SBAGLIANDO Si IMPARA... INFATTI IO SONO UN GENIO (1 Viewer)

silpla2000

che bello il yo yo
e che sarà mai la CR...:-o:D:D

intanto continua a pagare ..o puoi sempre imitare il buffone..

Roma, 30 lug. (TMNews) - "Il commissario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli, svela l'imbroglio delle coperture di Renzi, vale a dire il continuo ricorso, da parte del governo, ai risparmi derivanti dalla spending review per finanziare altre spese, magari relative a norme di chiaro stampo clientelare. Continuando di questo passo, il governo distrae risorse dalla riduzione della tassazione sul lavoro, fondamentale per la ripresa dell'economia nel nostro Paese". Lo ha affermato in una dichiarazione il capogruppo Fi alla Camera Renato Brunetta. "Cottarelli- ha detto ancora Brunetta- ammette: 'La promessa di future operazioni di revisione della spesa non può essere accettata come copertura sul piano giuridico'. Come abbiamo più volte denunciato, ogni giorno si aggiunge una nuova riga al lungo elenco di voci che portano alla manovra correttiva. Ma soprattutto, che il commissario per la Spending review prenda le distanze dal presidente del Consiglio, denunciando l'inconsistenza delle coperture dei provvedimenti finanziari del governo, è cosa grave, della quale chiameremo a rispondere in Aula al più presto il premier Renzi e il ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan".
Pilu, sono stanco depresso e avrei solo voglia di svegliarmi da questo incubo sono 25 anni che combatto gli ultimi 6 sono stati un calvario è una vessazione continua da parte dello stato e del comune non manca giorno che non arrivi qualche tassa o imposta da pagare, ieri è arrivata la tari le prime 2 rate in acconto OGGI ultimo giorno utile per pagare la prima ratatutto ciò allla modica cifra di 22 euro al mq, ma stiamo scherzando!!!!!!! ma hanno capito che cosi facendo faranno chiudere i pochi che so rimasti aperti e non incaseranno più una beata michia. Lo scorso anno arrivarano i cellulari delle forze dell'ordine per evitare il linciaggio del sindaco quest'anno credo che dovranno chiamare l'esercito.
giorno
 

Val

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Ragazzi, ma chi avete votato ?

Se si rimangia anche questa diventas proprio il Re dei Buffoni.

Ieri è approdato nelle commissioni Ambiente e Industria alla Camera il dl Competitività.
Il provvedimento, che taglia del 10% la bolletta energetica delle imprese, durante l'iter a Palazzo Madama, è diventato un «polpettone» indigesto.

A tal punto che il governo di Matteo Renzi ha ritenuto di dover organizzare un summit con la maggioranza per renderlo più snello e coerente con le sue finalità.


Tra le richieste dell'esecutivo c'è la rimozione del tetto di 240mila euro allo stipendio dei manager pubblici.



Insomma, Renzi vuole già fare retromarcia su una delle sue tante trovate pubblicitarie.
 

Val

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Mo', vediamo cosa succede .....

Non è stato trovato alcun accordo con gli hedge fund e la scadenza scadenza per il pagamento dei titolari di bond che hanno accettato il concambio è stata così superata senza che venisse appunto effettuato. "L’Argentina ha scelto il default. Il mediatore ha proposto numerose soluzioni creative ma l’Argentina ha rifiutato di considerarle", afferma Elliot Management, l’hedge fund che insieme ad altri fondi ha fatto causa all’Argentina e l’ha vinta.
Buenos Aires continua a negare il default che si ha quando non si paga. "L'Argentina ha pagato ma i fondi - assicura il ministro dell’Economia, Axel Kicillof - sono stati bloccati". E la "responsbailità" è del giudice Thomas Griesa che non avrebbe capito la complessità del caso ed è andato al di là della sua giurisdizione. Per il momento, tuttavia, è stata anche accantonata la speranza di un accordo fra le banche argentine e gli hedge fund: la proposta degli istituti di credito di acquistare i bond e rimborsare interamente i fondi non è andata a buon fine. Le trattative delle banche si sono svolte in modo parallelo a quelle fra Buenos Aires e i fondi, e si sarebbero interrotte poco dopo con Sebastian Palla, il responsabile dell'investment banking di Banco Macro, in rientro in Argentina senza altri appuntamenti in programma.
 

