Avevo costruito l'analisi spettrale di cui sopra quando stavo studiando la teoria di Hurst. Il lavoro mi costò tanto impegno, anche perchè nel libro di Hurst si spiega, ma non va nel dettaglio, dovetti ricercare anche altre procedure che sono solo accennatte, correggere qualche segno errato, ma alla fine arrivai al risultato che ho condiviso.
Però dopo tanto lavoro, mi sembrò tutto inutile e la cosa terminò là.
Non ricordo neppure tanto la logica e dunque i punti di forza e di debolezza di una tale ricostruzione della serie storica.
Ma comunque l'idea che voglio condividere con voi e che magari qualcuno, Marofib?, potrebbe portare avanti è la seguente.
Si potrebbe usare la ricostruzione per avere un ottimo indicatore di trend in atto ?! Magari da usare come filtro piuttosto che da tradare tale e quale?
1-Si prende la serie storica fino all'ultimo dato disponibile e la si decompone spettralmente;
2-La pendenza del segnale ricostruito dà il trend in atto;
3-Si ripete dal passo 1 all'acquisizione di un nuovo dato della serie (i dati devono essere in numero dispari, quindi almeno ogni 2 dati aggiunti)
L'idea è terra terra quella di John Ehlers e del suo famoso Software Mesa.
La decomposizione mi pare che scelga automaticamente il numero delle frequenze necessarie per la ricostruzione in base ad un parametro che indica l'errore massimo tra serie dati e serie ricostruita. Quindi all'aumentare dei dati di input non necessariamente devono crescere le frequenze in output. Infatti ieri ho verificato questo con dei tentativi sulla serie FIAT.
Che dite? Che dici Maro? Tu avresti sicuramente le capacità per cimentarti.
pero' c'e' sempre il peccato originale
parti da una data che e' riconoscibile solo a posteriori..mentre i conteggi partono da li'....troppo facile
quello che cercavo di dire un pò di post fa
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Sinceramente non capisco cosa ci sia di drammatico nel definire una data di inizio della sequenza ciclica.
Chiunque usa l'analisi ciclica comincia il suo lavoro guardando indietro alla ricerca di un minimo piu' profondo, che coincide con l'inizio di un ciclo di ordine superiore.
Da li si inizia la scansione dei cicli piu' corti.
La stessa cosa fa questo TS.
Lavora esattamente come farebbe un analista ciclico, ma lo fa in automatico, facendo risparmiare tempo e fatica e lavorando anche se noi non siamo davanti al computer.
Nel suo 3D Torino descrive da anni l'operatività di questo metodo.
Dov'e' il vs. problema ?
Forse non avete ancora riflettuto bene sul fatto che questo TS che lavora sui cicli, cosi' come quello che avevo proposto un paio di mesi fa, non sono assimilabili ai classici TS che lavorano usando altri atrezzi (indicatori, oscillatori, pattern, breakout ecc).
I problemi veri di questi TS sono altri.
Il TS basato sul metodo Torino e' piu' accurato nel definire la fine e l'inizio dei cicli, ma lo fa introducendo un ritardo nel reverse tra short (fine ciclo) e long (inizio nuovo ciclo).
Il TS che avevo proposto tempo fa produce profitti strepitosi se i cicli hanno una durata regolare, che non si discosti troppo dalla durata media, ma fallisce quando i cicli sono molto irregolari.
In definitiva... c'e' del buono e del meno buono ma, secondo me, vale la pena di valutarli piu' approfonditamente, prima di buttare tutto nel cesso.
non volevo scatenare l'ira funesta
comunque i ts sono i tuoi, fai come ti pare, quando passerà un pò di tempo vedrai le seguenti cose:
1) è inutile fare un back test cambiando in continuazione parametri, window, logiche
2) è inutile lavorare su 400 ts in simultanea
3) è inutile fare un backtest di un periodo troppo breve
4) è impossibile mettere imput personalizzati quando il ts lo usi su una fracassina di strumenti
forse e dico forse tra un pò di tempo ti ricorderai di questo post e mi dirai grazie