velavola
Forumer attivo
Giovakkino Lamòttazzo ha scritto:non mi rispekkio nella presunzione anzi......sono ankora qui a parlare mantenedo pacato il livello della conversazione cercando di cogliere un punto di contatto, se lo fossi stato avrei certamente chiuso il discorso in una riga ....invece dammi atto che pongo attenzione ad ogni tua risposta ......
prima di tutto è lampante una diverso approccio metodologiko fra me e te, io prediligo prima sapere il quadro giuridico n cui devo muovermi, fare critike sulle condizioni senza questo fondamentale tassello x me manka di fondamento anke se comprendo quello che vuoi dire....
tu rispekki le radici culturali del mondo lavorativo italiano, immagino che di fondo non approvi i vantaggi che pone il mercato, non approvi le nuove forme di contratto flessibile introdotte con la biagi e dlgs attuativi poikè non tutelano a fondo il lavoratore non ritenendole razionali, il legislatore non ha operato su questo settore ed immaggino che tu aggiunga " non ha operato xchè è sottoposto alla pressione della classe imprenditoriale" . In questo senso tu vedi nell' ambito della concertazione un asimmetria di posizione, troppo potere spostato verso un solo lato e sindacati troppo influenzati nelle scelte...
Può anke essere, non lo metto in dubbio ....certamente dalle normative non si può desumere ciò......quello che xò è lampante è la tua concezione solidaristika collettivista, quando hai ammesso in mia risposta che la scala mobile è meglio della concertazione mi porta a dedurre ( forse ???!!!) che x te la collettività è meglio dell' individuo nel prendere le decisioni........se è così hai una concezione tesa all' estrema programmazione che ormai non ha nessun senso ankora perseguirla, il mercato è irrazionale un adeguamento del settore teso ad una maggiore flessibilità ed esigenze di concorrenza ormai devono prevalere sulle logike corporativiste di un tempo, è il tempo di incoraggiare nuova imprenditoria smobilitare capitali di riskio ed introdurre incentivazioni che certamente limeranno la tutela dei prestatori, difficile si prospetta il futuro...e difficile trovare un punto d' equilibrio
Vedi la nostra divergenza si esplica proprio in questo tuo paragrafo finale.
Per te il mercato è irrazionale per me invece è frutto di scelte ben precise al fine di renderlo virtualmente più "selvaggio" e costringere a vivere quante più persone in una situazione di "frontiera" necessaria a renderle più produttive in termini assoluti.
Lo spauracchio della emergenza dei paesi emergenti da una parte ed il flusso migratorio dall'altro aumentano lo stato di disagio ed impotenza delle classi sociali prive di risorse finanziarie tali da mettere in moto capitali di rischio e quant'altro.
E' il capitale e chi lo gestisce che ha adottato certe politiche alfine di indebolire la relazione salariato/sindacato e permettere una rendita più elevato del capitale investito e cioè un maggiore ritorno per gli azionisti (i veri azionisti...).
Questo è un fenomeno occidentale e parte delle cause di questo fenomeno sono da iscriversi alla poca lungimiranza del sindacato italiano e non che anche nella voce di alcuni suoi rappresentanti di vertice ha ammesso l'impreparazione agli eventi ed alle trasformazioni sociali arroccandosi principalmente nel pubblico impiego, con i pensionati e nel Sud.
La mancata internazionalizzazione del movimento sindacale lo ha lasciato indietro mille miglia rispetto alle trasformazioni sociali impedendogli sia di ottenere adeguate tutele per le centinaia di migliaia di lavoratori salariati che vengono creati nei paesi emergenti e per contemporaneamanete difendere i diritti acquisiti nei paesi occidentali.