestione statale ha peggiorato le cose, si intravede una soluzione con Unicredit che si piglia anziché “la parte buona” (espressione intesiana per le venete) il “perimetro buono”.
La banca sarà spinoffata e de facto non esisterà più.

Ditemi il motivo per cui non dovrebbe scattare il burden sharing in questa situazione -nettamente peggiore della precedente-.

Ciao Sandrino,

in questi anni abbiamo assistito a eventi fortemente spiazzanti.

Nel caso di MPS, se è evidente che l'azionista proverà in tutti i modi ad alienare la propria quota, e ad evitare il burden sharing, non è per nulla evidente se una tale opzione sia percorribile nella teoria (leggasi DGComp) ed, eventualmente, nella pratica (leggasi Orcel).

In questo contesto l'unica posizione veramente senza senso per un investitore (vorrei usare parole meno garbate, ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno, nemmeno la tua...) è coltivare delle certezze, in un senso o nell'altro.

La mia non è una posizione opportunisticamente neutrale: ogni scelta nelle condizioni date è semplicemente una scommessa...
 
B.Mps: focus di Orcel sui crediti, a ottobre stretta Tesoro (Sole)

ROMA (MF-DJ)--Se sono rose, fioriranno in autunno: ottobre, novembre al massimo. Il grande cantiere d'agosto di UniCredit-Mps e' gia' entrato nel vivo, al punto che c'e' chi ritiene che - vista l'ossessione di Andrea Orcel per anticipare i tempi - la due diligence sulla banca senese potrebbe concludersi anche prima dei 40 giorni fissati. Ma non sara' questa la fase piu' delicata di un percorso ancora lungo. Anzi. Il Sole 24 Ore scrive che il risultato dell'analisi, anzitutto concentrata sui crediti ma nella sostanza estesa alla rete commerciale e alle controllate, sara' solo il punto di partenza da cui UniCredit formulera' il perimetro esatto degli attivi che sara' disposta a rilevare, e di qui partira' un negoziato con il Tesoro destinato non solo a decidere se l'operazione si fara' o meno, ma anche le precise condizioni. In pratica, ci sara' da tradurre in cifre, a sei-nove zeri, l'accordo del 29 luglio. Una trattativa su cui saranno concentrati gli occhi del mercato, della politica e dei sindacati, che potrebbe richiedere settimane: di qui l'inevitabile prospettiva di sforare almeno a ottobre (superando cosi' anche lo scoglio delle elezioni senesi), in modo da arrivare - in caso di esito positivo - giusto in tempo per il piano industriale promesso da Orcel, da settembre nel frattempo e' gia' slittato a un piu' vago "quarto trimestre". Tra dicembre e gennaio il Tesoro potrebbe - risolte le non banali interlocuzioni con Bce e Dg Comp dell'Ue - effettuare il probabile aumento di capitale (magari doppio, su bad bank e good bank), in modo da procedere con l'integrazione vera e propria a inizio 2022. Per ora le energie sono concentrate sulla due diligence. Al lavoro, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, c'e' un team coordinato da Fiona Melrose, capo della strategia di gruppo e guidato da 30 manager di primo e secondo livello con responsabilita' sui singoli business. In cabina di regia spiccano le figure di Andrea Maffezzoni e Giacomo Marino, approdato pochi giorni fa da Fondazione CariVerona, dove era dg. Dovrebbe scendere in campo, ma solo se l'operazione andra' in porto, Remo Taricani: l'ex capo dell'Italia sarebbe stato individuato come responsabile dell'integrazione. Nel caso si faccia. Dal retail al corporate, la due diligence di UniCredit e' a tutto campo. Ma il focus e' anzitutto sui crediti, qualita' e sovrapposizioni, fronte su cui Andrea Orcel ha schierato i primi consulenti arruolati, cioe' Kpmg e gli avvocati dello Studio Legale Cappelli Rccd. Altro tema delicato, gli esuberi, da gestire (e spesare) sotto forma di uscite anticipate. Il punto di partenza sono i 2.500 gia' previsti da Mps nel piano stand alone, che al lordo degli ingressi concordati con il sindacato sono 3.300. A questi si aggiungeranno quelli che emergeranno, ancora una volta, dalla due diligence di UniCredit. Le cifre per ora sono scritte sull'acqua: gli 1,4 miliardi di esborso circolati finora nell'ipotesi estrema, che consentirebbero di coprire 7mila uscite extra, non trovano conferma a meno che UniCredit intenda inserire anche una fetta di esuberi propri, che difficilmente il Tesoro accettera' di spesare. L'elenco degli asset, e il valore attribuito, saranno al centro della fairness opinion finale di cui avra' bisogno Andrea Orcel per sottoporre la pratica al cda. In lizza per avere questo incarico sembrerebbero Morgan Stanley, Citigroup e Goldman Sachs. Non e' un caso che siano queste le banche d'affari in pole position: in due di loro lavorano banker che Orcel conosce molto bene, visto il comune passato in Ubs. Si tratta di Emilio Greco, arrivato da qualche mese fa in Morgan Stanley per guidare la divisione M&A per i servizi finanziari in Italia, e Christian Montaudo, da pochissimo nuovo responsabile della divisione investment banking di Citi, sempre proveniente da Ubs dove guidava l'area Fig. La fairness opinion e' particolarmente cruciale perche' dara' anche un'idea della quota che lo Stato avra' della banca di piazza Gae Aulenti, anche alla luce del probabile intervento sul capitale, singolo o duplice, che dovrebbe essere necessario su Mps prima del possibile deal. pev (fine) MF-DJ NEWS

13/08/2021 08:43
 
Perché il comune di Siena ha aspettato 16 anni per fare causa sui derivati? forse perché a farla prima rischiava di aprire il pandorino delle collusioni tra i suoi amministratori e chi vendette i derivati per creare utili al bilancio comunale del tempo. Molti comuni trovavano comodo l'utilizzo dei derivati per incassare quattrini da spendere incuranti dei danni che lasciavano ai bilanci successivi. Poi sono corsi a far causa alle banche dichiarando la loro buona fede mentre é palese che le operazioni sui derivati non hanno nulla a che vedere con un bilancio comunale e un po di sano gabbio andrebbe somministrato a entrambi i contraenti.

è una mossa politica , ovvio
 

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