Val

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"State calmi, domani è un altro giorno e il mondo continua a girare. La vita va avanti anche senza un accordo sul debito", si affretta a dichiarare Kicillof nel tentativo di rassicurare gli argentini. "Buenos Aires non può rispettare la sentenza americana - spiega - gli hedge fund hanno cercato di imporci qualcosa di illegale, hanno respinto la nostra proposta". E punta il dito proprio contro quei fondi speculativi che hanno messo in ginocchio il suo Paese: "Vogliono di più e lo vogliono subito, non possiamo firmare accordi sotto estorsione".
 

Val

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Sara Ferrari, una 43enne di Rovigo. La donna, nipote di Salvatore, zio orafo emigrato a Berlino molti anni fa, diventa la sua unica erede perché il parente era celibe e senza figli. E nella cassetta di sicurezza in una filiale della Deutsche Bank trova un piccolo tesoro: due miliardi di vecchie lire, tra Bot e denaro contante, oltre a circa un milione di marchi tedeschi. Ma la piccola fortuna le ha lasciato un bel po' di amaro in bocca.
Per il cambio della valuta tedesca in euro, infatti, non ci sono stati problemi: in dieci giorni ha ottenuto il corrispettivo che ammonta a circa 730.000 euro. Per il denaro italiano, invece, il discorso è stato mortificante. Bankitalia le ha detto che quei soldi non possono più essere incassati. E per questo deve ringraziare il solito Stato italiano che ha posto il limite più anticipato d'Europa per la convertibilità della lira. E per far cassa, a fine 2011, con Monti ha anticipato i tempi di qualche mese, emanando un decreto in cui si stabilisce che «le vecchie lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata e che il relativo controvalore è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato». Una norma che Sara ritiene inaccettabile: vuole contestarla con azioni giudiziarie contro Bankitalia e il ministero delle Finanze, con ricorso alla Corte Europea.
 

Val

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Questa deve essere una di quelle "tenie".......povero berlusca :lol::lol::lol:

«Quella è la porta, puoi anche uscire e non tornare più, sembra abbia urlato alla fidanzata Berlusconi all’inizio della scorsa settimana, .......
 

Val

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:lol::lol::lol: Adesso rimarranno solo gli idraulici ......:D....e Olly

“«Il servizio postale universale non è più sostenibile e richiede un’attenta revisione del suo contenuto e delle misure economiche necessarie al suo finanziamento»”.
Il motivo è economico:
“Secondo Poste Italiane l’uomo in bicicletta con cappello, che consegna lettere e sorride alle casalinghe italiane, è destinato all’estinzione, sostituito da «modalita di fornitura del servizio stesso per renderlo più efficiente, più in linea con i bisogni del Paese e con le risorse economiche disponibili per il suo finanziamento»”.
 

Val

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Val

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Francesco Giavazzi si è opportunamente chiesto dove sia finito il lavoro di Cottarelli. Aggiungendo che il commissario alla spending review dovrebbe rendere coraggiosamente noto dove, come e quanto si dovrebbe tagliare, mettendo il governo di fronte alla responsabilità di non farlo.
Sappiamo, perché l’ha scritto prima ancora sul «Corriere» Riccardo Puglisi, uno dei partecipanti al gruppo di lavoro coordinato da Massimo Bordignon a cui Cottarelli aveva chiesto un rapporto sui costi della politica, che da marzo sono pronte 25 relazioni su altrettanti segmenti della spesa pubblica preparate da team di esperti.
Tutti dossier, immaginiamo ustionanti, che il commissario avrebbe già voluto pubblicare ma che invece restano nei cassetti.
E la ragione è semplice: Cottarelli non ha ancora avuto il permesso del governo per renderli noti.
Perché dopo tanti mesi non sia arrivato il via libera di Palazzo Chigi si può soltanto ipotizzare.
Forse le conclusioni contenute in quei rapporti non sono del tutto condivise? Forse.
Il che ci starebbe pure, ma è improbabile che il commissario, e lo stesso governo, non l’avessero calcolato.
Di sicuro la mancata pubblicazione dei 25 dossier ha reso ancora più evidenti, se ce ne fosse stato il bisogno, le difficoltà con cui Cottarelli si deve confrontare.
A cominciare con quella forse più importante. Va benissimo intervenire sulle ottomila aziende pubbliche: è un buco nero gigantesco come dimostra l’esistenza di 2.761 società con più amministratori che dipendenti.
Ma come si fa a individuare tagli per 17 miliardi di euro, almeno di tanto la spesa pubblica dovrebbe essere ridotta nel 2015, se non si possono nemmeno sfiorare i due capitoli più grossi?
La sanità è uscita di fatto dalla spending review con il patto della Salute: un accordo fra il governo e le Regioni.
Mentre le pensioni, per esplicita volontà dell’esecutivo, non ci sono mai entrate.
 

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